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Autore: Madcap    26/09/2007    4 recensioni
Tonks è stata relegata al "lavoro d'ufficio" dall'Ordine della Fenice, causa piccoli inconvenienti di cui si proclama innocente. Grimmauld Place non è esattamente il posto più felice per passare del tempo!
Fortuna che si può sempre contare sul dubbio aiuto e sulla dubbia idea di divertimento di Sirius e del delizioso, favol...ehm... e di quel membro dell'Ordine, Remus.
[Una sorta di "commedia degli equivoci" ambientata -credo- tra quarto e quinto libro]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Malintesi – Gli inconvenienti di una convivenza a tre

Malintesi – Gli inconvenienti di una convivenza a tre

 

Atto Secondo

 

-Ninfadora! Vergognati!-

La voce di Sirius, adesso più alta, la riscosse facendola staccare dal muro e facendole mostrare ai due uomini lo sguardo sbigottito dei suoi occhi scuri. Vergognarsi, lei?

-Siete voi due che dovreste vergognarvi!- le uscì detto, con voce tremendamente acuta, prima che potesse fermarsi.

Se il suo sguardo era sbigottito, quelli di Remus e Sirius erano indescrivibili. Vedendo che era calato il silenzio, riprese a parlare, riacquistando rapidamente colore.

-Sì insomma… e non guardatemi così… siete, siete due…-

Sforzandosi di trovare la parola adatta, all’improvviso le tornarono alla mente i capelli scompigliati di Remus, i suoi sorrisi –forse troppo frequenti?- della mattina prima, l’ironico buonumore di Sirius. Aaah!! Scosse la testa con violenza, i capelli che presero a diventare verdastri, arrossendo violentemente, come per cacciare dalla sua testa l’orribile visione.

Stridette qualcosa di molto simile alla parola “pervertiti!” verso Sirius e Remus, appioppando alla presunta coppietta due epici schiaffoni.

Di certo non aiutò il buonumore della ragazza la voce di Remus, che in un potente urlo arrivò persino a perforare le mura della camera da letto in cui si era ancora una volta rifugiata la ragazza.

-Mi hai fatto fare la figura del cornuto!-

 

La mattina del giorno dopo arrivò, grigia come non mai, come se il cielo fosse venato di piombo. Tonks si stropicciò gli occhi, stiracchiandosi sotto le soffici coperte del letto… prima che la consapevolezza di cosa fosse successo il giorno prima le si abbattesse addosso, effettivamente con la pesantezza del piombo.

Si alzò, si specchiò, optando per una pettinatura dai corti e ispidi capelli rosa, la sua preferita, e indossando la terribile vestaglia altrettanto rosa, mettendo su l’espressione più dignitosa che riuscì a trovare, per poi dirigersi con la stessa dignità –e un coraggio davvero non indifferente- verso la cucina per fare colazione.

Scese le scale, facendosi forza quando sentì due voci parlottare poco lontano, quindi entrò a testa alta, senza salutare e dirigendosi con convinzione verso la mensola dei cereali.

Remus e Sirius risposero all’apparizione di Tonks il primo con un lieve colpetto di tosse, il secondo cambiando con aria truce ed un forte rumore la pagina della Gazzetta del Profeta che era intento a leggere.

Soltanto questo suono continuò a scandire la mattina, mentre Tonks prendeva posto alla sedia più lontana dai due. Di tanto in tanto scoccava occhiate a Remus, il cui volto dalla colorazione che abitualmente rasentava il cinereo, stranamente era leggermente arrossato.

-Vuoi dell’altro succo di zucca, Sirius?-

Tonks non riuscì a reprimere un piccolo brivido, nel notare quanto troppo gentile fosse la voce del lupo mannaro.

-Ti ringrazio-

Un sorriso? Ma quando mai Sirius aveva risposto con un sorriso, quando era intento a leggere il Profeta? Involontariamente, i già irsuti capelli della ragazza, dietro la nuca assunsero quasi la forma di aculei, come se stessero seguendo la pelle d’oca che le ricopriva il resto del corpo. Semplicemente, risultava difficile credere che suo cugino, così belloccio com’era, con tutte le ragazze che aveva avuto preferisse adesso storie omosessuali; e d’altronde, era sempre stato un tipo curioso, si disse tra sé con un’impercettibile scrollata di spalle.

Ma Remus… Remus, lui che era sempre stato in un certo senso così perfettino, così calmo e tranquillo, così… insomma, Remus no! Le piaceva tanto, possibile che Sirius si dovesse accaparrare anche lui, che era un uomo?!

Trasportata dall’indignazione, si alzò facendo schiantare la sedia a terra, con un gran fracasso. I barlumi di conversazione tra i due amici si spensero per qualche istante.

