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Autore: kannuki    18/03/2013    1 recensioni
Ogni cura ha la sua controindicazione.
“Lo resusciti per litigarci meglio? Voi donne siete geniali.”
“Tu mi aiuti a fare questa cosa ed io ti faccio tornare vampiro."
Klaus socchiuse le palpebre e il viso si compose in uno di quei sorrisetti irritanti e accondiscendi che Bonnie detestava tanto. “Mi piacciono le streghe mercenarie. Hanno sempre un prezzo che non puoi permetterti.”
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bonnie, Bennett, Caroline, Forbes, Elena, Gilbert
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Oh mio dio! O mio dio!” Caroline unì entrambe le mani di fronte alla bocca e sgranò gli occhi. “E' magnifico!”

Ora sei l'unica vampira rimasta in città.”

Caroline saltellò sul proprio letto, muovendosi scompostamente. Cadde sulla schiena allargando le braccia e sospirò, socchiudendo le palpebre. “Non posso crederci... dio!”

Dio dice che Elijah ha assunto l'ultima dose delle cura.” Elena sistemò un cuscino dietro la schiena e la guardò, dubbiosa. “Tyler?”

In ritiro con la squadra di football per la partita di homecoming.

Sai a cosa mi riferisco. Se Tyler ti morde, senza più il sangue di Klaus morirai.”

Klaus. Chissà se erano guarite, le ferite. “L'hai visto di recente?”

Proprio ieri, in fila alla cassa. Aiutava una vecchietta a portare la spesa.”

Caroline scoppiò a ridere, contraendo lo stomaco. “Cosa faceva?!”

Sta ritrovando la sua umanità” mormorò Elena, paziente. “Dicevi che c'era del buono in lui... come vedi, non ha deluso le tue aspettative.”

Ti prego!” esclamò tornando a sedere. “Bonnie ha composto le sue scuse? Quanto ancora mi farà aspettare?”

E' ben decisa sulle sue ragioni, qualunque esse siano.”

Non le aveva raccontato niente? Caroline aggrottò la fronte, posò le braccia sulle ginocchia piegate e la guardò, maliziosa. “Se ti dicessi che ho fatto una cosa molto brutta ai danni di Klaus...”

... ti farei un applauso e ti chiederei di farlo di nuovo” mormorò Elena fissandola negli occhi. “E di nuovo e di nuovo.”

Per questo era la sua migliore amica. Perché se la intendevano a meraviglia.

***

Ce l'hai, l'innamorata?”

Klaus sogghignò, intinse il biscotto nella cioccolata calda e lo sgranocchiò. Scosse la testa in cenno negativo e una briciola cadde dal labbro finalmente rimarginato. Solo una lieve ferita rosata ne deturpava il disegno perfetto. Gliel'aveva detto Katinka, a tredici anni. Labbra perfette per baciare. E lui ci aveva sempre creduto.

Arriverà” decretò allungando un tovagliolino al ragazzo. “Devi solo pazientare.”

Klaus rise un'altra volta. “Era tutto buono, signora Smith.”

Tutto buono!” soffiò la vecchietta con un gesto di stizza e malinconia. “Una volta preparavo pranzetti splendidi per il mio Charlie...”

Il cane? Il figlio? Il marito?

L'unico uomo che abbia mai amato... che il Signore mi perdoni... ero così innamorata di lui.. era di stanza, durante i bombardamenti... la divisa da infermiera mi stava un gran bene... se l'è portato via un rosso...”

L'ex vampiro seguì il piccolo segno della croce che la vecchia fece con le dita e annuì, mostrando comprensione. “Mi spiace.”

Oh, è passato così tanto tempo” si schermì per l'ennesima volta. “Prendi un altro biscotto. Portali via. Offrili ad una bella ragazza. Sono troppo duri per i miei denti, ma sono fatti col cuore... e le cose fatte col cuore non vengono mai rifiutate.”

***

La vecchia signora Smith era rimasta indietro con i tempi. Offrire biscotti ad una ragazza!, pensò ridendo e guardando il sacchetto che aveva preparato per lui. Rebekah l'avrebbe accusato di metterla all'ingrasso, se le portava anche quelli. Klaus si avvicinò al primo cestino lungo la strada e stese il braccio, esitante. Però...

