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Autore: Alaska Shine    16/03/2013    5 recensioni
Lei Bella.
Lui Edward.
Lei sedicenne.
Lui ventunenne.
Lei che non crede più in niente e che ormai sembra aver perso se stessa.
Lui che, sicuramente non è il classico bravo ragazzo, vorrebbe accontentarsi semplicemente del suo semplice sesso e dell’alcol, ma che in verità cerca molto di più.
Lei che da nemmeno i suoi genitori riesce a essere capita , e che pensa di essere solo quei graffi che le ricoprono alcune parti del corpo.
Lui che l’amore vero non l’ha mai nemmeno assaggiato.
Lei, invece, che forse l’ha assaggiato con troppo dolore per la sua giovane età.
Lui che certe volte non capisce nemmeno se stesso, ma che forse riuscirà salvare lei dal limbo in cui è caduta.
Tra problemi, dolori, gioie e affetti ecco che tra le strade di Forks la vita di due ragazzi sta per cambiare per sempre…
Nelle speranza di avervi incuriosito vi auguro una buona lettura,
Ally salvatore.
NB: Presenti alcuni argomenti abbastanza delicati come per esempio l’autolesionismo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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SEMPLICEMENTE LA PERFEZIONE

Capitolo 3

 

Pov Edward

Le luci a intermittenza rosse e blu mi procurarono appena entrai nel locale un leggero fastidio agli occhi, ma anche quando questo si fu dissolto, non riuscii a vedere chiaramente cosa avevo davanti, ma questo probabilmente non era un male…Sapevo benissimo cosa avrei visto: Una massa di gente, forse troppo grande per le piccole dimensioni che in realtà aveva il locale, che ballava scatenandosi e i loro corpi imperlati di sudore per il movimento troppo continuato e per l’eccessivo caldo.

Poco dopo, prestando più attenzione, avrei notato dei ragazzi, tutti più o meno della mia età, che ballavano muovendo il loro bacino verso quello di ragazze che si strusciavano su di loro in un modo solo paragonabile a quello delle puttane della peggior specie.

Poi, allargando ancora di più il mio campo visivo, avrei notato un bancone,  al centro esatto della pista,  circondato a sua volta da ragazzini impazienti di ricevere i loro cocktail, e ragazze, in abiti talmente striminziti e succinti che io in primis facevo fatica a definire tali, ballare in modo provocante in piedi su dei tavoli con ai loro piedi bottiglie vuote di Vodka e non sapevo cos’altro.

La musica forte e martellante, invece, non fece altro che darmi un’ulteriore conferma del posto in cui mi trovavo: Il Bluered.

Il Bluered era la discoteca più rinomata della provincia, ma sicuramente non era un posto raccomando…Credo che anche mia madre, nonostante avessi ormai ventuno anni, non sarebbe stata felice di sapermi in quel posto…Nessun genitore ne sarebbe stato felice.

Dai genitori il Bluered era giudicato e descritto come un posto dove il sesso occasionale, l’alcol e la droga erano di casa, e in seguito alla mia esperienza poteva anche ammettere che forse non avevano tutti i torti.

 

M’incamminai silenziosamente per un corridoio buio, lontano dalla folla e soprattutto verso un piccolo privè che era posto nell’angolo più lontano da possibili occhi indiscreti: Io e il mio gruppo non ci mischiavamo mai a quella folla.

Apri finalmente la porta rosso scuro del piccolo privè e finalmente, o forse no, vidi i miei amici, ma la scena più o meno era uguale a quella di tutte le altre sere:

Mike era intento a baciarsi con la lingua una ragazza bionda in una maniera che poteva benissimo essere dichiarata come vietata ai minori di diciotto anni, ma a lei, comunque, non sembrava importagliene più di tanto dal momento che sembrava più che apprezzare la mano di Mike che era intenta ad alzarle sempre di più l’orlo della mini, e ci tengo a sottolineare mini, gonna di jeans.

Appena mi voltai dall’altra parte, invece, potei subito vedere Laurent, James, Lauren ed Emmet.

Lauren era la così detta “ migliore amica del gruppo “ dal momento che se gli era fatti passare tutti, esclusi Emmet e le ragazze naturalmente.

