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Autore: Meramadia94    10/03/2013    6 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA NUOVA FAMIGLIA

Parigi non era così distante da quella locanda e quindi arrivarono in città nel primo pomeriggio

Lunette si guardava intorno attenta, con circospezione e stupita: per lei, che aveva sempre visto solo le stradine di campagna e un paio di bancarelle al mercato per fare la spesa al fine di cucinare per gli ospiti della locanda, era tutto nuovo.

I palazzi così alti, le grandi strade brulicanti di gente, il mercato, l'acqua splendente della Senna e il cielo azzurro di Parigi.... persino l'aria che respirava le sembrava nuova.

Che gran cosa la libertà!!!

O anche se non era proprio libertà, era sicuramente in una situazione migliore di quella appena lasciata.

Era passata da un padrone a un altro, ma almeno quel bel giovane biondo sembrava affabile e gentile.

Appena arrivati si diressero insieme verso un enorme edificio, con un cortile ancora più grande dove c'erano molti uomini con il cappello piumato che si stavano esercitando a tirare di spada.

''Benvenuta nella residenza di Monseiur Dè Treville, capitano delle guardie di sua Maestà.''- le spiegò Aramis.

In quel momento , vennero loro incontro due uomini, entrambi bene vestiti e con una spada attaccata alla cintura.

Uno era alto, magro e di bell'aspetto.

L'altro invece era molto più robusto, ma aveva un' aria intelligente e simpatica.

Quei tre non assomigliavano nemmeno un po' ai loschi personaggi che di solito serviva alla locanda.

''Athos. Porthos.''- li salutò Aramis scendendo dal cavallo.

''Bentornato Aramis.''- fece il più robisto abbracciandolo e stessa cosa fece il moschettiere bruno.

Il bruno, solo allora si accorse della presenza della ragazzina.

Le sorrise domandandole-:'' E tu bella signorina, chi sei?''- la ragazzina era ancora molto provata dagli anni passati alla locanda e ancora non si era abituata che le persone si rivolgessero a lei per trattarla come una persona e non come una pezza da piedi.

Con fare scherzoso le chiese ancora-:'' Che cosa ti è successo, il gatto ti ha mangiato la lingua?''

Fu Aramis a rispondere-:''Ricordate che ero partito per cercare una domestica no? Lei è Lunette, d'ora in poi vivrà con me.''- e qui si rivolse alla ragazzina-:'' Lunette ti presento i migliori moschettieri del Re nonchè gli amici più fidati che ho al mondo: Athos e Porthos.''- li presentò indicandoli.

La ragazzina sollevò leggermente la gonna per fare loro una cortese riverenza-:''E' un piacere conoscervi signori.''

Athos le sorrise-:''Anche per noi è un immenso piacere. Sei fortunata ad avere un padrone come Aramis.''- e nel dir così le baciò galantemente una mano facendola arrossire.

Aramis sorrisea quella scena.

Lunette si sarebbe trovata bene e poco per volta avrebbe ricostruito la sua vita lasciandosi alle spalle l'orrore della sua vita.

 

Erano passati ormai tre giorni da quando Aramis aveva condotto con se la piccola Lunette.

Aveva bruciato i panni vecchi e laceri che la ragazzina aveva indossato sino ad ora e le aveva regalato un vestito, che la faceva sembrare si una serva, ma molto più bello. Viola, il colore che la ragazzina aveva confessato di preferire di più.

Cucinava e teneva pulita la casa, inoltre si prendeva cura del cavallo del suo padrone, in un certo senso si poteva dire che non faceva qualcosa di molto diverso da quello che faceva alla locanda, ma qui c'era una notevole differenza.

Qui aveva una camera bene arredata tutta per se, anche se non eseguiva prontamente ogni ordine non arrivavano botte e schiaffi, e poteva sedersi a tavola con Aramis per mangiare e invece degli avanzi poteva mangiare una vera minestra calda con del vero pane.