Le cose fatte col cuore non vengono mai rifiutate.

Li avrebbe mangiati a colazione, pensò, ritirando la mano. Uh?

'ccidenti! Ahia!”

Maledizione! Si era scatenata un'altra volta! Bonnie trattenne l'impulso di grattare la fronte che le prudeva con le mani sporche di grasso della bicicletta. Sospirò e mugolò, frustrata per la propria inettitudine.

Devi condurla e girare piano il pedale o non si aggancerà mai.”

Oh, perfetto! Anche il saputello che le avrebbe detto cosa fare, invece di aiutarla! Bonnie alzò la testa, parando il sole con la mano e stando attenta e non macchiarsi. Raggelò e desiderò essere mille miglia lontano dal marciapiede della First Avenue di Mystic Falls.

Quel ferrovecchio non avrebbe mai passato la revisione, se fosse stata obbligatoria per le biciclette. Klaus posò il sacchetto per terra e forzò il pedale. Tirò su le maniche e Bonnie lo osservò mentre si industriava a litigare con la ruota dentata al posto suo.

Vuoi un consiglio da un estraneo? Comprane un altra, questa è arrivata...”

Non siamo proprio estranei.”

Klaus si bloccò con le dita sul cambio. Alzò gli occhi sulla ragazza e poi li riportò sulla ruota. Ripararla bicicletta era questione d'orgoglio, ormai. “Come va?”

Il solito.”

Bonnie si umettò le labbra e girò lo sguardo sul sacchetto, chiuso con un fiocchetto graziosissimo. “Un regalo?”

Sono biscotti fatti in casa. Sono buoni, assaggiane uno.”

Biscotti! Bonnie sentì la salivazione aumentare. Era digiuna dalla sera prima, aveva dimenticato il pranzo a casa e la mensa non offriva granché. Sciolse il nastrino dopo aver pulito accuratamente le mani. Ne sgranocchiò uno, mugolando di piacere. “Sono buonissimi!”

Perché sono fatti col cuore. Tutte le cose fatte col cuore riescono... ma porc! Riparata!” esclamò drizzando le spalle. “Provala.”

Sto mangiando i biscotti” dichiarò con la bocca piena. “Li hai fatti tu?”

Klaus le gettò un'occhiata di compatimento. “Passata, la tristezza?”

Torna a tradimento” dichiarò chiudendo il sacchetto ed indicandolo con un cenno del mento. “Qualcuno ti vuole bene...”

Na, le ricordo il suo primo amore.”

Bonnie batté le palpebre. Di chi stava parlando?

***

Le persone si interessano di te quel che basta per sanare la propria curiosità, ma non vogliono penetrare troppo a fondo nell'animo umano. Si annidano parecchi demoni, laggiù... nessuno ascolta, tutti parlano... parlano anche quando non hanno niente da dire... è orribile...”

Bonnie annuì debolmente, le labbra strette attorno alla cannuccia di un milk shake, il viso fra le mani e i gomiti sul tavolino di un caffè appena aperto, trovato per strada. Klaus tamburellò piano le dita sulla superficie liscia e fissò la vetrata arrossata dal tramonto. “Non hai qualcuno che ti aspetta, a casa?”

Mia madre se n'è andata quando ero piccola e mio padre... beh, non sono mai andata molto d'accordo con lui” sussurrò grattando piano la cute fra i capelli. “Preferisco stare sola.”

Nessuno vuole stare solo” mormorò girando lo sguardo sulla strega. “Credi di essere felice...”

Non lo credo e non lo sono” lo interruppe fissando le mani strette. Bonnie incrociò le dita e vi posò contro la bocca. “E tu sei felice?”

Stordito. Frustrato, nostalgico” elencò immergendo il viso nel tramonto. “Aggiungine qualcuno tu, sono stanco di piangermi addosso.”

Allora smettila.”

Ci sto provando...”

Cosa te lo impedisce?”

