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Autore: Crysty    14/03/2013    0 recensioni
Ha luogo alcuni anni dopo la fine del gioco. Quistis e Seifer, attraverso una girandola di eventi, si ritrovano l'uno nel cammino dell'altra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Seifer Almasy
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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WISHES
scritta da Crysty, tradotta da Erika, Giuditta e Alessia Heartilly
Capitolo 5: Dolce resa

Tre mesi dopo
Le conferenze di pace si erano concluse una settimana prima, e lui ancora non era a casa.

Scocciata, Quistis camminava su e giù per il suo ufficio, guardando il minaccioso giornale del mattino con paura. Non l'aveva ancora aperto, ma ora aspettava praticamente ogni giorno che ci fosse un qualche annuncio di un'elezione di Deling a senatore o rappresentante a Galbadia... e del fatto che lui avesse accettato.

E se avesse accettato? Dove sarebbe stata lei allora?

La preoccupazione le torceva lo stomaco.

Si guardò allo specchio che aveva appeso solo poche settimane prima, esaminò il suo viso stanco, gli occhi tristi. I capelli erano raccolti come al solito, ma sembravano più trascurati.

"Sembri così sola..." disse alla sua immagine.

Tesoro, tu SEI sola...

Sola. Prima le era sempre piaciuto il suono di quella parola. Aveva un sapore d'indipendenza e libertà. Pace.

Ma quando la propria pace dipendeva da un'altra persona, e quella persona non voleva... beh, era un tipo diverso di solitudine.

Il tipo di solitudine che faceva male.

Si chiese se lui valeva davvero tutta l'angoscia che lei gli aveva dato. La maggior parte delle volte concludeva che non era così, ma la razionalità non aveva alcuna influenza sul funzionamento del suo cuore.

Il suo cuore. Poteva essere possibile che lui ci fosse così vicino, quando non aveva davvero mai fatto altro che cucinare la cena? Solo all'inizio, si ricordò. Verso la fine, quando era impegnato con le negoziazioni, beh, i doveri verso la società erano al primo posto... e una moglie che non lo apprezzava era scesa al secondo.

Se era possibile, lei poteva anche... sospettare di essere innamorata di lui.

Innamorata di Seifer? Era anche più improbabile che essere sposata con lui. Ma quando accade un evento impossibile, beh, di solito c'è qualcosa nell'aria, e la cosa impossibile successiva sembra allungarsi così più vicina alla realtà, a bagnarsi della luce della verità...

Quistis si riscosse da quelle riflessioni pericolose. Finché non lo considerava mai, sapeva che non sarebbe mai stato vero. Lei era una donna di parola. Quando diceva che qualcosa era in un certo modo, era così.

Non aveva mai detto di non poter mai amare Seifer Deling, però.

E non osava dirlo adesso.

Lui stava semplicemente nel mezzo, sempre più bello, affascinante ed elusivo.

Lei si mangiava le sue immagini nei giornali e nei telegiornali, desiderava solo poterlo vedere di persona. Si sentiva sola. Le mancava la sua compagnia a cena... i tentativi mancati di scherzare che lui faceva ogni tanto... le mancava il giovane uomo civettuolo e socievole che si era gettato tra le braccia della Preside, chiedendole di sposarlo ad ogni conversazione.

Che le mancasse non era davvero una sorpresa. Immaginava che la coerenza portasse affetto... e vederlo era un segno del... presente. In quel momento... era bloccata nel...

Passato.

Il suo passato davvero molto solitario. Quei tre lunghi anni dopo Artemisia. Sola.

La stessa parola che aveva dato inizio ai suoi pensieri.

Non voleva più essere sola.

*~*~*~*~*

"Senatrice Leonhart," rispose lei.

Quistis deglutì. "Rinoa?" disse, provando il nome sulla lingua. Era passato così tanto tempo da quando l'aveva detto.

"Quistis! Oh, come stai? Quando Seifer ha iniziato tutta questa faccenda della pace volevo chiamarti per chiederti di uscire... sono sicura che tu ti senta un po' sola lì senza nessuno..." iniziò Rinoa.

Quistis rise. Questo era il motivo per cui Squall la amava, e per cui lavorava in politica. Sapeva capire tutto al volo. "Beh, l'ho fatto prima io."

Rinoa si rallegrò tra sé e sé quando sentì un tono di cordialità e calore nella sua amica, e sorrise contro la cornetta. "Quindi pensavo, forse questo fine settimana? Porterò la Lagunarock e Selphie, e andremo a farci un giro..."

Quistis rise. "Io chiamo, e sei comunque tu a invitarmi fuori. Va bene."

Rinoa sorrise. "Grandioso."

Quistis stava per riattaccare, ma venne interrotta. "Quistis?"

"Sì?" rispose lei.

"Indossi ancora quello che usavi una volta?"

"No, solo la mia uniforme SeeD."

"Porta la carta di credito. Andiamo a fare spese."

Quistis si accigliò mentre Rinoa rideva e interrompeva la telefonata, tornando al lavoro con più alacrità del solito.

*~*~*~*~*

Quistis si agitò, a disagio nel suo vecchio abito rosa-arancio che indossava una volta. Voleva usare il suo equipaggiamento da battaglia, ma sapeva che era troppo casual. Ma l'abito era ridicolo. Si chiese perché le fosse mai piaciuto quel colore. È così... effeminato.

Sei una donna, Quistis.

Rabbrividì a quel pensiero.

Una donna... quand'era l'ultima volta che si era sentita una donna? Con Seifer lontano, le possibilità di provare quella sensazione erano peggio di quelle che gli asini volassero o che l'inferno si congelasse.

La Lagunarock atterrò senza problemi davanti al Garden di Trabia, e Quistis osservò il portellone che si apriva. Rinoa scese correndo, e si gettò tra le braccia di Quistis...

