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Autore: Kengha    12/02/2013    11 recensioni
Jack Sparrow è arrivato con Gibbs a Tortuga per trovare il modo di estrarre l'amata Perla Nera dalla bottiglia.
Quella che sembrava essere per il nostro capitano una giornata come tante lo costringerà poi ad un nuovo viaggio sulla Queen Anne's Revenge assieme a vecchi "amici"....
"-Miss Angelica?- domandò Hector avvicinandosi alla donna che era seduta all’ombra di una palma e lo guardava piuttosto curiosa.
-Sì…soy yo…- rispose quella
-Vedo che non tradite le vostre origini, signora, eheh.- scherzò Barbossa riferendosi allo spagnolo
-Chi siete? Cosa volete da me?- domandò squadrandolo -....L’uomo senza una gamba…- disse poi notando le sue condizioni.
-Io sono il nuovo capitano della Queen Anne’s Revenge e voi dovete venire con me…che vi piaccia…o no!- sorrise strabuzzando in maniera sinistra gli occhi azzurri."
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Angelica, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un oceano di ricordi'
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Libertà


Quando Jack uscì fuori dalle prigioni, di Angelica non vi era traccia: si guardò intorno più volte per alcuni minuti, preoccupato. Dove poteva essere finita? Di certo non sarebbe potuta arrivare lontano con quel posto brulicante di Inglesi! Fu confortato dalla voce consumata del suo quartiermastro, che si avvicinò al Capitano offrendo una bottiglia di rum.
- Un’altra missione è stata compiuta, capitano! – Sorrise, lasciando il boccale nelle mani esperte del suo superiore.
- Compiuta, sì. Andata. Gibbs, il sottoscritto avrebbe una domanda da porti, una domanda piccola, insignificante, passeggera … -
- Illuminami! -
- Dove diamine è finita Angelica?! – Abbaiò, facendo mutare completamente espressione al povero Joshamee.
Il vecchio pirata sospirò e si asciugò un po’ di sudore dalla fronte:
- E a te quella donna non interesserebbe, eh Jack? -
- Questo l’ho detto maree addietro -. Ringhiò Sparrow.
- Lo so, ma anche maree addietro era una menzogna -.
- Sei qui per farmi la predica o vuoi aiutarmi a cercare Angelica? -
- Non ce n’è bisogno, è sulla Perla -.
- E dillo prima! – Jack si avviò con passo dondolante alla grande nave dalle vele nere, attraccata poco distante, quando Gibbs lo richiamò con fare paterno.
- Jack, è distrutta -.
Il capitano si arrestò improvvisamente –Lo so. Facciamo vela per Tortuga, se il vento non cambia arriveremo questa sera, affittiamo tre camere. Ha bisogno di pensare e di decidere cosa voglia fare della sua vita -.
- Da quando ti interessa cosa realmente voglia quella donna? -
Sparrow non rispose. Già, da quando? In qualche momento, durante quel viaggio, qualcosa era cambiato. Doveva essere cambiato… solo che faceva ancora fatica a rendersene conto.
- Tortuga, Gibbs -. Ordinò, salendo sul grande e amato veliero. Non aveva voglia di parlarne, non in quel momento, non quando un uomo più meritevole di lui era morto per difendere la donna che amava.

