Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Tropiusuccia    28/08/2007    3 recensioni
-scappiamo è arrivata l’armata dei lupi!- gridò un soldato abbandonando la sua arma per correre via. –tornate qui codardi! Cosa volete che sia una stupida armata capeggiata da un moccioso…!- finita la frase un cavaliere trafisse il capitano dell’armata nemica –dannato…demonio…- disse l’uomo barbuto per poi cadere dal suo cavallo. Il cavalieri sfilò il suo elmo e mostrò a tutti il suo volto, capelli castani e occhi profondi dello stesso colore. Scese dal suo destriero e sogghignò alla scena che si prestava davanti ai suoi occhi…un nuovo massacro…perfetto!
Genere: Generale, Romantico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura, Un pò tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salveeeeeeeeeeeeeeee! E sì! Sono tornata prima, ma molto prima del previsto!!! Ma che ci posso fare, le mie mani hanno una propria volontà XD Questa è una storia fantasy sulla quale stavo progettando di fare un gioco di ruolo (con rpg maker Xp) ma alla fine non ho resistito dalla voglia di trasformarla a ff. Come sempre vengo sempre e solo attratta a scrivere ff su ccs...nn so perchè hihihihihi. Cmq lo s questo capitolo può smebrare un pò noioso, ma era neccesario per quello che voglio combinare dopo. Ringrazio in anticipo tutti coloro che leggeranno e commenteranno, accetto critiche e consigli! :) per qualunque cosa potete trovarmi quasi sempre su msn: lurei-chan@hotmail.it

Credo che per questi giorni aggiornerò regolarmente, salvo imprevisti. Ma dopo l'inizio della scuola nn so dirvi. Vabbe vi saluto e vi auguro buona lettura!

Capitolo 1 – Infanzia

 

Un bambino dai capelli castani e occhi del medesimo colore, stava correndo dietro a una dolce bambina che non faceva altro che ridere –fermati Sakura!- -te lo scordi Shaoran! Lo so che vuoi portarmi in quel posto pieno di ragni!- disse lei correndo con il fiatone. Lui sembrava fresco e rispose –ma che vuoi che siano dei piccoli ragni stupidi?- -non mi importa! Li non ci tornerò mai più!-. I due bambini continuarono la loro corsa per il piccolo villaggio nel quale vivevano. Sakura viveva a Mino praticamente da quando era nata, sua madre era morta subito dopo il parto, e con lei ora c’erano solo suo padre Fujitaka e il fratello più grande Touya. La bambina era benvoluta da tutti e per questo aveva molti amici, tra cui Tomoyo, Naoko, Rika, Chiaru, Yamazaki e infine il suo migliore amico Shaoran. Shaoran aveva la stessa età di Sakura ma era originario di una terra lontana da Mino, era stato abbandonato da piccolo, ma una coppia l’ha allevato salvandolo da morte certa.