Quistis, imbarazzata, mise le braccia intorno a Rinoa e ricambiò l'abbraccio.

Contatto umano. Che cosa meravigliosa e strana. Quistis non si era mai accorta di quanto fosse belo toccare una persona... le persone si muovevano nelle sfere della loro vita senza conferma tattile che altre persone sapevano della loro esistenza... lei lo aveva fatto per anni...

Permise a Rinoa di prenderla a braccetto e di portarla alla cabina di pilotaggio, dove Selphie si alzò per abbracciarla a sua volta. "Non sai quanto sono stata felice quando Rinoa mi ha detto che saresti venuta con noi questo fine settimana!"

Quistis sorrise. Il gesto era ancora un po' arrugginito e leggermente imbarazzante, ma stava migliorando.

"Quindi... ehm... dove andiamo?"

Rinoa sorrise misteriosamente. "Ci imbucheremo in una festa..."

Quistis rise. "State scherzando."

"No invece!" sorrise Selphie.

"È una di quelle festicciole di Zell, o è tipo un picnic al mare?" disse Quistis.

"È una festa piuttosto grande."

Quistis spostò il peso, a disagio. "Sapete, ragazze... non posso andare vestita così!"

"Ecco perché si fa shopping..." rispose Selphie. "Senti, non comincerà fino alle otto o alle nove, ed è solo mezzogiorno. Andremo a pranzo a Winhill e parleremo con la sarta che c'è là. È davvero brava in queste cose, ed è molto veloce."

Selphie mise in moto la Lagunarock, e Quistis si accigliò. "Non penso che sia una buona idea. Voglio dire, sapete da quanto tempo non sto con voi e volete buttarmi in una vera situazione sociale? Non rimango per molto nemmeno alle feste del Garden..."

"È una festa in maschera... quindi non devi preoccuparti. Puoi nasconderti se vuoi, ma sarà divertente!" disse Selphie.

Quistis guardò Rinoa.

Rinoa sorrise. "Eddai, Quistis. Ti abbiamo aspettato tanto. E lo stesso tutti gli altri. Non è ora che mostri a tutti quanto apprezzi la loro pazienza?"

Quistis si imbronciò e guardò fuori dal finestrino. "...Chissenefrega... ma se mi fate vestire di rosa, giuro che guiderò io stessa la Lagunarock fino a Trabia."

*~*~*~*~*

Arrivarono al Palazzo Presidenziale di Esthar prima di scendere dal loro trasporto. Rinoa e Selphie la affiancarono da entrambi i lati, prendendola a braccetto entrambe.

Selphie aveva un abito rosso fuoco, Rinoa blu reale, e Quistis color oro.

Il raso dorato le faceva sembrare la pelle di marmo bianco, accentuava i punti dorati nei suoi occhi violetto, e sottolineava le ciocche più chiare dei capelli. Una tiara di diamanti e delle forcine le legavano i capelli in modo affascinante. Orecchini di diamanti le luccicavano ai lobi. Quand'era l'ultima volta che aveva indossato degli orecchini?

Afferrò le mani delle sue amiche e cercò di tornare indietro. "Non sono sicura che sia un gran bella idea."

"Nasconditi semplicemente con la maschera se ti senti a disagio."

"E se mi mette a disagio la maschera?" chiese, fissando con durezza la mascherina piena di piume e lustrini che le avrebbe nascosto tutto tranne le labbra e il mento, se avesse deciso di indossarla. Se la mise, legando il fiocco di seta dorata stretto dietro la testa, sperando che non cadesse.

Entrarono nel Palazzo, e Quistis notò quanto la residenza fosse notevolmente immutata dalla sua ultima visita di così tanti anni prima. Seguirono la folla in una sala da ballo di marmo verde e nero, illuminata da un candelabro che, si diceva, era fatto di diamanti veri.

Quistis si sentì trascinata dalle sue amiche e quindi camminò più in fretta, prestando comunque attenzione ai suoi scomodi sandali nuovi. Rinoa ovviamente venne riconosciuta con facilità, e quindi venne salutata. Scambiò qualche commento di cortesia qua e là, e Selphie inventava scuse appropriate per continuare a muoversi. Sembrava che lo avessero già fatto.

A Quistis girava la testa nel labirinto di maschere, e si chiese dove esattamente la stessero portando le sue compagne. Forse era una fortuna per Rinoa e Selphie, perché se Quistis l'avesse saputo, scarpe scomode o meno, sarebbe uscita di lì e avrebbe guidato la Lagunarock a velocità folle.

"Rinoa!"

Quistis incontrò gli occhi di Selphie e stava per alzare gli occhi al cielo per l'inizio di un altro banale scambio di commenti su qualcosa di politico di cui non aveva nessuna idea, ma notò il luccichio di malizia negli occhi di Selphie.

"Rinoa! Selphie!"

La seconda volta che udì la voce la identificò senza errore. Lo sguardo felice e colpevole negli occhi di Selphie lo confermò, e si rifiutò di voltarsi ad affrontare la persona che stava ora salutando la sua ormai ex amica.

"Seif!" Rinoa lo abbracciò per salutarlo. Selphie lo abbracciò a sua volta.

"Pensavo che non veniste perché Squall stasera era impegnato con l'esame SeeD," disse lui.

"Beh, ho cambiato idea... è successo qualcosa..." Rinoa indicò la donna bionda in piedi accanto a lei, che guardava ovunque tranne che lui.

Seifer fu colto di sorpresa, ma non disse nulla. "Ehm..." Seifer si avvicinò a Rinoa. "Rinoa, non so cosa stai cercando di fare, ma..."

"Seif, posso spiegare..." disse Rinoa.

Seifer non si preoccupò delle spiegazioni, e guardò la giovane donna. "Eh, mi scusi, signorina...?"

