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Autore: Acinorev    28/02/2013    82 recensioni
«Ma sono qui – la interruppi. - Sono qui, con te. Ed è esattamente dove voglio stare.»
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unexpected'
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TRAILER

I won't let you down

Epilogo
 

Sai Leen, quando per la prima volta ho letto il testo di “Moments”, non ho capito subito il suo significato.
Ho pensato che avrei dovuto faticare per immedesimarmi in quelle parole e per riuscire a trasmettere qualcosa cantandole, perché in fondo io non avevo mai provato nulla del genere.
Ricordo di aver passato più giorni a leggere e rileggere i versi della canzone, cercando di immaginare di trovarmi nella situazione descritta: vedevo gli altri emozionarsi e congratularsi con Ed per il testo, mentre io rimanevo in disparte invidiandoli un po’.
Solo dopo una settimana circa sono riuscito a tirarmi fuori da quel groviglio di pensieri, per quanto possa sembrare esagerato: ho iniziato a cantarla e ogni volta mi riusciva sempre più facile, fin quando è diventata una canzone come le altre. Piatta. Quasi priva di significato. Un insieme di note e parole che io dovevo intonare al meglio.
Invece ora, a distanza di tutto questo tempo, la situazione si è capovolta.

 

"Shut the door, turn the light off,
I wanna be with you,
I wanna feel your love,
I wanna lay beside you,
I cannot hide this even though I try.
Heart beats harder.
Time escapes me.
Trembling hands touch skin,
it makes this hard girl
and the tears stream down my face."

 

Liam ha iniziato a intonare la prima strofa e io ho dovuto chiudere gli occhi per metabolizzare il fatto che ormai il significato di questa canzone mi sembra fin troppo chiaro, fin troppo familiare. Quando li ho riaperti, li ho lasciati vagare sul pubblico di fronte a noi che dopo circa un mese ci sta sentendo esibirci per la prima volta.
È il nostro primo concerto da quando… da quando tu te ne sei andata: fosse stato per me, non sarei risalito su un palco nemmeno a distanza di mesi, perché cantare è diventato troppo doloroso. Ogni volta che do voce alle canzoni, è come se mi arrivasse un pugno alla bocca dello stomaco. Perché?
Perché ogni volta mi ritorna in mente la prima volta che ho cantato per te, quando io non ero ancora sicuro di amarti, o almeno di amarti così tanto, quando non sapevamo ancora quello che sarebbe successo. E ogni volta è un colpo al cuore ricordare che ho continuato a cantare per te anche quando stavi male, quando ti svegliavi di notte e mi pregavi di farti addormentare con qualche melodia. In qualche modo mi sembra insensato farlo ancora dato che tu non ci sei più.
Eppure non posso tirarmi indietro: non sono da solo in tutto questo e non posso impedire agli altri di continuare a seguire il loro sogno. Stanno facendo già molto per me e so che non accetterebbero di vedermi lasciare il gruppo. Sì, ci ho pensato più volte, ma ho dovuto scartare l’idea con la speranza che un giorno cantare diventerà più semplice.
Magari ho solo bisogno di un po’ di tempo.

 

"If we could only have this life for one more day...
If we could only turn back time..."

 

Sono troppi i ricordi che in questo momento mi stanno soffocando, troppi da sopportare o anche solo da analizzare uno alla volta.
Sarà la canzone, sarà l’emozione, sarà che ti amo ancora come quando sapevo che sarei tornato a casa da te.
Qualunque sia il motivo, sto lottando con il mio autocontrollo, perché sono convinto che basterebbe molto poco per lasciarmi andare e mostrare a tutti quanto io odi essere su questo palco ora come ora.