Era entrata nel nostro gruppo nel periodo in cui anche Laurent ci era entrato, era un bocconcino più che invitante e ben presto tutti noi altri ragazzi fummo accontenti da lei…A letto non era niente male, ma con gli altri, come diceva lei, era solamente “ sesso occasionale “ mentre io rimanevo il suo preferito: Andavamo a letto insieme non meno di quattro volte ogni due settimane.

James invece non era sicuramente il classico ragazzo raccomandabile e la sua vita si poteva semplicemente descrivere alla perfezione con tre semplici parole: alcol, droga e sesso.

Aveva ventiquattro anni, era il più grande del gruppo,  e forse era proprio per questo che tutte le volte che avevo provato ad allontanarlo dai noi tutti gli altri, quelli che io definivo amici, mi si erano rivolti contro.

Erano convinti che senza di lui il nostro gruppo non sarebbe più esistito, ma a me proprio non andava giù: Troppo impulsivo, troppo violento e ai soli ventiquattro anni deteneva un record che a mio parere viaggiava sull’impossibile…Aveva già alle spalle quattro anni di reclusione, naturalmente calcolando anche gli anni in riformatorio come minorenne s’intende.

Laurent non era niente a mio parere, era solamente il cagnolino ammaestrato di James che lo seguiva ovunque andasse, trovavo perfino quasi inutile la sua presenza in quella stanza.

Poi c’era Emmet, il mio fratellino.

Emmet era mio fratello minore, aveva da poco compiuto diciannove anni, e quindi automaticamente era il più piccolo del gruppo.

Faceva parte della nostra compagnia da solo sei mesi, ma io avrei di gran lunga preferito che lui non ci entrasse proprio a far parte.

Era stato un mio errore, non mi ero accorto che mio fratello mi seguiva con l’auto, che mio fratello entrava subito dopo di me al BlueRed, che mi vedeva entrare nella saletta…me ne accorsi solamente quando entrò nel nostro privè con una qualsiasi scusa per parlarmi, ma ormai James lo aveva già adocchiato: Gli avrebbe fatto comodo uno come Emmet, era alto e dal fisico palestrato, nei suoi incontri…Saremmo stati i due fratelli che l’avrebbero fatto diventare ricco:

Io ed Emmet lavoravo per James, di cosa ci occupavamo?

Incontri clandestini di boxe!

Il mio compito da allora era stare lì e controllare che Emmet non facesse cazzate…forse era questo l’unico motivo per cui non avevo ancora abbandonato James.

“ Fai un tiro Edward? “ James interruppe alla svelata i miei pensieri “ no, lo sai che mi fa schifo quella roba” risposi guadando quello che mi stava offrendo che sicuramente non era una semplice sigaretta “ non sai cosa ti perdi amico “ e mentre diceva quelle parole si ributtava comodamente sulle poltrone rosse del privè “ domani poi abbiamo anche un incontro, voglio essere lucido “ “ mi piaci, sempre diligente “ sorrideva appena con  il classico sorriso di uno che ti voleva prendere per il culo.

“ Victoria? “ chiesi poi rivolto a Laurent, Mike era appena andato in bagno con la sua amichetta bionda “ ah giusto…Ha detto che stasera non veniva, ha la casa libera, e vuole che la chiami “ e mentre mi rispondeva mi sorrideva in modo malizioso.

Tutti lì sapevano che io e Victoria andavamo a letto insieme regolarmente da ormai due anni, niente coinvolgimenti sentimentali naturalmente, ma a letto era una vera bomba.

Presi immediatamente il cellulare, quella sera avevo proprio voglia di una scopata.

Al terzo squillo rispose “ Ciao Eddy “ la sua voce era carica di malizia e di sensualità “ come mai non sei qui? Stasera avevo tanta voglia di vederti “ decisi di stare al suo gioco “ mah guarda ho la casa libera fino a domani pomeriggio, i miei sono andati via,  oggi sono andata a fare compere e mi sono stancata “ la voce da finta bambina sicuramente non si abbinava per niente alla sua persona, decisi di sorvolare.

“ E cosa hai comprato di bello? “ chiesi sempre io “ sicuramente qualcosa che ti piacerà…vuoi venire a vedere? “ rideva dall’altra parte del telefono “ dieci minuti sono lì “ e riattaccai, non sentivo nemmeno il bisogno di salutarla.