Quistis si voltò esitante verso di lui, sperando che le ombre della maschera le nascondessero abbastanza bene gli occhi. Oh, era affascinante. Si mangiò con gli occhi suo marito, in carne ed ossa. Aveva in mano un domino nero che le stava allungando. "Lauryn va bene..." disse lei a voce più bassa, offrendogli la mano destra, nascondendosi dietro la schiena quella con l'anello.

Perfetto, rifletté lui. "Che coincidenza. Il secondo nome di mia moglie," disse con enfasi. Il modo in cui questa Lauryn lo stava guardando... era sicuro che lei fosse assolutamente bellissima sotto la maschera, ma a lui non importava.

Rinoa guardò delusa Quistis, e poi Selphie. Selphie scrollò le spalle. Lascia che faccia come vuole.

Quistis sorrise ironicamente, e cercò di nascondere il divertimento per il suo ovvio tentativo di respingerla. Era da un po' che non giocava. Aveva mai giocato? Si chiese se era brava a farlo. Valeva la pena fare un tentativo. E lui era un debito con lei. Parecchio. "Lei è qui?" Fece un passo avanti.

Rinoa sbarrò gli occhi, poi fece l'occhiolino a Selphie che le rivolse un enorme sorriso.

"Uhm... no."

"E perché la signora Deling vorrebbe mai stare lontana da te?" chiese con un sorriso furbo.

Da qualche parte nelle ombre della maschera, lui vide il luccichio di divertimento nei suoi occhi. Lui si accigliò. "È occupata."

"Glielo hai mai chiesto?"

Silenzio. "Non è quello il punto."

"Io penso che sia esattamente quello il punto," annunciò, usando le labbra piene e la lingua per lanciargli una magia di seduzione.

Non funzionò. Seifer la guardò con rigido divertimento. "Se mi scusate, Rinoa, Selphie... signorina Lauryn," disse freddamente.

Si voltò si allontanò velocemente.

Quistis guardò suo marito sparire tra la folla, e si voltò verso le sue amiche. "Potreste spiegarvi?"

*~*~*~*~*

Più tardi, quella sera, si sentì osservata. Si voltò per vedere che era lui a guardarla. Sollevò il suo bicchiere di champagne come per un brindisi a lui, e accettò di ballare con il primo uomo che glielo chiese.

Aveva spostato la fede nuziale, togliendola da sopra i guanti da ballo e infilandola sotto, perché restasse coperta.

Con la protezione della maschera, poteva guardare suo marito quanto voleva, tracciare quel profilo, baciargli il corpo con gli occhi. Lui poteva averla scoperta qualche volta, quindi lei gli aveva semplicemente sorriso, e lo aveva visto accigliarsi.

Lui rifiutava assolutamente di ballare con tutte le signore nella stanza. Gliene era stata presentata più di una, alcune persino più audaci di lei. Ma lui aveva semplicemente scosso la testa e aveva mandato via le donne.

Selphie si unì a lei sul balcone, dove Quistis guardava Seifer senza farsi scoprire da lui.

"Fa sempre così?" rifletté ad alta voce Quistis.

"La maggior parte delle volte. Balla solo con Rinoa e me, e a volte la ragazza di Zell. Non gli piace ballare con nessun'altra."

Quello era strano. Ballava con tutte a Trabia.

"Dove abita adesso, ora che la conferenza di pace è finita?"

"Sta sistemando le cose a Deling, e quindi rimane alla Residenza."

"Ah..."

"Sai, non parla mai di te... nel bene e nel male. Gli chiediamo come stai, e lui dice che dovremmo chiederlo direttamente a te..."

"Lontano dagli occhi, lontano dal cuore..." rispose Quistis.

"Io non penso, e capisco che non lo pensi neanche tu," rispose Selphie. Alla fine, affrontò quello a cui aveva pensato tutta la sera. "Perché non gli hai semplicemente detto che eri tu?"

"Non sono pronta," rispose Quistis.

"Sembravi più che pronta quando parlavi con lui."

"Perché ero un'altra persona. Non ero io. Era qualcuno che voleva solo dargli quel che merita..."

"Penso che tu abbia colpito un nervo scoperto... ma sta soffrendo, Quistis."

Quistis guardò gli occhi tristi di Seifer che osservavano le coppie danzanti. "Posso capirlo."

Rinoa ora stava ballando con Laguna, parlando del più e del meno.

Selphie picchiettò la spalla di Quistis, e fece un gesto verso l'ingresso, dove un imbarazzato Squall in frac entrava nel salone.

Quistis non poté evitare di sorridere. Il premuroso e romantico bastardo... ehm... marito... si corresse infelice.

Squall si fece strada verso la coppia che ballava. Laguna lo vide per primo quando era a metà stanza, ma non lo diede a vedere.

Quando Squall arrivò da loro, picchiettò dolcemente sulla spalla di Rinoa. Lei si voltò stanca, ma quando incontrò i suoi occhi il suo viso si illuminò improvvisamente e si gettò contro di lui. Laguna diede una pacca sulla schiena a Squall, e lasciò la coppia alla loro felice riunione.

Quistis tornò a guardare Seifer, e vide la sua espressione desolata, la mascella rigida per la frustrazione. Poteva essere che lui si sentisse come lei? Frustrato nell'essere solo?

Non aveva mai pensato che lui potesse sentirsi solo. Aveva sempre con sé qualunque tipo di compagnia. Stava sempre parlando con qualcuno, facendo ridere qualcuno.

Ma lì nell'angolo, immusonito come una volta aveva visto immusonito Squall, Seifer Deling sembrava un solitario.

"Scusatemi, ma credo che ci sia un'adorabile giovane donna che non vedo da molto tempo qui fuori..."

Le ragazze si girarono verso la porta. Laguna si avvicinò a Quistis. "Lady Deling. Benvenuta nella mia umile dimora."

Lei fece la riverenza. "Presidente Loire. Sono molto felice di incontrarti di nuovo."

