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Autore: pennafluo    17/03/2013    2 recensioni
Cassidy, 17 anni, Denver. Ironica e a tratti agressiva si ritrova al terzo anno del liceo. Stanca della solita routine, convince i genitori a farla partire per sei mesi affinchè possa studiare in una nuova scuola di una nuova città: San Diego! Nuovi amici, feste, tante risate e la prima vera cotta.. Crede sia il vero amore, ma poi le si piazzano davanti due occhioni verdi e un sorriso sghembo "Piacere, Blake."
-Lo fissai a lungo, dai capelli alla mascella squadrata. I nostri occhi si trovarono e lui sostenne il mio sguardo senza batter ciglio. Mi domandai se anche lui provava quello che provavo io ogni volta che ci guardavamo, anche solo per qualche secondo. Poi mi sorrise, e come ogni dannata volta mi rinnamorai di quelle labbra storte, di lui. Si avvicinò e mi sussurò nell'orecchio "Ti amo, Cassy." Inconsciamente aveva risposto alla mia domanda.-
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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“Bene, direi che la mia carriera di organizzatrice di feste finisce qui..”
“Decisamente” precisai, muovendo l’indice davanti al dolce viso di Kate.
“Sapevo che sarebbe andata così..” concluse Daisy, mangiucchiando qualche patatina.
Eravamo sedute in una delle ultime bancate del salone della McDonald's, come piaceva a me. I Tavolo rossi si susseguivano banalmente uguali, al bancone le ragazze acide con il capellino servivano un via vai di persone. Certo, era cibo sudicio, ma ne avevamo bisogno per affogarci il nostro immenso dolore. Eravamo state punite per almeno due settimane teoricamente, per non parlare dell’astio che Daiva ci avrebbe portato a vita per averle distrutto mezza casa.
“Almeno ci permettono di fare la gita, ci hanno graziate.” aggiunsi.
“Lo fanno solo perché è tutto pagato e non rimborsano. Basta, non voglio starmene chiusa in casa tutto quel tempo!” “Primo già ora non lo sei, probabilmente non lo sarai mai. Sai com’è, Daiva è volubile.. povera donna!”
“Vuoi dire che mia madre non si fa rispettare?!”
“K, a cuccia. Parliamo di cose serie” D sorseggiò un poco di milk shake con fare da “Il padrino” ”tu e Blake sembrate particolarmente, intimi
Sgranai gli occhi. Noi non eravamo intimi. Certo negli ultimi tempi passavamo molto tempo insieme, avevo pianto tra le sue braccia, mi ero sfogata, il mio istinto mi aveva fatta fidare subito, mi ero sentita parte di un film ma no, non eravamo intimi. Stavo solo conoscendo un lato buono di quel cattivo ragazzo, e mi piaceva. Il lato buono, non il ragazzo. Certo era un bel ragazzo. Scossi la testa.
“Sto provando ad essere sua amica, non sembra male…”
“Flirtare non è provare ad essere amici, tesoro. Mmh, comunque non lo è… a parte che fa il missionario della situazione.”
“Non ti seguo Daisy.” odiavo perdere il filo dei discorsi. “Non ascoltarla, è una ragazza dai capelli rossi moooooolto perfida!” mi avvisò Kate.
“Dico solo che è sempre pronto a prendersi gli “scarti” di Chad… ti asciuga le lacrime con il dorso della mano ed è fatta…”
‘Cazzo, è esattamente ciò che ha fatto…’
“Ti abbraccia in silenzio…”
‘Anche questo’
“Ti dice che ci penserà lui”
‘pure’
“Sembri una che sa di cosa parla, che c’è passata.”
“Ho solo fonti bene informate C, tutto qui…”
“Grazie allora ma tranquilla, siamo solo compagni di laboratorio e non credo di essere uno scarto.”
Cominciavo ad innervosirmi. Daisy mi piaceva, ma stava esagerando. Se c’era caduta lei, non era detto che ci sarei passata anche io. Perché era ovvio che Blake aveva combinato qualcosa, nonostante lei lo volesse nascondere sotto il tappeto. Era stata ferita? “Non stavi provando ad essere sua amica?”
