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Autore: millyray    20/04/2013    2 recensioni
Non serve avere un Signore Oscuro assetato di potere che non desidera altro che ucciderti, non è necessario avere il destino dell'intero Mondo Magico che grava sulle tue spalle, non bisogna rimanere orfani quando si è ancora in fasce per scombussolarti l'intera esistenza.
A volte basta avere solo quindici anni, gli ormoni in subbuglio e tanti tanti dubbi sulla vita.
(Sequel di S.Potter)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“…perchè ci impegniamo tanto con l'amore 
se poi alla fine non dura mai”.

(Mine, T. Swift)

Non appena un gufo becchettò rumorosamente contro la finestra della cucina, Sam si alzò da tavola e andò ad aprire.

“Tesoro, è una lettera da Hogwarts. È il gufo di Alex e Jamie!” esclamò la donna in direzione del marito, ma senza voltarsi. Liberò il volatile del piccolo rotolo di pergamena e questi volò subito dentro, andando ad appoggiarsi sul tavolo, in mezzo alla colazione, dove Sirius gli diede qualche briciola di pane e gli arruffò le penne color corteccia.

“L’ha scritta Alex e come al solito non si è sprecata” aggiunse ancora Sam, tornando a sedersi davanti al marito.

“Ah be’, lo sai com’è nostra figlia”. Le rispose l’uomo con un sorriso dolce.

La moglie lesse ad alta voce le poche parole messe in croce che la figlia aveva mandato loro, in una scrittura anche piuttosto frettolosa.

Ciao mamma, ciao papà,
qui tutto bene, io e James stiamo bene. Le lezioni sono noiose come sempre e anche tutto il resto è noioso.
Statemi bene,
Alex.

P.S. James vi saluta.

Sirius ridacchiò. “Be’, è gentile comunque”.

“Mi chiedo però perché non ce l’abbia mandata James, la lettera” fece Sam aggrottando le sopracciglia.
Infatti di solito era sempre il figlio a scrivere ai genitori, allegando i saluti della sorella e lui almeno raccontava qualche particolare o dettaglio in più, riempiendo al minimo una pagina intera di pergamena.
Raramente Alex scriveva loro e non perché non gliene importasse niente, ma semplicemente perché si dimenticava o non ne aveva voglia.

“Sarà stato impegnato a combinare qualche guaio” cercò di tranquillizzarla il marito, gli occhi che gli brillavano nel provare ad immaginarsi gli scherzi che si inventava il figlio, traendo spunto da quelli che faceva lui quando aveva la sua età.

Sam, però, gli lanciò un’occhiataccia malevola. “Guarda che il nostro James non è come te, sempre a combinare casini e a far incazzare i professori”.

“E lasciami sognare un po’!” protestò l’altro, facendo sbuffare la moglie.

“Dovresti essere contento che tuo figlio rispetti le regole e non sia un ribelle” gli fece notare lei, alzandosi di nuovo per prendersi altro caffè.

“Be’, un po’ di ribellione fa bene. E poi nemmeno tu eri una santa”.

“No, ma io almeno il buonsenso l’ho ritrovato”.

Sirius divorò l’ultimo pezzo di pane tostato e decise di non rispondere; non gli andava di litigare con Sam anche se poi i loro litigi finivano sempre col risolversi a letto. Anche se per quello, non avevano per forza bisogno di bisticciare.

“Va be’. Le rispondi tu? Io devo andare al lavoro” concluse infine, alzandosi pigramente dalla sedia.

“D’accordo”.

L’uomo si rassettò un attimo i vestiti e si legò i capelli in un piccolo codino. Erano diventati leggermente brizzolati ma comunque avevano mantenuto il loro colore scuro e la loro morbidezza.
Nonostante avesse superato la quarantina, Sirius rimaneva sempre un bell’uomo, faceva ancora sospirare qualche donna che lo incrociava e pure alcune colleghe più giovani.

Andò all’attaccapanni dietro la porta d’ingresso a prendere la giacca e poi ritornò a dare un bacio alla moglie.