 

“Quindi mi stai dicendo che quella volta eri solo gelosa?” ti chiesi, trattenendo un sorriso incredulo.
Tu nascondesti il viso tra le mani accennando una risata, mentre io ti guardavo stare
a poca distanza da me seduta sul nostro letto con le gambe incrociate.
“Forse.” borbottasti, distanziando le dita delle mani per sbirciare la mia espressione.
Ero quasi soddisfatto da quella risposta, anche se mi provocava un senso di stranezza:
dovevo ancora abituarmi all’idea di te che per i corridoi della scuola mi lanciavi frecciatine
solo perché mi avevi visto con una ragazza che non eri tu.
All’epoca nemmeno immaginavo che provassi qualcosa per me.
“Aspetta, ho bisogno di un momento per godermi questa notizia.” scherzai, sfregando le mani l’una contro l’altra.
“Non montarti la testa, sai? – mi hai poi interrotto, - E comunque hai ceduto tu per primo tra i due.
Sbaglio o non sono stata io a chiederti di uscire con una tattica discutibile?”
Mi avvicinai a te e ti accarezzai la punta del naso con l’indice: “Sbaglio o è grazie alla mia tattica discutibile che ora stiamo insieme?”
ripetei, lasciando un bacio sulle tue labbra. Sentii il tuo sorriso contro la mia bocca mentre mi allacciavi le braccia al collo:
“Immagino mi tocchi ringraziarla.” sussurrasti con la fronte appoggiata alla mia.

 

Ho scoperto di essere molto bravo a fingere, sai?
Non sono sicuro che sia sempre stato un mio talento o se l’abbia sviluppato solo recentemente, ma sono bravo. Riesco a stringere i denti e a farmi vedere sorridente quando qualcuno mi ferma per un autografo; riesco a rispondere che sto bene quando mi chiedono come mi sento; riesco persino a comportarmi quasi normalmente su questo palco con tutti i fans che urlano il mio nome e quello degli altri.
Immagino sia un modo per affrontare le cose, no?
Se devo continuare a cantare, devo anche dimostrare al pubblico di essere in grado di farlo.
Ho già fatto i conti con le parole di consolazione, con il dispiacere, con le condoglianze per la mia perdita, con i messaggi e i tweet in cui molte persone cercavano di dimostrarmi la loro vicinanza. E sinceramente tutto questo fa schifo. Non mi aiuta per niente essere compatito, per quanto io possa apprezzare le buone intenzioni, così come non mi aiuta dover affrontare gli sguardi impietositi delle persone che incontro per strada: per questo ho iniziato a fingere. Ho pensato che magari, se mi vedessero stare bene, in qualche modo riuscirebbero a convincersi che sia vero.
Amo il fatto che pochissime persone mi conoscano davvero e il fatto che solo quei pochi sappiano quanto in realtà io stia perdendo di vista la mia vita, di quanto in realtà io soffra in ogni minuto della giornata. Solo i ragazzi si relazionano con me senza quella maschera che mi sono costruito e forse proprio per questo sono tanto preoccupati. Secondo loro dovrei smetterla, ma io non sono dello stesso parere.
Posso farcela, posso continuare a fingere ancora per po’, almeno fin quando la finzione si tramuterà in realtà. Sai, qualche volta sembra quasi che stia succedendo: quando sorrido davanti ad una fan che mi sta abbracciando o quando mi sforzo di rispondere alle domande più normali con una disinvoltura che non mi appartiene più, riesco quasi a dimenticare tutto per un secondo.
Fingere mi aiuta a dimenticare che tu non ci sei più.
Non posso smettere, ma soprattutto non devo smettere: credo che molte persone si spaventerebbero nel vedere quanto io mi stia lasciando andare, perché in fondo anche io sono spaventato. Ho paura di non essere capace a riprendermi da tutto questo, a riprendermi da te.

 

"You know I'll be
your life, your voice your reason to be.
My love, my heart
is breathing for this
moment in time
I'll find the words to say
before you leave me today."