“Eh zitta!”
Daisy sorrise.
‘Questa è seriamente malvagia’

***

Il viaggio di ritorno da sola con Kate stava proseguendo in modo davvero piacevole la serata.
Avevamo già riaccompagnato Daisy a casa, fortunatamente.
K si stava rivelando una persona con cui era davvero bello aprirsi… nonostante fossi una della serie “sono fatti miei e rimangono fatti miei”. Eppure non mi sembrava volesse sapere qualcosa in più su di me per giudicare, bensì per conoscermi meglio, approfondire l’amicizia. Forse era quello che mi serviva, una persona con cui parlarne. C’era qualcosa di cui parlare ovviamente, eccome se c’era.
Riuscii a confidarle che i miei genitori avevano divorziato un anno fa, che avevo passato un brutto periodo. Era quella la reale causa del mio voler partire, nonostante le amicizie e Maci. Mi era sembrato che nessuno di tutti quelli che conoscevo potesse comprendere ciò che stavo provando. Volevo staccare per un po’, andare in un posto in cui nessuno avrebbe saputo niente di me, dimenticare tutto per sei mesi, e invece mi ero trovata nella situazione peggiore: un altro uomo che mi tradiva. Certo non era come mio padre, ma il principio era quello: perdere, perdere la fiducia in una persona a cui tieni, dalla quale non te lo saresti mai aspettato.
“Il brutto è che ne esci sconfitto. Nel senso che ti sembra di aver perso tu, di aver fatto tu il passo sbagliato. Ti ritrovi a pensare –ecco, è perché mi sono comportata così- e invece no, sono gli altri che sbagliano. Ma finché non ti entra in testa, togli fuori la corazza migliore che hai e te la infili in silenzio.”
Sembravo forte, agli altri facevo credere di essere una roccia, ma sotto non lo ero poi tanto. E tutto quello che mi era successo e che mi stava succedendo più che male, mi faceva incazzare da paura. Avevo la faccia di una di cui prendersi gioco?
E ora Chad mi aveva ricatapultata dentro quella maledetta corazza. Per un attimo avevo creduto che Blake potesse far si che mi pesasse meno, ma le parole di Daisy mi avevano fatta rinsavire. ’Devo saperne di più’
“Perché Daisy ha detto quelle cose? Blake è davvero così?”
Mi voltai verso il posto del guidatore, scrutando il viso di Kate nella speranza di cogliere qualsiasi indizio, sicura che non volesse parlarne. Sembrava ci fosse qualcosa sotto, ed essendo Daisy la sua migliore amica, probabilmente voleva pararle il culo.
‘E invece no’
“Lei… lei è stata con Chad. Roba da poco, sul serio. Meno di te per intenderci, non stavano neanche insieme. Appena Chad se n’è sbarazzato, Blake era lì pronto a proteggerla, a sussurrarle parole dolci, a rassicurarla..”
E ora lo faceva con me. Sapevo di dover ascoltare Daisy, non ci sarei cascata, era una trappola del vecchio lupo Blake.
“Daisy si era innamorata e lui, lui le ha detto che l’aveva fatto perché la vedeva come una sorella. L’aveva illusa capisci? D non è una che si illude facilmente e quindi… l’ha distrutta. Vuole solo proteggerti… ma se vuoi la mia opinione…” “Certo!”
“Blake è buono anche se a volta viene da odiarlo, non voleva illuderla, ma lei non lo voleva e non lo vuole capire. Ora lo detesta, ma se non ci fosse stato lui non ne sarebbe uscita e con te, con te lui è diverso C.”
“Io non mi fido di Blake, non mi piace.”
“Pensaci però, non vederti come una seconda Daisy. Credo che lui provi qualcosa per te, ti guarda che quegli occhi…”
“Che occhi?! Solo perché sono verdi e belli non significa che siano sinceri.”
‘Anche mio padre ha gli occhi verdi.’
Mi morsi il labbro fino a farlo sanguinare, non volevo alzare la voce con Kate, e soprattutto non volevo scoprisse che era stato Blake a consolarmi. Stava diventando un segreto e mi sembrava terribilmente stupido nasconderlo. Ma se lo avesse scoperto, sarebbe stata la fine.
