spero che vi
piaccia, è la mia prima fanfiction ma ci tengo
moltissimo, è scrtta co il
cuore, comincia prima della battaglia delle pinure
ardenti, per poi continuare con il libro inedito!! vorrei
tanto che mi lasciaste un commentino, siate brutali (ma non troppo, per
esempio, se devo darmi all'ippica non me lo dite troppo brutalmente...)
WYRDA
Wirda si svegliò con la sensazione di aver qualcosa
di grosso piantato nella testa.
Vedeva in modo sfocato ed aveva le idee confuse.
Dopo qualche minuto tornò a vedere in modo chiaro: si trovava in una radura.
Non fece in tempo a chiedersi cosa ci facesse, in una radura, che la realtà,
dolorosa, la travolse con forza.
La sera prima stava dormendo tranquillamente nel suo letto, quando fu svegliata
da un forte grido.
Spaventata, era uscita di corsa dal granaio dove
dormiva per capire l’accaduto.
Quel che vide andava ben al di là delle sue più nere
aspettative: un’orda di soldati vociava per le strade del suo minuscolo paesucolo, trucidando senza pietà chiunque avesse la
sfortuna di capitarne a tiro.
Wirda ebbe paura, specialmente
quando vide un drappello di soldati e di quei mostri spaventosi degli urgali che si avvicinavano.
Cominciò a correre, afferrando al volo un bastone da terra, e difendendosi con
quello.
Non aveva avuto problemi ad usarlo, grazie a tutte le lezioni di scherma che
aveva avuto da Isire, un vecchio soldato che abitava al villaggio, praticamente l’unico che non la deridesse per la
passione decisamente poco femminile, per la spada ed i combattimenti in genere.
Wyrda sapeva di non aver speranze contro i
soldati, in un affronto diretto, ma riuscì a farsi largo, a suon di botte, fino
al bosco che confinava con il villaggio.
Ricordava di aver corso a rotta di collo, fino a che non era inciampata, battendo
la testa.
Wirda decise di provar a tornare al villaggio, ma
quando fu a non troppa distanza da esso dovette
tornare indietro: i soldati lo avevano presidiato; vide una catasta indefinita
di corpi bruciare, e in lontananza un ammasso di persone, che venivano condotte
via. Si inciampò, attirando su di se
l’attenzione di un soldato. Pregando che il maestro non fosse stato ucciso scappò, con le lacrime che scorrevano
libere, a causa della sua consapevolezza di essere impotente rispetto allo
spettacolo che le si prospettava innanzi.
Singhiozzando silenziosamente aggirò per un certo tratto il villaggio. Prese il
cavallo dei mugnai, l’unica bestia che trovò libera, poiché era stata
legata sul retro del mulino, che si trovava ai margini del paese, leggermente discosto
dalle altre case dove i soldati non avevano pensato di guardare.
Grazie ad un colpo di fortuna trovò anche una spada, conficcata nella schiena
di un soldato riverso in una pozza di sangue, ai margini del bosco.
Wyrda si lanciò al galoppo, come suo solito
cavalcando a pelo, decisa ad andare lontano.
Il suo villaggio, Norwell, si trovava vicino a Terim,
ed era molto piccolo, ma mal visto dal re, poiché i suoi abitanti gli erano
sempre rimasti ostili, rifiutandosi talvolta di pagare le tasse, ritenute
eccessivamente alte.
Per decenni la cosa era andata avanti senza troppe conseguenze, poiché era un
paese talmente piccolo che il re non si dava nemmeno la pena di raderlo al
suolo, ma ora l’impero era in fermento, da quando
si vociferava di un nuovo cavaliere dei draghi, che a quanto pareva, con i
Varden, aveva sconfitto il re. Già da tempo Wyrda
sospettava che il sovrano, già adirato, avrebbe voluto eliminare qualsiasi
forma di resistenza, timoroso di un’ulteriore
rivolta interna.
Durante la unga cavalcata per allontanarsi il più possibile da Norwhell, il suo villaggio, Wirda
prese una decisione.
Sarebbe andata nel Surda, dove sapeva che avevano rifugio i Varden.
Era brava a combattere, nessuno lo poteva negare, il
suo maestro le aveva insegnato molto, e ormai batteva fin troppo facilmente
tutti i ragazzi di Norwhell che avevano avuto il
coraggio di sfidarla.
Quasi tutti gli adulti del villaggio la disapprovavano, addossando la colpa
della sua poca femminilità alla mancanza dei genitori, che nessuno sapeva chi
fossero, dal momento che era stata trovata quindici
anni prima assolutamente sola, e al vecchio soldato, che secondo loro la
assecondava troppo.
L’aspetto di Wyrda era decisamente
bizzarro: era più alta delle sue coetanee, anche se dimostrava meno anni di
quelli effettivi, più sottile e agile del normale. Era decisamente
strana,tutti pensavano che venisse da paesi lontani, qualcuno era persino
arrivato ad insinuare che non fosse del tutto normale. D’altronde i
motivi c’erano: era decisamente più forte del
normale, tanto più per una ragazza, aveva i sensi più fini del consueto,
le orecchie erano leggermente fuori dall’ordinario; non proprio a
punta, ma con un’irregolarità al margine, che si notava solo da vicino,
che se non fossero state sommate alle altre stranezze della ragazza non si
sarebbero nemmeno notate.
Mentre ripensava al villaggio le lacrime ripresero a rotolarle sulle guance,
soprattutto al pensiero del suo maestro.
Non sapeva quanti anni avesse, ma sembrava che il
tempo non avesse effetti su di lui, anche se sembrava decisamente vecchio, ma
era rimasto sempre uguale da quando Wyrda aveva
memoria. Viveva solo, e trascorreva la maggior parte del tempo con lei.
Le voleva bene e la trattava come se fosse sua figlia. Le aveva insegnato tutto quello che sapeva, istruendola discretamente
per quello che riguardava la letteratura, la storia e la geografia, oltre che
nelle armi.
Le aveva detto di essere un ex soldato, ma Wyrda sospettava che fosse qualcosa di più, ma riguardo al
suo passato era decisamente riservato e schivo. Parlava una strana lingua, che
aveva insegnato a Wyrda, anche se lei non sapeva quale fosse l’origine.
Isire le aveva detto che era un dialetto delle regioni
lontane nelle quali aveva vissuto per molto tempo, e la ragazza si era dovuta
accontentare della poco esauriente spiegazione.
La cosa buffa era che in quel linguaggio il suo nome significava Destino.
siete arrivati fin qui? grande!!! me lo
dite cosa ne pensate? questa è solo l'introduzione, le
prossime saraanno più interessanti (credo)
BACIOTTI BACIONI la vostra Yavanna