"Non quanto me. Mi scuso per la mia presentazione, ma mia nuora se l'è lasciato sfuggire. Ti assicuro che la tua identità è sconosciuta alla maggior parte dei partecipanti."

Quistis sorrise. "Grazie."

"Ora, posso chiedere alla figlia di uno degli uomini più ammirevoli che ho mai conosciuto se balla con me?"

*~*~*~*~*

Lei non avrebbe dovuto turbarlo, ma invece lo faceva. Seifer guardò la bellissima signorina Lauryn mentre veniva scortata sulla pista da ballo al braccio del Presidente di Esthar. Era evidentemente una conoscente stretta del Presidente.

Non aveva mai sentito parlare di una signorina Lauryn... mai. Era in qualche modo una parente di Quistis? Avevano i capelli dello stesso colore... anche se non era sicuro degli occhi. La forma delle labbra... non ne era sicuro, perché lei era tutta sorrisi.

Lui preferiva la taciturna e fredda. Come sua moglie.

Pensava a lei ora più che mai. Sapeva che avrebbe almeno dovuto invitarla a queste cose... ma sapeva sempre la risposta, e il dolore nel riceverla davvero era troppo... acuto.

Squall e Rinoa si unirono a lui, come Selphie. "Come stai stasera, Seif?"

Seifer sorrise a Squall. "Con il cuore spezzato come sempre..."

"Hai deciso di non goderti i sorrisi della giovane signorina Lauryn, eh?" disse Squall.

Seifer si imbronciò ancora di più. "Non ne ho mai sentito parlare. Dove l'hai trovata?" chiese a Rinoa.

"Si potrebbe dire che lei ha trovato me," rispose lei.

"Non mi piace."

"Che cosa c'è che non piace?" Selphie alzò gli occhi al cielo. "Sei solo scocciato perché è fantastica e tu sei sposato."

"Non è il mio tipo."

"Allora qual è il tuo tipo, se posso chiederlo?" chiese una nuova voce dalla folla.

Nel corso della conversazione, il loro argomento aveva finito il ballo con Laguna, e si era avvicinata al gruppo.

Seifer spostò gli occhi arrabbiati su quelli di lei. "Il mio tipo di donna è forte, cocciuta e assolutamente maleducata. Non è un ornamento che luccica e brilla, ma è una delle più belle donne al mondo."

"Le persone che parlano di bellezza interiore mentono solo a se stesse..." rispose disinvolta Quistis.

"E le persone che degradano gli altri sono gelose," sbottò lui, guardando i suoi amici mentre parlava. "Senti, so che il mio matrimonio non è perfetto, ma farò a modo mio."

"E il modo tuo include lasciarla a casa mentre te ne vai in giro per il mondo conversando con misteriose donne mascherate?" domandò Quistis.

"Per tua informazione, signorina, non ti ho avvicinata in nessun modo stasera."

E quella era la cosa più incomprensibile. "Che cosa c'è di così speciale in lei, comunque?" chiese lei frustrata. "È una stronza, una sgradevole regina di ghiaccio che non sta bene con nessuno..."

"...E io la amo!"

Lo guardò negli occhi, adesso.

Lui vide che, nella profondità dei buchi scuri della maschera, la donna era sorpresa.

Lui rise amaramente, guardando le espressioni scioccate sui visi dei suoi amici. "Non pensavate che fosse possibile amarla, eh? Non so come tu conosca mia moglie, signorina, ma la prossima volta renderò vere le mie affermazioni. Buona serata, signorina Lauryn. Ragazzi, sono esausto. Torno in albergo," disse.

Lei guardò Seifer allontanarsi e si voltò verso Rinoa e Selphie. "Lo sapevate?" chiese furiosa.

"...No..." disse Rinoa. Selphie scosse la testa a sua volta.

Quistis si voltò verso Squall. Squall deglutì. "Non ne ho mai avuto la certezza... ma avevo i miei sospetti."

Quistis si tolse la maschera, coprendosi la fronte con la mano guantata. "Ho mal di testa. Rinoa, Selphie, vorrei andare a casa."

*~*~*~*~*

Lui mi ama?

Fissò il proprio viso pallido allo specchio, i capelli tirati indietro, il pigiama addosso.

Lui ama ME.

Si chiese che uomo malato e contorto fosse Seifer Almasy Deling, a lasciarsi manipolare nel diventare il Cavaliere della Strega, e ora a innamorarsi di lei.

Perché il fato sarebbe stato così crudele da farlo innamorare di una tale stronza senza cuore?

Sapere di volere che lui tornasse a casa, sapere di essere la ragione per cui lui evitava di farlo... oh, lei aveva già concluso di essere la ragione per cui lui non voleva tornare. Non era una questione di noia come aveva sospettato... era un cuore spezzato.

Lo comprese. Davvero. Se i mesi passati non le avevano insegnato come provare sentimenti, cosa le avevano insegnato?

Era sicura che probabilmente lui sarebbe andato a pezzi nel vederla di nuovo.

Perché lei non provava niente per lui.

Non poteva provare niente per nessuno. Stava solo imparando come sentire le emozioni. Era egoista, e maleducata, e tutto quello che aveva detto lui, e che aveva detto lei.

E comunque lui aveva detto di amarla. Da qualche parte dentro di lei Seifer aveva trovato qualcosa di cui innamorarsi.

Il sentimento la gratificò, la assolse della... della frigidità che spesso sentiva di dover mantenere. Da qualche parte in quel casino lui aveva trovato qualcosa. Qualcosa in lei era da amare.

Non era più sola, perché un'altra persona aveva preso quel posto di solitudine accanto a lei. Erano due anime solitarie... insieme.

