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Autore: topazio    09/04/2013    5 recensioni
Dal prologo:
Quando ogni tassello della mia anima sembrava tornare al proprio posto, qualcosa mi destabilizzò a tal punto da annullare tutto il lavoro fatto. Tutto cambiò.
E prima che me ne rendessi conto avevo già perso tutto.
[NaruSaku e SasuSaku, altre coppie su richiesta]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Don’t leave me alone

 

Capitolo 1

 Il Ritorno

 

 

Nulla è più facile che illudersi,                                                                                     
perché ciò che ogni uomo desidera,                                                                                            
crede anche che sia vero.
Demostene

 

Correvo.

Correvo a più non posso per le strade di una Konoha appena rinata dopo la distruzione che l’aveva quasi annientata. La folla intorno a me sembrava non capire l’importanza del mio passaggio. E in realtà non ne capivo nemmeno io il significato. Sapevo solo che dovevo muovermi. In fretta. Cercai di farmi largo tra la gente ammassata attorno a me in un morsa claustrofobica.

Respiravo affannosamente. Spingevo, correvo e cercavo di non svenire per lo sforzo. C’ero quasi. Vedevo la luce. Con uno sforzo impressionante feci leva sulle gambe indolenzite e arrivai nello spiazzo.

Fu allora che lo vidi.

Sasuke.

In mezzo alla folla. Circondato da ninja pronti ad attaccare al minimo movimento. Per quanto lo ritenessi imbattibile, sapevo che non ce l’avrebbe fatta. Era coperto di ferite. Sanguinava, gemeva e aveva la vista appannata. No. Non sarebbe sopravvissuto a quell’attacco. Cercai di intervenire in sua difesa, ma le mie gambe non risposero ai miei comandi. Le guardai, frustrata, per controllare se fossero al loro posto. Ma quando rialzai lo sguardo, la folla era sparita. Niente ninja, niente gente intorno a me.

Solo io e lui.

Mi guardò. Sbattei le palpebre. E in quel millisecondo, lui si spostò alle mie spalle.

«Sono tornato» mi sussurrò.

E poi mi colpì.

 

 

Mi svegliai di soprassalto, in un bagno di sudore. Non ricordavo nemmeno un istante di quello che avevo sognato. Meglio, mi dissi, sarà stato di sicuro un incubo. Ne avevo avuti parecchi negli ultimi tempi. Dopo la morte dei miei genitori, durante la guerra, la situazione era peggiorata. Ma non ricordavo mai quello che tormentava le mie notti.

Guardai la sveglia a forma di rana sul mio comodino. Me l’aveva regalata Naruto per il mio compleanno, ma non segnava mai l’ora giusta. Perché non la butti via?, vi chiederete. Semplice perché è uno dei regali più belli che abbia mai ricevuto. Non funziona, è vero. Ma me l’ha regalata Naruto. Quindi era un regalo speciale (e poi era l’unico regalo che avevo ricevuto).

 

Guardai fuori dalla finestra e, dall’inclinazione del sole, dovevano essere circa le sette. Mi feci una doccia, poi una colazione veloce. Mi vestii in fretta e mi diressi verso l’ospedale.

Passai davanti alla casa di Naruto e, per un attimo, pensai di andare a fargli visita. No, starà sicuramente dormendo, mi dissi, tanto poi lo vedrò a fine turno. Un sorriso si dipinse sulle mie labbra.

Da mesi ormai, veniva a prendermi ogni volta che finivo di lavorare all’ospedale, e mi riaccompagnava a casa. La prima volta aveva usato una scusa banalissima, del tipo: ‘fuori è buoi, e in giro potrebbero esserci dei malintenzionati’, in realtà sapeva che potevo difendermi da sola. La cosa all’inizio mi irritò. Ma poi compresi l’importanza di quel gesto. Dopo la morte dei miei genitori, per la prima volta non mi sentii più così sola.

E, per ringraziarlo, davanti a casa mia, gli diedi un bacio sulla guancia. Fu un gesto che sorprese entrambi: lui, per la spontaneità di quel gesto; me, per il mio ‘coraggio’.

E da allora si presentava costantemente all’ingresso dell’edificio. Anche quando finivo di lavorare alle due di notte. Era sempre lì. Era la mia certezza. Il mio punto di riferimento. Ciò che mi impediva di annegare nel mio dolore. Ciò che, nonostante tutta la morte e la distruzione che c’era attorno –e dentro- di me, riusciva ancora a farmi sorridere.

