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Autore: dragon_queen    05/03/2013    1 recensioni
Personale seguito dell'incredibile trilogia dei Pirati dei Caraibi. Stavolta la protagonista è una ragazza di quasi 20 anni, che reca sulla schiena un singolare tatuaggio e nasconde un inaspattato passato...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kathy vide il corpo di Kaleb cadere sul ponte della Corallo, accasciarsi come un sacco di patate. Era come se ogni movimento fosse stato eseguito a rallentatore, come se il tempo avesse voluto fissare quell'attimo nella memoria della ragazza.

Senza pensare, si fiondò su di lui, sorreggendolo malamente per le spalle, una mano premuta nel punto in cui stava vedendo sgorgare il sangue.

Intorno a lei i membri dell'equipaggio e i quattro capitani stavano respingendo ancora alcuni degli uomini di Vane che erano riusciti a salire a bordo e nel contempo davano ordini all'equipaggio in modo che potessero allontanarsi il più possibile da quei folli.

Lei si era completamente isolata, pensando unicamente al ragazzo che adesso giaceva tra le sue braccia.

Kaleb aprì debolmente gli occhi, sorridendole.

-Mi sa che sono arrivato alla fine- disse con un filo di voce, parole seguite da un colpo di tosse.

-Non dire idiozie. Ce la farai. Non ti permetterò di abbandonarmi- rispose Kathy, mentre sentiva gli occhi che le si inondavano di lacrime, troppo difficili da trattenere in quel momento.

-Non puoi combattere anche il destino, Kathy. Era il momento, tutto qui-

-Non sei ancora morto. Quindi smettila di dire idiozie-

Kaleb si schiuse in una forzata risata, ma la sua espressione si tramutò immediatamente in una smorfia di sofferenza.

La ragazza sentiva sotto la sua mano il sangue continuare ad uscire senza freno. Così, con i denti, si strappò una delle maniche della camicia che indossava e la usò per tamponare la ferita.

-Kathy, non voglio vederti piangere. Devi portare a compimento la missione-

D'un tratto lei ebbe un'illuminazione: ma certo, l'Occhio poteva servire. In fondo era ciò che bilanciava i due mondi, la realtà dei morti e quella dei vivi. Probabilmente avrebbe curato il ragazzo, lo avrebbe salvato.

Kaleb, lentamente, alzò una mano e le sfiorò una guancia, distogliendola da quei pensieri.

-Sai, sono contento di averti conosciuto. Hai dato un senso a questa mia vita da pirata-

Le dita del ragazzo le accarezzarono la pelle sporca a causa della prigionia, nascondendosi poi tra i suoi capelli castani. Lei d'istinto portò la sua mano a coprire quella di lui, chiudendo gli occhi e assaporando il momento.

In quel momento, inaspettatamente, qualcuno le posò una mano sulla spalla. Lei si voltò, incontrando lo sguardo del padre che la guardava, compassionevole. Il corpo di Kaleb fu sollevato da Sam e Andres e portato da qualche parte sottocoperta. Lei avrebbe voluto fermarli, ma la stretta del capitano Turner si fece più dura, come a volerle imporre di rimanere dov'era.

Kathy si voltò verso l'uomo, le lacrime che ormai le rigavano le guancie e d'istinto gli si gettò tra le braccia, cercando protezione e comprensione. Lui la strinse al suo petto, mentre pensava a quanto in quel momento assomigliasse ad una bambina piccola e smarrita.

-Ce la farà?- chiese poi lei con un filo di voce.

-Sinchè non sopraggiunge la morta, tutti hanno una speranza. Kaleb è forte, non si arrenderà facilmente-

D'improvviso la disperazione fu sostituita dalla rabbia e dal desiderio di vendetta, sentimento che aveva abbandonato non appena era salita a bordo della Corallo. Vane le aveva rovinato la vita, sottratto gli affetti, ma su quello aveva provato a passare sopra. Ma non poteva perdonarlo ulteriormente, non ora che aveva colpito Kaleb.