 

“Zayn!”
“Zayn Malik, dove diavolo sei?”
“Sono in salotto!” risposi, aspettando di vederti arrivare come una furia e
curioso di sapere il motivo di quel tuo tono di voce nervoso.
Tempo zero e i tuoi occhi scuri mi stavano fissando con impazienza,
mentre tenevi le mani appoggiate ai tuoi fianchi stringendo qualcosa che non riuscivo a riconoscere.
Alzai le sopracciglia scuotendo leggermente la testa, come per chiederti cosa ti passasse per la testa,
ma tu rispondesti solo dopo qualche secondo, con il piede che tamburellava a terra:
“Che cavolo, sei grande e vaccinato! Dovresti essere capace già da un pezzo a rimettere in ordine il bagno dopo aver fatto una doccia!”
Io spalancai gli occhi, guardandoti sbalordito, mentre la tua immagine in quel momento
mi ricordava molto quella di mia madre quando mi sgridava perché non riordinavo mai niente.
“E non guardarmi così! È sempre la stessa storia: alla fine sono io che devo raccogliere le tue mutande e i tuoi calzini,
e non mi sembra una cosa normale.” continuasti, allargando le braccia in un gesto esasperato.
Solo allora riconobbi che quelli nella tua mano erano i miei boxer.
“Zayn, amico, si mette male per te.” scherzò Niall, ridacchiando mentre passava dalla cucina al corridoio probabilmente per andare in stanza.
Alzai gli occhi al cielo e riportai lo sguardo su di te: “Avrei messo tutto a posto dopo.” cercai di scusarmi.
“Sappiamo entrambi che non è vero.”
“Oh, andiamo Leen: nessuno ti chiede di mettere a posto le mie mutande.” sbuffai.
“Scusa se voglio rendermi utile! Ma hai ragione, nessuno me lo chiede, quindi da oggi te le metti a posto da solo.”
borbottasti, lanciando i miei boxer vicino al divano su cui ero seduto, e te ne andasti.
Sorrisi incredulo e mi alzai, rincorrendoti lungo il corridoio: mi posizionai davanti a te e ti abbracciai,
nonostante tu stessi opponendo resistenza.
“È perché hai il ciclo, non è così?” ti chiesi, lasciando un bacio sul tuo collo.
Ti sentii ridere e le tue braccia smisero di cercare di spingermi via:
“Anche, ma tu rimani comunque disordinato come un bambino di cinque anni.”
Sorrisi e risalii la tua mascella con dei leggeri baci fino ad arrivare alla tua bocca:
“Ti prometto che non dovrai più preoccuparti del mio ordine. Parola di Zayn Malik.” ti assicurai, prima di baciarti.

 

"Close the door,
throw the key.
Don't wanna be reminded,
don't wanna be seen,
don't wanna be without you.
My judgement is clouded
like tonight's sky."

 

A volte mi sento davvero stupido: insomma, non è da stupidi amare così tanto una persona che non c’è più?
Cosa mi lega ancora a te? I ricordi? I tuoi vestiti ancora nell’armadio? E che importanza hanno queste cose se tu non sei realmente al mio fianco?
Vorrei che fosse davvero una cosa stupida, perché almeno potrei impormi di smetterla, di andare avanti e di lasciarmi tutto alle spalle; eppure in fondo so che è una cosa… normale, anche se normale è un termine per niente adatto a quello che sto provando.
Non è normale provare un sentimento tanto forte.
Non è normale non riuscire a dormire di notte perché sento ancora il tuo profumo tra le lenzuola, nonostante le abbia lavate più volte perché percepirlo era straziante.
Non è normale sentirsi soffocare quando qualcuno pronuncia il tuo nome o quando sogno le tue labbra sulle mie.
Tutto questo non è affatto normale, non dovrebbe esserlo.

 

"Undecided
voice is numb.
Try to scream out my lungs
but it makes this harder
and the tears stream down my face.
If we could only have this life for one more day...
If we could only turn back time..."

