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Autore: Nami88    11/03/2013    10 recensioni
L'arrivo di una lettera, una rimpatriata con un vecchia conoscenza e una nuova occasione per Nami e Zoro per scoprire la loro complicità dopo due anni di lontananza.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno successivo Bibi, Nami e Robin furono le prime  a svegliarsi all’alba. Si erano tutti addormentati verso le tre del mattino… in quel momento erano le sei e stava albeggiando quindi non avevano dormito molto. Si erano svegliate perché un raggio di sole dalla luce ancora bianca era penetrata negli occhi di Nami che poi mugugnando aveva svegliato Bibi e Robin. I gabbiani avevano iniziato il loro viavai mattutino tra la costa e il cielo aperto.
Si erano tutti addormentati sulla spiaggia, non in casa e non nelle rispettive tende. Aprendo gli occhi avevano trovato Rubber seduto sulla sua sedia con il collo appoggiato allo schienale se non che forse era scivolato troppo indietro e la testa ciondolava a terra all’indietro toccando la sabbia. Le braccia erano lasse ai fianchi e la bocca aperta ronfante. Nami rabbrividì. Non era la prima e la più bella immagine che una persona doveva vedere al mattino appena sveglia; decisamente no. Zoro e Sanji erano seduti e appoggiati con la testa sulla tavola: Zoro con la testa appoggiata di lato, anche per lui bocca aperta, e Sanji con le braccia incrociate e la testa affossata in mezzo. Chopper dormiva sulla sabbia nella sua forma animale con Usop seduto e appoggiato a lui, mentre Franky e Brook erano appoggiati di schiena uno all’altro, anche loro seduti a terra. Il sacerdote doveva essere entrato in casa insieme alla servitù. Gli avevano fatto prendere una sbronza… Nami scosse la testa e poi si alzò. Dhakir era vicino a Bibi, su una sedia e dormiva composto a braccia conserte. Quando Bibi si svegliò gli diede un bacio sulla fronte, lui non si mosse e sorrise. Nami sorrise a sua volta ma sentì un’ondata di malinconia travolgerla. Le loro fedi luccicavano alla luce fresca dell’alba.
Rientrarono in casa per farsi una bella doccia e bere tanto, tantissimo caffè. Decisero di non svegliare i ragazzi perché più tardi avrebbero dovuto preparare tutto per tornare alla Sunny ed era meglio che si riposassero quanto più possibile. Tornate alla spiaggia, un paio d’ore dopo, Nami cominciò a svegliarli tutti uno ad uno con l’aiuto di Robin. Anche loro si svegliarono, chi più chi meno lentamente, e rientrarono per sistemarsi in previsione del lavoro. Le facce erano distrutte, tipiche di una nottata da leoni.

Entro sera l’accampamento era smontato. Tutti stanchi, erano pronti a ripartire.
La coppia di novelli sposi salutò i ragazzi uno ad uno, e a coppie, grazie alla Mini Merry 2 cominciarono poco alla volta a tornare alla nave.
Nami fu l’ultima volontariamente. L’abbraccio più caloroso a Bibi spettava a lei
Franky, il comandate ufficiale della piccola Merry, aspettava a qualche metro dalla riva.

Il sole e il cielo cominciarono ad assumere un colore rosato, sempre più intenso.
« Bibi… » prendendole le mani e sorridendo.
« Nami… » la tirò a sé e l’abbracciò forte.
Nami non riuscì a trattenere le lacrime.
« Non piangere amica mia. Non è da te » sorrise Bibi con gli occhi lucidi.
« Lo so… ma chissà quando ci rivedremo… »
« Ti capisco… Vedrai, ci saranno altre occasioni. »
« Non molte temo. »
Restarono abbracciate ancora per un po’.
« Grazie di tutto. Davvero. »
« No Nami, grazie a voi per essere venuti. Non potevate farci un regalo più bello. È stato tutto perfetto, come lo desideravamo, e per merito vostro lo definirei speciale. Ah! Dimenticavo di farti leggere questa. L’ho ricevuta da Higaraam… »
Consegnò a Nami un foglio piegato in quattro.