Ogni tanto venivano a cena o a trovare Aramis anche Athos e Porthos, e ogni volta erano sempre gentilissimi con lei.

Aveva imparato a voler loro bene.

Athos, Porthos e Aramis più Monseiur Dè Treville erano gli unici che le avevano dimostrato un po' di calore umano e per lei fu naturale provare subito affetto per loro. Cio nonostante, per lei era molto difficile trovare dei bambini della sua età con cui giocare nelle ore libere dal lavoro.

Il ricordo di quell'uomo che veniva a prenderla all'orfanotrofio quando aveva appena due anni, che sembrava tanto buono e che poi le aveva fatto fare i lavori più umili e faticosi per anni, era ancora fresco nella sua memoria e difficilmente riusciva a fidarsi.

Ma la sera del terzo giorno, Lunette avrebbe fatto una scoperta che avrebbe rivoluzionato tutta la sua successiva esistenza.

Aramis era ancora fuori per lavorare e Lunette era completamente sola in casa e stava finendo di stirare le camice del nuovo padrone.

Una volta che ebbe finito di stirarle, le ripiegò con cura e le prese in braccio per portarle nell'armadio del moschettiere e fu proprio lì che scoprì la verità.

Aperto l'armadio, ripiegato c'era un bellissimo vestito da donna, che agli occhi di Lunette che non aveva mai visto nulla di simile, parve come l'indumento più bello del mondo.

Ma che ci faceva un vestito da donna, decisamente troppo grande per lei, nell'armadio di un moschettiere?

''Lunette!!!''

La ragazzina si voltò di scatto terrorizzata: Aramis era apparso sulla porta e l'aveva sorpresa con le mani su quel vestito.

Che avrebbe fatto? Anche lui avrebbe iniziato a trattarla come avevano fatto tutti finora o l'avrebbe rispedita in quella stamberga?

Aramis cercò di mantenere la calma e chiese-:''Dimmi, Lunette quanti anni hai?''

La ragazzina prese un bel respiro e rispose-:'' Do-do- dodici.''

''Sono sufficienti. Vieni con me.''- fece Aramis facendole segno di seguirla nella sala da pranzo.

Si sedettero intorno alla tavola, l'una di fronte all'altra.

''Mi dispiace molto...''- si scusò Lunette. Aramis scosse la testa.

''Non c'è n'è alcun bisogno.''- la rassicurò il moschettiere con un sorriso-:'' ti dirò la verità, ma ad una condizione: non dovrà uscire dalle mura di questa casa. Lo prometti?''

Lunette annuì decisa-:''Lo prometto.''

Aramis si sentì rassicurata e dopo aver dato un'ultima occhiata agli occhi azzurri della ragazzina decise di fidarsi.

''Bene.... il mio nome non è Aramis, e non sono un uomo. Mi chiamo Renèe e sei mesi fa, ero fidanzata con un uomo nobile come me con il quale mi sarei dovuta sposare.

Purtroppo, a pochi giorni dal giorno fissato per le nozze, dei criminali fecero irruenza nella sua villa e lo uccisero, insieme alla sua governante e portarono via un numero non ancora precisato di gioielli e ricchezze varie.

Lo piansi a lungo... e alcuni mesi fa i miei zii mi annunciarono che avevano trovato un nuovo marito per me e che avrei dovuto sposarmi presto.''

Lunette aveva ascoltato con attenzione e partecipazione tutto il racconto della sua benefattrice.

''....così ho deciso di fingermi un moschettiere per poter indagare sul suo assassino. Fino ad ora solo il re e il capitano Dè Treville erano a conoscenza della verità.''- concluse Aramis-:'' Quindi dovrai mantenere il segreto, altrimenti sia io che tutte le persone che sapevano e hanno taciuto passeremo dei brutti guai.''

''Ho capito.''- fece lei decisa-:'' non preoccupatevi, vi giuro che non lo dirò a nessuno.''