“Non cambiare la tua opinione su di lui, te ne pentiresti”

***

Strinsi i libri che avevo in grembo, concentrandomi sul suono ritmico dei miei passi sul pavimento, osservando le All Stars che si muovevano in sincronia. Mi auto convinsi che se non avessi incontrato il suo sguardo, non mi avrebbe rivolto la parola. Qualche spallata e sarei stata fuori dalla sua vista.
“Cassy del mio cuore” esultò Blake correndomi incontro, doveva avere una vista da falco dato che avevo fatto di tutto per nascondermi dietro alle altre persone.
‘come non detto, anzi pensato’
“Ciao!”
Lo guardai, notando che mi fissava il petto.
“Scusa, ma che st…”
“Sei troppo scollata!” Automaticamente mi portai le braccia a coprire il petto arrossendo. Ma che cosa gli prendeva?
“Primo, non.. non è vero. Secondo, non deve importarti.”
“Stai arrossendo.. ti emoziono così tanto?!”
“’Sta zitto! Non farti strane idee!”
“Sei tu quella che non dovrebbe farsele su di me” il suo solito sorrisetto sghembo gli colorò il viso.
Evitai di rispondere, timorosa del fatto che quella conversazione potesse concludersi in qualche contatto fisico, tipo uno dei suoi abbracci. Abbracci che mi piacevano particolarmente ma… ero inmissione anti-fiducia-Blake e non potevo abbattermi così facilmente. Visualizzai le parole di Daisy. SCARTO. Dovevo far finta che non esistesse. Certo che la maglia Diesel gli stata strabene.
‘Blake? Blake chi?’
Gli passai a fianco, tentando di andarmene senza che lo notasse e che lo prendesse come un ti voglio evitare . Con un po’ di nonchalance, ecco. La mia fuga disperata si risolse nelle sue mani che mi bloccavano per le spalle.
“Sei suscettibile, Cassy”
“Lasciami in pace.” tentai di divincolarmi, inutilmente.
“No.”
“Ma che..? Si!”
“Io volevo solo parlare un po’ con te..”
“Ma che problemi hai?! Non sono un altro scarto di Chad di cui appropriarsi, non toccarmi!”
‘Ecco, ho esagerato. Non sia mai che io non esageri, e che siamo in un modo in cui Cassidy Adams se la passa liscia? Ma no, proprio no!’
“È questo che pensi? Davvero?”
Non avevo mai visto una tale tristezza nel suo sguardo da bambino, e mi sentii terribilmente in colpa perché ero stata io a causarla. Eppure non risposi, e ancora ora non so perché mi comportai così. Un’altra volta, mi mancarono le sillabe, il coraggio. Odiai immensamente chiunque avesse pensato alla frase chi tace acconsente perché io non volevo acconsentire. Ma le parole mi rimasero lì, incastrate. Come quando degli ingoiare la pastiglia dell’antibiotico e non hai acqua, quindi ti rimane lì in gola infastidendoti in modo terribile.
Blake annuì e mi lasciò passare.

***

‘Ho ottenuto quello che volevo. Lui non mi vorrà più rivolgere la parola, che problemi mi faccio? Non devo stare qui a scervellarmi sul fatto che sia arrabbiato con me. Va bene così, è la cosa migliore’
Fissavo un punto a caso del muro bianco, incurante di quello che un mio compagno stata scrivendo alla lavagna. Avevo altro a cui pensare io, la matematica non scappa mica.
Non mi accorsi della matita che continuava a tamburellarmi sulla spalla. Né la prima, né la seconda, né la terza volta. Poi il ragazzino con i brufoli davanti a me si girò improvvisamente colpendomi in fronte. Così mi accorsi della professoressa bassottina che mi guardava indispettita, e mi fissava anche il suo neo peloso.
“Le sembra il comportamento adeguato, signorina Adams?” picchiettò la penna sul mio banco.
“Non prende nessun appunto, poi?”