“ Ragazzi io vado “ esclamai mentre mi mettevo su la giacca e recuperavo le chiavi della mia bellissima Volvo “ Emmet tu hai l’auto per tornare, vero? “ il pensiero mi bloccò all’improvviso “ certo fratellone, non preoccuparti “ e dette quelle parole tornò a occuparsi avido del suo drink “ non mi preoccupo se la smetti immediatamente di bere “ e dicendo quelle parole gli tolsi il bicchiere dalle mani e mi sbrigai a rovesciarne il suo contenuto nel bidone lì vicino.

“ Edward rilassati, era solo un cocktail “ s’immischio James “ deve guidare dopo, non voglio che faccia un incidente solo per un cocktail “ dissi sottolineando la parola solo e guardandolo dritto negli occhi “ al massimo lo porto a casa io Eddy “ “ dopo questa mi sento molto rassicurato in effetti “ vidi James a quelle parole cominciare a innervosirsi.

“ Edward sta tranquillo, non bevo più niente, vai e divertiti “ Emmet mi si avvicino prendendomi per il braccio e guardandomi dritto negli occhi, era sincero.

“ Va bene, allora a domani mattina “ e dicendo quelle parole mi staccai dalla sua presa e mi velocizzai per riuscire a uscire il più alla svelta possibile da quel luogo.

La situazione tra me e James ultimamente era abbastanza tesa, aveva fatto bene Emmet a intervenire.

Il cruscotto della mia auto segnava i 125 km orari quando il mio cellulare squillò, mia madre, era meglio rallentare.

“ Pronto Mamma “ “ Edward finalmente rispondi, sarà la millesima volta che ti chiamo “ era una madre molto severa, ma le volevo comunque un bene dell’anima…Era una delle poche persone a cui non mancavo mai di rispetto.

“ Scusa Mamma, stavo guidando “ una mezza verità, era meglio non dirle dov’ero veramente “ o beh allora hai fatto bene “ guardai l’orologio 11.00 p.m., strano che mi chiamasse a quell’ora.

 

“ Volevi dirmi qualcosa? È successo qualcosa? “ chiesi velocemente sperando che non ci fosse alcun problema “ nono, stai tranquillo, ti ho chiamato solo per chiederti un favore “ un favore? Da me?

“ Dimmi tutto “ chiesi curioso

“ Ti ricordi la moglie dell’ispettore Swan? “ a quel punto non riuscì più neanche a immaginare dove volesse andare a parare “ certo che si, quella tua amica che viene da noi ogni tanto, giusto? “ “ esattamente! Ecco vedi oggi sono uscita con lei e parlando di una cosa e l’altra è saltato fuori che la figlia ha problemi in matematica e così ti ho proposto come insegnate per darle ripetizioni…che ne dici? “ sentivo che mia madre stava facendo apposta la voce tenera per convincermi, ma quella volta non sarei crollato facilmente.

“ Assolutamente no, non ci penso nemmeno! “ esclamai urlando quasi, non l’avessi mai fatto “           EDWARD ANTONY MASEN CULLEN QUESTA NON è UNA PROPOSTA, MA UN ORDINE! HO Già PRESO L’IMPEGNO QUINDI NON PROVARE A OBBIETTARE E FATTI TROVARE PRONTO DOMANI MATTINA ALLE 11 “ addio mamma tenera, benvenuto Satana!

Sarà meglio che torni alla svelta a essere il figlio modello pensai mentalmente mentre mi fermavo con l’auto davanti a un semaforo rosso e prima di rispondere “ok mamma, ma solo perché ormai mi hai già messo in questo casino e non voglio farti fare una così detta figura di merda con la tua amica “ e appena arrivò il verde ripartì.

“ Oh grazie tesoro! “ ecco mamma adorabile che ritorna “ cosa da niente “ non volevo risentire Satana per quella sera, ma prima di riattaccare un dubbio m’invase la testa.

“ Mamma scusa hai detto Swan prima? “ pensavo di avere capito male “ si, perché? “ come pensavo “ ma la figlia del capo Swan non ha mica otto anni? “ l’avevo già vista quella bambina, era venuta a casa mia una sera a cena con i suoi genitori:

Era una mocciosa di otto anni con le treccine, l’apparecchio, grassottella e bassa un metro e mezzo sputo.