Ogni volta che veniva a prendermi passeggiavamo l’uno affianco all’altra. Qualche volta più vicini, qualche volta più distanti. E più passava il tempo più mi rendevo conto che arrivavamo sempre troppo in fretta a destinazione. Ma davanti a casa mia avevo dati inizio a un rituale: quel bacio sulla guancia. Ogni volta con più affetto.

Ogni volta più vicino alle sue labbra.

Mi ero ripromessa che prima o poi sarei riuscita ad arrivare sempre più vicina a..

Per poco non mi schiantai contro la porta a vetri! Nel pensare a Naruto, ero inciampata nel minuscolo gradino all’entrata dell’ospedale e stavo per spiaccicarmi contro la porta.

Che stupida.

 

***

 

Passai il resto della mattinata a cercare di far bene il mio lavoro. Per la pausa pranzo mi cambiai, avrei mangiato con Naruto. Ramen, naturalmente. Stavo per uscire, quando vidi Ten Ten che mi correva incontro. Sembrava agitata. E, dopo aver ripreso fiato, mi disse:

«Ho incontrato Shikamaru. Devi correre all’ingresso. È urgente.»

Non domandai. Cominciai semplicemente a correre. Non sapevo cosa fosse successo ma, se Shikamaru aveva chiesto il mio aiuto, allora era grave. Da qualche tempo infatti i rapporti tra me e lui si erano.. raffreddati. Tutto era cominciato quando aveva deciso di rompere con Ino. Aveva capito di non amarla più, e le aveva confessato che nel suo cuore c’era un’altra. Ovviamente tutti sapevano che si riferiva a Temari. Quella ragazza mi stava simpatica, era una tosta. La ammiravo e, sotto sotto, volevo anche assomigliarle un po’.

Inutile dire che la mia migliore amica la prese malissimo. Io un po’ me l’aspettavo. Ma avevo preferito non mettere ‘la pulce nell’orecchio’. Secondo me Shikamaru aveva fatto bene a troncare quello che c’era tra loro sul nascere. Prima che lei si facesse troppo male. Tuttavia la sua sincerità e la sua speranza di rimanere amici si erano rivelati fiato sprecato.

Lei non voleva sentire ragione. Lo considerava un traditore e, da quando era ‘esplosa la bomba’, si era rotta l’armonia all’interno del nostro gruppo. I ragazzi erano tutto dalla parte di Shikamaru. E anche io, segretamente. Ammiravo il suo coraggio, era stato sincero. Ma l’unica cosa che potevo fare per Ino era consolarla il più possibile. E cercavo di convincerla a non saltare addosso a Temari non appena l’avrebbe vista. Non ricordo più quante volte avevo cercato di dirle che doveva farsene una ragione.

Smisi di correre all’improvviso.

 

Doveva farsene una ragione.

 

Il ricordo di Sasuke mi colpì all’improvviso. Cercai di allontanarlo dalla mente. Un senso di inquietudine si impadronì di me. Stava per succedere qualcosa. Lo sentivo. Allontanai anche quel pensiero dalla mente. E ripresi a correre.

In prossimità dell’ingresso, mi resi conto che c’era gente. Tanta gente. O meglio. Era pieno di ninja, come se tutto l’esercito si fosse riunito lì. Cercai di farmi largo tra le folla di curiosi che si era radunata, cercando di capirne di più. Provai un senso di de-ja-vu. Cercando con lo sguardo qualcun che potesse spiegarmi di più, vidi poco lontano da me una zavorra di capelli biondi. Naruto. E poco lontano notai anche la presenza di Tsunade e Shikamaru. Mi avvicinai. Quando gli fui accanto, lo guardai.

«Naruto» dissi «che succede?» Lui non mi guardò, era teso, lo notavo dalla rigidità della mascella. Teneva lo sguardo dritto davanti a sé, fissava un punto preciso.

«Guarda tu stessa» La sua voce tradì una qualche forma di disagio che però non riuscii a individuare fino in fondo.

Mi voltai. E, in mezzo allo spiazzo, lo vidi.

 

 

Sasuke.

 

 

Il modo migliore per realizzare un sogno                                                                                    
è quello di svegliarsi.
Paul Valéry

 

 

 

Ecco a voi il primo capitolo. Spero che vi sia piaciuto e di non aver deluso le vostre aspettative mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate ;)

Aggiornerò il prima possibile!

Topazio:)

  
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