“Io…”
“Io, io, io… le ricordo che ha l’insufficienza. A meno che non l’abbia capito, se continua così avrà il debito a fine anno, finito lo spasso!”
“Quale spasso?”
“Mi sta prendendo in giro?! Lei deve recuperare, assolutamente. Entro la settimana prossima.” Il suo alito puzzolente mi riempì le narici.
“Io, non ci capisco nulla di matematica.”
“Non ce n’eravamo accorti, cara” mi sorrise ironicamente.
“Potrebbe darmi delle.. emh.. ripetizioni?”
“Certo Cassidy, mi dica ora e data e sono disponibile sempre per ogni suo bisogno…”
“Davvero?”
“No, organizzate un maledetto gruppo di studio! Anzi, ve l’organizzo io.” Si voltò verso gli ultimi banchi.
“Ne ha bisogno anche lei, giovanotto” sentii uno sbuffo familiare. Samuel era nella mia stessa posizione a scuola.
Il tono della donna cambiò radicalmente.
“Blake, aiutali tu, per favore.”
‘no,no,no,no,no’
“Io non saprei… forse ne sarebbe più capace…” si guardò intorno “Janelle, è un genio!”
Blake era il primo della classe, nessuno sarebbe stato più capace di lui. Mi voleva evitare.
“Allora è deciso, tu, Samuele, Adams e Janelle farete squadra. A voi alzerò il voto, a questi due proverò a mettere una sufficienza!”
‘Perché solo io per cognome?!’
Il neo si avvicinò al mio viso.
“O ti boccio!” concluse la donna spostandosi, la gonna a fiorellini si mosse piano.
’Stile 10+ vecchiaccia’
Qualche minuto più tardi mi arrivò un aeroplanino di carta:
“Dopo scuola da Blake, aspettami alla porta. Da qui hai proprio delle belle spalle -Samu”
Sorrisi, ma il sorriso mi morì sulle labbra. Avrei passato l’intero pomeriggio con Blake e i miei sensi di colpa.
‘Dai Cassidy, ci sono altre due persone’
Ce l’avrei fatta?

***

Mi fermai sull’uscio della porta, la borsa che mi ciondolava vicino alle ginocchia. Samuel non tardò a raggiungermi con il suo solito spirito allegro, i capelli raccolti a cresta. Mi meravigliò però il fatto che non ci fossero né Blake né Janelle. Aggrottai un sopracciglio.
“Ci sei solo tu?”
“Si, B e quella tizia sono prigionieri della prof. che li informa su cosa lavorare insieme a noi ignoranti!”
Sorrisi.
“Possiamo cominciare ad andare a piedi per fare orario, il padre di Blake li passerà a prendere tra un po’, zero voglia di aspettare fermo!”
“Sei iperattivo, Samuel.”
“Non sei la prima a dirmelo!” mi diede un puffetto sulla guancia. Neanche io in fondo volevo starmene impalata ad aspettare, e avrei potuto approfittare della situazione per conoscere meglio Samuel.
Così cominciammo a camminare sul marciapiede, fianco a fianco.
“Quindi, ti trovi bene qui?”
‘A parte il ragazzo di cui mi ero innamorata che mi tradisce…’
“Si, abbastanza.”
“Mi dispiace per la storia di Chad..”
‘Dritto al punto! ’
“Lo sai anche tu?!” in realtà. Era ovvio.
“Le voci corrono davvero veloci qui, ingenua ragazza!”
“Non mi va che si sappia in giro, cioè…”
“Qualcuno avrebbe dovuto avvisarti, Chad è un tipo così.”
“E tu che tipo sei?”
Samuel mi guardò interdetto e io capii subito.
“Non in quel senso, voglio solo.. conoscerti meglio, da amica. Sembri un tipo davvero simpatico!”
“Scherzavo, e comunque tu non saresti il mio tipo!” mi fece l’occhiolino e io, in tutta risposta, colsi la palla al balzo.
“Grace invece si, suppongo.”
“Si vede così tanto?”
“Diciamo che ho l’occhio allenato per questioni d’amore!” risi piano, in effetti avevo quasi sempre ragione.
“Sembra essere lei l’unica a non accorgersene.”