“Stai attento, mi raccomando” lo avvisò lei, sistemandogli il colletto. 

Sirius le sorrise teneramente e le spostò una ciocca dei capelli lunghi dietro l’orecchio.
Infine, imboccò la porta d’uscita, mentre Sam lo seguiva con lo sguardo.

Era stata fortunata ad aver trovato un uomo come Sirius. Tanti anni fa non lo avrebbe mai detto, ma era veramente un uomo fantastico. Sempre gentile, sempre fedele, era un bravo padre e cercava di non far mai mancare niente ai loro figli, la trattava sempre con dolcezza anche quando lei aveva le sue crisi isteriche dovute alle mestruazioni, le ripeteva spesso che era bella anche se aveva delle profonde occhiaie o i capelli spettinati.

Ma, d’altronde, pure lei si era conservata bene nonostante fossero passati parecchi anni.

E, soprattutto, il loro amore era ancora forte, proprio come lo era anni fa. Anzi, col tempo si era rafforzato ancora di più.

 

Harry sbuffò pesantemente quando notò quante altre scartoffie aveva ancora da compilare.
Aveva fatto parecchi turni di notte in quelle settimane e quasi sempre era dovuto andare in spedizione, anche ad arrestare dei semplici ladruncoli o dei vandali.  Il risultato era che era rimasto parecchio indietro con le carte.

Ogni Auror, quando andava in missione, doveva sempre compilare dei fogli scrivendo dove era andato, a che ora, chi ha denunciato il crimine, chi l’aveva commesso e cose del genere. Anche se si trattava di cose banali.

Per parecchie volte non li aveva compilati così, ora che aveva un momento libero, si trovava costretto a farlo. Erano cose noiosissime, si trattava di semplice burocrazia, ma il capo degli Auror lo esigeva e a loro toccava farlo se non volevano beccarsi una strigliata.

Controllò l’orologio constatando che erano soltanto le dieci di mattina e allungò le gambe sotto al tavolo per stiracchiarsi un po’. Nel frattempo, lanciò un’occhiata a Ron che se ne stava seduto alla scrivania di fronte alla sua.
Il rosso, stravaccato sulla sedia, aveva appoggiato la testa allo schienale e tentava di far stare una matita in equilibrio sulla propria fronte.

Harry ridacchiò.

“Stai cercando di sviluppare qualche potere mentale o stai imitando tuo figlio?” gli chiese divertito.

“E’ che mi annoio”. Sospirò l’altro. “Non ho niente da fare”.

“Perché non mi aiuti a riempire queste carte?” gli propose, allora, l’amico.

Ron guardò un attimo quello che stava facendo l’altro e rabbrividì vedendo quel plico di carte che stringeva tra le mani.

“Preferisco rimanere qui a fissare il soffitto”.

Harry non gli rispose. Si alzò dalla sedia per andare ad aprire la finestra e lasciare che un po’ d’aria fresca entrasse nella stanza. Poi si guardò un attimo attorno. Erano in sette in quell’ufficio ma, grazie ad un incantesimo allargante, riuscivano a starci bene tutti quanti, ciascuno con la propria scrivania.
In quel momento, però, non c’era nessuno, a parte lui e Ron.
Lanciò un’occhiata a quella disordinata e piena di oggetti di Wilkins, a quella pulita e ordinata di Peterson e  a quella tutta colorata di Robbins.

Gli venne da sorridere guardando quest’ultima. Mark Robbins, non appena aveva visto la scrivania di quercia scura che gli era stata data, aveva storto il naso dicendo che era troppo cupa e triste per i suoi gusti.