Carissima Bibi,
sono molto spiacente dell’accaduto riguardante le fedi. Vedi, io non volevo dirti che le avevo perdute e ho inventato la scusa della caccia al tesoro per far sì che voi ragazzi le trovaste.
Non ricordo come è potuto succedere. Ricordo solo che una sera ero fuori, in veranda, con le fedi in mano pensando a quanto siete cresciuta e a quanto sarebbe stata triste la vita a palazzo una volta che vi sarete trasferita, quando improvvisamente le fedi si sono come illuminate. Prima che me ne rendessi conto mi sono ritrovato a correre loro dietro in mezzo alla foresta. Svolazzavano come due lucciole impazzite.
Nel buio sono scivolato giù per un lungo tunnel e mi sono ritrovato sottoterra.
Ogni speranza era perduta. Avevo perso le fedi e non sapevo come tornare in superficie, quando quella notte stessa ecco ricomparire la stessa luce. Non so come, erano le fedi. Avevano una loro vita. Sembrava volessero che le seguissi e così ho fatto. Sono giunto in fondo la galleria dopo una notte e un giorno interi di cammino e, quando finalmente pensavo che ne sarei uscito, mi sono trovato in un vicolo cieco. Le fedi brillavano sopra una pozza di acqua salata. Capii quindi che dovevo usare quel collegamento col mare per uscire. Mi sentii sollevato. Lì sotto era caldo, e avevo fame e sete, e non sapevo più se stavo sognando o se ero lucido e tutto quello stava accadendo davvero.
Feci per allungare una mano ed afferrare gli anelli che restavano galleggianti nell’aria ma non feci in tempo perché, non so come o cosa fosse, velocemente una fiammella uscì e le fedi smisero di brillare. Restarono sospese ancora una manciata di secondi, il tempo che impiegò la fiammella dorata per emettere una sorta di tintinnio e poi sparire come una fiaccola spenta dal vento. Appena sparita, le fedi smisero di galleggiare e caddero in acqua. Pensai di fare in tempo ad afferrarle ma mi sbagliavo, così caddi in acqua. Nuotai più veloce che potevo per afferrarle ma cadevano giù, giù e ancora più giù. Feci il possibile ma ad un certo punto cominciò a mancarmi il fiato e dovetti cercare una via d’uscita. Resomi conto che mi trovavo nell’ennesimo tunnel lo seguii e finalmente tornai in superficie.
Mi dispiace di non avertene parlato subito ed apertamente ma credevo non mi avreste creduto. Ho deciso di farlo solo dopo che mi hai raccontato la storia di Nami e dello spadaccino. Allora non avevo sognato.
Mi sono informato e ho scoperto che c’è una leggenda o una storia popolare, la quale racconta che uno spiritello dorato vigili su quest’isola da tempi immemori e si diverta ad unire le coppie destinate a stare insieme. Tu e il principe siete giù uniti, e se è vero che un destino esiste, tutta questa caccia al tesoro e queste peripezie non erano per voi. Erano per qualcuno che sarebbe arrivato per voi.

Ti porgo i miei saluti cara Bibi, ci vediamo presto qui a palazzo. Tutti vi aspettano con ansia.

Higaraam.