I due bambini corsero fino al bosco, si fermarono solo arrivati al loro rifugio. Una piccola capanna costruita su un albero. Era considerata come una base. Quel giorno c’erano solo loro due, ma di solito c’era sempre qualcuno dei loro amici. Erano seduti su di un ramo a godersi la brezza di quella splendida giornata, Sakura ad un tratto iniziò a parlare –Shaoran tu cosa vuoi fare da grande?- il bambino sembrò pensarci un po’ su poi rispose –vorrei continuare la mia vita qui a Mino, vorrei vivere per sempre così- la bambina rise e il castano la guardò un po’ imbronciato e chiese –che hai da ridere?- lei si calmò –le cose cambiano, non possiamo sempre giocare tutti i giorni come dei bambini- -non dico che voglio giocare per sempre, certo lavorerò, magari farò il contadino come mio padre, ma mi basta vivere qui con te e gli altri in pace qui a Mino-. Sakura capì e gli sorrise, si mise in piedi sul ramo poggiando una mano sul tronco robusto per mantenere l’equilibrio –io vorrei diventare una sacerdotessa come mia madre. Curare i feriti e pregare per i defunti, lo so non è una grande aspirazione, ma questo dimostra quanto sia stata grande mia madre- Shaoran allora disse –saresti un’ottima sacerdotessa, ti preoccupi sempre per gli altri e ami il tuo prossimo- -non so perché credo di non essere all’altezza…non so neanche se riuscirei ad iniziare l’addestramento, sai l’età minima è 8 anni quindi direi proprio che posso iniziarlo quando voglio- il bambino si alzò e andò nella piccola casa sull’albero e esclamò –perfetto! Allora perché non ci provi?-. La bambina si rattristò e non rispose –che ti succede?- lei sembrò riprendersi dopo quella domanda –niente. Grazie per l’incoraggiamento! Vado a parlarne con papà e Touya!- intanto arrivò Yamazaki –salve! Che fate oggi?- -io sto scappando a casa, tu occupati di Shaoran, sai bene che piange quando lo lasciamo solo- disse Sakura prendendo in giro Shaoran che esclamò –cosa!?-.

 

Era sera e Sakura era seduta a tavola con il padre e Touya. Il signor Fujitaka chiese alla figlia dopo aver ascoltato le sue richieste –sei sicura di quello che fai? Sai bene che non potrai tornare indietro- lei ci pensò, aveva un’aria amareggiata ma poi ripensando alle parole del suo migliore amico si decise e annuì con determinazione. Il fratello che ormai era stato in silenzio ad ascoltare per una buona mezzora disse –riuscirai a salutarli? Soprattutto al moccioso poi…- Sakura vacillò un po’ e disse –lo voglio fare anche per loro. Potrò curare le loro e le vostre ferite. E non solo! E poi voglio seguire il sentiero intrapreso dalla mamma!- Fujitaka e Touya si scambiarono degli sguardi, poi l’uomo castano si alzò in piedi –andiamo a parlarne con l’anziano del villaggio-.

 

-e così, la nostra piccola Sakura ha deciso il suo cammino. Sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. Lei è la fotocopia di sua madre- disse un signore anziano con barba e capelli bianchi. –sei sicura di volerlo fare veramente? L’addestramento per diventare sacerdotessa è molto duro, molte giovani donne hanno sacrificato la propria vita per compiere il loro dovere. Ad esempio tua madre…sai bene cosa fece tua madre vero? Le devi la vita, e sei sicura di poterla darla via per qualcun altro?-. La bambina guardò decisa l’anziano –so bene che mia madre durante il parto ha utilizzato i suoi poteri per far si che io vivessi. Saremmo morte entrambe se non l’avesse fatto. Lei poteva benissimo utilizzare i suoi poteri per salvarsi lasciandomi morire…- quelle parole fecero salire un groppo in gola alla bambina e anche le lacrime agli occhi, aveva appena 8 anni ma già sapeva il significato della parola morte -…ma lei salvandomi e quindi sacrificandosi mi ha affidato un compito ben preciso. Sento la responsabilità di ricambiare il suo gesto facendo lo stesso per il prossimo- il discorso della bambina fece commuovere il padre, Touya e l’anziano. Quest’ultimo si alzò e prendere un bicchiere d’acqua –e va bene allora. Informerò subito il tempio, nel giro di una settimana saranno arrivati a prelevarti. Però prima che te ne vada vorrei organizzare una festa a Mino, e lo faremo anche al tuo ritorno dal viaggio di addestramento. Probabilmente io non ci sarò più ma nessuno si scorderà di festeggiare il tuo ritorno. Sei un elemento molto importante per il nostro villaggio- la bambina arrossì e ingraziò inchinandosi, anche Fujitaka e Touya ringraziarono e prima che uscissero dalla piccola casa l’anziano guardò Sakura e disse –che gli dei ti benedicano-.

