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Autore: AsfodeloSpirito17662    15/03/2013    6 recensioni
"Oh Merlino, Paciock...”
“Ho toccato il fondo Draco, sono alla deriva”
“Eh, me ne sono accorto”
“Vaffanculo”
“Senti, di certo tutto mi aspettavo tranne che Paciock. Ovvio, sempre meglio di Sfregiato. Credo che in quel caso ti avrei sbattuto fuori di qui a calci nel culo”
[...]
Uno sbuffo di risata, che durò troppo poco perché fosse reale. Incrociò le braccia al petto e si voltò verso il divano. Ora Blaise era in piedi e lo osservava con un’espressione comprensiva. Stava ancora condividendo il suo dolore, non aveva mai smesso di farlo.
“Te ne sei innamorato?”
“Credo che sia un termine azzardato”
“Ti consiglio di capirlo più in fretta che puoi Blaise, perché anche se lo pensiamo, non abbiamo tutto il tempo del mondo a nostra disposizione. Non chiederti perché proprio adesso. Sii grato che sia successo abbastanza presto”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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DICIANNOVESIMO CAPITOLO


I'm gonna try and see how I find the real world

There's a hole in my heart I knew from the start that we'd see these times


Barely begun but I still feel too young for the real world

But if I don't do this now I won't live it down and you'll hate me more


You don't know and I don’t know that this is the end

We both know that I can't go until it's been said

(Back home, Trail)


Hesperia gli rivolse un mero sorriso di cortesia, che non raggiunse mai i suoi occhi celesti ed acquosi. Il silenzio si poteva tagliare con la lama d’un coltello, mentre attendevano che il medimago, nell’altra stanza, terminasse di sottoporre Mathias alla visita di routine. Anche se sedeva composto nel suo completo sobrio ed elegante, perfettamente calmo ed immobile, Blaise era un fascio di nervi.

Neville, prima di lasciarli andare e confermare che li avrebbe aspettati nell’atrio, gli aveva chiaramente intimato di doversi dare una calmata. Il fatto che il Grifondoro fosse riuscito ad intuire così facilmente il suo stato d’animo, non aveva fatto altro che agitarlo ancora di più; non voleva dare nessuna soddisfazione a quell’arpia della Sludge e se si fosse accorta del suo disagio, probabilmente avrebbe fatto di tutto per rendergli quella cosa il più difficoltosa possibile.

Incrociò le mani in grembo, lasciando che gli occhi viaggiassero distrattamente per l’ufficio di quella mégère*; dopo la visita, avrebbero finalmente incontrato quelli che sarebbero stati i nuovi tutori di Mathias. Blaise fece una smorfia, ripensando a come l’umore del bambino fosse precipitato di nuovo durante quei giorni. Non aveva neanche iniziato ad abituarsi alla sua nuova condizione che già doveva cambiarla ancora. Non era giusto e non era una cosa che gli avrebbe fatto bene.


Neville cercò di pettinargli i capelli inutilmente, c’erano un paio di vertigini che proprio non volevano saperne di stare giù. Con un sospiro, rinunciò a quell’impresa e sistemò il colletto della camicia azzurra, sulla quale Mathias aveva voluto abbinare una piccola cravatta rossa. Il bambino lo lasciò fare in silenzio, gli occhi grandi e scuri conquistati da un pensiero che solo lui poteva conoscere.

Da quando gli avevano detto che quella sarebbe stata la sua ultima visita al Ministero, almeno in loro presenza, Mathias si era ammutolito di nuovo. Non era tornato il bambino pieno di rabbia che era stato, semplicemente non parlava, restava chiuso nei suoi lunghi silenzi. Neville si sentiva stringere il cuore ogni qual volta gli occhi muti di Mathias incontravano i suoi, come se nel fondo vi fosse sepolta una sorta di richiesta.

Il Grifondoro strinse le labbra ed appoggiò le mani sulle spalle del bambino, piegando le ginocchia per abbassarsi davanti a lui. Cercò di sorridergli in maniera rilassata e tranquillizzante, mantenendo salda la presa. Ingoiò il groppo che aveva in gola, prima di parlare.


Vedrai che ti piaceranno” commentò “E sicuramente non ti impediranno di venire con noi, ogni tanto, per prendere un gelato!”