“ Edward sono passati anni dall’ultima volta che l’hai vista “ grugnii in tutta risposta, ero sicuro di quello che dicevo!

 

“ Sarà, ma io me la ricordò benissimo “ ero sicuro che avesse otto anni “ ti posso assicurare che ti sbagli Edward “ “ vedremo “ risposi semplicemente “ vedremo “ rispose ancora più velocemente mia madre.

Vedremo mamma! Pensai tra me e me mentre parcheggiavo la Volvo davanti a casa di Victoria.

“ Mamma ora devo andare, ci vediamo domani mattina “ cercai di chiudere il più velocemente possibile la chiamata “ Tesoro alle undici fatti trovare pronto, ricordati! “ “ sisi, va bene “ e detto questo riattaccai la chiamata licenziandola senza nemmeno salutarla, ero di fretta quella sera!

Stavo per bussare alla porta di legno, quando Victoria precedendomi mi aprii:

I lunghi e boccolosi capelli rosso fuoco erano stati lasciati sciolti e mettevano ancora di più in risalto la sua pelle chiara.

Ma quello che attirò la mia attenzione quella sera non furono né i suoi occhi verdi incorniciati da un paio di lunghe ciglia nere, né i tratti del viso simili a quelli di un felino, bensì il suo corpo da urlo reso ancora di più in evidenza dal suo intimo striminzito rosso accesso.

Quel completo copriva ben poco, sicuramente non era una così detta ragazza seria, ma per quella sera mi dissi che poteva andare benissimo

“ Ti piace? “ mi chiese facendo scorrere la sua mano languidamente lungo il corpo, ma non risposi nemmeno, mi limitai solamente a entrare in casa sua chiudendomi la porta alle spalle e sbattendola con poca grazia contro il muro.

Da lì in poi ricordo solamente il letto, i gemiti, gli orgasmi, il mio essere quasi violento e la continua sensazione di vuoto che comunque opprimeva il mio petto.

Ero stanco della mia vita, io volevo qualcosa in più, ma il ricordo di lei continuava a perseguitarmi…Alla fine era tutte come lei, e Victoria,  che ormai giaceva addormentata nel suo letto,  ne era l’ennesima prova.

“ Edward, Edward, Eddy, Edduccio, Edwardino “ una voce allegra e fin troppo squillante quella mattina mi fece ridestare dal mio sonno senza sogni, ma io volevo dormire ancora un po’ e così feci finta di non sentire, ma “ EDWARD ALZATI DA QUEL LETTO “ e un improvviso fascio di luce mi obbligarono ad aprire gli occhi.

 

“ Che cazzo vuoi? “ non feci nemmeno caso a chi era colui che mi aveva svegliato, a priori i miei toni se gli era meritati.

“ è così che parli alla tua adorata sorellina? “ la risata cristallina di Alice mi obbligò a voltarmi, ed ecco il mio folletto preferito:

Alta a mala pena 1.60 cm, con i capelli corti e neri, occhi verde chiaro, era la mia sorellina di appena sedici anni…certo, non era più una bambina, ma ai miei occhi rimaneva sempre quella bambina di sei anni che mi chiedeva di aiutarla a vestire le Barbie.

Su quel punto, a conti fatti, però non era cambiata più di tanto, era ancora una maniaca in fatto di vestiti..

Caratterialmente era la persona più allegra, spigliata e piena di vita che conoscessi, era difficile starle dietro, ma io comunque le volevo un gran bene!

“ Cos’è successo mia sorellina adorata per svegliare il tuo caro fratellone all’alba? “ la nota di sarcasmo nella mia voce era più che evidente “ caro fratellone intanto non è l’alba, ma sono le undici di mattino e nel caso tu non ti ricordassi hai  un impegno. Quindi ora caro fratellone la smettiamo con questo tono da idioti e porti il tuo culetto giù dalle scale “.

Guardai la sveglia sul mio comodino, segnava le 11.04 a.m.…Cazzo!

“ Mamma è in casa? “ chiesi quasi spaventato dalla risposta “ per tua fortuna è uscita mezz’ora fa con Ally e non torna prima dell’una, ma comunque sbrigati, non vorrai fare la figura del ritardatario il primo giorno di ripetizioni “ e dicendo quelle parole si alzò dal mio letto e si avviò verso la porta.

