Malintesi
– Gli inconvenienti di una convivenza a tre
Atto Secondo
-Ninfadora!
Vergognati!-
La voce di
Sirius, adesso più alta, la riscosse facendola staccare dal muro e facendole
mostrare ai due uomini lo sguardo sbigottito dei suoi occhi scuri. Vergognarsi,
lei?
-Siete voi
due che dovreste vergognarvi!- le uscì detto, con voce tremendamente acuta,
prima che potesse fermarsi.
Se il suo
sguardo era sbigottito, quelli di Remus e Sirius erano indescrivibili. Vedendo
che era calato il silenzio, riprese a parlare, riacquistando rapidamente
colore.
-Sì insomma…
e non guardatemi così… siete, siete due…-
Sforzandosi
di trovare la parola adatta, all’improvviso le tornarono alla mente i capelli
scompigliati di Remus, i suoi sorrisi –forse troppo frequenti?- della mattina
prima, l’ironico buonumore di Sirius. Aaah!! Scosse la testa con violenza, i
capelli che presero a diventare verdastri, arrossendo violentemente, come per
cacciare dalla sua testa l’orribile visione.
Stridette
qualcosa di molto simile alla parola “pervertiti!” verso Sirius e Remus,
appioppando alla presunta coppietta due epici schiaffoni.
Di certo non
aiutò il buonumore della ragazza la voce di Remus, che in un potente urlo
arrivò persino a perforare le mura della camera da letto in cui si era ancora
una volta rifugiata la ragazza.
-Mi hai
fatto fare la figura del cornuto!-
La mattina
del giorno dopo arrivò, grigia come non mai, come se il cielo fosse venato di
piombo. Tonks si stropicciò gli occhi, stiracchiandosi sotto le soffici coperte
del letto… prima che la consapevolezza di cosa fosse successo il giorno prima
le si abbattesse addosso, effettivamente con la pesantezza del piombo.
Si alzò, si
specchiò, optando per una pettinatura dai corti e ispidi capelli rosa, la sua
preferita, e indossando la terribile vestaglia altrettanto rosa, mettendo su
l’espressione più dignitosa che riuscì a trovare, per poi dirigersi con la
stessa dignità –e un coraggio davvero non indifferente- verso la cucina per
fare colazione.
Scese le
scale, facendosi forza quando sentì due voci parlottare poco lontano, quindi
entrò a testa alta, senza salutare e dirigendosi con convinzione verso la
mensola dei cereali.
Remus e
Sirius risposero all’apparizione di Tonks il primo con un lieve colpetto di
tosse, il secondo cambiando con aria truce ed un forte rumore la pagina della
Gazzetta del Profeta che era intento a leggere.
Soltanto
questo suono continuò a scandire la mattina, mentre Tonks prendeva posto alla
sedia più lontana dai due. Di tanto in tanto scoccava occhiate a Remus, il cui
volto dalla colorazione che abitualmente rasentava il cinereo, stranamente era
leggermente arrossato.
-Vuoi
dell’altro succo di zucca, Sirius?-
Tonks non
riuscì a reprimere un piccolo brivido, nel notare quanto troppo gentile fosse
la voce del lupo mannaro.
-Ti
ringrazio-
Un sorriso?
Ma quando mai Sirius aveva risposto con un sorriso, quando era intento a
leggere il Profeta? Involontariamente, i già irsuti capelli della ragazza,
dietro la nuca assunsero quasi la forma di aculei, come se stessero seguendo la
pelle d’oca che le ricopriva il resto del corpo. Semplicemente, risultava
difficile credere che suo cugino, così belloccio com’era, con tutte le ragazze
che aveva avuto preferisse adesso storie omosessuali; e d’altronde, era sempre
stato un tipo curioso, si disse tra sé con un’impercettibile scrollata di
spalle.
Ma Remus…
Remus, lui che era sempre stato in un certo senso così perfettino, così calmo e
tranquillo, così… insomma, Remus no! Le piaceva tanto, possibile che Sirius si
dovesse accaparrare anche lui, che era un uomo?!
Trasportata
dall’indignazione, si alzò facendo schiantare la sedia a terra, con un gran
fracasso. I barlumi di conversazione tra i due amici si spensero per qualche
istante.
Poi fu
Sirius a parlare, battendo le palpebre ed ignorando sostanzialmente Tonks.
-Remus, che
dici, ci portiamo avanti con la pulizia della casa?-
-Ehm…- Remus
parve esitare, forse perché Tonks con aria basita osservava lo scambio di
battute dei due. Sirius rivolse al mannaro un brevissimo sguardo d’ira. Remus
si affrettò ad annuire, sebbene rapido affluisse il colore alle sue guance.