Si staccò rudemente la padre, il quale la fissò senza capire.

-Dobbiamo trovare l'Occhio-

-Ma Kathy, noi...-

-E' l'unica cosa che può salvarlo. Se non volete accompagnarmi, ci andrò da sola-

Il suo sguardo era duro, determinato e per un attimo al capitano dell'Olandese sembrò di rivedere la sua Elizabeth e in quegli occhi che tanto assomigliavano a quelli dell'amata.

Fu allora che giunsero Barbossa, Jack e Anderson.

-Che succede?- chiese il capitano della Perla, avendo assistito, come gli altri, a tutta la scena.

-Dobbiamo raggiungere le Porta della Vita-

-Kathy, so cosa vuoi fare. Ma l'Occhio non da mai niente per niente- intervenno Anderson.

-Non voglio sentire scuse-

-Cerca di ragionare...- provò ad intervenire Sparrow, ma fu immediatamente interrotto.

-Jack, tira fuori quella dannata bussola e guidaci o giuro che Vane sarà la cosa meno spaventosa che abbiate mai visto-

 

L'uomo si ridestò, ancora frastornato dal calcio e dalla botta alla testa che quella mocciosa gli aveva assestato.

-Sei tornato tra noi, dunque- disse una voce che lui riconobbe subito.

Sospirò infastidito, in quanto l'odore di morto appena sveglio gli dette letteralmente il volta stomaco.

-Potevi almeno aprire le finestre. Il tanfo che emani mi sta impregnando la cabina- sibilò scocciato, mentre si alzava a sedere e si portava una mano alla testa, con l'intento di riassumere un'aria presentabile.

-Sai, da un po' di tempo le tue battute stanno diventando noiose e ripetitive, quindi farò finta di non aver sentito. Dopotutto, tu ti sei fatto stendere da una ragazzina. Questo dovrebbe farmi ridere-

-Taci. Giuro che quella mocciosa me la pagherà. Io stesso gli pianterò la spada nel petto, anche se prima mi voglio un po' divertire-

Un ghigno maligno gli si aprì sulle labbra fini, immaginato quello che avrebbe potuto alla piccola Kathy quando l'avesse avuta tra le mani.

-Fatto sta che per colpa del tuo sonnellino ci sono sfuggiti, anche se so con esattezza dove s dirigeranno-

-Che vuoi dire?-

-Ricordi il ragazzo? Diciamo che gli ho lasciato un regalino ben bene conficcato nella sua spina dorsale. Se si comporteranno come spero, si dirigeranno alle Porte della Vita-

-Allora cosa stiamo aspettando?-

-Che tu uscissi dal mondo dei sogni. Adesso sbrigati, hai una nave da governare-

 

Kathy stava poggiata sul parapetto a prua della Corallo, in attesa che il medico facesse sapere qualcosa su Kaleb. Era ormai due ore che si erano chiusi nella cabina di Anderson e nessuno le aveva ancora detto niente.

Abbassò lo sguardo, frustrata, stringendo i pugni, nervosa. Dopo la sua minaccia, la rotta era stata impostata e stavano slittando con vento a favore verso la direzione indicata dalla bussola di Jack, seguiti dalla Perla Nera e dall'Olandese.

D'un tratto sentì delle voci provenire dall'ingresso della sottocoperta. Si voltò, notando una piccola folla raggruppata attorno ad Anderson, il quale stava facendo segno a tutti di tacere.

Lei allora si avvicinò, riuscendo a superare la calca di gente e giungendo dinnanzi al capitano della Corallo.

-Allora, come sta?-

L'uomo la fissò per qualche secondo, poi le fece cenno di seguirlo, mentre dette il compito a Sam di mettere al corrente il resto dell'equipaggio.

Kathy e Anderson si fermarono poco sotto le scale, nel piccolo corridoio diverso, semibuio, entrambi poggiati alle pareti di legno, uno di fronte all'altro.

-Dunque?- insistette lei, vedendo che il capitano non parlava e ciò non poteva essere niente di positivo.