Mathias annuì meccanicamente, sfuggendo con passività al tocco del Grifondoro. Si infilò la giacca pesante e chiuse la lampo, con le manine che tentavano di non farla inceppare nella stoffa. Quando fu pronto, si avvicinò a Blaise e si fermò accanto a lui per alzare il visetto verso l’alto. Lo guardò con quella che al Serpeverde parve rassegnazione; Mathias, sapendo di non poter avere neanche il maledetto diritto di decidere qualcosa della sua vita, aveva rinunciato ad essere arrabbiato ed aveva iniziato a subire gli eventi che continuavano a sconvolgergli il destino ed il suo precario equilibrio interiore con disillusa aspettativa. Sapeva che quella sera sarebbe entrato in casa di qualcuno che non conosceva e non poteva fare niente per cambiare le cose, perché lui aveva solo otto anni ed anche se aveva cercato di averne altrettanta, la crudeltà del mondo reale era ancora troppo profonda per lui. Non era ancora in grado di fronteggiarla, non da solo.

Blaise appoggiò una mano sulla sua testa, affondando le dita nei capelli come volesse tenerlo fermo lì.


Andrà tutto bene, Mathias”


Ma il suo tono di voce non convinse neanche lui.


Mathias uscì dall’ambulatorio per primo, tenendo la giacca sotto le braccia. Il medimago lo seguì un paio di secondi dopo, richiudendo la porta alle sue spalle. Appoggiò alcuni fogli sulla scrivania di Hesperia e fece un cenno di saluto a Blaise, giusto per cortesia. Mathias si era già avvicinato al Serpeverde, come volesse mettere più distanza possibile tra quelli del Ministero e lui.

Bravo bambino.


Come la volta precedente, non c’è nulla da segnalare Hesp, a parte qualche traccia di pozione curativa dovuta all’influenza di cui il Signor Zabini ci ha parlato. Sta ancora facendo effetto sul sistema immunitario del bambino ed anche gli strascichi del raffreddore che ha, se ne andranno presto”


Hesperia annuì seccamente, non si aspettava nulla di diverso del resto. Aveva capito, già dalla loro prima visita al Ministero, che Blaise era fin troppo furbo per permetterle di metterlo in difficoltà. Spostò l’attenzione sul medimago, indirizzandogli un vago cenno con la mano.


Falli entrare” esclamò schietta, incrociando le mani dalle unghie vistosamente colorate di fucsia, sulla scrivania. Al di sotto, vi era una cartellina celeste che riportava la dicitura Mathias Alan Ramos.


*


Mary e Benjamin Moore erano una giovane coppia felicemente sposata. Vivevano nella periferia di Londra in un discreto villino, amavano così tanto gli animali da avere un cane ed un gatto ed avevano già sfornato un figlio, quindi Mathias non sarebbe stato la loro prima esperienza genitoriale. Lei aveva un sorriso dolce, dei capelli a caschetto neri che le incorniciavano alla perfezione il viso a forma di cuore e dei grandi occhi verdi. Lui aveva cortissimi capelli castani, uno sguardo azzurro perdutamente innamorato di sua moglie e la capacità di emanare una sorta di aura di tranquillità, di fiducia disarmante.

Erano disgustosamente perfetti, si trovò a pensare Blaise, e proprio per quel motivo non avrebbe mai saputo trovare uno straccio di motivazione per odiarli.

Era da parecchio tempo che i Signori Moore stavano cercando di adottare un bambino perché, nonostante fossero in grado di concepirne di propri, volevano poter aiutare chi ne avesse bisogno (e sembravano possedere una vagonata di amore da donare tutto a Mathias).

Blaise arricciò la punta del naso e sappiamo bene tutti quanti, oramai, cosa quel vizio stesse a significare.

Lei lavorava in una elegante boutique di Diagon Alley, mentre lui era un giovane imprenditore; si erano conosciuti al negozio, quando Ben aveva avuto bisogno di comprare un completo nuovo per una riunione molto importante. Era stato un primo incontro davvero divertente e romantico.

Blaise avrebbe voluto vomitare e temette di dover assistere allo scambio di un languido sguardo d’amore quando i due sposi intrecciarono le mani.

Alla fine del colloquio, dovette ammettere contro voglia che sembravano decisamente molto più competenti di lui; si disse che il Ministero aveva interesse nel danneggiare esclusivamente lui e che quindi aveva valutato sicuramente nel miglior modo possibile la scelta di una famiglia che fosse adatta per Mathias. Forse avevano scelto loro perché, avendo già un figlio di cinque anni, Mathias si sarebbe sentito meno solo. Francamente il Serpeverde non ne aveva idea ma quando si alzarono tutti in piedi, seppe che era arrivato il momento.