 

“Moments” è diventata quasi insopportabile per le mie orecchie, per il mio cuore. È straziante contare i secondi che mi dividono dalla sua fine ed è straziante essere costretto ad ascoltare i miei pensieri, che inevitabilmente sono rivolti a te.
Forse è insopportabile perché descrive fin troppo bene quello che sto provando e perché io non ho affatto bisogno di riviverlo anche attraverso una canzone. Forse è insopportabile perché continua a ripetere “If we could only have this life for one more day, If we could only turn back time” senza darmi tregua.
Non riesco a tollerare il suono di queste parole: corrispondono ad una verità troppo dolorosa, perché in fondo è esattamente quello che io vorrei; mi trovo spesso a desiderare di rivederti anche solo per un minuto, anche solo di sfuggita in mezzo ad una folla di persone. Mi basterebbe un attimo e sono sicuro che potrei alleviare quello che sento dentro e che mi sta lacerando.
Eppure devo iniziare ad accettare l’idea che non succederà e che dovrò imparare a vivere senza di te.
Che dovrò imparare a sopravvivere.

 

"You know I'll be
your life, your voice your reason to be.
My love, my heart
is breathing for this
moment in time
I'll find the words to say
before you leave me today."

 

Non riuscivo a capire se fosse un sogno o se fossi davvero sveglio, anche se ancora con gli occhi chiusi.
Sentivo le tue labbra accarezzarmi la guancia e non potevo fare altro che pensare che fosse un ottimo modo di svegliarmi,
per quanto io odiassi essere svegliato. Ero convinto che fosse ora di alzarsi per andare all’aeroporto e tornare a Londra:
da qualche giorno eravamo a Bradford, dalla mia famiglia. Volevo che tutti ti conoscessero e così era stato.
La sera prima ci eravamo addormentati mentre io cercavo di convincerti che avevi fatto una splendida impressione su mia madre,
quando tu eri più che sicura di aver collezionato una ventina di figuracce in sua presenza.
Aprii a fatica gli occhi e mi accorsi che la stanza era ancora immersa nel buio: non era mattina,
quindi probabilmente non riuscivi a dormire. Li richiusi per evitare che ti accorgessi di avermi svegliato,
perché dalla delicatezza con la quale mi toccavi mi sembrò di capire che non era tua intenzione.
Poi la tua bocca arrivò alla mia e quasi sorrisi nel godermi quel contatto.
“Dio quanto ti amo.” sussurrasti ancora sulla mie labbra, pensando che non ti avrei sentita.
Fu in quel momento che sentii il cuore prendere fuoco.
Spostai una mano tra i tuoi capelli e tu sobbalzasti per lo spavento o per la sorpresa.
“Mi confessi il tuo amore mentre io non posso risponderti?” mormorai, mordendoti delicatamente il labbro inferiore.
Ti sentii ridere: “Non ti ho confessato proprio niente.” mentisti.
“Ah no?”
“No.” continuasti divertita. E io mi mossi in modo da sovrastarti con il mio peso e tenerti intrappolata.
Le mie mani stringevano le tue braccia sul materasso, ai lati della tua testa: “Ammettilo.” ti ordinai, mordicchiandoti una guancia.
“Non so di cosa tu stia parlando.”
“Ammettilo.” continuai, succhiando un lembo di pelle sul tuo collo.
“Zayn, smettila.” ridacchiasti, quando ti solleticai con la punta del naso.
“Solo se lo ammetti.”
“Ok, ok. Hai vinto: lo ammetto.” mi accontentasti ridendo.
“Ti amo.” sussurrai soddisfatto, mentre tornavo a cercare le tue labbra.

 

"Flashes left in my mind
going back to the time,
playing games in the street,
kicking balls with my feet.
Dancing on with my toes
standing close to the edge.
There's a part of my clothes at the end of your bed.
As I feel myself fall
make a joke of it all."