Seifer meritava di essere amato, rifletté. C'erano molte qualità che andavano apprezzate e curate. La sua persistenza affascinante. Il suo desiderio di vedere lei felice. Non aveva mai dimenticato questo. Le umiliazioni costanti a cui si sottoponeva per farla sentire meglio riguardo alla sua infelicità.

Si credeva indegno del suo amore, come lei gli aveva sempre detto?

Non aveva mai pensato che lui arrivasse a quel punto, ma d'altra parte non l'aveva mai immaginato con il cuore spezzato per lei.

Se fosse stata una qualunque altra donna, avrebbe potuto avere una possibilità. Almeno sarebbe stato più felice.

Qualcuno di adorabile e affascinante, come lui. Sarebbe stata bellissima e affascinante al suo braccio, e sarebbero stati famosi come la bellissima coppia glamour, i Deling. Lei avrebbe avuto un sorriso amichevole, caldo e usato spesso. Avrebbe avuto una risata bellissima, che avrebbe usato per ridere dei suoi scherzi stupidi. Sarebbe stata intelligente e avvincente, così che lui sarebbe riuscito a fare conversazioni su conversazioni con lei.

E lui sarebbe rimasto senza un grammo di passione. No, immaginava che a lui servisse un po' più di lotta. Un'oca senza spina dorsale gli avrebbe sempre permesso di fare a modo suo, e non si poteva mai permettere che quell'ego orribile che aveva si allargasse troppo.

E se fosse stata troppo accattivante, ovviamente, sarebbe stato un marito geloso, e avrebbe odiato che lei parlasse con altri. Lui era semplicemente fatto così. Bastardo egoista.

O questo, o peggio: poteva trasformarlo in un monaco noioso e senza vita che obbediva sempre... argh...

No, lui aveva bisogno di una donna che non fosse perfetta, non fosse dolce, non fosse ammirevole. Aveva bisogno di una donna che non fosse affascinante. Aveva bisogno di qualcosa di ruvido, che lo tenesse con i piedi per terra, che fosse egoista e cocciuta quando lui.

Qualcuno come lei.

Lui aveva bisogno di lei.

E quando provò a dire quelle parole ad alta voce... le piacque.

"Ha bisogno di me. Sono l'unica che lo capisce... perché ho vissuto con lui, ho interagito con lui... perché io... io..." Si guardò negli occhi allo specchio. "Oh cazzo, penso di essere innamorata di lui."

Le rivelazioni spesso non sono accompagnate da folli scoppi di imprecazioni, ma questa lo fu.

Ma quando terminò, lei era serena. Che lei lo amasse non era davvero un problema, dato che lui la amava.

E ringraziava Hyne di questo. La amava.

Lui la amava.

Quistis non era un tipo sdolcinato, quindi non passò molto tempo a sognare rapita ad occhi aperti su suo marito.

Ma pensò molto a lui.

*~*~*~*~*

Arrivò un invito per lei per la festa di Gabriela che celebrasse la nomina di Seifer a Segretario di Stato del suo governo. Quindi la signorina Lauryn lo aveva colpito.

Non aveva ancora accettato l'incarico, lo sapeva dai giornali, ma la posizione sarebbe stata un buon colpo politico per lui. Era ancora così giovane e c'erano ancora così tante cose per lui nel mondo politico.

Sapeva che lui non si aspettava che lei ci andasse. L'invito non era nemmeno particolarmente personale; non c'era nessun messaggio ultra-sentimentale nella sua calligrafia forte sul retro. Era indirizzato alla Preside Quistis Trabia, come se non l'avesse nemmeno considerata come sua moglie.

Beh, gliel'avrebbe fatta vedere lei.

Quistis Deling era la donna dei paradossi, e avrebbe mostrato a suo marito che lei non sarebbe mai stata prevedibile.

"Rinoa?"

"Quistis? Senti, so che devi essere abbastanza arrabbiata con Selphie e me..."

"Lascia perdere tutto. Andiamo a fare shopping venerdì pomeriggio. Verrò io a Balamb. Preparatevi per partire alle sei."

"Quistis?"

Troppo tardi. La linea era già stata interrotta.

*~*~*~*~*

Andò con Rinoa e Selphie, proprio come l'ultima volta, ma scelse lei il vestito. Un abito color lavanda della sfumatura dei suoi occhi, il colore che Seifer preferiva vederle addosso. Aveva i capelli raccolti, con un nastro di raso che passava tra le ciocche.

Aveva le ametista della famiglia Trabia al polso, al collo e alle orecchie.

Era truccata leggermente anche se non era riuscita a farlo da sola, non avendolo mai fatto nella sua vita, ma aveva ottenuto che Rinoa e Selphie la aiutassero.

Entrò nel foyer della Residenza Presidenziale a Deling City, e allungò il suo mantello di raso bianco a uno dei servitori. Fece un respiro profondo, chiuse gli occhi color lavanda e li aprì, per vedere la stanza in una luce più chiara e più fredda. "Rinoa?" Guardò la sua amica.

Rinoa sorrise. "Dai."

Squall offrì il braccio alle sue signore, ed entrambe accettarono.

"Sono l'invidia di ogni uomo qui dentro..." disse con ammirazione alle donne che aveva al suo fianco.

Rinoa sorrise, e Quistis borbottò, "sarà meglio. Ho speso un sacco di guil per questo vestito..."

"Ecco la nostra Quistis..." sussurrò Rinoa all'orecchio di Squall. Ma Rinoa percepiva il nervosismo della sua amica... per l'ambiente... e per i suoi sentimenti.

Oh, Rinoa sentiva la differenza tra Quistis e Quistis innamorata. Lei lo sapeva. Squall ammirava così tanto sua moglie... sentiva l'amore per lei afferrarlo e basta... quella bellissima capacità di osservazione che aveva...

Quistis non stava prestando attenzione alla coppia trasognata. Aveva appena visto la Presidente Gabriela de Witt, Zone e suo marito che chiacchieravano con altri. Seifer le dava la schiena. Il cuore le afferrò i nervi, e la sensazione era dolorosa in maniera irritante.