« Perché mi guardi così? » chiese Nami diffidente sollevando gli occhi dalla lettera.
« Lo spiritello… le fedi… »
« Perché non mi piace quello che stai cercando di dirmi? »
« Nami, appare solo a chi è destinato. »
« PFFF! E che c’entra Higaraam… andiamo Bibi! Sempre ammesso che uno “spiritello” esista, poteva succedere a chiunque altro… è successo a me e a Zoro perché eravamo fuori in quel momento. Mentre lo “spiritello” era in vena di scherzi… ma non sarebbe cambiato niente se ci fossero stati, che ne so, Rubber e Usop! »
« Higaraam non era altro che il mezzo in previsione del vostro arrivo… e le fedi non sono altro che un simbolo… »
« Ma cosa stai dicendo… »
« Ti ho visto durante la cerimonia… i tuoi occhi parlavano da soli. »
Lo sguardo di Nami si rivolse velocemente alla Sunny.
« No Bibi, io- »
« Nami » la interruppe. « Non avere paura dei tuoi sentimenti. Lascia stare la leggenda. Credi solo a quello che ti dice il tuo cuore, e quello in cui tu vuoi credere. Niente mi farebbe più felice del sapere che anche tu lo sei. »
Nami non disse nulla.
« Ora vai, ti stanno aspettando e ormai è il tramonto » stringendola di nuovo.
« S-Sì… d’accordo. »
Nami salutò entrambi, mentre Franky cercava di avvicinarsi quanto più possibile alla riva senza incagliare la capretta.

Era giunto il momento di ripartire.
Ogni volta c’era sempre qualcuno da salutare e ogni volta era sempre difficile. Sì, era un arrivederci, ma assomigliava di più ad un addio per quanto tempo sarebbe passato prima che si potessero rivedere di nuovo. La Sunny gongolava sulle onde mentre si allontanava e le spiagge tropicali erano sempre più distanti. Il sole tramontava nel mare arcobaleno per l’ultima volta. I ragazzi erano dentro a dormire, ormai lo avevano visto così tante volte che non gliene importava più tanto. Nami invece decise di restare fuori, immersa nei suoi pensieri. In giardino, seduta sull’erba.
Quella dannata spalla le dava qualche noia e le parole di Bibi risuonavano in testa:


“Mi sono informato e ho scoperto che c’è una leggenda o una storia popolare, la quale racconta che uno spiritello dorato vigili su quest’isola da tempi immemori e si diverta ad unire le coppie destinate a stare insieme. Tu e il principe siete giù uniti, e se è vero che un destino esiste, tutta questa caccia al tesoro e queste peripezie non erano per voi. Erano per qualcuno che sarebbe arrivato per voi.”

« Perché mi guardi così? »
« Lo spiritello… le fedi… »
« Perché non mi piace quello che stai cercando di dirmi? »
« Nami, appare solo a chi è destinato. »
« PFFF! E che c’entra Higaraam… andiamo Bibi! Sempre ammesso che uno “spiritello” esista, poteva succedere a chiunque altro… è successo a me e a Zoro perché eravamo fuori in quel momento. Mentre lo “spiritello” era in vena di scherzi… ma non sarebbe cambiato niente se ci fossero stati, che ne so, Rubber e Usop! »
« Higaraam non era altro che il mezzo in previsione del vostro arrivo… e le fedi non sono altro che un simbolo… »
« Ma cosa stai dicendo… »
« Ti ho visto durante la cerimonia… i tuoi occhi parlavano da soli. »
« No Bibi, io- »
« Nami non avere paura dei tuoi sentimenti. Lascia stare la leggenda. Credi solo a quello che ti dice il tuo cuore, e quello in cui tu vuoi credere. Niente mi farebbe più felice del sapere che anche tu lo sei. »

Nami scosse la testa, quell’idea doveva uscire da lì dentro.
Poi le tornò in mente quel momento con Zoro, dentro l’acqua. Di nuovo scosse la testa, imbarazzata e infastidita.
Ringhiò ma non servì a niente. Allora sospirò sconsolata e gettò indietro la testa osservando le nuvole giallognole che correvano su un cielo arancione e rosa.
“Non sono pronta” pensò con amarezza. “Io… vorrei, credo. Ma ho paura. Non sono pronta”.
Respirò a pieni polmoni quella meravigliosa brezza calda e gentile, ma allo stesso tempo fresca e frizzante. Nell’aria c’era un profumo inebriante, e sorrise. Le scaldò il cuore.
Quando risollevò la testa, davanti a lei, lontano a prua vide Zoro appoggiato al parapetto, sporto verso il mare. Si stupì.
Decise di raggiungerlo, dopo alcuni momenti di indecisione.