 

Ho cantato talmente tante volte questo pezzo da aver perso il conto, eppure questa volta è stata diversa.
Ho inspirato profondamente prima di cominciare e ho di nuovo chiuso gli occhi per concentrarmi e impedire al dolore di bloccarmi. La voce è uscita dalla mia bocca come se stessi urlando dal dolore, dentro di me. È così per ogni canzone, ma soprattutto per questa.
Ho cercato di non pensare al significato delle parole, anche se non ci sono riuscito, e ho provato a fare il mio dovere al meglio in modo tale da non deludere nessuno. Eppure, quando ho riaperto gli occhi, ho temuto per un attimo di essere incapace di continuare.
In un angolo dell’arena, un riflettore ha casualmente illuminato per qualche secondo un cartellone, un cartellone con una tua fotografia sopra e una frase di incoraggiamento. Ho dovuto spostare subito lo sguardo dalla parte opposta per evitare di provare di nuovo quella fitta al centro del petto.
È vero, quello che più vorrei è potermi perdere ancora per una volta nei dettagli del tuo viso, ma non così: se un cartellone è tutto quello che posso avere, non lo voglio. Non può fare altro se non ricordarmi che è uno dei pochi modi che ho per poterti rivedere.
È strano, perché anche se rivedere il tuo viso sorridente mi distrugge, i miei occhi insistono per tornare su quel cartellone: forse anche loro sentono la tua mancanza, forse anche loro hanno un bisogno asfissiante di rivederti, persino su un pezzo di carta.
Forse non è vero che con il tempo riuscirò a guardare fotografie che ti ritraggono senza provare questo dolore.

 

"You know I'll be
your life, your voice your reason to be.
My love, my heart
is breathing for this
moment in time
I'll find the words to say
before you leave me today."


 

Con ancora quel quadernetto in mano guidai verso casa sperando che non ti fossi accorta della sua assenza.
Continuavo a leggere e rileggere le tue parole, scritte a penna con la tua calligrafia un po’ disordinata
che mi avevi insegnato a decifrare: ordinati in una lista con poche correzioni, c’erano i tuoi desideri,
quelli che non avresti potuto esaudire perché il tumore ti avrebbe portata via da lì a qualche mese.
Quando entrai in casa, ti trovai in cucina ad armeggiare con i fornelli: ti girasti per salutarmi con uno dei tuoi soliti sorrisi,
ma il mio volto probabilmente ti sorprese mentre gettavo sul bancone il quadernetto.
Lo guardasti quasi terrorizzata e poi spostasti lo sguardo su di me, corrugando la fronte: “L’ho trovato per sbaglio.” mi scusai,
pensando a quando la mattina era caduto a terra mentre prendevo dal cassetto una maglia che mi avevi chiesto.
“Kath, ci sono tutte queste cose…” iniziai, avvicinandomi a te e interrompendomi per formulare una frase.
“Vuoi fare così tante cose che io… Perché non me l’hai detto? Potrei… potremmo cercare di farle insieme, almeno alcune.” dissi solamente.
La verità era che leggere quei desideri mi aveva spezzato il cuore: rendevano tutto troppo reale.
Mi dicevano chiaramente che tu non avresti potuto metterli in atto perché semplicemente non ci saresti più stata.
E io volevo solo che potessi esaudirli, che potessi essere felice durante il tempo che ti rimaneva.
“Zayn… - mormorasti, guardandomi quasi con comprensione, - È solo una stupida lista.”
“Non è una stupida lista!” quasi urlai, e tu ti bloccasti per un attimo per poi avvicinarti a me e accarezzarmi il viso.
“Hey… È tutto ok.” continuasti, come se fossi io quello da consolare,
come se fossi io quello che stava vedendo scomparire tutte le sue possibilità. “Magari non riuscirò a fare molte cose scritte lì,
ma di sicuro sto vivendo esperienze di gran lunga migliori di una scalata o di un giro del mondo in nave.” mi assicurasti,
scendendo con la mano ad accarezzarmi il collo.
“Sto vivendo te.” sussurrasti, continuando a tenere il tuo sguardo fisso nei miei occhi.
E io mi chiesi come fosse possibile che una persona come te potesse anche solo esistere, essere vera;
come fosse possibile che una persona come te mi amasse.
“Questo mi basta.” continuasti, alzandoti sulle punte dei piedi per baciarmi le labbra,
mentre io ti stringevo a me con tutto l’amore che provavo.
 