Tonks disse
ancora una volta qualcosa che suonò pressappoco come “depravati!” per poi
imboccare a passo di marcia l’uscita dalla cucina. All’interno di questa, Remus
sembrava parecchio sconsolato, e quando parlò la ragazza non s’era ancora
allontanata, e per la sua natura curiosa non poté fare a meno di udire l’ultimo
scambio tra i due.
-Senti,
Sirius, io non mi sento bene a sostenere questa situazione, devi parlarle!-
diceva Remus, ancora una volta agitato.
-Ma sì, è
meglio che pensi che tra noi due vada tutto bene per ora- Sirius invece,
spavaldo come sempre, parlava con voce rassicurante –le parlerò presto, e poi
parleremo noi due…-
Tonks si
sentì sull’orlo di uno svenimento, e con le orecchie cariche di uno strano
ronzio, e lo sguardo velato come dalla tipica nebbiolina londinese, barcollò
verso il salotto, dando inavvertitamente una spallata ad un lato della porta,
cui si appoggiò per non cadere del tutto. Troppo presa dalle sue elaborazioni
mentali, non sentì il grattare delle sedie spostate sul pavimento, e nemmeno si
accorse dell’uomo che si avvicinò a lei.
Almeno fino
a quando non le fu praticamente addosso, poggiando entrambe le mani ai lati delle
sue spalle, avvicinandosi a lei con lo sguardo grigio.
-Cuginetta…
credo che io e te dovremmo parlare-
Tonks era
stranamente combattuta. Il calore di Sirius non era così disgustoso, doveva
ammetterlo, e la sua vicinanza aveva un che di invitante… scosse la testa
violentemente.
Era suo
cugino, accidenti! Ed era anche gay! La ragazza deglutì.
-Sirius, non
voglio che tu pensi che io mi faccia problemi a vivere con voi…- cominciò,
decisa a tener testa al cugino e a non guardare quel sorriso che nonostante gli
anni e le dure prove attraversate, non mancava mai di fascino mascalzone.
Deglutì ancora una volta, mentre Sirius, immensamente divertito dalle sue
reazioni, piegò leggermente le braccia in modo da avvicinarsi ancora di più a
lei.
-… sì,
insomma, potete avere le abitudini che volete e non sarò certo io a farvi la
morale- disse risoluta, chiudendo gli occhi e imponendosi di immaginare una
landa ghiacciata in preda ad una tempesta di gelido vento artico (modo
fantasioso per allontanarsi mentalmente dal tepore emanato da Sirius).
-Mh-mh…-
disse lui, con voce roca, invitandola ad andare avanti.
-Ma per
quanto piac…- s’interruppe, mordendosi leggermente la lingua –sì, insomma. Non
trovo carino che tu ti comporti in questo modo con tua cugina-
-Oh, ma Tonks,
puoi davvero dire che siamo cugini? Per gran parte della tua vita sono stato
imprigionato ad Azkaban, non ti ricordavi nemmeno di me prima di quest’estate-
il respiro di Sirius era sempre più vicino alle sue labbra. Tonks alzò
leggermente la testa, rimanendo con gli occhi chiusi, sporgendo leggermente le
labbra in avanti, inevitabilmente catturata dal leggendario charme del
Malandrino. Sentiva il suo respiro vicinissimo, e forse avrebbe continuato ad
avvicinarsi, se l’improvviso, seppur lontano, colpo di tosse stranamente
conosciuto non l’avesse indotta a ritirare di colpo la testa, sbattendo
violentemente contro il muro, ed aprendo gli occhi di scatto.
Sirius, non
era come si era aspettata, con le labbra semichiuse in attesa di un bacio e
sicuro di sé come al solito: o meglio, le labbra ben disegnate erano davvero
semichiuse, ma gli occhi grigi, aperti, avevano un’aria tra il perplesso e il
divertito.
Disgustata,
Tonks lo spinse con violenza lontano da sé, ed il ragazzo, ridacchiando un po’,
si passò una mano tra i lunghi capelli neri.
-Merda, la
cuginetta ha ereditato il fascino della famiglia Black!- commentò con voce
roca. Allo sguardo furioso di Tonks ribatté mettendo avanti le mani –cioè,
stavi quasi per convincermi a baciarti sul serio. Mica roba da niente!-
E
approfittando del sicuro effetto paralizzante delle sue parole, sgattaiolò via
dal salone fischiettando e passandosi un’altra volta la mano tra i capelli,
andando a raggiungere il piano di sopra.
La
Metamorfomaga rimase qualche istante come ancorata al terreno, furore e terrore
insieme nel suo pallido volto, prima di realizzare quanto beffarde, insinuanti
fossero le parole del cugino.