Lo accompagno a prendere la sua roba” disse con tranquillità, mentre Mary e Benjamin Moore annuivano, comprendendo di dover lasciare loro un attimo. Anche su quello, si mostrarono corretti.

Blaise poggiò la mano contro la schiena di Mathias e lo condusse nella stanza adiacente l’ufficio, dove avevano lasciato i borsoni contenenti tutti i suoi averi, che durante quelle settimane erano aumentati esponenzialmente. Chiuse la porta della stanza e sospirò, adocchiando Mathias iniziare a raccattare tutto quello che doveva prendere, con lentezza.


Che cosa ne pensi?” domandò il Serpeverde, cercando il suo viso con lo sguardo. L'altro continuò a dargli le spalle.

Sembrano delle persone per bene…”

Sì, ma che cosa ne pensi?”

Che importa?” il tono di Mathias perse un po' della sua rigidità.

Vorrei saperlo” rispose Blaise, molto sinceramente, avvicinandosi a lui quasi fino ad affiancarlo. Il bambino lasciò uno dei borsoni ed arricciò la punta del naso, un po' com'era solito fare il Serpeverde. Si scambiarono un'occhiata indecifrabile.

Penso di non aver mai visto qualcosa di così smielato!” esclamò, Mathias, raggrumando le labbra con una faccia schifata.

E poi?”

E poi non lo so. Non li conosco! Non so cosa pensare! Non mi piacciono adesso. Non mi piacciono perché sono troppo felici ed io non sono felice. Mi da fastidio tutta quella gioia. Ma se io non sono felice non vuol dire che anche gli altri devono essere tristi. Non è giusto. Quindi va bene così”


Blaise espirò dal naso e si avvicinò a Mathias, con un’espressione greve. Non andava bene, non andava bene affatto perché come aveva detto lui, non era giusto. Tutto quello, non era giusto.

Quando il bambino gli tese la mano aspettando che lui la stringesse in un saluto da uomo a uomo, sbuffò con insofferenza; artigliò il suo polso, lo attirò a sé piegandosi in avanti e lo abbracciò. Fece affondare il volto di Mathias nel bavero del suo cappotto e se lo strinse contro, come aveva fatto quella notte al cimitero. Il bambino all’inizio subì inerme e passivo quel contatto, ma gli occhi grandi e scuri si erano già riempiti di lacrime. Titubanti, le manine si aggrapparono sulla schiena di Blaise e Mathias pianse, cercando di essere il più silenzioso possibile. Non voleva piangere, lui era forte, anche se il mondo era cattivo. Tirò su con il naso ed appoggiò la guancia bagnata sulla spalla del Serpeverde.


Neville” sussurrò, con tono di voce tremolante.

Blaise sentì le sue dita sulla schiena, come volessero bucare la stoffa del cappotto (non lasciarmi!, dicevano).


Sì, vorrei poter fartelo vedere un’altra volta, ma non posso portarti nell’atrio” mormorò, pacato come il soffio di una brezza.

Mathias si allontanò un po' da lui per poterlo guardare in viso. Il Serpeverde avvertì un fitta dolorosa allo stomaco, trovandosi faccia a faccia con quegli occhi grandi e lucidi di malinconia.

Lo so… sai perché sono andato da lui?”


Blaise aggrottò la fronte e si spostò quel tanto che gli permise di passare una mano sul volto del bambino per asciugarlo alla meno peggio. Si riferiva a quella famosa mattina.


No, ma se vuoi puoi dirmelo”

Mathias continuò a guardarlo, lasciando vivere lunghi attimi di silenzio. Poi, lo disse sul serio.

Il suo odore. Assomiglia a quello del mio papà... Anche a lui piacevano le piante... Hanno lo stesso odore…”


Il Serpeverde accennò un sorriso gentile e prese un fazzoletto dalla giacca del cappotto. Adesso cominciava a capire come mai Neville riuscisse a cavarsela molto meglio di lui, con Mathias.


Soffiati il naso” mormorò e Mathias eseguì in silenzio, mentre con lentezza si calmava.


L’ho capito, sai?” esordì, con il fazzoletto ancora stretto tra le mani pallide.