Arrivarono al rifugio dei pirati quella sera, Tortuga era sempre caotica e fu faticoso raggiungere la locanda, soprattutto con Angelica che aveva un’andatura e un umore piuttosto discutibili.
- Tre camere da letto, vecchio mio! – Ordinò Sparrow al locandiere, facendo sfoggia del suo classico sorriso sghembo.
- A nome di chi? -
- Come a nome di chi? Sei al cospetto del grande Capitan Jack Sparrow! – Esclamò, indignato.
- Jack Sparrow? – Più di qualcuno, tra i presenti, non si fece sfuggire quella dichiarazione.
- Quel Jack Sparrow? Lo stesso Jack Sparrow che mi deve dei soldi da quasi sette anni? -
Jack deglutì: debiti, no bene.
- Signori miei, che ne dite di discuterne da buoni colleghi quali siamo davanti un bel bicchiere di rum? Beviamoci su! Come dico sempre … -
- Sai che fine farà quel bicchiere di rum se non ci ridai subito i nostri soldi? – Ringhiò un pirata massiccio, venendo accompagnato subito dalle grida furenti di tanti altri.
- Sentite, cari compari, se il sottoscritto avesse per caso –maree addietro… molte maree addietro- avuto quelle ingenti somme di denaro e poi, in seguito a discutibili avventure nelle quali si è ritrovato coinvolto senza la benché minima idea del come, quando e perché, abbia perduto tutto quanto? Direi che la cosa potrebbe ritenersi un incidente o un imprevisto… un incievisto! E dunque, perché prendersela così col sottoscritto per un incievisto visto che, qualunque cosa voi possiate dire o fare, queste somme non riuscirebbero, comprendete? -
I presenti si guardarono un attimo negli occhi, cercando di rielaborare le parole del capitano, sperando di coglierne il senso.
- Uccidiamolo -. Disse uno che probabilmente fu il primo a giungere alla conclusione che quei soldi Sparrow non li aveva.
Uno sparo secco riecheggiò nell’aria e la maggior parte dei pirati si arrestò.
- Non so quanti denari vi debba Sparrow, ma credo che questi siano più che sufficienti a saldare tutti i debiti e ad affittare tre camere -. Tagliò corto Angelica, in piedi sul bancone, tirando a terra un sacco di medie dimensioni pieno d’oro e pietre preziose.
- E come potremmo fidarci di voi?! Una donna! – Esclamò sprezzante uno.
- Una delle donne di Sparrow!- Aggiunse il secondo.
Angelica puntò senza esitazione la pistola alla gola del secondo e ringhiò – Non ho detto che dovete, ho detto che è l’unica cosa che potete fare. E comunque non sono una delle donne di Sparrow, sia ben chiaro. Per non parlare del fatto che conosca la maggior parte di voi cani… ma naturalmente vi sarà difficile riconoscere il vostro vecchio capitano Rodriguez -.
- Rodriguez? – Alcuni pirati rabbrividirono, altri sbiancarono.
- Rodriguez è morto! L’ha ucciso Barbanera! -
- Rodriguez non è morto! Né l’ha ucciso Barbanera! Rodriguez era una donna e l’avete davanti. E per giunta, questa donna è Angelica Teach, erede di Edward Teach nonché sua unica figlia -. Esclamò senza alcuna esitazione.
In molti si ritirarono, altri ancora mollarono l’oro come portasse sfortuna, la maggior parte si limitò ad abbassare la testa.
- Capitano Rodriguez… Capitano Teach, vi prego di perdonarci -. Fu l’uomo massiccio a parlare che, inginocchiato ai piedi di Angelica, sembrava un cane tanto grosso quanto indifeso.
La Spagnola si limitò a farlo rialzare per poi gettare un’ultima fugace occhiata all’uomo al bancone, al quale tirò quello che sembrava essere un grosso smeraldo.
- Prendiamo tre camere -. Disse secca, salendo le scricchiolanti scale della locanda e avviandosi con disinvoltura al piano di sopra, lasciando la maggior parte dei marinai al piano di sotto, scioccati.
- Che roba! Come hanno chinato il capo quando avete nominato Rodriguez e vostro padre! Temono anche solo il vostro nome, signorina Teach -. Constatò Gibbs, ancora meravigliato da quanto appena successo.
- Il mio nome è un peso più grande di quanto già non appaia e abusarne in questo modo per difendere la vita a Sparrow è stato un vero azzardo -.
- Un azzardo… - Ripeté a bassa voce Jack, per misurare bene l’importanza di quelle parole.
- Un azzardo necessario -. Concluse la donna, chiudendosi dentro una camera. Presto imitata dagli altri due pirati.

