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Autore: drawandwrite    25/02/2013    2 recensioni
Protagoniste di questa storia saranno Nagisa e Honoka, una buona parte sarà assegnata a Shogo Fujimura e farà la sua apparizione anche Hikari.
Dopo un lungo tempo di pace, le amiche sono ormai convinte di aver chiuso con l'esercito del male. Ma un avvenimento inaspettato le costringerà a sfoderare le loro armi migliori per contrastare l'ormai imminente ritorno del male. Per una sfortunata coincidenza Shogo verrà coinvolto e spetterà alle Pretty Cure trarlo in salvo senza farsi smascherare.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Honoka e Hikari rimasero letteralmente a bocca aperta.
Per un lasso di tempo alquanto imbarazzante, fissarono l’amica con occhi sgranati ed espressioni incredule dipinte sul volto.
 
Non appena si rese conto di quanto detto, Nagisa cominciò a sentirsi sudare, mentre il viso le si scaldava sempre più, divorato da un rossore vistoso. 
Vide di sfuggita gli occhi di Shogo colmarsi di stupore, e l’espressione di sorpresa attraversargli il viso in un secondo.
Il coraggio di Nagisa vacillò.
Di scatto, abbassò il capo, ormai in fiamme. Si voltò, dando la schiena a Shogo e cercando di custodire almeno quel poco di decenza che le rimaneva.
 
Honoka si schiarì la gola, sforzandosi di interrompere quello sgradevole silenzio calato pesantemente fra i presenti.
-Hikari, forse è meglio che cominciamo ad andare, noi…- disse, sogghignando.
La bionda inarcò le sopracciglia, ancora stupita dall’improvvisa risolutezza di Nagisa, la quale, nonostante tutto, pareva essere ritornata quella di sempre: capelli a coprire gli occhi aurei, capo incassato fra le spalle in segno d'introversione, mani tormentate dall’agitazione, e, soprattutto, viso rosso come un semaforo.
-Eh? Ah… sì, certo!- rispose, disorientata –andiamo- concluse, lanciando uno sguardo incoraggiante all’amica in piena crisi.
 
Quando le due amiche se ne furono andate, Nagisa si sentì più o meno come un edificio senza contrafforti: barcollante e insicura.
Dannazione! E ora che avrebbe fatto? Non lo sapeva: non ci aveva mai pensato. Be’ a dire la verità non aveva mai pensato nemmeno alla lontana possibilità che riuscisse nel suo intento.
Il macigno era scomparso. Dissolto. Come sabbia al vento. E a Nagisa parve di poter respirare per la prima volta in vita sua, come se i polmoni non si fossero mai gonfiati di un’aria tanto fresca e leggera.
Eppure, si soprese a sfiorare il pensiero che, forse, avrebbe fatto meglio a non dirglielo. Improvvisamente la minaccia di un probabile rifiuto le proiettò un’ombra angosciante nel petto. Che cosa avrebbe fatto, allora? Come avrebbe dovuto reagire?
Nagisa ora temeva la risposta del ragazzo.
Può darsi che nemmeno la bramasse, in quel momento.
Le importava solo che lui sapesse, finalmente.
L’assenza di rumori scese a tormentarla.
Fece un profondo sospiro –torniamo da Honoka- bisbigliò, con tono di voce tanto flebile, che Shogo probabilmente non la udì.
-Nagisa, permettimi di…- cominciò lui.
La ragazza lo interruppe bruscamente, fingendo che la sua iniziativa non fosse mai giunta alle sue orecchie. Prese a parlare a vanvera, senza nessi logici, sbalzando di argomento in argomento, privando ogni sua parola di significato e veridicità.
Non si fermò neppure a prendere fiato, continuò a sfornare frasi confuse con voce alta e squillante, come se avesse cancellato dalla mente gli avvenimenti di cinque minuti prima.
Si compativa da sola: da quanto tempo aspettava quel dannato momento? E ora non aveva nemmeno la forza di reagire.
Non pensava al fiume insensato che le sgorgava dalle labbra. Con il senno di poi, Nagisa si sarebbe data della pazza psicopatica.
Insomma, andiamo, una scenata del genere davanti agli occhi di Shogo. Il povero ragazzo avrebbe potuto svignarsela, sconcertato dal suo comportamento da suonata.
 
Shogo non riusciva a capire.
Perché ora Nagisa non aveva intenzione di ascoltare ciò che aveva da dirle?
-Nagisa, aspetta - vociò, mentre la ragazza prendeva a incamminarsi verso casa, continuando a dire assurdità a un ritmo inconcepibile.
Ma lei non lo sentì, resa sorda dalle sue stesse parole. Volutamente, forse.
Perché?
-Nagisa- Shogo alzò la voce, afferrandola per un polso e costringendola, con una presa ferrea, a voltarsi verso di lui.
La parlantina della ragazza cessò di colpo, sostituita da un silenzio ostinato e un respiro timido.
 