Blaise arcuò le sopracciglia, dedicandogli un'espressione incuriosita.

Che cosa?”

Fu ripagato da un sorrisetto saputo.

Neville ti piace. E tu piaci a lui. Ma non siete smielati come Mary e Benjamin, siete meglio. Mi piace il modo in cui vi piacete. Non ci litigare, per favore”


Il Serpeverde si mostrò interdetto da quella affermazione.


Perché dovrei litigarci?”

Perché a volte sei un po’ scemo”

Ehi! Che cosa hai detto, Mostriciattolo?”


Mathias rise, sfuggendo alle mani dell’altro che cercavano di pizzicarlo.


Sei scemo come me, perché non parliamo” aggiunse il bambino, sorridendo con incertezza.


Quel sorriso incerto, fu l’inizio del cambiamento.


*


Neville comprese la situazione e non si arrabbiò, quando vide tornare Blaise da solo, senza Mathias. Certo, non poteva dire di non averci sperato fino all’ultimo, ma una parte di lui aveva immaginato che non gli avrebbero permesso di salutarlo. Comunque non importava, perché sarebbe andato lui stesso a trovare il bambino, un giorno di quelli. Sentiva un legame con Mathias, che aveva avuto un destino così simile al suo e non poteva semplicemente pretendere di ignorarlo. Neanche se lo avesse voluto.

Stese le labbra abbozzando un sorriso ed allungò le braccia per poggiare le mani quasi sulle spalle di Blaise.


Ha detto che non dobbiamo litigare” esordì il Serpeverde, con occhi piuttosto assorti. Probabilmente ancora doveva rendersi conto di non avere più Mathias con sé.

Perché dovremmo farlo?” Neville lo guardò, aggrottando le sopracciglia castane. Blaise sorrise.

Perché ha detto che a volte sono un po’ scemo”

Questo è vero!”

Il Grifondoro venne spinto per dispetto ed a prescindere dalla situazione, riuscì anche a ridere.

E sappi che, per quel che vale, significhi molto più di quello che pensi, per lui” aggiunse Blaise, dopo averlo riacchiappato per la manica della giacca. Lo avvicinò di nuovo a sé. Aveva bisogno di sentirlo.

Che intendi dire?” chiese Neville, anche se la prima cosa che avrebbe voluto domandare, istintivamente, sarebbe stata ‘e per te?


Blaise sorrise ed incurante del fatto che si trovassero nell’atrio del Ministero, sotto gli occhi di tutti, si sporse in avanti per baciarlo con delicatezza. Neville non capì, ma tramite quel tocco di cui (ne era certo) non ne avrebbe mai avuto abbastanza, percepì che non aveva nulla di cui preoccuparsi, perciò non fece altre domande; afferrò la mano dell’altro senza più temere di dover pensare a cosa avrebbe potuto dargli fastidio oppure no e diresse entrambi verso uno dei camini ministeriali.


Torniamo a casa”












NOTE DELL'AUTORE: oggi sto a c a s a. Che scansafatiche sono! Però in compenso vi posso dare un aggiornamento rapido ed indolore! Eccoci arrivati al fatidico momento... Mathias se ne va sul serio. Pensavate fino all'ultimo che qualcosa glielo avrebbe impedito? Purtroppo nella realtà solitamente questo genere di fortune non accadono. Chissà cosa accadrà ora? Alcune hanno fatto delle supposizioni davvero machiavelliche, in confronto mi sono sentita una vera sempliciotta XD ditemi che cosa vi passa per la testa, sono curiosa di sapere cosa avete escogitato! Ci terrei ad avvisarvi che in questo momento sto passando un periodaccio, ma cercherò comunque di aggiornare con costanza e puntualità. Questa storia è diventata un modo per staccare un attimo il cervello dalla realtà. Per l'asterisco alla parogla megérè:

*in francese nel testo, uno dei tanti modi per dire stronza.

Ah, un'altra cosa per concludere: in uno dei capitoli precedenti, nessuna ha colto un 'indizio' che ho dato su Blaise e Neville. In particolar modo dal punto di vista di Blaise. Mentre una di voi, Mimì, ne ha colto un altro, ma non dico quale XD Il particolare di cui parlo, verrà riproposto nell'epilogo... chissà se ci farete caso ;) spero abbiate gradito, un abbraccio!

   
 
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