 

Il giorno dopo Sakura uscì a giocare con le sue amiche Tomoyo, Naoko, Chiaru e Rika. –e quindi la settimana partirai…- disse Tomoyo quasi in lacrime –l’addestramento dura molti anni, ma vedrai che tornerò!- disse Sakura cercando di consolare l’amica. Chiaru, che era triste come le altre disse –ci mancherai un sacco! Non so proprio come faremo senza di te…- Naoko annuì all’affermazione dell’amica. –dai, tornerò e sarò un’ottima sacerdotessa vedrete!-. Rika che era rimasta in silenzio fino ad allora, disse –aspetteremo fiduciose! Cerca di ritornare intera dal tuo addestramento! Ma più tosto…come e quando glielo dirai a Shaoran? Sai bene che ci rimarrà malissimo…-. Tomoyo allora aggiunse –sappiamo che lui ti ha sempre incoraggiata nel fare quello che vorresti, ma non conosce le regole per diventare sacerdotessa…e probabilmente non sa neanche del viaggio d’addestramento…-. Sakura si ammutolì non sapeva minimante come fare con il uso caro amico. Erano stati sempre insieme, e poi lui gli aveva fatto quella confidenza…voleva vivere per sempre con lei e con i loro amici a Mino…e ora lei se ne andava. Certo sarebbe tornata, ma la lontananza e il tempo li avrebbe cambiati, magari rendendoli irriconoscibili l’uno all’altra…non avrebbero più avuto il rapporto di un tempo. Partiva da bambina e tornava adulta…i suoi pensieri vennero interrotti da Shaoran e Yamazaki che tornavano dai campi con due sacchi pieni di mele –ehi! Che ne dite se ci andiamo a gustare queste mele al nostro nascondiglio?- le bambine annuirono all’idea proposta da Shaoran. Anche Sakura annuì, ma con una vena di tristezza sul volto.

 

I giorni passavano inesorabilmente, i preparativi per la festa a Mino erano ormai quasi ultimati e Sakura decise di parlare a Shaoran della sua scelta. Erano seduti sulla riva del fiume dal quale gli abitanti del villaggio prendevano acqua fresca e pulita. –sai, sto per intraprendere la strada per diventare sacerdotessa…- iniziò a dire tristemente, non ebbe il tempo di finire la frase che Shaoran schizzò in piedi –ecco spiegati i preparativi per la festa! Sakura è fantastico! Diventerai una grande sacerdotessa benvoluta da tutti!- lei distolse lo sguardo da lui e fissò l’acqua corrente –già- rispose semplicemente. Lui era ancora in piedi saltellante di gioia, ignaro della notizia importante che Sakura gli avrebbe voluto dare –devi esserne felice! Non tenermi quel muso!- disse Shaoran tirando Sakura da un braccio per farla mettere in piedi. Lei si alzò ma si divincolò dalla presa della mano del bambino –grazie per avermi incoraggiata amico mio- disse lei prima di scappare via per nascondere le lacrime che non riusciva a frenare.

Shaoran non aveva notato la disperazione dell’amica, però sentiva che in lei c’era molta tristezza e ne soffriva parecchio. Si chiese il perché della sua tristezza, non riusciva a capirci niente.

 

La bambina tornò piangente a casa, si buttò tra le braccia del padre che cercò di consolarla –non sono…riuscita…a dirglielo- disse singhiozzando. Fujitaka accarezzava i capelli della figlia e rispose –potresti diglielo la sera dopo la festa, così potrete divertirvi come sempre. Non credi che sia meglio così?- la bambina annuì al consiglio del padre e subito dopo si addormentò stremata della successione di avvenimenti che andavano oltre la sua portata.

 

La sera della festa arrivò, al centro del villaggio venne acceso un grande falò, c’erano musicisti e gente che ballava, sembravano tutti allegri, ma dentro di loro ci soffrivano, il sorriso della dolce bambina sarebbe mancato a tutti.