 

"You know I'll be
your life, your voice your reason to be.
My love, my heart
is breathing for this
moment in time
I'll find the words to say
before you leave me today."

 

Finalmente la canzone è finita.
È finita e io posso tornare a respirare e a fingere di stare bene; eppure mi accorgo che c’è troppo silenzio nell’arena, abituato come sono a sentire le grida dei fans. Cerco con lo sguardo i ragazzi in cerca di spiegazioni e li trovo a guardarmi comprensivi: sembrano volermi confortare, volermi far capire che quella canzone è quasi fatta per me, che è come se l’avessi cantata direttamente a te per quanto si adatta alla mia situazione.
Ma io sono arrivato quasi ad odiarla e loro non lo sanno: nonostante questo, quando dal pubblico si eleva un applauso silenzioso, non posso non emozionarmi. Osservo i fans uno alla volta e li vedo fissarmi quasi con lo stesso sguardo dei miei quattro amici: nessuno parla, nessuno grida, tutti si limitano ad applaudire. Chiudo gli occhi e inspiro profondamente, incapace di dire qualcosa o di ringraziare. Sento una mano stringersi sulla mia spalla e mi accorgo che è Harry, con i suoi occhi verdi a penetrarmi l’anima. Gli rivolgo un sorriso appena accennato mentre intravedo Liam, Louis e Niall unirsi all’applauso.
Io lo dedico a te, Leen.
Dedico a te tutto questo affetto e tutta la mia vita. L’avevo già fatto mentre eri con me, ma ora che non ci sei sento il bisogno di vivere anche per te: ti hanno strappato via dai tuoi sogni senza che tu ne avessi una colpa e senza darti la possibilità di opporti, quindi tocca a me trovare un modo per riscattarti.
Non so quando ci riuscirò, perché per adesso tutto quello che riesco a fare è arrancare ora dopo ora, giorno dopo giorno: immagino che dovrò prima metabolizzare il dolore che pervade ogni cellula del mio corpo, imparare a trasformare la finzione in realtà e accettare la tua scomparsa.
Sì, soprattutto accettare la tua assenza: per ora è ancora troppo insistente, troppo asfissiante perché io possa conviverci, ma spero un giorno di riuscirci.
Fino ad allora, dovrò fare i conti con i milioni di ricordi che mi hai lasciato.
Ma te lo prometto, Leen, ti prometto che smetterò di piangermi addosso.
Ti prometto che in qualche modo sopravviverò a tutto questo.
Ti prometto che imparerò ad amarti un po’ di meno in modo da poter andare avanti.
Ti prometto che vivrò una vita che sia degna di te.
Ti prometto che non ti deluderò.

 

 