Quella notte Jack bussò ripetutamente alla porta di Angelica, la quale aprì leggermente frastornata;
- Non riuscivo a dormire, ho pensato “quale occasione migliore per una bella chiacchierata! – Esclamò Jack, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi – Ehm.. ehm… ho il rum…! – Aggiunse subito dopo, sperando fosse un’arma migliore per persuadere la sua compagna.
- Vieni dentro e basta, Sparrow -. Ordinò Angelica, rintanandosi nell’oscurità; a Jack non erano sfuggiti né il viso arrossato né gli occhi lucidi, ma preferì non indagare.
- Carini, i tuoi amichetti là sotto! Certo… qualcuno era un po’ tanto puzzolente o orripilante ma sembrano simpatici. In fondo -. Iniziò, porgendole uno dei due calici.
- Andiamo Jack, vorresti davvero farmi credere che tu sei qui solo per parlare delle –discutibili- condizioni della mia vecchia ciurma? -
- Già, infatti, non sono qui per questo. Sono qui per farti delle domande -.
- Cosa ti spinge a credere che sarò lieta di darti delle risposte? -
- Sesto senso -.
- Allora cominciamo -.
- Da dove è uscito quell’oro? Da dove è riuscita la Perla Nera? Cosa c’era nel forziere? Non era vuoto? -
- Sì, o parzialmente. C’era un solco laterale a forma di croce, che Hector ha confuso per un semplice abbellimento, ma che in realtà corrispondeva alla mia collana, la chiave per il doppiofondo. In ogni caso, anche il doppiofondo era sotto un rito: solo chi avrebbe voluto il tesoro non per avidità, ma per altri scopi, sarebbe stato in grado di vederlo.
-E tu lo volevi per salvare Anne e Mary -. Ipotizzò il Capitano.
-Io lo volevo per salvare tutti noi -.
- E tuo padre ti ha lasciato il potere più grande dei Sette Mari per… insomma, con la consapevolezza che tu avresti aiutato me o altri? Andiamo, credo che ti conosca almeno quel poco che basta per capire che l’avresti usato per questo genere di cose -.
- No, mio padre mi ha lasciato il forziere per questo -. Angelica prese da una tasca interna della sua giacca una carta dove c’era scritto “Immortalitatem”.
- Tuo padre ha scoperto il segreto? Il segreto della vita eterna? -
- Non mio padre, Morgan prima di lui e tanti altri ancora. Ma l’immortalità ha il suo prezzo: un’anima dannata, una vita incompleta, il cuore pieno d’odio e gli inferi dietro l’angolo. Era per questo che stava cercando di raggiungere la fonte, sarebbe stata un’alternativa perfetta… se solo fosse arrivato in tempo. Per realizzare i suoi desideri dovrei resuscitarlo con queste formule che, oltre ad una nuova vita, concedono anche l’eternità a disposizione -.
-E tu, vuoi resuscitarlo?- Domandò Jack, preoccupato.
Angelica avvicinò la vecchia carta ad una candela abbandonata sul comodino di fianco al letto della sua stanza e bruciò il foglio senza alcuna esitazione. Sparrow vide il segreto più grande della pirateria ridursi in cenere in pochissimi secondi. Boccheggiò, sconvolto.
- Perché? – Domandò, con un filo di voce acutissimo e muovendosi a scatti, come fosse stato colpito da innumerevoli spasmi.
- Nessuno può ambire all’immortalità. Neanche lui. È qualcosa di troppo grande e pericoloso per noi uomini -.
- Angelica, ma ci pensi? Una vita per mare, l’eterna giovinezza, tutto il tempo a disposizione senza temere la morte che ti aspetta dietro l’angolo -.
- Sì, ci ho pensato, Jack. Ci ho pensato. I tempi cambieranno e la pirateria non è destinata a vivere per sempre: ci ritroveremo in un mondo che non ci piace più, che non vogliamo più, senza scopi perché abbiamo già avuto dalla vita tutto quanto, perché abbiamo trovato tutti i tesori ai quali un uomo può ambire; senza sogni perché si sono spenti con la speranza della vecchiaia, senza cuore perché quello continuerà ad invecchiare.
Per quanto mi riguarda, preferisco vivere una sola vita aperta all’immensità dell’ignoto e morire da pirata, piuttosto che rassegnarmi alla monotonia di un mondo che conosco a memoria e dal quale non potrei mai uscire.
Un giorno saremo leggenda, Jack. Tutti noi faremo parte del passato, ma verremo ricordati! Se tu continuassi a vivere, nessuno si ricorderà mai di te, il grande Capitano Sparrow sarebbe costretto a nascondersi per sempre: è anche la morte a fare l’uomo. Èsoprattutto la morte a fare l’uomo -.
Jack rifletté a lungo su quelle parole, sotto questo punto di vista non ci aveva mai pensato. Istintivamente il suo pensiero fu rivolto a William Turner, che avrebbe continuato a vivere per sempre, avrebbe visto la sua Elizabeth invecchiare, i suoi figli morire e non avrebbe mai potuti ribellarsi da quello che era un destino obbligato.
Si riscosse dai suoi pensieri, pensando che non fosse il momento di dover fare il sentimentale quando la vita di qualcun altro, la vita di qualcuno ben più vicino di Will o Elizabeth, fosse in una situazione alquanto precaria.
- Altra domanda! – Esclamò, sedendosi sul letto accanto ad Angelica ed aggiungendo subito dopo – Sei ancora arrabbiata con me? –
- No. Non credo … come potrei, infondo? Mi hai salvato la vita e mi hai aiutato a salvare Anne e Mary, direi che hai avuto modo di farti perdonare -.
- Bene -. Sparrow si alzò dal letto ma poi si bloccò all’istante – Ultima cosa! -
- Ultima -.
– Tu, che vuoi fare? -
Si accorse subito di aver toccato il tasto dolente della sua compagna, poiché quella abbassò lo sguardo.
- Io non so cosa voglio fare. Non so se andare avanti o scappare, scappare come hanno fatto Anne e Mary, prendermi una pausa e magari non ritornare mai più -.
- Se tu fossi voluta scappare l’avresti già fatto da molto tempo, ne hai avute di occasioni per farlo -.
- Ne ho avute, ma solo adesso mi rendo conto che probabilmente avrei dovuto farlo davvero -.
- Quindi? -
- Quindi domattina lasceremo Tortuga, la Perla Nera ti porterà verso l’ignoto ma prima, mi lascerai in qualche luogo dove potrò ricominciare a vivere daccapo -.
- E’ la tua scelta definitiva ? -
- Immagino di sì -.
- Benissimo -. Jack si avviò verso la porta – Verrò a svegliarvi di buon’ora, signorina Teach -.