La mano di Shogo le stringeva ancora il polso con un leggero tremito, dovuto da un’ignota causa.
Lo sguardo di Nagisa non riusciva a schiodarsi dalla punta delle sue scarpe, infangate e logore, reduci da numerosi allenamenti massacranti.
Sbirciò di sottecchi Shogo, e scorse la sua espressione, leggermente imbarazzata. Pareva in difficoltà. Si passò una mano sul viso, mostrante un enigmatico sorrisetto compreso tra gli angoli della bocca.
-Ehm- esordì lui, brillantemente.
Dava l’impressione che non sapesse come cominciare un difficoltoso discorso.
Nagisa pensò subito al peggio, traendo conclusioni molto più che affrettate: Ipotizzò immediatamente ad un rifiuto.
-Senti- La voce vellutata di Shogo le accarezzò i timpani –Mi sono ritrovato molte volte in questa situazione, ad essere sincero. Eppure ora non è la stessa-
Nagisa corrugò la fronte, il viso ancora basso. Non riusciva a comprendere le parole di Shogo; di che stava parlando?
-Sai bene che ho già rifiutato molte richieste simili. Inizialmente supponevo che tutto ciò fosse dovuto al fatto che le ragazze che mi si paravano davanti non fossero il “mio tipo”-.
Già, il fatidico “tipo”.
Qual era il tipo corrispondente ai gusti di Shogo? Dio, quante volte se l’era chiesto.
-Poi, però, mi sono accorto che, effettivamente, un motivo c’era. Me ne sono reso conto solo ultimamente. Il motivo è che aveva già trovato da tempo il mio tipo- così dicendo le sorrise.
La ragazza si sentì crollare: aveva già messo gli occhi su qualcuno. Dannazione. doveva aspettarselo. Era decisamente prevedibile, le probabilità erano altissime. Eppure Nagisa era così cocciuta da nasconderle e ignorarle.
Cominciò ad agitarsi, questa volta palesemente.
La presa di Shogo sul suo braccio si allentò, e salì delicatamente fino alle esili spalle.
-Nagisa- la chiamò.
Istintivamente lei alzò il viso, l’espressione abbattuta e la mandibola contratta per la tensione.
Erano più vicini di quanto Nagisa si aspettasse.
 
 
Shogo prese a trarla a se’ gentilmente, ma il gesto improvviso intimidì la ragazza.
-A-aspetta, che stai ..?!- Nagisa sgusciò dalla sua stretta, arretrando di un passo, le gote accese di rosso e gli occhi spalancati, incorniciati dalla perfetta espressione dell’imbarazzo.
Si portò una mano tremante all’altezza del colletto, quasi a voler celare il suo impaccio.
Shogo non voleva spaventarla, sapeva che in casi come quelli Nagisa aveva bisogno di tempo e calma per riflettere. Non desiderava forzarla: l’aveva già fatto. E i risultati si erano rivelati tutt’altro che positivi.
Alzò le mani in segno di resa, sorridendole. –Scusa- disse semplicemente.
Con cautela le si avvicinò ancora –Se vuoi, possiamo tornare subito da Honoka. Prima, però, voglio che tu sappia che “il mio tipo” sei tu-


Nagisa si sentì mancare.
Non ci poteva credere. Era rimasta letteralmente senza fiato e parole.
Alzò lo sguardo confuso sul viso del ragazzo. Aveva i pensieri in subbuglio, e, nonostante avesse colto le parole di Shogo, non si rendeva conto appieno della situazione. Non per incomprensione, piuttosto per incredulità.
Shogo, notando la mancanza di reazioni, inclinò leggermente il capo verso destra, inarcando le sopracciglia.
-Vuoi tornare a casa?-
Il respiro di Nagisa si spezzò, divenne irregolare. Aveva finalmente compreso che ciò cui bramava da anni era alla sua portata.
Improvvisamente una voglia irruente di ridere la investì, e si sentì scoppiare di felicità.
-No- rispose.
Shogo le lanciò uno sguardo vacillante tra l’incerto e il sorpreso.
-Non voglio- Ripeté Nagisa, avanzando con un passo esitante.
 
Shogo lasciò cadere il discorso, semplicemente le prese il viso fra le mani.
Percepì un leggero fremito da parte di Nagisa ma questa volta la ragazza mantenne la posizione, senza tentare di opporsi in alcun modo.
Entrambi avevano il respiro corto, il corpo scosso da tremiti agitati e lo stomaco preda di vertigini.
Vide Nagisa avvampare letteralmente.
Questa volta, non aveva intenzione di lasciarsela scappare.
 
A Nagisa bastò alzarsi sulle punte.
Le loro labbra si sfiorarono in un fugace contatto timido, che Shogo si mostrò risoluto ad approfondire.
Mentre un brivido piacevole le correva per la colonna vertebrale, i due si unirono finalmente in un morbido bacio desiderato da entrambi.
Nagisa abbassò le palpebre, avvertì il cuore martellarle così forte da non poter distinguere un battito dall’altro.
 
Si separarono, scambiandosi uno sguardo complice.
Shogo le sorrise, porgendole la mano.
Nagisa ricambiò timidamente, stringendogliela.
 
Insieme si avviarono per la strada di casa.
 
NOTE: Ta-daaaah! Finalmente! Lo so’: è un po’ sdolcinato, forse un po’ troppo?
Be’ in ogni caso la storia è giunta al termine. Che tristezza :’(
Che altro? Grazie tante alle recensioni, che ho apprezzato molto, e ci vediamo alla prossima storia! :D
Drawandwrite. 
  
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