Ho bisogno di un minuto per metabolizzare il fatto che questa storia sia effettivamente finita.
Solo un minuto.
...
...
...
No, no... io... Mi sento una stupida, perchè non posso legarmi così tanto a dei personaggi di fantasia!
Soprattutto a quelli di una storia così :( lo so che ci sarà il continuo, ma sarà tutto diverso,
gli stessi personaggi saranno diversi :( Mi macheranno :(
Ho talmente tante cose da dire che questo potrebbe diventare la spazio autrice più lungo che io abbia mai scritto lol
Partiamo dal capitolo, sì: ho deciso di scriverlo come se Zayn stesse parlando a Leen, perchè mi dà l'impressione
che sia tutto più personale, più vero (compresi i ricordi, che è come se venissero raccontati direttamente a lei).
Avevo in mente questo capitolo dal primo che ho scritto, anche se ero molto indecisa sulla canzone. 
Moments viene usata praticamente da tutti per parlare di situazioni del genere e voi sapete che odio cadere nel banale.
Però ho pensato che in questo caso la cosa fosse diversa: insomma, Zayn è nei 1D e per forza di cose prima o poi
avrebbe dovuto cantare questa canzone, tanto più avrebbe pensato a Leen dato che i versi sono praticamente
fatti apposta per tematiche del genere. Quindi ho unito i suoi ricordi alla sua difficoltà nel cantare, 
cercando di farvi capire come sia la sua vita ad un mese dalla morte di Kath: vado coi piedi di piombo su questa cosa
perchè non ho mai sperimentato la perdita di qualcuno di caro, quindi non so per certo come ci si senta. 
Posso solo immaginarlo e sperare di non scrivere delle disastrose cazzate!
Alla fine del capitolo c'è la promessa di Zayn, la promessa di vivere una vita che sia degna di Kathleen e chissà se
riuscirà a mantenerla! Per quanto riguarda i ricordi che ho inserito, ho scelto scene di vita di tutti i giorni, semplici
e che nella storia non hanno trovato posto (dalla litigata per delle mutande alla conoscenza tra Leen e la famiglia di Zayn,
compreso il quadernetto "dei desideri") Spero vi siano piaciuti :)
Io vi chiedo, per l'ultima volta, di dirmi cosa ne pensate, soprattutto perchè è l'ultimo capitolo!
Siate spietate se c'è stato qualcosa che non vi ha convinte, piuttosto, ma fatemi sapere qualcosa :)

Momento ringraziamenti finali:
Ormai vi ho ringraziate mille volte, sia qui, sia su twitter, sia su facebook, ovunque! Ma sapete che non smetterò mai!
Non avete idea di quello che significhiate voi per me, di quanto abbiate il potere di cambiare la mia giornata con
una sola parola! E vi giuro, spesso mi avete fatta commuovere per la vostra dedizione (?) a questa storia
e per le bellissime parole che mi avete sempre rivolto! Avete continuato a seguirla nonostante la protagonista 
sarebbe morta e nonostante io vi abbia piangere per la maggior parte del tempo ahahah
Per non parlare delle recensioni al capitolo precedente (prometto che risponderò a tutte al meglio il prima possibile!):
io ho pianto, davvero. Stavo davanti al pc a leggere
quelle cose meravigliose: perchè nulla vale più di un "mi hai emozionato", "ho sentito ogni sensazione che ha provato Zayn",
"mi sembra sia morta una mia amica" e altro: avete messo voi stesse in quelle recensioni, le vostre sensazioni e io non posso credere di avervi toccate
così nel profondo con un capitolo. Quelle parole sono il miglior ringraziamento che io potrò mai ricevere!
Quindi vi ringrazio, una volta per tutte, per tutto! E ovviamente mi riferisco anche alle stupende lettrici silenziose,
che non si fanno sentire ma che hanno continuato a leggere ogni capitolo :)
vi voglio bene ragazze, sono felice di avervi conosciute! Molte di voi le considero ormai delle vere e proprie amiche
e non potrei chiedere di meglio!
Un grazie particolare a Kiki, che probabilmente non leggerà questo spazio autrice, ma che mi ha sempre aiutata con i miei piccoli dubbi.
A Michela, a cui tengo molto anche se non ci sentiamo spesso.
A Ilaria, che mi rallegra con le sue minacce e le sue recensioni chilometriche.
A Miriam, che c'è stata dal mio primo capitolo in assoluto fino all'ultimo.
A Martina, che con le sue recensioni essenziali mi fa sempre sapere cosa ne pensa, dato che il suo parere è uno dei più importanti.
E poi ce ne sono mille altre: c'è Delia, c'è Viria, c'è Sara, Luce e così via. Siete tutte importanti per me, dalla prima all'ultima :)

Ora vi saluto davvero lol Ci sentiamo quando posterò il continuo di questa storia e se volete vi avviserò :)
Vi lascio con una gif di Zayn che ho trovato parecchio tempo fa e che anche se non è nulla di che,
mi ha da subito fatto pensare a zayn sul palco in questo capitolo :)
Ciao belle, mi mancherete :3

 
  
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