***

La mattina seguente, il trio si ritrovò a far colazione ch’era l’alba, all’oscuro del fatto che fossero osservati.
- Affermativo capitano, Sparrow è dentro la locanda! – Esclamò un ometto basso, con morbidi capelli biondi e un viso fin troppo conosciuto da quelle parti.
- Benissimo, Scrum! Il che vuol dire che la Perla Nera è incustodita! -
- Così sembra -.
- La Queen Anne’s Revenge mi ha reso un buon servizio, ma la Perla Nera è l’unica. Presto, sbrighiamoci prima che quei tre si accorgano di noi! -
- E lasciare qui la Queen Anne’s Revenge? -
- Sì, Scrum. Per quanto possa essere maestosa, anche le sue vele rosse impallidiscono davanti l’eleganza della Libertà. Per come è andato questo viaggio, direi che è un capriccio che posso permettermi -. Ringhiò, per poi zoppicare senza esitazione verso la Perla, seguito da una ciurma più o meno d’accordo.
Quando Jack, Gibbs e Angelica abbandonarono la vecchia locanda il capitano inspirò profondamente la brezza marina.
- Tortuga. Quanto mi era mancata! Bene, gioia, io direi di lasciarti in qualche posticino tranquillo: Port Royal, Saint Dominique, Hispaniola… - Si rivolse ad Angelica, accompagnando la proposta con un grande sorriso.
- Certamente, anche se ritengo Saint Dominique un po’ troppo caotico, non credi?-
Jack cercò di deglutire, rabbrividendo quando notò che la sua bocca fosse terribilmente asciutta; era sempre quello, l’effetto del passato. Deserto, grande, inospitale e… terribilmente bollente.
- Caotica -. Meditò a lungo su quella parola.
- Ehm… Jack?- Chiamò Gibbs che, tuttavia, non fu degnato di alcuno sguardo o risposta: Sparrow era assorto nei propri pensieri.
- Capitano -. Riprovò pazientemente Joshamee, riportando un nuovo fallimento.
- SPARROW LA PERLA E’ AL LARGO! – Gridò Angelica, capendo a cosa il povero quartiermastro stava provando disperatamente ad arrivare.
- Perla COSA? – Urlò di rimando Jack, guardando sconvolto il grande e maestoso vascello allontanarsi tra le onde.
- Hector -. Sibilò a denti stretti, con gli occhi castani ridotti a fessure, mentre continuava a fissare la Libertà che intanto spariva lontana all’orizzonte.
- E adesso? Che si fa? – Domandò Gibbs.
- Ci serve una pala -.
- Una pala? -
- Sì, una pala -. Ripeté Jack, spiritato.
- E.. se posso, a cosa servirebbe questa pala? –
- Mio carissimo Gibbs, caro, carissimo quartiermastro, come puoi pormi una simile domanda? A cosa servono, solitamente, le pale? Scava un po’, in quella tua mente barbuta -. Lo incitò Sparrow.
Il pirata arricciò il naso e iniziò a riflettere – Servono per scavare! – Esclamò dopo pochi secondi, illuminato.
- Benissimo! Vedo che facciamo progressi! – Sorrise Jack, posando paternamente una mano sulla spalla dell’altro.
- Già! … Ma non capisco ancora a cosa possa servirci una pala -. Disse sinceramente Gibbs.
Sparrow si voltò, indignato da tanta stupidità – Mi sembra ovvio -. Affermò, secco – Per seppellire Hector una volta che l’avrò fatto secco -.
- Sì! Gran bel piano! Unica problema: come raggiungiamo Hector? –
- Ehm, un passo alla volta caro Joshamee -. Disse Jack, che ancora stava riflettendo sul suo piano riguardante la pala.
- Altra domanda -.
- Ultima -.
Dejavu
- Dov’è la signorina Teach? -