Klaus aprì gli occhi e la guardò con un sorrisetto velato. “Me stesso.”

***

Grazie per averla riparata.”

Klaus si inchinò con uno svolazzo ironico, fece per prenderle la mano ma ci ripensò e la contorsione si concluse con una buffa – e dolorosa - torsione del busto.

Bonnie saltò in sella alla bicicletta, diede due pedalate e la catena partì di nuovo. Klaus alzò gli occhi al cielo. Era la riprova che le cose sapeva solo romperle!

***

Il sole era ormai tramontato e le strade erano deserte. Per fortuna! Aveva scongiurato un eventuale incontro con Caroline che le avrebbe procurato non pochi grattacapi, pensò guardandosi di nuovo intorno. “Non devi accompagnarmi a casa...”

E' piena di tipacci, questa città. Te ne cammina uno affianco e non te ne sei neppure accorta” ironizzò e Bonnie sorrise, mascherando la contrazione della guancia. “So difendermi.”

Klaus si fermò e la ragazza andò avanti di tre passi, prima di fermarsi a sua volta.

Di fronte un grande pericolo, gli uomini reagiscono in maniera ambigua” cominciò, esitante.

Stava parlando del bacio. Bonnie guardò il fondo della strada, poi si voltò. “Volevo solo immobilizzarti, non ucciderti.”

Klaus annuì. Teneva le mani infilate in tasca e tutto il suo essere era dominato dal battito del cuore. Alzò il palmo destro in cenno di saluto e girò su se stesso. Cosa c'era che lo infastidiva? La sua indifferenza. L'aveva liquidato come un fatto di poco conto...

Devo fare un incantesimo, vuoi aiutarmi?”

Un incantesimo?

L'ex vampiro tornò sui suoi passi e la squadrò, dubbioso.

Bonnie abbassò lo sguardo sul cestello della bicicletta e dondolò sulle gambe. “Voglio vedere Jeremy e ho bisogno di un vincolo su questa terra. Non è pericoloso per te...”

Per te sì?”

Bonnie mosse appena la testa. “Mh...”

Sì? Poteva perdersi e voleva farlo lo stesso?

Voglio dirgli addio.” Bonnie fagocitò le labbra e tornò a spingere la bicicletta fino alla rimessa dell'abitazione. Klaus la seguì a corta distanza. “Ti aiuto” mormorò quando Bonnie infilò le chiavi nella porta di casa. “Rasserenati, la disperazione toglie le forze.”

***

Bello. Belle le candele, bello il cerchio magico... Klaus inspirò l'aria profumata di incenso e si scoprì molto rilassato. La guardò mentre studiava il libro di magie, osservò i movimenti delle dita, le labbra che ripetevano a bassa voce le parole magiche e un sorrisetto scemo gli spianò i lineamenti. Scivolò al suo fianco mantenendo le gambe incrociate e spiò le scritte. Mise le mani sulle sue spalle e la tirò indietro, scostando la ciocca di capelli che ricadeva da un lato. Bonnie lo fissò, perplessa e incredula.

Mi fai ombra” si giustificò, alzando il libro. “Latino! Niente di più semplice da...”

Bonnie gli tolse il libro di mano ed espirò, alterata. “Torna al suo posto.”

Mi annoio.”

Ho quasi finito” dichiarò aggrottando la fronte. Non riusciva a concentrarsi se le alitava sul collo!

Klaus raggiunse la paste opposta del cerchio e sbuffò. “Ora cosa devo fare?”

Stare zitto!”

***

Non era un esperto di magie, ma era evidente che non stava andando bene, quell'incantesimo. Si era abituato all'odore di incenso e non era più stordito come prima. Solo stanco. Parecchio stanco, pensò stentando a tenere gli occhi aperti. Bonnie gli aveva detto che l'avrebbe usato come ancora su questo mondo, non aveva parlato di svuotarlo della forza vitale. La strega gemette all'improvviso e quando tremò, spalancò gli occhi, lucidi di lacrime. Klaus non ebbe dubbi che l'avesse trovato. Bonnie ansimò e lo guardò fisso per qualche secondo, prima di avventarsi sul libro e sfogliare avidamente le pagine. “Tu sei bravo ad entrare ed uscire dagli ospedali...” mormorò con voce roca. “Ho bisogno di sangue, tanto sangue...”