Poi fu Sirius a parlare, battendo le palpebre ed ignorando sostanzialmente Tonks.

-Remus, che dici, ci portiamo avanti con la pulizia della casa?-

-Ehm…- Remus parve esitare, forse perché Tonks con aria basita osservava lo scambio di battute dei due. Sirius rivolse al mannaro un brevissimo sguardo d’ira. Remus si affrettò ad annuire, sebbene rapido affluisse il colore alle sue guance.

Tonks disse ancora una volta qualcosa che suonò pressappoco come “depravati!” per poi imboccare a passo di marcia l’uscita dalla cucina. All’interno di questa, Remus sembrava parecchio sconsolato, e quando parlò la ragazza non s’era ancora allontanata, e per la sua natura curiosa non poté fare a meno di udire l’ultimo scambio tra i due.

-Senti, Sirius, io non mi sento bene a sostenere questa situazione, devi parlarle!- diceva Remus, ancora una volta agitato.

-Ma sì, è meglio che pensi che tra noi due vada tutto bene per ora- Sirius invece, spavaldo come sempre, parlava con voce rassicurante –le parlerò presto, e poi parleremo noi due…-

Tonks si sentì sull’orlo di uno svenimento, e con le orecchie cariche di uno strano ronzio, e lo sguardo velato come dalla tipica nebbiolina londinese, barcollò verso il salotto, dando inavvertitamente una spallata ad un lato della porta, cui si appoggiò per non cadere del tutto. Troppo presa dalle sue elaborazioni mentali, non sentì il grattare delle sedie spostate sul pavimento, e nemmeno si accorse dell’uomo che si avvicinò a lei.

Almeno fino a quando non le fu praticamente addosso, poggiando entrambe le mani ai lati delle sue spalle, avvicinandosi a lei con lo sguardo grigio.

-Cuginetta… credo che io e te dovremmo parlare-

Tonks era stranamente combattuta. Il calore di Sirius non era così disgustoso, doveva ammetterlo, e la sua vicinanza aveva un che di invitante… scosse la testa violentemente.

Era suo cugino, accidenti! Ed era anche gay! La ragazza deglutì.

-Sirius, non voglio che tu pensi che io mi faccia problemi a vivere con voi…- cominciò, decisa a tener testa al cugino e a non guardare quel sorriso che nonostante gli anni e le dure prove attraversate, non mancava mai di fascino mascalzone. Deglutì ancora una volta, mentre Sirius, immensamente divertito dalle sue reazioni, piegò leggermente le braccia in modo da avvicinarsi ancora di più a lei.

-… sì, insomma, potete avere le abitudini che volete e non sarò certo io a farvi la morale- disse risoluta, chiudendo gli occhi e imponendosi di immaginare una landa ghiacciata in preda ad una tempesta di gelido vento artico (modo fantasioso per allontanarsi mentalmente dal tepore emanato da Sirius).

-Mh-mh…- disse lui, con voce roca, invitandola ad andare avanti.

-Ma per quanto piac…- s’interruppe, mordendosi leggermente la lingua –sì, insomma. Non trovo carino che tu ti comporti in questo modo con tua cugina-

-Oh, ma Tonks, puoi davvero dire che siamo cugini? Per gran parte della tua vita sono stato imprigionato ad Azkaban, non ti ricordavi nemmeno di me prima di quest’estate- il respiro di Sirius era sempre più vicino alle sue labbra. Tonks alzò leggermente la testa, rimanendo con gli occhi chiusi, sporgendo leggermente le labbra in avanti, inevitabilmente catturata dal leggendario charme del Malandrino. Sentiva il suo respiro vicinissimo, e forse avrebbe continuato ad avvicinarsi, se l’improvviso, seppur lontano, colpo di tosse stranamente conosciuto non l’avesse indotta a ritirare di colpo la testa, sbattendo violentemente contro il muro, ed aprendo gli occhi di scatto.

Sirius, non era come si era aspettata, con le labbra semichiuse in attesa di un bacio e sicuro di sé come al solito: o meglio, le labbra ben disegnate erano davvero semichiuse, ma gli occhi grigi, aperti, avevano un’aria tra il perplesso e il divertito.

Disgustata, Tonks lo spinse con violenza lontano da sé, ed il ragazzo, ridacchiando un po’, si passò una mano tra i lunghi capelli neri.

-Merda, la cuginetta ha ereditato il fascino della famiglia Black!- commentò con voce roca. Allo sguardo furioso di Tonks ribatté mettendo avanti le mani –cioè, stavi quasi per convincermi a baciarti sul serio. Mica roba da niente!-

E approfittando del sicuro effetto paralizzante delle sue parole, sgattaiolò via dal salone fischiettando e passandosi un’altra volta la mano tra i capelli, andando a raggiungere il piano di sopra.