“ Dammi cinque minuti, mi faccio una doccia e scendo “ per tutta risposta Alice mi fulminò con lo sguardo “ sbrigati però “ e dicendo quelle parole finalmente aprii la porta.

Stavo per andare in bagno quando la voce del folletto mi obbligò a rivoltarmi “ comunque questa è veramente carina “ e facendomi l’occhiolino scomparì lasciandomi nel dubbio su di chi si riferisse.

Andai in bagno, mi spoglia e finalmente entrai in doccia.

L’acqua calda e il vapore mi fecero volare con la mente alla notte precedente:

 

Mi ero svegliato nel letto di Victoria verso le tre e ancora intontito mi ero alzato facendo di tutto per non farla svegliare, non era nelle mie abitudini dare il così detto bacio post-scopata e così mi rivestii nel modo più silenzio possibile.

Guidai senza pensare a niente di particolare fino a casa dove finalmente potei toccare il mio letto e cadere finalmente rilassato tra le braccia di Morfeo.

Insomma niente di speciale, il classico sabato sera!

Mi sistemai lentamente e mi apprestai a scendere le scale solo quando anche i miei capelli avevano finalmente ripreso la loro forma ribelle che faceva tanto impazzire le ragazze: Subito dopo mi sarei dovuto vedere con una brunetta che avevo conosciuto tre giorni prima.

Poi pensai anche di potermela prendere con calma dal momento che probabilmente la bambina di otto anni che mi aspettava giù non sapeva nemmeno leggere l’orologio e che quindi non si sarebbe nemmeno accorta del mio ritardo.

Scesi in assoluta tranquillità le scale fino ad arrivare in salotto.

La ragazza era voltata di spalle e parlava allegramente con Alice, erano talmente tanto coinvolte nelle loro chiacchere che nessuna delle due si accorse della mia presenza.

“ Buongiorno “ e finalmente si voltò:

I capelli color castano scuro ricadevano morbidi e in eleganti boccoli sulla schiena, la pelle chiara, quasi paragonabile solo al chiarore della luna, era messa ancora più in risalto dalla piccola bocca rossa a forma di cuore.

Ma quello che mi colpii più di tutto furono i suoi occhi, posti sul piccolo viso a forma di cuore,  marroni cioccolato, caldi, luminosi, allegri, ma che mi sembrava conservassero nel profondo una malinconia e una tristezza che probabilmente quasi nessun altro sarebbe riuscito a cogliere.

Improvvisamente le sue guance si colorarono di un rosso porpora acceso, e se di solito quel particolare nelle ragazze mi faceva ridere su di lei non potei fare altro che trovarlo adorabile.

Era semplicemente bellissima!

Finalmente la ragazza si alzò e cominciò ad avvicinarsi, inspiegabilmente il mio cuore cominciò a battere più del dovuto, e così potei osservare anche il suo corpo.

Era magra, ma non troppo,  di altezza sicuramente non era tanto più alta di mia sorella Alice, ma le forme erano tutte al loro posto…e che forme mi ritrovai a pensare improvvisamente vergognandomi quasi dei miei pensieri.

“ Piacere Bella “ ok, sicuramente non aveva otto anni!

 

Buona sera a tutti….

Scusatemi immensamente per questo ritardo, ma questo è un periodo veramente no: La scuola mi sta letteralmente distruggendo e anche a livello personale me ne stanno accadendo di tutti i colori e così diciamo che la mia ispirazione si è un po’ buttata giù dal ponte.

Devo essere sincera, pensavo di non riuscire a finire questo capitolo, per me è stato veramente difficile, ma so anche che il prossimo lo sarà ancora di più: Il primo dialogo è sempre il più difficile per me!

Mi affido a voi: Voi cosa proponete? Che consigli mi date? Fatemi sapere tutto e in particolare cosa ne pensate di questo capitolo, che a me più di tanto non convince.

Nella speranza che vi sia piaciuto ringrazio di cuore tutte le persone che mi hanno inserito nelle seguite, chi nelle ricordate, chi nelle preferite, chi legge soltanto e soprattutto loro: Paride, IsaIsabella, Adelina blabla.

Alla prossima

Ally Salvatore

   
 
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