-SIRIUSSS!!-
urlò, con una voce così potente che i vetri della casa sembrarono tremare.
In qualche stanza
al piano superiore, sentendo l’urlo, un certo lupo mannaro con le maniche della
camicia tirate fin sotto i gomiti ed un improbabile piumino in mano, guardò con
aria preoccupata l’amico di sempre.
-Non volevo
che soffrisse così, dopotutto…-
-Tranquillo,
Remus, so bene quel che faccio- rispose, fin troppo sicuro di sé, l’uomo
chiamato Sirius.
Tonks era
davvero furiosa. Come si permetteva, quello snaturato disgustoso di venire a
provocarla così, tradendo peraltro la sua dolce, anzi, dolcissima metà!
Rimettendo con violenza a posto dei libri abbandonati sul pavimento dell’ampio
salotto, era arrivata a una tesi: se Remus era innamorato di suo cugino, beh,
erano i suoi gusti ed andavano rispettati. Ma quel debosciato di Sirius, ne era
sicura, si stava approfittando di lui come voleva approfittarsi di lei! E quel
povero caro, costretto a vivere sotto lo stesso tetto di una persona che amava,
e che erroneamente pensava amasse lui?
Un pesante
libro le cadde sul piede, costringendola ad indietreggiare saltellando su una
gamba sola. Ma l’illuminazione era infine giunta.
Si prese di
coraggio, e con un cipiglio deciso abbandonò il salotto per salire a rumorosi
passi la scala che conduceva al piano superiore. Infine, fece letteralmente
irruzione all’interno di una stanza non molto ampia, trovando Remus seduto su
una poltrona, i capelli scompigliati, e Sirius appollaiato sul bracciolo di
questa, che gli circondava le spalle con un braccio.
Troppo tesa
dalla situazione, non s’accorse dello sguardo astuto di Sirius o di quello
piuttosto disgustato del lupo mannaro.
-Remus,
allontana da te quell’infido traditore!- tuonò con una voce sinistramente
simile a quella della madre di Sirius ritratta all’ingresso della casa, cosa
che sconvolse l’ex prigioniero. Infatti non fece una piega quando, con aria
sollevata, Remus lo spinse lontano da sé, facendolo cadere lungo disteso a
terra.
Sirius non
ci mise molto a riprendersi, ed intuendo cosa aveva in mente la cugina, non
trattenne il sorrisetto che gli affiorò sul volto scarno.
-Remus lui
ti sta prendendo in giro è uno sporco traditore ci ha provato con me non devi
fidarti di lui allontana il tuo cuore e i tuoi sentimenti finché sei in tempo!-
ecco, il discorso ordinato che Tonks si era preparata era andato a quel paese,
ed una lunga fila di parole piuttosto slegate tra di loro ne prese il posto.
Remus la
fissava sbigottito, e persino Sirius aveva perso il sorriso, rimanendo lungo
disteso per terra, stordito dalla raffica di parole di Tonks, che dal canto suo
si sentì davvero molto stupida.
Arrossendo
violentemente, si spostò una ciocca rosa acceso, dietro le orecchie, prendendo
a balbettare nervosamente, qualcosa a proposito di “dovevo avvertirti”,
guardando intensamente il pavimento della stanza.
Remus
arrossì a sua volta, cercando disperatamente di sistemarsi i capelli,
maledicendo dentro di sé con parole ardenti l’astruso piano ordito da Sirius.
Sì che sosteneva di essere ancora sano di mente; ma a lui in quel momento
sembrò lampante che Azkaban aveva risucchiato completamente il cervello
dell’amico. Ex amico, prese mentalmente nota.
Fu proprio
lui ad interrompere il silenzio con una teatrale risata, sebbene fosse rimasto
ancora inspiegabilmente disteso a terra. Un paio di occhi blu ed un paio di
occhi scuri si rivolsero basiti verso di lui.
-Cuginetta,
non mi ricambi il favore della respirazione bocca a bocca?-
Quella
battuta bastò a far afferrare a Tonks il piumino abbandonato sull’altro
bracciolo della scrivania e a lanciarglielo addosso, furiosa, insieme a tutti
gli altri oggetti che riuscì a reperire, mentre Sirius, tra le risate, si
riparava la testa con le mani.
-Come osi!
Non avresti dovuto tradire Remus!- urlò lei avvilita, mentre le risate di
Sirius aumentavano sempre più di volume. Infine sentì afferrarsi il polso da
una mano forte nel momento in cui cercava di lanciare un calice d’argento in
testa al cugino.