Per...?”

Bonnie infilò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e non rispose, scorrendo le scritte del libro magico. Klaus strisciò verso di lei - aveva le gambe addormentate e gli formicolava tutto il corpo – la sfiorò e si accorse della pelle gelata e sudata al tempo stesso. Tirò via il libro e lo gettò da un lato. Bonnie lo fissò come se avesse commesso un atto orribile. Si avventò sul tomo e l'ex vampiro la bloccò. “Vuoi riportarlo in vita, vero? Ogni strega che ho incontrato ha sconsigliato l'impresa.”

Io non sono una strega qualsiasi!” esclamò, arrabbiata. “E tu non puoi fermarmi!”

Posso eccome” sibilò afferrandole la gola e la nuca in una presa che la destabilizzò. “Una sola sillaba magica e ti rompo il collo, gattina.”

Bonnie lo fissò, ansimando di rabbia. “Non puoi farmi questo!”

Le sue identiche parole, pronunciate in un momento di rabbia e dolore nel salotto dei Gilbert. “Non hai idea di quel che posso fare, adesso...” sibilò alzandole il mento tanto che Bonnie sentì un dolore correre per la muscolatura. “Nessuno torna dall'altra parte, è chiaro?” soffiò, minaccioso. “Da retta alle tue sorelline e trovati un altro ragazzo.” Klaus la lasciò andare di scatto e Bonnie ricadde contro il divano. “Ciò che è morto, deve restare morto.”

Proprio lui pronunciava parole simili?! Bonnie trasecolò, divertita. “Se ti fosse data la possibilità di tornare com'eri...”

Potevo, dovevo, volevo!” esclamò con un sogghigno. “Che ti ha detto, il tuo ragazzo, per farti incazzare tanto?”

Bonnie arrossì. “Non vuole più vedermi, è arrabbiato con me...”

Lo resusciti per litigarci meglio? Voi donne siete geniali.”

Cosa ne sai tu dei sentimenti?! Hai smesso di fare il vampiro una settimana fa!”

Klaus socchiuse le palpebre e il viso si compose in uno di quei sorrisetti irritanti e accondiscendi che Bonnie detestava tanto.

Potrei farti la lista delle persone che ho perso, ma non voglio tediarti con un racconto fatto di solitudine, disperazione, noia e morte” sussurrò, pacato. “Dormici su.”

Tu mi aiuti a fare questa cosa ed io ti faccio tornare vampiro...” sussurrò, decisa. “E' una transazione conveniente per entrambe le parti.”

Klaus la studiò, valutando l'offerta sul tavolo. “Parli una lingua intrigante, gattina.”

Fai venire i brividi” soffiò, prendendo il libro e sfiorando la copertina intarsiata, alzando lo sguardo sul ragazzo inginocchiato su di lei.

Mi piacciono le streghe mercenarie. Hanno sempre un prezzo che non puoi permetterti” mormorò sfilandole il libro dalle mani. “Un bacio per suggellare il patto?”

Le reazioni di Klaus erano imprevedibili e del tutto terrificanti. “Una stretta di mano non è sufficiente?” domandò, perdendo terreno.

Sfidi la morte e temi il bacio di un povero essere umano?” sussurrò sfiorandole la mandibola e la cornice del labbro inferiore. Bonnie sentì le palpebre farsi pesanti e le labbra aprirsi sotto la carezza. Il cuore sembrava voler annunciare al mondo la sua viva esistenza e il languore che ristagnava nel ventre la stava uccidendo. Girò la testa, mordendo l'interno della guancia.

D'accordo, una stretta di mano” mormorò accondiscendente. “Strega...”

Bonnie lo guardò di sfuggita, immobile e col respiro trattenuto.

Tu sì che sai far sentire un uomo desiderato” ridacchiò, alzandosi in piedi con un gemito di dolore. “Di curaferite da dado dieci, ne hai ancora?”


  
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