Aramis sorrise-:''Ottimo.''

 

Da quel giorno erano passati ormai due anni.

Lunette si era letteralmente trasformata.

Era diventata una splendida giovinetta di quattordici anni, dal viso pulito, occhi azzurri come la Senna e lunghi e fluenti capelli marroni, sempre sorridente e gioviale, anche se non aveva legato con molte persone.

Aveva fatto di Athos, Porthos e Aramis i suoi fratelli maggiori ed unici veri amici, ed anche a Monseiur Dè Treville voleva bene anche se a volte riteneva che fosse un po' troppo burbero e severo.

In quei due anni, aveva fatto molti progressi: Aramis da quando le aveva rivelato la verità, le aveva insegnato a leggere, scrivere e fare i conti per aiutarla nella vita di tutti i giorni, ed anche a cavalcare e tirare con la spada, sostenendo che un giorno avrebbe avuto bisogno della spada.

Aveva mantenuto il segreto che le era stato affidato.

Sempre, in ogni circostanza, persino con Athos e Porthos.

Quel giorno era il suo quattordicesimo compleanno e stava, come al solito, curando le piante di fiori che portava spesso in casa per abbellire l'ambiente.

Era una bellissima mattinata di sole, una di quelle che la mettevano sempre di buonumore.

In quel momento, Aramis scese le scale.

''Buongiorno Lunette.''

''Buongiorno Aramis...''- lo salutò lei con un sorriso.

La moschettiera si avvicinò a lei con un sacco per gli abiti di ricambio-:''Puoi lavare questo?''

''Oh certo...''- fece la ragazza tirando fuori gli indimenti. Con sua grande sorpresa nella sacca c'era un bellissimo vestito.

Una camicetta d'organza bianca con bottone colorato al centro del petto abbinato con una sottana blu.

C'era anche un nastro per i capelli nero.

Aramis sorrise-:''Oggi è il tuo quattordicesimo compleanno. A quest'età le ragazze di buona famiglia fanno il loro debutto in società.''

La ragazza corse ad abbracciare Aramis ringraziandola del vestito.

''Vai a mettertelo''- le disse Aramis sorridente, dopo essere scampata da un tentativo di strangolamento da parte della sua serva-:'' oggi devo andare al palazzo del Louvre, e credo che ormai tu sia pronta per accompagnarmi.''

Lunette si affrettò ad obbedire, e in quarto d'ora era vestita e pettinata di tutto punto.

Era emozionatissima.

Fino a quel momento, aveva frequentato le strade di Parigi, le botteghe, la caserma e fatto delle lunghe passeggiate ma non era mai entrata a corte e non aveva idea di come fosse il palazzo reale.

Athos e Porthos li aspettavano nel grande giardino, con le loro uniformi azzurre scintillanti e furono alquanto sorpresi di vedere la ragazza.

''Buongiorno Aramis. Lunette....''- salutò cordialmente Porthos.

''Come sei elegante oggi.''- si complimentò Athos vedendo il vestito di Lunette.

Aramis sorrise e spiegò-:''Ha compiuto quattordici anni oggi e diciamo che questo è il suo... debutto in società.''

''Ah che bello...''- commentò Athos. In quel momento si chinò er raccogliere qualcosa.

Una margherita.

Che poi appuntò nei capelli di colei che ormai, era la cameriera di Aramis.

La ragazzina divenne rossa come un pomodoro maturo.

Nel palazzo, tutto intorno a lei era nuovo, bello e strano: lampadari enormi con tante candele accese, nobildonne vestite con splendidi e ricchi abiti dai colori sgargianti, le luci, le pareti d'oro, la fontana in un enorme giardino...

Per lei, che non aveva mai visto tanta ricchezza in una volta sola, era strano ritrovarsi in un mondo simile e si sentiva fuori posto.

Decisamente fuori posto.