-Noi non
stiamo insieme, insomma!- tuonò Remus, così perentorio che gli altri due
rimasero pietrificati ed in silenzio. Il lupo mannaro si piantò davanti la
ragazza, nascondendo Sirius alla sua vista. Lei guardò smarrita gli occhi blu.
-Mettitelo
bene in testa, noi non stiamo insieme, era tutto un piano di quel… quel… quel
damerino lì!-
L’insulto
utilizzato da Remus, in contrasto con la sua voce furiosa, risultò così comico
che persino Tonks non poté fare a meno di emettere uno sbuffo di risata,
imitando Sirius. Remus scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli e
sorridendo a sua volta. L’atmosfera, senza motivo, improvvisamente, si era
alleggerita decisamente. E Tonks poté tornare a cercare quegli stupefacenti
occhi blu senza provare rimorso. Restò qualche istante a ridere di gusto, poi
si rivolse a Sirius, la voce nuovamente offesa.
-Però voglio
che il tuo amico sappia che razza di bastardo sei! Altro che respirazione bocca
a bocca! Tu hai…-
-…un difetto
professionale- concluse per lei Sirius, sistemandosi i vestiti stropicciati e
rivolgendole un sorriso scaltro –e ribadisco, non è colpa mia se hai ereditato
il fascino dei Black. Persino io mi sarei fatto abbindolare, come vedi-
concluse con tono amabile, battendole amichevolmente sulla spalla ed uscendo
dalla stanza.
Tonks guardò
Remus, che si limitò ad alzare le spalle.
-Ma è sempre
stato così, o dopo la prigione…?- chiese, picchettandosi con l’indice la tempia
parzialmente coperta dai capelli rosa.
-Sempre
stato così- confermò Remus, scotendo leggermente il capo –ad ogni modo, sappi
che io non volevo prendere parte a questa pagliacciata, ma in fondo non mi
sembrava onesto non accontentare quello svitato, sai, è pur sempre un amico
anche se fuori di testa-
-Ma perché
poi?- chiese ancora Tonks, grattandosi dietro la nuca ed inarcando le
sopracciglia –che motivo aveva?-
-Lui è fatto
così- ripeté Remus, stringendosi nelle spalle –fa le cose per divertimento. Ha
visto che avevi frainteso qualcosa, e ha reagito così-
Ridacchiarono
ancora un po’ tra di loro, poi fu ancora il lupo mannaro a parlare.
-Dai,
andiamo a raggiungerlo-
E con una
nuova, inevitabile complicità instauratasi tra di loro, Remus e Tonks discesero
le scale parlottando e ogni tanto sghignazzando ancora.
Nascosto ad
origliare nella stanza accanto, Sirius sfoggiò un ampio ghigno sul bel viso
circondato dai neri capelli. Il piano era riuscito alla perfezione, si disse,
stiracchiandosi e poi scendendo con aria appagata.
A parte il
divertimento immenso di vedere Tonks furiosa e Remus imbarazzato quasi fino
alla morte, quella complicità tra l’amico e la cugina auspicata da parecchio
tempo e che non sembrava volersi sviluppare, lo ripagava delle sberle e dagli
spintoni della ragazza.
E, ammise,
leccandosi le labbra, quel fugacissimo assaggio di Tonks era stato il giusto
pagamento dell’amico per essersi fatto immaginare in mutande disteso sul suo
letto.
Dopotutto,
Azkaban non avrebbe potuto incrinare ancora di più la già contortissima mente
di Sirius Black; si disse lui con una certa dose di orgoglio e auto
ammirazione.
***
Ecco qui la
parte finale! Rileggendola mi rendo conto che qualche circuito dev'essersi fuso
nella mia mente O_o ma vabbè... fatemi sapere che ve ne pare.
Intanto
volevo ringraziare moltissimo la mia carissima Reiki,
di cui temevo una reazione tipo "fuciliamo la Shaida seduta stante"
che grazie al cielo non è avvenuta XD; A
Crazycotton, grazie mille anche a te, spero ti piaccia anche la
seconda parte!, e Sivena: ti
ringrazio davvero tanto per i complimenti... quanto all'ambientazione ti dirò,
in realtà sono d'accordo con te... ma ho preferito immaginare i personaggi in
un'epoca in cui li potevo rappresentare soli soletti a Grimmauld Place... per i
caratteri troppo spensierati, prova a vederla soltanto come un momento di svago
a cui hanno diritto, porelli ^_* purtroppo il problema delle storie senza un
vero contesto è questo!
Ringrazio
infine coloro che hanno solo letto la storia, e chi recensirà e leggera
quest'ultimo capitolo. Grazie davvero!
§ Shaida §