-Il medico ha fatto del suo meglio, ma la ferita era profonda e molto vicina alla colonna vertebrale-

-Non vorrai dirmi che...-

-E' ancora vivo, Kathy, non temere, ma non credo che reggerà ancora per molto. Inoltre, se ce la farà, Bucky ha detto che con molta probabilità perderà l'uso delle gambe-

Fu come se un fulmine l'avesse attraversata interamente, dalla testa alla punta dei piedi. Kathy rimase impietrita alla notizia, pensando che quella situazione era tutta colpa sua. Se il suo cammino e quello dell'equipaggio della Corallo non si fosse mai incrociato, probabilmente avrebbe risparmiato loro un sacco di problemi.

-Lui lo sa?-

-Non si è ancora svegliato. La febbre non glielo permette. Spero solo che tu abbia ragione sull'Occhio- e detto questo se ne andò, lasciandola sola.

Lei, come uno zombie, si diresse verso la cabina del capitano. Aprì la porta senza bussare, trovando Bucky mentre finiva di fasciare la ferita di Kaleb, ancora steso sul letto, il colorito pallido e la fronte imperlata di sudore.

Il medico allora si alzò, dirigendosi verso la porta.

-Per ora è stabile, ma la ferita è brutta e non so quanto resisterà. Vi lascio soli- e detto questo se ne andò.

La ragazza, lentamente, si sedette sul piccolo sgabello impiegato fino a poco prima dal pirata. Con tenerezza, passò una mano sulla fronte del ragazzo, il quale parve un attimo rilassarsi sotto il suo tocco.

L'altra mano si chiuse attorno a quella di lui, stringendola quasi con disperazione.

-Kaleb, ce la farai. Te lo prometto. Dovesse essere l'ultima cosa che faccio-

-Ne sono sicuro...- biascicò il ragazzo, socchiudendo un poco un occhio.

-Ehi, come stai?-

-Come se mi avessero sparato, ma non mi lamento. Sono contento che tu sia qui-

-Io sono contenta che tu mi stia ancora parlando. Giuro Kaleb, non lascerò che tu te ne vada-

-E come farai?-

-Non preoccuparti, tu pensa solo a stare bene- e detto questo si alzò un poco, avvicinandosi al suo viso e sfiorandogli le labbra in un morbido bacio.

-Non mi abbandonare anche tu- mormorò.

In quel momento una sbalzo della nave quasi le fece perdere l'equilibrio, provocando un gemito da parte del ragazzo.

-Torno subito- disse lei, preoccupata, e salì in coperta.

Il cielo si era improvvisamente oscurato, mentre, a poco a poco, una fitta pioggia aveva preso a cadere.

-Che succede?- chiese lei, raggiungendo i capitani sul ponte principale.

-Ci siamo, ce l'abbiamo fatta- rispose Jack, indicando un punto davanti a sé.

Kathy vide due enormi pareti di roccia, mentre altrettanto imponenti colossi formavano una specie di grande porta. Le correnti parvero diventare più forti e la nave stava diventando difficile da governare.

-Rischiamo di essere sbattuti sugli scogli!!- esclamò la ragazza, notando un agglomerato di roccie appuntite che sfiorò la parete destra della nave.

-Non urlarmi nelle orecchie!! Devo concentrarmi!!- bofonchiò Andres, cercando con il tono di sovrastare lo scroscio dell'acqua.

Anderson nel frattempo impartiva ordine all'equipaggio. Kathy sapeva che ognuno di loro in quel momento agiva solo per dare una speranza a Kaleb e decise che neanche lei avrebbe mollato.

L'Oracolo glielo aveva detto. Avrebbe fatto del male a Kaleb, rischiando di perderli per sempre se le fossero rimasti a fianco. Era il suo destino.

Fissando l'orizzonte, la pioggia che la accecava, prese però una decisione: il destino poteva andare a farsi benedire, sarebbe andata anche contro di lui se necessario.

  
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