“Da quanto?”
“Due anni, escludendo alcuni periodi in cui ho provato a togliermela dalla testa.”
Rimasi allibita. In due anni si possono fare davvero tante cose, e Samuel era rimasto sempre dietro Grace?! Cominciai a credere che lei lo facesse apposta a farsi desiderare. Si intuiva benissimo che le facevano piacere le sue attenzioni…
“Hai mai provato a dichiararti? Lei non sembra poi così contraria…”
“L’ho fatto, un anno fa e me ne sono pentito. Primo mi ha rifiutato, secondo ho dovuto sopportare un certo periodo lontano da lei… non voglio ripassarci.”
“Non ti conosco molto ma, sono convinta che tu sia un bravo ragazzo. Non sa cosa si perde, e in un anno possono cambiare tante cose!”
“Ma è difficile, davvero. Preferisco fare il simpaticone e sapere che lei c’è, anche se non è mia.” “Si ma… non resisterai a lungo così”
Fece spallucce.
“Se tieni molto a una persona, la pensi in modo differente.”
Avrei voluto avere “un Samuel” anche io, Grace non si rendeva conto della fortuna che possedeva.
“Eccoci, la dimora di Blake si estende ai tuoi occhi!” disse facendo un movimento con le braccia parecchio comico.
Davanti a noi si stagliava un immenso cancello nero, e si intravedeva ben poco, se non la recinzione in pietra. Dato che ci trovavamo più vicino alla città era strano vedere una villa, oltretutto in stile europeo. Il muro però era troppo alto e la presenza di arbusti mi rendeva difficile analizzare la casa.
“Se la passa bene la famiglia di Blake.”
“Sono sempre fuori per lavoro e lo trascurano, almeno si può consolare.”
Banale, Blake era ricco. Bello, apparentemente perfetto, gentile e ricco. Gli mancava solo il cartello sulla faccia “sono il ragazzo ideale!” ma io sapevo del suo lato oscuro. Avevo attaccato un piccolo post note dentro la mia testa con su scritto: -BLAKE MI CONSIDERA UNO SCARTO-

***

Finalmente anche Blake e Janelle ci raggiunsero. Non avevo mai osservato la ragazza, e mi stupii quando mi si presentò davanti una giovane snella, carina e curata e nessun topo da biblioteca. Aveva anche i capelli biondo, rigorosamente cenere, raccolti in una coda di cavallo legata da un fiocco. Sembrava più una cheerleader che un cranio della matematica.
’La San Diego High School ha le cheerleader?
Per quanto riguarda Blake, praticamente non mi degnò di uno sguardo. Aprì il cancello automatico in silenzio. Nel frattempo Samuel avvicinò il suo viso al mio per poi sussurrarmi: “Non so perché, ma ce l’ha con te.”
’No macchè’
“Non so di che parli” gli risposi.
Attraversato il cancello finalmente la vidi: era una reggia.
Percorremmo la passerella senza dire una parola. Il giardino era perfetto, probabilmente qualche giardiniere se ne occupava. Contai almeno quattro aiuole, piene di fiori colorati e vasta gamma di piante.
’ Più che un normale cortile residenziale sembra un orto botanico! Da me si e no ci sono due margherite selvatiche’
Tutto era ricoperto da rigoglioso prato verde, in alcuni punti c’erano le collinette con i nani. LE COLLINETTE E I NANI. Tentai di mostrarmi abituata allo sfarzo, ma sinceramente capì di non esserci riuscita.
Blake aprì la porta principale e fummo dentro. L’ingresso era grande il doppio del mio salone, c’era profumo di… non so di cosa ma si trattava di profumo, e le pareti erano ricche di quadri moderni. A uno a uno posammo le giacche sull’attaccapanni nero.
“Possiamo andare in camera mia, c’è spazio per tutto.” Se ne uscì all’improvviso Blake.
’Immagino, Richie Rich’
In realtà la camera era praticamente vuota, per cui mi sentii più a mio agio. La libreria a parete stracolma di libri era sicuramente la cosa migliore, avrei voluto solo avvicinarmi e passare da un titolo all’altro, sceglierne uno e leggerlo. Altro che matematica. Sbuffai, perché invece non facevano lettura a scuola?
