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Autore: Yavanna92    30/09/2007    9 recensioni
Wirda, destino, una ragazza in lotta contro un re ingiusto, alle prese con la Vita! molti incontri molte persone che accompagneranno il suo viaggio, complicandolo il grande casino che è la vita!spero che vi piaccia è la mia prima fanfiction ma ci tengo moltissimo. inizia poco prima della battaglia delle pianure ardenti, per poi continuare con il libro inedito, nella mia personalissima versione!! Con nuovi personaggi ma anche tanti già esistenti.... ditemi cosa ne pensate!!!
Genere: Generale, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angela, Eragon, Murtagh, Solembum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wyrdacapitolo1

 

spero che vi piaccia, è la mia prima fanfiction ma ci tengo moltissimo, è scrtta co il cuore, comincia prima della battaglia delle pinure ardenti, per poi continuare con il libro inedito!! vorrei tanto che mi lasciaste un commentino, siate brutali (ma non troppo, per esempio, se devo darmi all'ippica non me lo dite troppo brutalmente...)

 

WYRDA



Wirda si svegliò con la sensazione di aver qualcosa di grosso piantato nella testa.
Vedeva in modo sfocato ed aveva le idee confuse.
Dopo qualche minuto tornò a vedere in modo chiaro: si trovava in una radura.
Non fece in tempo a chiedersi cosa ci facesse, in una radura, che la realtà, dolorosa, la travolse con forza.
La sera prima stava dormendo tranquillamente nel suo letto, quando fu svegliata da un forte grido.
Spaventata, era uscita di corsa dal granaio dove dormiva per capire l’accaduto.
Quel che vide andava ben al di là delle sue più nere aspettative: un’orda di soldati vociava per le strade del suo minuscolo paesucolo, trucidando senza pietà chiunque avesse la sfortuna di capitarne a tiro.
Wirda ebbe paura, specialmente quando vide un drappello di soldati e di quei mostri spaventosi degli urgali che si avvicinavano.
Cominciò a correre, afferrando al volo un bastone da terra, e difendendosi con quello.
Non aveva avuto problemi ad usarlo, grazie a tutte le lezioni di scherma che aveva avuto da Isire, un vecchio soldato che abitava al villaggio, praticamente l’unico che non la deridesse per la passione decisamente poco femminile, per la spada ed i combattimenti in genere.
Wyrda sapeva di non aver speranze contro  i soldati, in un affronto diretto, ma riuscì a farsi largo, a suon di botte, fino al bosco che confinava con il villaggio.
Ricordava di aver corso a rotta di collo, fino a che non era inciampata, battendo la testa.
Wirda decise di provar a tornare al villaggio, ma quando fu a non troppa distanza da esso dovette tornare indietro: i soldati lo avevano presidiato; vide una catasta indefinita di corpi bruciare, e in lontananza un ammasso di persone, che venivano condotte via. Si inciampò, attirando su di se l’attenzione di un soldato. Pregando che il maestro non fosse stato ucciso scappò, con le lacrime che scorrevano libere, a causa della sua consapevolezza di essere impotente rispetto allo spettacolo che le si prospettava innanzi.
Singhiozzando silenziosamente aggirò per un certo tratto il villaggio. Prese il cavallo dei mugnai, l’unica bestia che trovò libera, poiché era stata legata sul retro del mulino, che si trovava ai margini del paese, leggermente discosto dalle altre case dove i soldati non avevano pensato di guardare.
Grazie ad un colpo di fortuna trovò anche una spada, conficcata nella schiena di un soldato riverso in una pozza di sangue, ai margini del bosco.
Wyrda si lanciò al galoppo, come suo solito cavalcando a pelo, decisa ad andare lontano.

Il suo villaggio, Norwell, si trovava vicino a Terim, ed era molto piccolo, ma mal visto dal re, poiché i suoi abitanti gli erano sempre rimasti ostili, rifiutandosi talvolta di pagare le tasse, ritenute eccessivamente alte.
Per decenni la cosa era andata avanti senza troppe conseguenze, poiché era un paese talmente piccolo che il re non si dava nemmeno la pena di raderlo al suolo, ma ora l’impero era in fermento, da quando si vociferava di un nuovo cavaliere dei draghi, che a quanto pareva, con i Varden, aveva  sconfitto il re. Già da tempo Wyrda sospettava che il sovrano, già adirato, avrebbe voluto eliminare qualsiasi forma di resistenza, timoroso di un’ulteriore rivolta interna.
Durante la unga cavalcata per allontanarsi il più possibile da Norwhell, il suo villaggio, Wirda prese una decisione.
Sarebbe andata nel Surda, dove sapeva che avevano rifugio i Varden.
Era brava a combattere, nessuno lo poteva negare, il suo maestro le aveva insegnato molto, e ormai batteva fin troppo facilmente tutti i ragazzi di Norwhell che avevano avuto il coraggio di sfidarla.
Quasi tutti gli adulti del villaggio la disapprovavano, addossando la colpa della sua poca femminilità alla mancanza dei genitori, che nessuno sapeva chi fossero, dal momento che era stata trovata quindici anni prima assolutamente sola, e al vecchio soldato, che secondo loro la assecondava troppo.
L’aspetto di Wyrda era decisamente bizzarro: era più alta delle sue coetanee, anche se dimostrava meno anni di quelli effettivi, più sottile e agile del normale. Era decisamente strana,tutti pensavano che venisse da paesi lontani, qualcuno era persino arrivato ad insinuare che non fosse del tutto normale. D’altronde i motivi c’erano: era decisamente più forte del normale,  tanto più per una ragazza, aveva i sensi più fini del consueto, le orecchie  erano leggermente fuori dall’ordinario; non proprio a punta, ma con un’irregolarità al margine, che si notava solo da vicino, che se non fossero state sommate alle altre stranezze della ragazza non si sarebbero nemmeno notate.

Mentre ripensava al villaggio le lacrime ripresero a rotolarle sulle guance, soprattutto al pensiero del suo maestro.
Non sapeva quanti anni avesse, ma sembrava che il tempo non avesse effetti su di lui, anche se sembrava decisamente vecchio, ma era rimasto sempre uguale da quando Wyrda aveva memoria. Viveva solo, e trascorreva la maggior parte del tempo con lei.
Le voleva bene e la trattava come se fosse sua figlia. Le aveva insegnato tutto quello che sapeva, istruendola discretamente per quello che riguardava la letteratura, la storia e la geografia, oltre che nelle armi.
Le aveva detto di essere un ex soldato, ma Wyrda sospettava che fosse qualcosa di più, ma riguardo al suo passato era decisamente riservato e schivo. Parlava una strana lingua, che aveva insegnato a Wyrda, anche se lei non sapeva quale fosse l’origine. Isire le aveva detto che era un dialetto delle regioni lontane nelle quali aveva vissuto per molto tempo, e la ragazza si era dovuta accontentare della poco esauriente spiegazione.
La cosa buffa era che in quel linguaggio il suo nome significava Destino.


siete arrivati fin qui? grande!!! me lo dite cosa ne pensate? questa è solo l'introduzione, le prossime saraanno più interessanti (credo)
BACIOTTI BACIONI  la vostra Yavanna

  
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