''Se mi è concesso un parere, sei molto più carina di tutte loro messe insieme con questo vestito.''- le disse Aramis strappandole un sorriso.

In quel momento, arrivarono le uniche persone che i tre moschettieri avrebbero preferito non vedere: il cardinale Richelieu e il conte Rochefort.

''Cardinale... Rochefort...''- li salutarono i moschettieri.

''Buongiorno a voi.''- li salutò Richelieu. I suoi occhi poi si spostarono sulla ragazza che lo fissava con due occhi straniti.

Quell'uomo non le piaceva nemmeno un po'.

''E dite, chi è questa giovane fanciulla che oggi vi accompagna?''

Aramis lasciò che fosse Lunette a parlare.

La giovane prese i lembi della gonna tra l'indice e il medio e s'inchinò leggermente-:''Il mio nome è Lunette. Sono la serva di Monseiur Aramis.''

''Capisco...''- fece l'alto prelato.

Rochefort si rivolse ad Aramis in tono di scherno-:''E dite.... dove l'avete tenuta nascosta per tutto questo tempo?''

Richelieu tirò una gomitata alla sua guardia, o come lo chiamavano i moschettieri, al suo tirapiedi e se ne andarono.

''Che tipo...''- commentò Lunette, guadagnandosi l'approvazione dei tre moschettieri.

In quel momento vennero raggiunti da una ragazza bionda e dagli occhi azzurri, benvestita.

''Non farci caso.... Rochefort ci prova con tutte le ragazze giovani e carine della corte. Indipendentemente dal fatto che siano nobildonne o cameriere.''- la rassicuròcon un sorriso-:'' a proposito, io sono Costance Bonacieux, la dama di compagnia della regina.''

Lunette ricambiò il sorriso e le strinse la mano, affabilmente-:'' Piacere di conoscerti Costance. Io mi chiamo Lunette.''

Aramis e gli altri sorridevano compiaciuti.

Era stata una splendida idea portarla a palazzo e farle conosciere Costance.

Lunette non aveva bisogno solo di loro, ma anche di un'amica, possibilmente sua coetanea, con cui parlare e uscire, non poteva passare la sua vita circondata da uomini anche se le volevano molto bene.

''Non ti ho mai visto da queste parti. E' da poco che presti servizio a palazzo?''- chiese Costance.

''No. Io non lavoro qui, ho solo accompagnato Aramis. Sono la sua serva.''- puntualizzò Lunette.

''Ecco svelato il mistero: tutte le nobildonne della corte che fanno gli occhi dolci ad Aramis, ti fissavano come se fossi un insetto nel piatto da quando ti hanno visto arrivare con lui.''- le spiegò Costance con un sorriso dopo essersi ripresa un attimo dalla meraviglia.

Poi le sussurrò all'orecchio-:''Sai, metà della corte femminile è innamorata persa di lui, ma il nostro Aramis non le degna nemmeno di uno sguardo.''

Per forza.... avrebbe voluto aggiungere Lunette Aramis è una donna come loro. Ma molto meno civetta....

''Beh sai...''- fece Lunette arrossendo. Era ovvio che Costance volesse sapere da lei, che viveva con Aramis, cosa fare per entrare nelle grazie del giovane moschettiere, ma era fuori discussione che le raccontasse la verità.

Per quanto gentile e amichevole potesse sembrare al primo impatto, quella ragazza era pur sempre un'estranea e non poteva certo dirle la verità.

''... ad Aramis le donne tutte pizzi e lustrini e che si danno arie non piacciono.''

Teoricamente parlando, non stava mentendo.

Questo gliel'aveva confessato Aramis parlando delle sue opinioni riguardanti le giovani nobildonne che nella sua vita precedente era stata costretta a frequentare.

Dopo un intero pomeriggio passato con la giovane dama di compagnia della regina, ne era sicura anche se aveva deciso di tenerle nascosta la verità: sarebbero diventate ottime amiche. 

  
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