Squall distolse lo sguardo adorante da sua moglie, spostandolo sulla sua amica e scoprendola a guardare suo marito. "Niente maschera stavolta, Quistis."

"No, eh. Dai, voglio vedere mio marito." Impercettibilmente, fece un profondo respiro.

Squall sorrise con calore. "Beh, Lady Deling. Andiamo."

Si fecero strada tra la folla. Squall e Rinoa vennero fermati a chiacchierare, e quando le fu chiesto come si chiamava, Quistis rispose che era Lady Trabia Deling.

La voce circolò in fretta nella stanza, ma rifiutò di penetrare nella bolla di discorsi politici in cui era immerso il Presidente, suo marito e uno dei suoi migliori amici.

Squall si schiarì la gola, unendosi al gruppo. "Signora Presidente... le mie mogli..." scherzò con affetto.

"Squall, è un piacere vederti. Rinoa... come sempre..." disse Gabriela, e poi si voltò verso Quistis. "Uhm..."

"Non un'altra Lady Leonhart. Di Seifer. Lady Quistis Trabia Deling, al tuo servizio," rispose lei annuendo.

La schiena di Seifer si irrigidì, ma lui non si voltò. Quistis mise il broncio, impaziente.

Gabriela esclamò, "Quistis! Mi dispiace di non averti riconosciuta. È passato un po' di tempo, e non ti avevo vista..."

"Non mi avevi vista in abito da sera, ad essere sinceri. È un'occasione speciale. Ho pensato di scialacquare un po'," rispose sorridendo.

Di certo non ne valeva la pena, se lui nemmeno la guardava. Fissò il suo profilo ancora una volta, sfidandolo a guardarla.

"Tesoro," disse allungando la mano.

Lui si voltò a guardare il punto che era esattamente sei centimetri sopra la sua spalla sinistra. "Mio cuore..." la salutò, baciandole la mano.

Probabilmente era confuso. Lei cercò di farsi capire. Dopo tutto, lui la amava. Lei lo aveva disprezzato, lui era andato via, e lei doveva fare ammenda. E sapeva che lui voleva fare pace... giusto?

Dannazione, ma di sicuro era una faccenda idiota.

"Non sapevo che saresti venuta. Seif non me l'ha detto!" stava dicendo intanto Gabriela.

Quistis rinunciò a stabilire un contatto visivo con suo marito, e si voltò verso la Presidente di Galbadia. "Non ne era sicuro. Non lo sapevo nemmeno io, avevo degli affari di cui occuparmi. E ovviamente, volevo sorprenderlo. Di solito non ho tempo per partecipare a queste cose... ma lui me l'ha chiesto specialmente, e come ho detto, è un'occasione speciale." E io sono speciale. E sarà meglio che lui lo veda. Se intende trasferirsi qui... Non poteva pensare queste cose.

"Se non ti dà fastidio, ci sono alcune altre signore che sono assolutamente affascinate da tua moglie. Vorrei presentarla," stava dicendo Rinoa a Seifer, che conversava con Zone.

"Certo," rispose lui, senza alcuna inflessione particolare nella voce.

"Spero che parleremo più tardi, stasera," disse Quistis a Seifer.

"Sarò piuttosto impegnato. Ci sono alcune conversazioni importanti da fare qui..."

"A casa, allora..." disse decisa. Stavolta lo guardò negli occhi, sostenne lo sguardo. Lei sorprese lui e se stessa prendendogli la mano, stringendola leggermente, sentendo vacillare la sua autostima e sicurezza quando disse: "aspetterò sveglia."

Gli lasciò andare velocemente la mano e si voltò verso Rinoa. "Va bene..."

*~*~*~*~*

Lui tornò a casa tardi, all'una del mattino, e si chiuse nello studio.

Quistis camminò su e giù nella loro camera da letto, dove aveva portato alcune cose. Perché lui non era ancora salito?

Il cuore le batteva in testa, e stava arrivando un mal di testa; rifletté e rifletté sul perché lui la evitasse, quando gli aveva esplicitamente detto che lo avrebbe aspettato. Era ovvio che non gli avrebbe staccato la testa a morsi o cose così. Lo aveva reso ovvio, no?

Alla fine sospirò di esasperazione. Mai fidarsi di un uomo per fare il lavoro di una donna.

Scese in cucina e mise a bollire l'acqua per il tè, e preparò le cose, abituandosi alla cucina. Dall'odore seppe che Seifer cucinava lì dentro. Lui usava sempre troppo aglio.

Quando il bollitore fischiò, vuotò l'acqua nella teiera, e mentre lasciava il tè in infusione, cercò nei mobiletti una tazza da tè e un piattino. Discusse, si angosciò e litigò mentalmente con se stessa, e alla fine vinse il suo cuore tremante e aggiunse un'altra tazza e piattino per sé. Avrebbe solo preso un tè, e fatto un gesto dolce e da moglie per ricordargli che l'aveva bidonata, ma...

Si ripeté le parole in testa mentre aggiungeva alcuni biscotti al vassoio. Le ripeté ancora e ancora. Diamine, cosa doveva fare? Non aveva mai... detto a nessuno di amarlo, prima...

Si controllò allo specchio. Era meravigliosa, lo sapeva. Lui lo sapeva, giusto?

Patetico. Andiamo. Prese il vassoio e salì in biblioteca.

*~*~*~*~*

Non era che lui non volesse vederla, o non la pensasse. Aveva molto da fare.

Che cosa significava "casa", comunque? Si aspettava che lui si trascinasse fino a Trabia?

Rimase nel suo santuario più a lungo del necessario, ovviamente, e fece moltissime telefonate superflue per completare altri affari. Quando sentire bussare alla porta alle due, si rese conto che probabilmente era Griftly con una tazza di caffè. Andò alla porta e la aprì dicendo, "dovresti andare a letto."