“Puoi prenderne qualcuno se vuoi.”
Era stato Blake a parlare, spezzando il silenzio. Mi sorprese il suo rivolgermi la parola, non riguardante il nostro lavoro. Rimasi lì indecisa su cosa rispondere: se avessi detto “si” mi sembrava di sfruttarlo, se avessi detto “no” di essere scortese. E allora annuì a metà senza farmi capire, prendendo astuccio e quaderni.
Due ore passarono tra formule, espressioni e funzioni che per me erano arabo. Fu davvero grata a Janelle, che sembrava non perdersi d’animo ed avere un’enorme scorta di pazienza.
“Questo non l’ho capito..”
“Scusa potresti rispiegarmi questo punto?”
“Aspetta, che senso ha questa incognita?”
“Il risultato è diverso!”
In definitiva, mi sentivo una stupida. Poi si presentò una luce alla fine del tunnel: la domestica che ci portava la merenda.
“Non abbiamo dieci anni, Eva.”
Io e Samuel abbassammo lo sguardo delusi, stavamo morendo di fame. Blake fortunatamente se ne accorse.
“Per lo meno non io… portaci quello che hai preparato e grazie, non dovevi disturbarti.”
“Ma dai, è il mio lavoro, tesoro.”
Capii che per Blake quella donna rappresentasse più di una semplice dipendente per un attimo provai tenerezza.
“Collega, come procede?” mi chiese Samuel. Infatti praticamente Blake si occupava solo di lui, e Janelle di me. Meglio, ero lontana da Blake e non dovevo incrociare il suo sguardo. Ora però mentre mangiavamo la torta, eravamo tutti intorno a un piccolo tavolo.
“Male..” bofonchiai.
“Sicuramente è troppo impegnata a giudicare gli altri per concentrarsi” si intromise Blake.
‘frecciatina number ONE, scoccata’
“E forse c’è chi non può capire la prospettiva altrui” risposi. In effetti lui non sapeva nulla di me, io non lo stavo giudicando. Provavo solo a difendermi, a non farmi male ancora.
“Non mi pare tu abbia mai dato modo a nessuno di capirla”
’Touchè’
“Io… non..” E lui infierì.
“Ops, qualcuno ha un tallone d’Achille che è stato appena toccato? Cosa ci nascondi? Un’infanzia difficile? Se fosse non saresti l’unica quindi..”
“Blake non credo che..” Janelle cercò di difendermi.
“Non capisci niente, non sai niente.” Dissi.
“Sei tu che non mi conosci e ti permetti di dire certe cose. Dopo che hai piagnucolato tra le mie braccia perché il caro vecchio Chad ti ha messo le corna.”
“Certo che mi permetto, guardati… mi fai schifo come persona!”
Presi la borsa e sbattei la porta dietro le mie spalle.
Eccolo, il vero Blake. Non c’era voluto poi molto a scoprire la sua vera natura.
*** Per un po’ corsi, quando fui troppo stanca per continuare svoltai ad un angolo poggiandomi su un palo. Scivolai a terra portandomi le ginocchia al petto. Il mio respiro era affannoso e il cuore mi batteva all’impazzata, non riuscivo a concentrarmi. La prima cosa che mi balenò in testa e che non sapevo dove mi trovavo. Era una stradina abbastanza anonima, alti muri circondavano le case. Tutti uguali, tutti grigi. Non si intravedeva neppure una macchina.
‘Di quanto mi sono spostata?’
Cominciai a preoccuparmi, l’aria si faceva pungente e il Sole si abbassava sempre di più all’orizzonte. Presi il telefono dalla tasca. NIENTE CAMPO. Non potevo chiamare Kate.
’Non potrei passarmela meglio di così’
Rimasi ferma perché non sapevo assolutamente che fare. Circondai le ginocchia con le braccia. Ma che stavo facendo? Non avrei risolto nulla stando lì a piagnucolare. Avrei percorso la strada a ritroso, trovato la casa di Blake e dopo averla sfruttata come punti di riferimento sarei tornata a casa. Mi feci coraggio e mi alzai.