Così, con un colpo di bacchetta l’aveva colorata tutta di azzurro e ci aveva disegnato strani ghirigori e scarabocchi intrecciati che diceva essere dei simboli onirici di alcune leggende o cose del genere.
Gli Auror più anziani l’avevano preso in giro di brutto per questo, lo vedevano come uno stupido ragazzino che aveva voglia di giocare a fare l’eroe combattendo i malvagi, credendo di essere qualche strano personaggio di un libro di fantascienza.
Ma alla fine si erano dovuti ricredere: nonostante la sua età, Mark aveva dimostrato di essere un grande combattente e soprattutto leale e coraggioso. Harry era andato spesso in missione con lui e doveva ammettere che andavano piuttosto d’accordo.
In poco tempo era riuscito a guadagnarsi il rispetto di tutti e avevano smesso di prenderlo in giro. Non che lui si fosse mai lamentato per questo, sapeva rispondere a tono. Era uno che non si lasciava piegare da niente. Era sempre allegro e ottimista.
Ora, però, girava voce che fosse gay perché qualcuno l’aveva visto in giro in atteggiamenti molto intimi con un ragazzo.

Personalmente ad Harry non importava nulla e nemmeno alla maggioranza dei loro colleghi.

“Ehi, stasera per caso sei libero?” gli chiese ad un tratto Ron, distraendolo dai suoi pensieri.

“No, devo stare a casa con Ginny e aiutarla con i bambini, soprattutto col piccolo James. Lei non riesce a stare dietro sia a lui che ad Albus”.

“Capito. Be’, peccato, volevo uscire un po’, sai, come ai vecchi tempi”.

Harry gli sorrise dispiaciuto. “Però anche tu dovresti stare con Hermione. Anche voi avete avuto un bambino da poco”.

I due amici, infatti, avevano avuto un figlio nello stesso anno, la figlia di Ron ed Hermione, però, era nata qualche mese prima rispetto al secondo genito di Harry e Ginny.
Nessuno si sarebbe dimenticato la faccia di Ron quando si era ritrovato quella piccola creaturina fra le braccia, era diventato tutto rosso, più dei suoi capelli. Ma stravedeva per lei, era il suo tesoro, com’è giusto che ogni figlia lo sia per il proprio padre.

“E’ che Hermione è diventata ancora più isterica da quando abbiamo avuto Rosie”. Si lamentò il ragazzo.

 

 

MILLY’S SPACE

Quanto ci ho messo ad aggiornare questa storia?? Lo so, non ditemelo… non ci sono punizioni degne per me. E il bello è che ce l’avevo anche pronto.
Va be’, dai, meglio tardi che mai ^^

Così, eccomi qua, dopo qualche disastroso giro in macchina (non ho investito nessuno per fortuna), tutta per voi ^^ che ne dite di questo capitolo? Non succede granché, ma volevo inserire anche qualche scena dei nostri vecchi eroi.

Vi specifico solo alcune piccole note: non ho idea se gli Auror debbano compilare qualche carta dopo ogni missione, quindi questa è una mia invenzione, così come gli Auror che vengono citati, sono personaggi che appartengono a me e non è detto che rimangano solo delle comparse, almeno non tutti ^^.

Detto questo vi saluto ma voi lasciatemi qualche recensione, anche per minacciarmi di morte per questo prolungato ritardo oppure per dirmi che la storia vi fa schifo, non c’è problema ^^

E non dimenticatevi di fare una visitina nella mia pagina facebook (http://www.facebook.com/), dove spero di riuscire a mettere presto delle foto dei personaggi.

Un bacione,

M.

PUFFOLA_LILY: ehi, sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto : ) per quanto riguarda Alex, be’, scoprirai presto che è una ragazza un po’ particolare, ha delle idee sulla vita tutte sue. E anche sull’amore ^^ Un bacione, Milly.

FEDE15498: eh, neanche qui succede niente di eclatante, ma diciamo che questa storia non è incentrata su guerre o cose simili. O meglio, di guerre ce ne saranno, ma di tutt’altro tipo. Sì, James e Nico sono Otaku, diciamo che i miei amici mi stanno influenzando parecchio e inserisco manga ovunque, anche se a me non piacciono ^^ Alex è una ragazza un po’ particolare, lo vedrai e Hagrid, è Hagrid, lo adoro anche io ^^ Spero di risentirti, un bacione. Milly.

 

  
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