Anime & Manga > Pretty Cure
Ricorda la storia  |       
Autore: drawandwrite    26/02/2013    7 recensioni
Ryan Gray è un normalissimo studente Americano, da poco trasferito in Giappone per studi specifici.
La sua vita viene da subito turbata da un incontro particolare, che lo spaventerà e ecciterà al contempo.
Nel frattempo le vite Di Nozomi, Komachi, Karen, Urara, Rin, e Kurumi trascorrono tranquille.
E così sarà finché la loro strada non si incrocerà con quella di Ryan Gray.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ryan Gray si cacciò una mano in tasca, trascinando con pigrizia la sua valigia sull’acciottolato umido di una leggera pioggerella.
Era il termine dell’autunno, e una lieve nebbiolina lo avviluppava come un manto incorporeo e in continuo mutamento.
Ad ogni passo, Ryan lo disturbava, dissolvendolo in leggere volute eleganti di nebbia. L’aria era impregnata d’umidità e carica di acqua.
Mentre le rotelle del suo bagaglio producevano un ritmico frastuono nel silenzio mattutino, Ryan inspirò profondamente l’aria frizzante. Era ormai entrato in centro, e il sole lottava perché i suoi raggi perforassero i neri nuvoloni impigliati tra le montagne.
Il Giappone si stava lentamente svegliando:  Le finestre venivano spalancate, per far sì che l’aria fresca entrasse e desse il cambio a quella soffocante intrappolata nell’edificio da ore.
Si fermò per chiedere indicazioni un paio di volte, quindi riprese il suo cammino, questa volta tenendo mollemente fra l’indice e il pollice una cartina geografica del posto.
Stava aspettando che il semaforo si accendesse di verde, quando la vide.
Si librava sulle correnti d’aria, percorrendo invisibili percorsi lenti e armoniosi: una farfalla.
Ryan non ne aveva mai viste di simili. Le farfalle che lui era abituato a vedere erano ricoperte di colori sgargianti, di tonalità accese, allegre, che sfumavano continuamente in base alla luce.
Quella farfalla era incolore.
Quasi incorporea. Come se fosse composta d’aria.
Gli occhi di Ryan erano in grado di vedere attraverso le sottili ali traslucide. Al di là di esse, l’aria pareva tremolare. Inoltre, guardandola direttamente, non si era in grado di definirne con esattezza i contorni: appariva nientemeno che una leggera alterazione dell’aria, la quale si presentava come uno specchio d’acqua cui pelo era continuamente importunato.
Ryan inclinò il capo, scrutando con occhio curioso lo strano animale. In America non esistevano. Ma, per quanto Ryan riuscisse a dedurre, in Giappone era piuttosto comune: Nessuno, eccetto lui, si era voltato a guardare.
Un clacson impaziente lo trascinò alla realtà, il ragazzo trasalì e perse di vista l’animale bizzarro.
Il semaforo segnava verde per i pedoni e la calca che prima spalleggiava Ryan aveva ormai attraversato le strisce fino all’altra sponda.
Fecce un gesto di scuse agli automobilisti, poi si fiondò all’inseguimento della folla.
Era nel bel mezzo della strada quando, praticamente dal nulla, la farfalla riprese consistenza davanti ai suoi occhi. Tirava dritta, volava verso una meta ignorata da Ryan, tagliandogli la strada.
Gli avvenimenti si succedettero così improvvisamente, che nel cervello di Ryan non fece in tempo a formarsi nessuna azione.
Semplicemente travolse l’animale.
Eppure, fu come se non l’avesse fatto.
Nel momento in cui egli stabilì, seppur involontariamente, un contatto, quella sfumò, dissolvendosi come la nebbia della mattina.
 Ryan non percepì dolore, né percepì l’impatto contro un corpo, come sarebbe prevedibile pensare.
Avvertì solo  una leggerissima sensazione di freschezza nel petto. Sensazione che prese gradualmente vigore, seguendo un ritmo frenetico.
Inizialmente, il ragazzo ebbe l’impressione di avere il corpo attraversato da un filo argenteo. Si guardò alle spalle e individuò nuovamente la farfalla. Procedeva più rozzamente, quasi a fatica, e i suoi contorni si facevano sempre meno distinguibili. Perse quota, percorse ancora qualche centimetro in volo, poi svanì.
Lo sguardo di Ryan s’incrociò con due occhi blu cielo, sull’altro lato del marciapiede. Era una ragazza alta, composta, i capelli mossi di media lunghezza le incorniciavano il viso.
Lei vedeva la farfalla. O meglio: l’aveva vista.
Guardò Ryan, inarcando le sopracciglia, quindi si voltò e riprese il suo cammino.
Il ragazzo fece per richiamarla, ma il suo respiro non aveva voce.
La sensazione di freschezza si espanse, fino a catturargli gli arti, le spalle, il collo.
Immaginò di avere il corpo penetrato da parte a parte da innumerevole, minuscoli fori.
Il suo intero corpo respirava. L’aria non trovava ostacoli sul suo corpo.
La brezza gli passava attraverso.
Si sentì come una spugna sottile.
Ad un certo punto gli parve addirittura di perdere colore: le sue braccia sbiancarono, impallidendo.
Ryan si spaventò a morte.
Una folata di vento più forte gli congelò i muscoli, ma la freschezza che portò con sé gli inebriò i pensieri e la mente.
Iniziò a percepire i rumori ovattati. I contorni della sua vista si confusero in qualcosa di sfocato e impreciso.
Il gelo lo strinse in una morsa, il corpo fu scosso da brividi.
Si sentì cadere a terra, come un fazzoletto trasportato dal vento che si posa dopo un lungo viaggio.
L’impatto gli fece recuperare la consapevolezza delle proprie membra.
I clacson presero a suonare all’impazzata, segno  che il suo udito era tornato alla normalità.
Percepì delle mani calde come fuoco sulle spalle.
Qualcuno lo stava aiutando a rialzarsi.
 
NOTE: Rieccomi. È solo un’idea un po’ diversa dalle altre. Ancora non ho in mente l’intera storia, intanto mi interessa sapere cosa ne pensate di questo capitolo. Le recensioni sono ben’accette!
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pretty Cure / Vai alla pagina dell'autore: drawandwrite