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Autore: Zomi    15/03/2013    10 recensioni
Breve Raccolta su piccoli momenti perduti alla Rufy & Robin, basati sulle conosciute penitenze dei giochi infantili a cui tutti, chi prima chi poi, hanno dovuto subire nell'infanzia.
DIRE, FARE, BACIARE, LETTERA, TESTAMENTO...
[Il pairinig trattato non è ancora inserito tra le "coppie" del sito, ma spero che questa campagna pro Re e Regina aiuti il suo inserimento...]
Genere: Fluff, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nico Robin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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FARE


 
Lei era flemmatica.
Riflessiva, criptica, enigmatica.
Niente del suo caos interiore di sentimenti, emozioni, paure, affiorava in superficie.
Tutta la sfera dei suoi sensi più profondi era strettamente segregata nei meandri più irraggiungibili del suo animo, nascosti alla luce del mondo, lontani dai pericoli reali delle persone.
Era stata lei stessa ad imporsi un divieto totale di provare emozioni e sentimenti, di dimostrarli. Era stata costretta a trincerare il suo cuore dietro una recinzione di sguardi di ghiaccio e sorrisi effimeri, pur di sopravvivere al crudele e violento mondo che la circondava.
Era stata lei, Robin, a punirsi in quel modo, vietandosi ogni emozione profonda.
La penitenza estrema per non dover più soffrire: fare a meno del cuore.
Aveva sacrificato le parole dei sentimenti, segregandole in anfratti segreti e oscuri, per non sentirsi più piangere nel petto il cuore, ogni volta che veniva tradito da una persona che credeva amica, per non riprovare il dolore, straziante e infinito, della solitudine.
Lei non provava niente.
Eppure…
Eppure ora quella sua natura umana e fragile si era risvegliata. Improvvisamente, come un’eruzione vulcanica  nel centro del mare, senza alcun preavviso.
Semplicemente, il suo cuore aveva ripreso a vivere, esplodendo d’amore per il suo giovane capitano. Ogni volta che gli parlava, che lo ascoltava, che le loro mani si sfioravano furtivamente, non riusciva a trattenere un tremante sorriso imbarazzato, tacita traccia del palpitante battere frenetico del suo cuore.
Rufy le era entrata dentro, solare e spumeggiante, inondando di vita ed emozioni il suo freddo cuore di archeologa, risvegliandolo dalla prigionia imposta di non provare emozioni.
Una carezza, e la sua anima di bambina demoniaca vibrava esaltata.
Un bacio sulla guancia, e il cuore impennava i battiti fino a farli scintillare come stelle nel petto.
Un bacio appassionato sulle labbra, e sorrideva senza freni, arrossendo e colorando di porpora le sue chiare guance.
Un sussurrato “Ti amo, mia Regina” e non riusciva più a trattenersi dal baciarlo e stringerselo al petto, premendo con avidità le labbra sulle sue, fino a fondersi con le sue parole.
Robin amava perdutamente Rufy.
Se ne era innamorata senza accorgersene, senza rendersi conto che il suo trincerato cuore aveva ripreso a battere fiducioso e vivo per le persone che ora la circondavano, volendole veramente bene.
Rufy era riuscito ad abbattere la cinta murata che l’obbligava a far a meno del suo cuore, di soffocarlo con le sue stesse mani, piuttosto che sentirselo, sanguinate e nuovamente ferito, nel petto.
E non erano i semplici sguardi o carezze veloci che glielo confermavano.
Se ne rendeva pienamente conto nelle lunghe notti d’amore che viveva con lui.
Sentiva il rombante battere del suo cuore in tutto il corpo, mentre le muscolose e forti mani di Rufy l’abbracciavano, avvampando di un calore estraneo e piccante ad ogni schiocco di bacio che le scottava la pelle, mentre la bocca del pirata scendeva dalle sue labbra fin sul suo petto, marchiandolo.
-Rufy…-
Non riusciva a smettere un secondo di sorridere, di chiamarlo con la voce rotta dall’emozione, abbandonandosi totalmente su quel corpo di bambino che amava perdutamente, donando il cuore solamente a lui.
Si abbandonava alla sua amorevole forza mentre la faceva sua, rilassandosi al caldo tatto delle sue mani, beatamente scossa dalle sue spinte.
-… mia Regina…-
Il suo ansimare le scioglieva l’anima, facendole battere freneticamente il cuore.
Come aveva potuto vivere, fino a quel momento, senza sentirselo battere a quella velocità?
Come aveva potuto credere di essere viva, senza sentirselo scalpitare nel petto?
Si ripeteva quelle domande a ogni nuovo bacio, ad ogni nuovo ansimo che le scivolava dalle labbra mentre il suo capitano l’amava, e la risposta era sempre la stessa: prima non c’era ragione di sentirsi viva, prima non c’era lui.
Allora, lo strattonava su di se, appiattendo i loro petti, facendogli ascoltare il suo cuore finalmente in grado di amare, libero da ogni paura e divieto.
-Ti amo, mio Re…- riusciva a confessare, prima di perdersi nuovamente sulle sue labbra.
Finalmente, la bambina demoniaca, poteva permettersi il lusso d’amare e di liberare il suo cuore, vibrante e vivo, per donarlo al suo Re.
Ora Robin lo sapeva: con il cuore libero si poteva fare l’amore…
 




 

   
 
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