"Dovresti farlo anche tu."

La voce lo sorprese, e aprì la porta per vedere sua moglie nell'abito che aveva indossato quella sera, con i capelli sciolti che le sfioravano le spalle.

Non l'aveva mai vista con i capelli sciolti.

Dannazione.

Deglutì, si voltò, si sedette e tornò immediatamente ai suoi documenti, nascondendo il viso che arrossiva velocemente dietro una cartellina.

Lei mise un vassoio con tue tazze e una teiera sulla sua scrivania, e versò una tazza di tè a entrambi. Lui sentì il profumo del suo aroma preferito, e fu sorpreso di vedere che lei sapesse che lui prendeva il tè con un cucchiaino di zucchero e un po' di latte. Gli allungò la tazza con un'espressione dolce ma tipicamente Quistis alla "non succederà di nuovo, quindi farai meglio ad apprezzarlo". Sorbì il suo tè... chiudendo gli occhi, godendosi il sapore... il sapore che era troppo robusto per essere un sogno.

Se fosse stato un sogno... sarebbe riuscito a guardarla... ma dato che era realtà... non sapeva cosa cazzo stesse succedendo, e cosa sarebbe successo di conseguenza.

Lei notò la sua postura forzatamente rilassata. Sapeva che ora dipendeva tutto da lei. Lei si schiarì la gola. "Amici carini."

"Sei piaciuta a tutti. Hai fatto una certa impressione su di loro."

"Ho fatto impressione su di te?"

La sorpresa lo spinse a posare la tazza. La domanda aleggiò nell'aria; lei era impaziente. Ancora non la guardava, DANNAZIONE! Perché era così fottutamente codardo? Lei lo aveva sconfitto a quel punto?

"...Non ti aspettavo."

"Lo so. Ma non ti dispiaceva. L'ho capito dall'episodio Lauryn."

Lui stava per fare domande, ma era intelligente; prima di aver anche solo aperto la bocca per chiedere, aveva già la risposta in mente. "Perché non hai detto niente quella sera?" La mortificazione di aver... borbottato... quei sentimenti a lei...

Dire a una perfetta sconosciuta che amava sua moglie era molto, molto più semplice che dirlo a lei. Una sconosciuta non poteva reagire come pensava che avrebbe reagito lei, o come temeva che non avrebbe fatto. Lei aveva tutto il suo futuro nelle mani. Un giro al cuore da questa o da quella parte, e le sue carriere politiche ed educative sarebbero state decise.

Non era abituato all'impetuosità, ma non era stato in grado di decidere prima. Eccelleva in entrambe e gli piacevano entrambe... e sapeva che avrebbe dovuto scegliere. E sapeva che lei era parte della decisione. Ma non aveva mai immaginato che sarebbe stata lei a decidere tutto.

"Ero... insicura di me, allora," disse lei, sinceramente.

"E che differenza fa una settimana?" rifletté lui con schiettezza.

Silenzio. Lui quasi alzò gli occhi a guardarla, allora. Lei era appoggiata alla sua scrivania, il fianco destro contro il bordo. Spostò lentamente gli occhi dalle pieghe del vestito al suo corpo snello... e alla tazza di tè che teneva in mano. Fu allora che notò che le tremavano le mani. È nervosa! pensò meravigliato. Quistis nervosa. Era affascinato dall'oscillazione delle sue mani pallide e lisce. Era bellissimo e commovente. La vista più meravigliosa che lui avesse visto nella sua vita... mai.

Lei si schiarì la gola. "La differenza è che non sapevo di amarti una settimana fa."

Le parole furono dette con molta calma, come se stesse parlando di uno studente, o del tempo. Per la sorpresa, Seifer non centrò la bocca con la tazza, e si vuotò un po' di tè sulla camicia, e si raddrizzò a sedere, posando la tazza. Quistis posò a sua volta la sua, e prese un tovagliolo per strofinare la macchia, ma lui le prese il polso. Il tovagliolo fu dimenticato e cadde a terra. Lui mosse le mani per prendere quella di lei, e adesso la guardò negli occhi. Fu sorpreso di trovare così tanta passione, così tanta emozione, e qualcosa nel suo cuore si gonfiò così tanto che non sentì altro che il proprio cuore, e il battito era dolorosamente rumoroso, e gli pulsava nelle orecchie. Le sensazioni tornarono al suo corpo quando sentì che Quistis a sua volta gli stringeva le mani.

Vide quell'espressione meravigliata di stupore sul viso di Seifer... e si sentì libera. Delirante, giovane, felicemente libera. Il tipo che rincorreva lucciole, beveva soda alla ciliegia, e ballava nelle sale da ballo vuote tra gli arcobaleni rifratti da un candelabro colpito dal sole.

Gettò la cautela al vento e rise, spaventandolo. La sorpresa era un'espressione che gli stava bene sul viso. Lo rendeva abbastanza adorabile, a dire il vero. "Non pensavi che questo sarebbe mai successo, eh?" disse. "Beh, probabilmente non sai nemmeno cosa succederà adesso."

Sicura di sé, gli scivolò in grembo, gli mise le braccia al collo e lo sentì stringerla velocemente e con forza. Sospirò di felicità a quel gesto, e stava per baciarlo quando lui le mise un dito sulle labbra. "Voglio solo chiarire una cosa," disse Seifer, con quell'espressione familiare di compiacenza.

Lei lo guardò attraverso le sue lunghe ciglia. Aveva gli occhi scuriti dalla felicità... e dal desiderio. Aspettò con pazienza.

Lui sorrise il suo sorriso pigro, condiscendente, arrogante. "Potrai aver fatto tutto questo, e devo dirti brava... ma ricordatelo: l'ho detto prima io."