Jack subito sgranò gli occhi, possibile che Angelica fosse riuscita a sparire in quei cinque minuti di distrazione?! Aveva una capacità di dissoluzione quasi superiore a quella di Teague; tuttavia, in quella determinata occasione, Jack pensava di sapere dove poter trovare la Spagnola.
Iniziò a camminare piuttosto rapidamente lungo il porto di Tortuga, puntando gli occhi sui numerosi vascelli attraccati, cercandone uno in particolare. Uno grande, maestoso, di un rosso scarlatto e con un terrificante scheletro a prua.
Dopo poco, ecco comparire la Queen Anne’s Revenge in tutta la sua maestosità: il veliero di Barbanera era terrificante anche sotto i raggi del sole mattutino.
- Eccola lì! – Esclamò, improvvisamente più tranquillo.
Angelica sul ponte di bordo libero e osservava l’oceano con immensa malinconia. Finalmente poteva scegliere, ma qualcosa le diceva di essere indirizzata verso la scelta sbagliata, qualcosa che la legava da troppo tempo alla pirateria.
Quel qualcosa erano i ricordi. I ricordi di una vita, la sua.
- Potresti solcare gli oceani per un centinaio di anni eppure morire con la certezza di non averne esplorato ogni angolo -.
La voce calda alle sue spalle portò la donna a voltarsi, Jack era lì e la guardava con degli occhi che giurava di non aver mai visto in lui. E questo la spaventava.
- Presuntuoso, pretendere di far tuo il mare -.
- Non ho detto di volerlo per me, ho parlato di conoscenza -.
- E da quando la conoscenza importa più del potere, per te? -
- Da quando mi sono reso conto di non sapere neppure la metà delle cose che speravo di conoscere -. Ribatté Sparrow, sorridendo, venendo immediatamente ricambiato dalla compagna.
- E adesso, che si fa? – Una domanda aperta… ma con un preciso indirizzo.
- Non ne ho idea. Tutto quello che ti ho detto ieri sera è… -
- Crollato?-
- Già -. Sospirò la donna, senza staccare gli occhi dalla grande massa acqua, infinita all’orizzonte.
- Ho pensato a tante volte ad una vita diversa, per me. Ad una vita agiata, con uomini, fiori, gioielli, balli, una grande casa … è un pensiero che ho continuato a fare fino a questa notte. Le colline verdi delle campagne di Siviglia, delle passeggiate a cavallo, il tè pomeridiano… sembrano cose assurde, vero? Sembrano appartenere ad una realtà distorta, lontana, frutto di immaginazioni popolari. Quando, in verità, è la nostra di realtà ad essere la vera leggenda -.
 - Stai decidendo di abbandonare la fiaba? – Chiese il capitano.
- Definire la “pirateria” una fiaba mi sembra decisamente azzardato, anche per un tipo impavido come te. Le fiabe hanno sempre un lieto fine, parole che questo mondo non credo conosca. Ad ogni modo, non credo di poterne più uscire… sono troppo dentro -.
- Sì, sei troppo dentro, Angelica. Ma non sei dentro da adesso, né da quando ti ho portata via dal convento. Sei dentro da sempre -.
La Spagnola si voltò a guardare Jack interrogativa, il suo sguardo non lasciava trapassare alcuna emozione, il suo discorso era dannatamente serio.
- Tu sei Angelica Teach. Il tuo nome era leggenda da quando probabilmente eri ancora in fasce, non avresti mai sentito tua una vita semplice e ordinaria come quella di una qualsiasi damigella. Tu non sei mai stata la damigella, Angelica, tu sei sempre stata molto di più -.
- E’ un modo carino per dirmi di rimanere ed essere un pirata?- Sorrise