La Metamorfomaga rimase qualche istante come ancorata al terreno, furore e terrore insieme nel suo pallido volto, prima di realizzare quanto beffarde, insinuanti fossero le parole del cugino.

-SIRIUSSS!!- urlò, con una voce così potente che i vetri della casa sembrarono tremare.

 

In qualche stanza al piano superiore, sentendo l’urlo, un certo lupo mannaro con le maniche della camicia tirate fin sotto i gomiti ed un improbabile piumino in mano, guardò con aria preoccupata l’amico di sempre.

-Non volevo che soffrisse così, dopotutto…-

-Tranquillo, Remus, so bene quel che faccio- rispose, fin troppo sicuro di sé, l’uomo chiamato Sirius.

 

Tonks era davvero furiosa. Come si permetteva, quello snaturato disgustoso di venire a provocarla così, tradendo peraltro la sua dolce, anzi, dolcissima metà! Rimettendo con violenza a posto dei libri abbandonati sul pavimento dell’ampio salotto, era arrivata a una tesi: se Remus era innamorato di suo cugino, beh, erano i suoi gusti ed andavano rispettati. Ma quel debosciato di Sirius, ne era sicura, si stava approfittando di lui come voleva approfittarsi di lei! E quel povero caro, costretto a vivere sotto lo stesso tetto di una persona che amava, e che erroneamente pensava amasse lui?

Un pesante libro le cadde sul piede, costringendola ad indietreggiare saltellando su una gamba sola. Ma l’illuminazione era infine giunta.

Si prese di coraggio, e con un cipiglio deciso abbandonò il salotto per salire a rumorosi passi la scala che conduceva al piano superiore. Infine, fece letteralmente irruzione all’interno di una stanza non molto ampia, trovando Remus seduto su una poltrona, i capelli scompigliati, e Sirius appollaiato sul bracciolo di questa, che gli circondava le spalle con un braccio.

Troppo tesa dalla situazione, non s’accorse dello sguardo astuto di Sirius o di quello piuttosto disgustato del lupo mannaro.

-Remus, allontana da te quell’infido traditore!- tuonò con una voce sinistramente simile a quella della madre di Sirius ritratta all’ingresso della casa, cosa che sconvolse l’ex prigioniero. Infatti non fece una piega quando, con aria sollevata, Remus lo spinse lontano da sé, facendolo cadere lungo disteso a terra.

Sirius non ci mise molto a riprendersi, ed intuendo cosa aveva in mente la cugina, non trattenne il sorrisetto che gli affiorò sul volto scarno.

-Remus lui ti sta prendendo in giro è uno sporco traditore ci ha provato con me non devi fidarti di lui allontana il tuo cuore e i tuoi sentimenti finché sei in tempo!- ecco, il discorso ordinato che Tonks si era preparata era andato a quel paese, ed una lunga fila di parole piuttosto slegate tra di loro ne prese il posto.

Remus la fissava sbigottito, e persino Sirius aveva perso il sorriso, rimanendo lungo disteso per terra, stordito dalla raffica di parole di Tonks, che dal canto suo si sentì davvero molto stupida.

Arrossendo violentemente, si spostò una ciocca rosa acceso, dietro le orecchie, prendendo a balbettare nervosamente, qualcosa a proposito di “dovevo avvertirti”, guardando intensamente il pavimento della stanza.

Remus arrossì a sua volta, cercando disperatamente di sistemarsi i capelli, maledicendo dentro di sé con parole ardenti l’astruso piano ordito da Sirius. Sì che sosteneva di essere ancora sano di mente; ma a lui in quel momento sembrò lampante che Azkaban aveva risucchiato completamente il cervello dell’amico. Ex amico, prese mentalmente nota.

Fu proprio lui ad interrompere il silenzio con una teatrale risata, sebbene fosse rimasto ancora inspiegabilmente disteso a terra. Un paio di occhi blu ed un paio di occhi scuri si rivolsero basiti verso di lui.

-Cuginetta, non mi ricambi il favore della respirazione bocca a bocca?-

Quella battuta bastò a far afferrare a Tonks il piumino abbandonato sull’altro bracciolo della scrivania e a lanciarglielo addosso, furiosa, insieme a tutti gli altri oggetti che riuscì a reperire, mentre Sirius, tra le risate, si riparava la testa con le mani.

-Come osi! Non avresti dovuto tradire Remus!- urlò lei avvilita, mentre le risate di Sirius aumentavano sempre più di volume. Infine sentì afferrarsi il polso da una mano forte nel momento in cui cercava di lanciare un calice d’argento in testa al cugino.