Non riconoscevo la strada, non ero stata a attenta.
’Sicuro sto girando in tondo.’
Ricontrollai il telefono: una tacchetta! Chiamai immediatamente e l’unica risposta che ebbi fu quella della macchinetta in segreteria.
“Lasciare un messaggio dopo il bip..”
“Fanculo!” urlai, avevo bisogno di urlare e tanto non c’era anima viva.
In quell’istante una mano mi tappò la bocca e un braccio mi bloccò dalla vita. Il mio cuore perse un battito.
’mi ammazza’
La vista si fece appannata per le lacrime che cominciavano a scendere.
“Ma che.. stai piangendo?”
Mi girai di scatto liberandomi dalla presa dell’uomo che si rivelò essere Blake. Mi fissava con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Si riprese.
“Scusa non volevo spaventarti”
Le lacrime calde mi bagnavano le guance, rimasi in silenzio.
“Cassy, davvero…”
“Smettila di chiamarmi Cassy, io… ma che ti è saltato in testa!”
“Ti ho già chiesto scusa, davvero. Non solo per questo, per tutto…”
“Non funziona così. Non si risolve niente con uno scusa, niente.. sei come lui..come e lui.. ” le lacrime cominciarono a scendere di nuovo, stavolta non per lo spavento.
“Lui? Chad? Senti io ci sono solo rimasto male per quello che pensi di me, io voglio essere migliore ai tuoi occhi.”
“Tu non sai cosa ho passato, sono io che devo rimanerci male! Ogni volta che mi fido, ogni singola volta, qualcuno mi pugnala alle spalle…”
“Smettila di…”
“Piangere? Perché? Vorrei solo ripulirmi di tutto questo, dei miei ricordi di lui..”
“È solo un mese e poco più, io ti starò vicino…” “Tu non capisci…” “Basta di dirmi che non capisco, basta! Tu per me non sei e non sarai mai uno scarto, tu per me.. sei tu che non mi capisci!”
Si avvicinò e cominciò a scuotermi per le spalle. Io dovevo stare zitta. Ma ovviamente…
“Mio padre ha tradito mio madre, più e più volte. Mentre lei stava a casa ad occuparci di noi, dei suo cazzo di figli, lui si scopava le altre... e ora Chad, stupido Chad..”
Per me non era un semplice tradimento tra adolescenti, era qualcosa di più. Lui aveva riaperto lle mie cicatrici. Ma io ero forte, lo ero sempre stata. Non dovevo piangere, eppure non mi creava problemi mostrare il mio lato fragile a lui, anzi mi sembrò si stare meglio.
Blake prese il mio viso tra le mani e mi baciò. Un bacio semplice, dolce.
Le sue labbra rimasero poggiate sulle mie, senza pretese. Avevano il suo sapore, come se lo assaggiassi da una vita nonostante fosse la prima volta. Le emozioni furono troppe, per ricordarle, per descriverle.
Si scostò pieno i suoi occhi puntarono i miei, così densi. Mi sembrava di affogarci, mi sembrava di poterci passare ogni giorno dentro. Si scostò piano, asciugandomi le lacrime con la manica della felpa, di nuovo uno sfogo. Di nuovo lui. Di nuovo quella strana sensazione di leggerezza. Mi prese la mano e cominciò a camminare.
“Noi due non litigheremo più, te lo prometto.”
Sorriso sghembo. *
*
*
*
*
Questo capitolo è più lungo degli altri, e ho tentato di impegnarmi di più. Spero davvero che piaccia e di ricevere tante recensioni!
A questo punto chissà cosa succederà tra Blake e Cassidy… coooooooomunque:
• Un grazie speciale a Cimicianga, Lyset, marika_e MissMagu per aver aggiunto la storia tra le preferite!
• Un super, super, super grazie a Forgettingyou, fri_7 , hollystar per aver aggiunto la storia alle preferite!
P.s. (Le altre sono state già ringraziate nel capitolo “Vuoi essere la mia ragazza?”)
Spero continuate a seguirmi, davvero!
A presto
Silvia
  
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