-Tu non sai per quanto tempo la mia bussola abbia puntato verso Siviglia; tu non sai per quanto tempo avessi voluto tornare indietro e mollare tutto.-
-E perché non l’hai fatto?-
-Avevo paura.-
-Di cosa? Di me, o di amare?-
-Di amare te…-
Quella nuova confessione lasciò Angelica spiazzata, la bussola di Jack allora aveva sempre funzionato bene. E semplicemente aveva puntato in una direzione diversa da quella voluta dalla mente: aveva puntato verso l’unica vera cosa che Jack avesse mai voluto con tutto sé stesso. Con tutto il suo cuore.
- Hai perso la Libertà, Jack -. Disse facendosi seria, sapendo che quello di Sparrow era l’ennesimo capriccio. Un’altra voglia passeggera.
Ma Sparrow scosse la testa e si avvicinò a lei, cingendole la vita con le mani tatuate. Fingendolo un gesto casuale si sfiorò un paio di volte il fazzolettino che lei gli aveva donato in cambio della meravigliosa ametista, poi tornò a guardare la Spagnola negli occhi.
- Ti sbagli, l’ho appena guadagnata -. Sorrise, stringendola di più a sé.
La sua relazione con Angelica era stata la più violenta, la più movimentata e decisamente la più passionale di tutta la sua vita sconclusionata. Ma quello che stava provando in quel momento, era certo di non averlo mai provato prima.
- E’ la tua scelta definitiva? – Ghignò la Teach, scaltra.
Jack arricciò i baffi – So già che me ne dovrò pentire presto, ma cos’è la vita di un pirata senza qualche rischio? Fa parte del mestiere -.
Lentamente si abbassò per baciarla e lei non perse tempo, incontrate le sue labbra gli si gettò addosso con foga, stringendogli le braccia attorno al collo, lasciandosi sollevare dalle sue braccia forti.
- Sono incinta -. Gli sussurrò in un orecchio, lasciandogli qualche secondo per elaborare bene le complicate parole.
- Tu.. cosa?! -
- Ho provato a dimenticare quella sera, non ci sono riuscita -. Rispose con una finta aria innocente, che le donava un aspetto bambinesco e terribilmente falso.
- E’ per questo che sapevi di Anne e Mary? -
- Loro sono come me. In tutto e per tutto -.
- Quindi? Cosa si fa? Dobbiamo trovare una baia sicura dove metter su casa? -
La Spagnola spintonò il capitano con fare giocoso – Non fare l’idiota! Sono incinta, non malata! Abbiamo troppi viaggi da fare, metter su casa non è tra i miei programmi attuali -.
- E cosa ci sarebbe tra i tuoi programmi, sentiamo… -. Sorrise Jack, avvicinandosi già desideroso di un altro bacio.
- Recuperare un grande veliero nero e una spada di proprietà, ma prima credo che dovremmo recarci alla locanda “la figlia del capitano” e trovare qualcuno che ci dia una mano in quest’ impresa -.
- Si sentirà di nuovo parlare del grande e temibile Capitano Teach -. Affermò Sparrow.
- Probabilmente, intanto mi sono giunte delle voci… - Disse vaga la Spagnola, tenendo un sorrisetto furbo.
- Che genere di voci? Girano di continuo! -
- Jack Sparrow è a Londra e recluta una ciurma! – Esclamò con decisione.
- Davvero? Allora direi che è il caso di farle avverare. Mastro Gibbs! Stringete il vento e spiegate le vele, si parte per la città dei damerini! -
- Sì signor Capitano! -
Jack si avvicinò al timone, accompagnato da Angelica, che si sedette al suo fianco con le gambe accavallate sensualmente.
- E ora portami all’orizzonte… Yo-oh beviamoci su! -