Lo affiancò e si sporse, come stava facendo lui, a guardare l’acqua tagliata dalla chiglia. Zoro non si voltò. Continuò a fissare l’arcobaleno marino che svaniva man mano che si allontanavano dalle coste dell’isola.
« Ti fa male? » chiese, osservando poi l’orizzonte, dritto davanti a lui.
« Bene non fa. »
« Ti passerà presto. »
« Lo spero. Ad ogni modo ho sopportato di peggio. »
Stranamente, non c’era bisogno di molte parole quando erano assieme. Paradossalmente, sembrava che con tutto quel silenzio si stessero in realtà dicendo milioni di cose.
Non era necessario parlare, specialmente perché quando lo facevano per qualche recondita ragione finivano per discutere. Meglio allora stare in silenzio, con il quale potevano esprimersi altrettanto bene.
Zoro poi si voltò a guardarla  e Nami, con sguardo interrogativo, contraccambiò. Si stava rendendo conto che a volte sapeva essere terribilmente stupido ma, altre volte, con un solo sguardo poteva essere terribilmente profondo. Le piaceva. Le piacevano entrambe le cose.
Zoro si rivolse di nuovo verso l’orizzonte accennando un sorriso sghembo. Da lì arrivava la corrente marina che li avvolgeva come fossero sopra il pennone della nave. Chiuse gli occhi e inspirò.
« Lo senti? Caldo e dolce » chiese Zoro a Nami.
Per attimo Nami non capì, ma presto realizzò a cosa si riferiva e sorrise a sua volta. Lo sentiva anche lei.
« Sì. Ma non è più… fresco e inebriante. Lo sai cos’è… vero? »
« Profumo d’estate » sorrise, voltandosi verso di lei.
Nami s’illuminò: « Sì, profumo d’estate. »
Se lo ricordava.

« Beh, io torno dentro » disse Zoro allontanandosi.
Nami restò lì, ferma immobile mentre lui con le braccia conserte dietro la testa si allontanava.
« Ah Nami » si voltò. « La sai una cosa? »
« Che cosa? »
« Forse ti sposerei… un giorno » sorridendo.
Non stava scherzando. Nami conosceva quello sguardo.
Non seppe che rispondere, ma Zoro non si aspettava risposte e riprese il suo cammino per andare sottocoperta.
Improvvisamente i passi pesanti e frettolosi di Nami, scanditi dai tacchi sul legno, lo fecero voltare e quando si voltò se la ritrovò lì, davanti a lui. Ansimante e con sguardo serio quanto determinato.
« Cosa- »
Non fece in tempo a domandarle cosa volesse. Nami gli saltò al collo e lo baciò.


Profumo d’estate………. O profumo di Zoro? O profumo di Nami? Non aveva molta importanza. Era il profumo di ciò che più di ogni altra cosa riempiva il loro cuore.








E poi, con un unico tuffo, il sole si spense nel mare blu e il cielo si tinse di nero e di stelle nascondendo quell’attimo di follia.

Fine.







Bene, carissimi e carissime.
Questo era l'ultimo capitolo. Spero vi sia piaciuta questa fanfic profumosa xD
Spero abbiate colto il vero senso del profumo d'estate ;)
Mi spiace di averci messo così tanto nel mettere l'ultimo capitolo.
Attualmente sto lavorando ad un'altra fanfic ma come al solito chissà quando riuscirò a finirla e pubblicarla (~°.°)~
Posso solo dirvi che sarà molto alternativa e originale, per questo mi ci voglio impegnare a fondo ancora di più di quanto non faccia di solito. Deve lasciarvi davvero a bocca aperta.
Nel frattempo vi ringrazio infinitamente per tutte le recensioni (davvero tantissime e non me l'aspettavo assolutamente) e per l'affetto che continuate a dimostrare a me e alle mie storia anche dopo tanti mesi/anni!
un bacio e a presto!!
   
 
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