-Noi non stiamo insieme, insomma!- tuonò Remus, così perentorio che gli altri due rimasero pietrificati ed in silenzio. Il lupo mannaro si piantò davanti la ragazza, nascondendo Sirius alla sua vista. Lei guardò smarrita gli occhi blu.

-Mettitelo bene in testa, noi non stiamo insieme, era tutto un piano di quel… quel… quel damerino lì!-

L’insulto utilizzato da Remus, in contrasto con la sua voce furiosa, risultò così comico che persino Tonks non poté fare a meno di emettere uno sbuffo di risata, imitando Sirius. Remus scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli e sorridendo a sua volta. L’atmosfera, senza motivo, improvvisamente, si era alleggerita decisamente. E Tonks poté tornare a cercare quegli stupefacenti occhi blu senza provare rimorso. Restò qualche istante a ridere di gusto, poi si rivolse a Sirius, la voce nuovamente offesa.

-Però voglio che il tuo amico sappia che razza di bastardo sei! Altro che respirazione bocca a bocca! Tu hai…-

-…un difetto professionale- concluse per lei Sirius, sistemandosi i vestiti stropicciati e rivolgendole un sorriso scaltro –e ribadisco, non è colpa mia se hai ereditato il fascino dei Black. Persino io mi sarei fatto abbindolare, come vedi- concluse con tono amabile, battendole amichevolmente sulla spalla ed uscendo dalla stanza.

Tonks guardò Remus, che si limitò ad alzare le spalle.

-Ma è sempre stato così, o dopo la prigione…?- chiese, picchettandosi con l’indice la tempia parzialmente coperta dai capelli rosa.

-Sempre stato così- confermò Remus, scotendo leggermente il capo –ad ogni modo, sappi che io non volevo prendere parte a questa pagliacciata, ma in fondo non mi sembrava onesto non accontentare quello svitato, sai, è pur sempre un amico anche se fuori di testa-

-Ma perché poi?- chiese ancora Tonks, grattandosi dietro la nuca ed inarcando le sopracciglia –che motivo aveva?-

-Lui è fatto così- ripeté Remus, stringendosi nelle spalle –fa le cose per divertimento. Ha visto che avevi frainteso qualcosa, e ha reagito così-

Ridacchiarono ancora un po’ tra di loro, poi fu ancora il lupo mannaro a parlare.

-Dai, andiamo a raggiungerlo-

E con una nuova, inevitabile complicità instauratasi tra di loro, Remus e Tonks discesero le scale parlottando e ogni tanto sghignazzando ancora.

 

Nascosto ad origliare nella stanza accanto, Sirius sfoggiò un ampio ghigno sul bel viso circondato dai neri capelli. Il piano era riuscito alla perfezione, si disse, stiracchiandosi e poi scendendo con aria appagata.

A parte il divertimento immenso di vedere Tonks furiosa e Remus imbarazzato quasi fino alla morte, quella complicità tra l’amico e la cugina auspicata da parecchio tempo e che non sembrava volersi sviluppare, lo ripagava delle sberle e dagli spintoni della ragazza.

E, ammise, leccandosi le labbra, quel fugacissimo assaggio di Tonks era stato il giusto pagamento dell’amico per essersi fatto immaginare in mutande disteso sul suo letto.

 

Dopotutto, Azkaban non avrebbe potuto incrinare ancora di più la già contortissima mente di Sirius Black; si disse lui con una certa dose di orgoglio e auto ammirazione.

 

***

 

Ecco qui la parte finale! Rileggendola mi rendo conto che qualche circuito dev'essersi fuso nella mia mente O_o ma vabbè... fatemi sapere che ve ne pare.

Intanto volevo ringraziare moltissimo la mia carissima Reiki, di cui temevo una reazione tipo "fuciliamo la Shaida seduta stante" che grazie al cielo non è avvenuta XD; A Crazycotton, grazie mille anche a te, spero ti piaccia anche la seconda parte!, e Sivena: ti ringrazio davvero tanto per i complimenti... quanto all'ambientazione ti dirò, in realtà sono d'accordo con te... ma ho preferito immaginare i personaggi in un'epoca in cui li potevo rappresentare soli soletti a Grimmauld Place... per i caratteri troppo spensierati, prova a vederla soltanto come un momento di svago a cui hanno diritto, porelli ^_* purtroppo il problema delle storie senza un vero contesto è questo!

Ringrazio infine coloro che hanno solo letto la storia, e chi recensirà e leggera quest'ultimo capitolo. Grazie davvero!

 

§ Shaida §

  
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