IL VIAGGIO E' FINITO, MA LA LORO STORIA CONTINUA...

Non so se piangere, ridere, o urlare. Dopo un anno e mezzo è impossibile non affezionarsi ad una storia... e probabilmente mi mancheranno un sacco i messaggi con scritto "recensione modificata"... che implicavano richieste di aggiornamento xD
Anche questa volta non mi sono smentita e sono riuscita a fare un doppio ritardo (sia nelle risposte alla recensioni, che nella pubblicazione); NON HO VOLUTO RILEGGERE IL CAPITOLO non so se ci sono errori, né ripetizioni, ma davvero non ho avuto il coraggio di rileggerlo altrimenti  non mi sarebbe piaciuto e l'avrei cancellato. Sicuramente.
Riconosco questo come un capitolo piuttosto travagliato: dopo aver cancellato erroneamente la prima parte (ritrovata per pura fortuna dopo 5 giorni di "sciopero"), avevo avuto un blocco totale nella seconda, precisamente nel momento in cui sarebbe dovuto rientrare in scena Hector. La scaletta era troppo generica e non sapevo bene come far tornare Barby -infatti non sono proprio soddisfatta della sua comparsa "flash"-... quindi non biasimatemi se la sua scena fa un po' schifo! 
Nell'ultima parte so di essere scesa in un OOC tremendo, ma davvero non sapevo in che altro modo farla finire. Speriamo bene. 


Adesso, dimenticando il capitolo, veniamo a noi. Tante volte ho pensato a questo momento e ogni volta mi venivano in mente centinaia di cose da dire pensando anche "questa mi conviene appuntarla, altrimenti la dimentico". Risultato? Ho dimenticato tutto, quindi non so proprio come commentare questo "addio".
Innanzi tutto voglio ringraziare le mie fedelissime: 


Rosaspina_ (Che per me resta Cheryl u.u) grazie mille del sostegno e dei commenti semplicemente unici su "Maynacoso", ci sono voluti 24 capitoli ma ce l'ho fatta a fartelo accettare! Mi ritengo soddisfatta di me stessa. Spero di risentirti presto, adoro le tue recensioni.

Eniv (Cos'è 'sta moda di cambiare nomi? A stento ti riconoscevo! D: Per me resti Vivienne!) grazie delle continue "modifiche alle recensioni", quei messaggi mi facevano rabbrividire però ogni richiesta di aggiornamento è stato per me un piccolo successo personale, perché vuol dire che la mia storia ti ha coinvolta molto. Quindi grazie di cuore.