Lei rise, e lui arrivò per primo in un'altra cosa, mentre le catturava le labbra nel primo bacio che si fossero mai scambiati.

*~*~*~*~*

"Svegliati, bell'addormentato..."

Le parole erano sorridenti e stuzzicanti, sussurrategli vicino all'orecchio, di proposito, per sfiorargli il lobo con le labbra piene. Seifer sorrise e rotolò nel sonno e si allungò...

A incontrare l'aria.

"La colazione non è buona fredda..." lo avvisò.

Lui aprì un occhio, e vide sua moglie in piedi accanto al letto, incorniciata dal sole che filtrava dalla finestra. Indossava la sua camicia della sera prima, chiusa solo da qualche bottone... e poteva vedere che sotto non indossava niente. Aveva i capelli raccolti a casaccio, disordinati. E lui adorava quella situazione.

"Mmmm..." sospirò.

"Buongiorno."

"Mmmm..."

"Io, ehm... ho dato il giorno libero a Griftly, ieri... quindi ho immaginato di dover preparare la colazione..." Indicò il vassoio sul comodino.

"Mmm..." Lui si raddrizzò a sedere nel letto, lasciando che il lenzuolo gli cadesse in grembo, rivelando il suo bellissimo petto. Lei si meravigliò dei movimenti dei suoi muscoli mentre si stiracchiava e sbadigliava, i bellissimi capelli oro pallido dritti in piedi da qualunque parte - e lei sapeva di avere una parte di colpa per quel pasticcio - e l'espressione pigra e adorabile nei suoi occhi.

"Allora..."

"Mmm...?"

"Sai, ho sentito che molti uomini di solito hanno più cose da dire la mattina," rifletté Quistis pensierosa, mentre si sedeva sul letto.

"Mmm..." disse lui... esaminandola.

Prima che lei se ne rendesse conto, era intrappolata sotto al suo corpo, e lui le stava togliendo la camicia da sopra la testa, e le scioglieva i capelli. I polsi erano bloccati dalla sua stretta, da entrambi i lati del viso, e lui le stava baciando le braccia. "Seifer... il cibo!"

"Abbiamo un microonde..." disse prima di baciarle la spalla e strofinarle il naso contro il collo.

Per un momento lei pensò di protestare, ma era semplicemente così bello. Nascose il viso in quell'angolo, il suo angolo preferito, dove il collo incontrava la spalla, e inalò quell'odore che lo marchiava nella sua mente e nel suo cuore. "Mmmm..." mugolò.

"Esattamente," disse lui catturandole la bocca con la propria.

*~*~*~*~*

"Non intendi accettare l'incarico?"

Le ultime vestigia del tramonto erano l'unica luce della stanza. La coppia era rannicchiata sul letto in cui avevano passato l'intera giornata, a rimediare a un anno circa di angoscia. Lui era seduto contro la testata, e lei era stesa accoccolata contro di lui, con la testa contro la sua pancia. Ora conversavano pigramente e lentamente, lui che tracciava dolci disegni senza senso sulla sua schiena, lei che seguiva i contorni del suo petto meraviglioso.

"Mi serve una pausa dalla politica..." Seifer le accarezzò i capelli, stringendola di più a sé. La felicità gli donava così tanto. Il suo sorriso compiaciuto le smuoveva il cuore.

"Ma lo fai così bene..." borbottò lei contro la sua pelle. Poteva a malapena discutere, però. Era deliziata.

"Galbadia è così... buona adesso. Penso che aiuterò comunque un po', come facevo prima. Ma mi piace l'eccitazione. Se c'è qualcosa di interessante su cui Gabby ha bisogno d'aiuto in futuro, come no. Ma fino ad allora... beh, ho eccitazione più che sufficiente con la mia vita a Trabia, adesso, con quei cambiamenti nel curriculum, finalmente, per cui non avevo tempo prima, e ovviamente avendo a che fare con la Preside e tutto." Le sorrise.

"Sarà meglio che tu ci creda. Mi aspetto molto da te, professore Deling. Ti assicuro, solo perché non devi più avere a che fare con Dollet non significa che non dovrai gestire una stronza..." lo stuzzicò lei.

"Ah... ma con te, beh... ho più... influenza..." Sorrise pigramente, affondando tra i cuscini, attirando a sé il suo corpo pronto e impaziente.

Lei finse indifferenza. "Influenzami il culo!"

"Speravo che dicessi così," sorrise disinvolto.

Lei rise forte in maniera quasi oltraggiosa, e anche se probabilmente era più forte di quanto desse a vedere, una dolce resa era un modo affascinante, per non dire più veloce, di ottenere quello che voleva. "La pagherai..." lo minacciò prima di abbandonare ogni lotta, con la sua minaccia ricoperta dai baci di Seifer.

"Ti amo," disse semplicemente lui, sciogliendola completamente.

"Ti amo anch'io," fu tutto ciò che riuscì a rispondere, prima di essere interrotta dal suo amore e marito con un bacio.

*~* FINE *~*

*****
Nota della traduttrice: ed eccoci alla fine di questa storia. Ci tengo a ribadire che i primi due capitoli sono stati tradotti da Erika e Giuditta, e rivisti poi da me per correggere errorini di ortografia e cose simili. Gli ultimi tre capitoli sono stati invece tradotti e ricontrollati da me, ma se mi fosse sfuggito qualche errore fatemelo pure sapere che provvederò a correggere.
Come per tutti gli autori che traduco, le recensioni ricevute saranno tradotte e inviate all'autrice. Siccome come gruppo di traduttori abbiamo aperto un account su ff.net, Fan Translation, le recensioni tradotte saranno pubblicate con questo account. Eventuali risposte dell'autrice saranno tradotte & pubblicate qui come risposta alla recensione. Direi che è tutto^^ Grazie della lettura e della pazienza! - Alessia Heartilly

   
 
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