Quella sera Sakura e i suoi amici giocarono per tutto il tempo. La bambina sembrava non avere la preoccupazione di dover abbandonare il suo villaggio natio, e soprattutto lui e i suoi amici. La serata si stava per concludere, Sakura si isolò con Shaoran. Era il momento di informarlo del suo viaggio…non avrebbe mai voluto che lo scoprisse dalle parole pronunciate da li a poco dall’anziano del villaggio.

Erano seduti sotto un albero, erano stanchi ma felici –Shaoran…sai avrei una cosa importate da dirti…- lui si girò verso di lei pronto ad ascoltare –sai in cosa consiste l’addestramento per diventare una sacerdotessa?-. Shaoran sembrò pensarci poi disse –no…avrei voluto chiedertelo prima o poi- -bene allora è meglio che te lo dica ora…probabilmente non sarà più possibile farlo dopo- il castano sembrò non capire e lei continuò –l’addestramento consiste nel pellegrinaggio nei diversi tempi sparsi per i continenti, dovrò imparare, lingue, culture e religioni. Apprese tutte queste nozioni partirò insieme a monaci e sacerdotesse per temperare lo spirito- il bambino ebbe un tuffo al cuore e si alzò di scatto –quanto durerà questo pellegrinaggio!?- lei cercò di rispondere senza guardarlo e rispose –dura molti anni, non so precisamente quanto…-. Shaoran si portò una mano ai capelli, era nel panico! E pensare che era stato lui stesso ad incoraggiarla! –no! Non ci posso credere!- scrutò il volto di lei, ma trovò quell’espressione triste con cui l’aveva vista nell’ultima settimana. Non riuscì a trattenere le sue emozioni e tirò un pugno all’albero sbucciandosi le nocche della mano e facendo sgorgare del sangue. Sakura si alzò di scatto come risvegliata da quello stato di trance e prese subito la mano dell’amico tra le sue –sai che potevi fratturati la mano!? Non sarai mica impazzito!- lei prese un fazzoletto dalla sua tasca e fasciò la ferita di Shaoran. –ti prego abbi cura di te, durante la nostra lontananza. Al mio ritorno festeggeremo tutti insieme! Saremo diversi da come siamo ora, ma tu sarai sempre Shaoran il mio caro amico d’infanzia, e io sarò sempre Sakura la tua amica d’ infanzia-. Lui girò la testa di lato per non guardarla in volto, poi sentì qualcosa che gli veniva messo al collo. –questa è una promessa- disse lei dopo aver agganciato una collanina con un pendente fatto di una piccola pietra rosea.

Dopo tornarono alla festa, l’anziano del villaggio fece il suo discorso –come la madre, ora anche la figlia ha deciso di intraprendere il pellegrinaggio per diventare sacerdotessa. La piccola Sakura, che fino ad oggi ci ha sempre incoraggiati tutti con il suo sorriso raggiante e il suo carattere solare oggi ci lascia da bambina, ma un domani tornerà adulta e saggia. Ha deciso di dedicare la sua vita al prossimo, una scelta difficile alla sua tenera età. Che gli dei la benedicano!- gli abitanti del villaggio gridarono di gioia salutando la piccola Sakura con una nota di tristezza, molte donne piangevano mentre l’abbracciavano, ma soprattutto i suoi amici. Shaoran era in un certo senso rincuorato dalle parole pronunciate da lei prima del discorso dell’anziano, ma comunque non riuscì a trattenere le lacrime. L’abbracciò così forte che aveva quasi paura di farle male. Anche lei si lasciò uscire delle lacrime dai suoi occhi verdi smeraldo.

 

Il mattino dopo Sakura partì molto presto, con due sacerdotesse che erano passate a prenderla. A salutarla non c’era nessuno, era la regola. Lei guardò il suo villaggio, lo guardò molto  attentamente, non sapeva come spiegarsi quella strana sensazione che le stava crescendo dentro…sentiva che non avrebbe mai più rivisto quel luogo pacifico, i suoi coabitanti…la sua casa.
  
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