Fannysparrow, SOMMA FANNY! Che dire di te? Mi aiuti sempre e non ho dimenticato di dover passare dalle tue zone per una bella raccolta sostanziosa su Capt. Jack Sparrow, sicuramente tra facebook e nuove recensioni (da parte della sottoscritta, sta volta) ci sentiremo presto! :)))

Mad_, che è sparita negli ultimi capitoli ma che ringrazio anche per aver inserito tra i preferiti le mie shot! 

LordBeckett, sparito da mesi (sia sul sito che da Facebook)... cavolo quanto si sente la sua mancanza! Non pensavo di poterlo dire di un Inglese. Le sue recensioni erano a dir poco straordinarie e confido ancora in un suo "gran ritorno".

Cable, anche lui dissolto nel nulla... ma sentito più recentemente del vecchio Cutler. Grazie per le belle recensioni, spero di risentirti presto.

ARRIVATA A QUESTO PUNTO DOVREI RINGRAZIARE TANTE ALTRE PERSONE CHE HANNO AVUTO LA PREMURA DI LASCIARE ANCHE SOLO UNA RECENSIONE ALLA MIA STORIA:
SabakuNoMe, Mary_TokioHotel_98, Bek Fey, Chemical Marty, Nico24, vegeta4e, Carmaux95, Hermes Shoes, AnyaSparrow, Scemafranci, TilT3, Wany97, Sux Fans, Serena Barrow, Piratessa, Tigrotta 257.

Il sostegno di ognuno di voi è stato FONDAMENTALE per me. Mi ha aiutato a crescere e ad essere più sicura, quindi vi sono davvero debitrice, debitrice di un debito difficilissimo da saldare.

Probabilmente, tornerò con qualche SHOT sulla nostra amata coppia e probabilmente scrivendo anche per la prima volta *rullo di tamburi* una WILLABETH. 
Lo so, lo so, per una che scrive di Jack e Angelica questo è un "calo di stile" terribile, non saranno mai al pari della coppia TeachxSparrow, ma sento il bisogno di fare una Song-Fic anche su di loro ^-^.

Credo che mi sposterò anche in altre sezioni, tra queste ci sono molto probabilmente
Twilight (ho intenzione di scrivere un paio di Jalice) e Hunger Games
Ad ogni modo, non potrò mai tradire la pirateria e -se mi conosco- tornerò presto per queste acque. E' un ambiente famigliare e conosciuto, mi fa sentire a casa ed apprezzata.. non potrei mai e poi mai voltargli le spalle, anche dovessi scrivere in altre 1'000 sezioni. 

Oddio, non so davvero che altro aggiungere. E' devastante avere così tante cose in mente da non sapere neppure quello che si vuole davvero dire, il messaggio che si vuole comunicare. SONO SICURA che scriverò qualcosa nel 2015, quando approderà sul grande schermo POTC 5, questa potrebbe essere un'altra long. Fino ad allora, mi terrò a nuotare per acque basse. Il che vuol dire tante fiction sui Pirati, ma non più lunghe di due/tre capitoli.

SE QUALCUNO HA VOGLIA DI MANTENERSI IN CONTATTO CON ME ANCHE AL DI FUORI DEL SITO VI LASCIO IL MIO ACCOUNT DI TWITTER: @Kengha_ (taggatemi e scrivetemi chi siete, così vi rifollowo... visto che non lo faccio sempre xD).



A QUESTO PUNTO CREDO PROPRIO SIA GIUNTO IL MOMENTO DI CHIUDERE RINGRAZIANDO LE
-24 Persone che hanno messo tra le "seguite" la mia storia;
-19 Persone che hanno messo tra le "preferite" la mia storia;
-3 Persone che hanno messo tra le "ricordate" la mia storia;


E' stato davvero importante per me, non posso che ringraziarvi (ancora) per l'ultima volta, di tutto cuore. 
Un bacione a tutti. 
Non pensavo di arrivare a questo punto. 

Kengha


   
 
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