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Autore: odile12    22/04/2013    4 recensioni
Cosa succederebbe se un giorno Santana Lopez si ritrovasse con un orologio capace di riportarla indietro nel tempo?? Qualcosa potrebbe cambiare??
"Quando era ormai quasi arrivata a destinazione, l’ispanica, scivolò su qualcosa di piccolo. Cadde in una grossa pozzanghera, sporcandosi il vestito verde e blu di acqua e fango. Meraviglioso, pensò, appoggiando una mano sull’asfalto bagnato per rialzarsi. I suoi occhi neri come la pece si fermarono su una piccola macchia dorata che galleggiava a pochi millimetri dal suo piede e che doveva essere l’oggetto incriminato.
Imprecò per qualche istante, e lo afferrò. A prima vista sembrava una bussola, anche se in realtà la nebbia e la pioggia battente le impedivano di vedere bene. Ma chi poteva aver perso una bussola nel parcheggio di un piccolo locale di Lima?!"
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

Era almeno un’ora che Quinn era chiusa in bagno a smaltire i postumi di una sbornia. La sera prima, lei e l’ispanica erano uscite, e tra un bicchiere e l’altro Santana aveva dimenticato quanto poco la biondina reggesse l’alcool. Era sabato sera, e la latina ancora non capiva come avesse fatto ad ubriacarsi con un paio di bottiglie di birra. Insomma, era universalmente noto che la birra fosse la bevanda meno alcolica sulla faccia della terra! Ma la latina credeva che Quinn si sarebbe potuta ubriacare anche con un bicchiere d’acqua, era talento il suo. Ok, d’accordo, forse avevano bevuto anche un po’ di vodka. E un paio di cocktail. Forse più di un paio, forse quattro o cinque. Ma quelli erano stati regali di ragazzi seduti qualche tavolo più in là rispetto al loro, e sarebbe stato da maleducati rifiutare un regalo. Così avevano accettato i cocktail gentilmente offerti, e si erano scambiate un bacio per allontanare quei viscidi trentenni. Forse era stato un po’ stupido come comportamento, ma in fondo non erano propriamente sobrie.
Il volto della latina si contrasse in un’espressione disgustata quando udì i suoni provenienti dal bagno.
- E’ da ieri notte che vomiti… non è che aspettiamo? – chiese l’ispanica, sorridendo divertita. Sapeva che Quinn non avrebbe accolto molto bene la sua ironia. La biondina sbucò dalla porta del bagno, e come previsto, la guardò, torva. Le labbra carnose della ragazza dai capelli corvini si curvarono leggermente, gesto che fece irritare ancora di più Quinn. La ragazza aprì il rubinetto, senza rispondere. Nei seguenti quaranta secondi tutto ciò che si udì fu solo il rumore dell’acqua che scorreva.
- Scherzavo, sai? Si chiama ironia.. ironia, questa sconosciuta.. – rispose Santana.
In tutta risposta, arrivò un grugnito da parte della bionda. Silenzio. La latina si sdraiò sul letto, in attesa di Quinn, e scompigliò tutte le coperte. Sapeva che la cheerleader si sarebbe adirata, ne era certa. Aveva rovinato una delle tante cose che la biondina aveva messo in ordine con un’attenzione quasi maniacale, e sapeva che anche se inizialmente non l’avrebbe presa bene, alla fine l’avrebbe perdonata. Era così in fondo che andava tra di loro. Santana arrivava, e rovinava tutto ciò che Quinn aveva messo in ordine e definito nella sua vita, e Quinn la perdonava. Pochi secondi dopo la cheerleader rimise piede nella stanza, e si lanciò pesantemente sul letto accanto all’ispanica. Strano che non si fosse lamentata, non era da lei. Le prese delicatamente il capo, e lo appoggiò sulle sue gambe, iniziando ad accarezzare i lunghi capelli color carbone. La latina chiuse gli occhi, rilassandosi, cullata dalle carezze di Quinn. Qualche istante dopo, Santana notò che la biondina sembrava sempre sul punto di prendere fiato per parlare, ma evidentemente non ci riusciva. Aprì di scatto gli occhi, e si mise a sedere per renderle tutto più facile.
- Ok, adesso tocca a me – disse Quinn.
L’ispanica sembrava non capire. Aggrottò le sopracciglia confusa, e sul volto della cheerleader si dipinse un sorriso intenerito. Adorava quando faceva quell’espressione confusa. Estrasse due biglietti dalla tasca, e li porse a Santana. Sapeva che non sarebbe stata entusiasta dei suoi programmi, ne era certa. La latina prese i biglietti, e subito dopo la buffa espressione di disappunto che si dipinse sul suo volto fece scoppiare Quinn in un mare di risate. Se l’aspettava.
- Non se ne parla neanche! Non vengo neanche per sogno a vedere uno di quei noiosissimi balletti di danza classica, senza contare che devo farmi un’ora di treno! –
- Dai Santana, per favore, fallo per me. Io ho seguito i tuoi piani, e mi sono ubriacata, me lo devi –
La latina sbuffò. Voleva davvero resistere. Doveva resistere. Ma quegli occhioni verdi. E quell’espressione così tenera. Non ce la poteva fare.
- D’accordo, verrò, ma che sia chiaro, non era nei programmi che tu ti ubriacassi.. è colpa tua se non reggi l’alcol – cedette con poco entusiasmo.
La bocca della cheerleader bionda si spalancò più del normale in un grandissimo sorriso, e saltò addosso alla latina.
- Non provare a baciarmi – esclamò disgustata Santana, quando le labbra della bionda erano ormai a pochi millimetri dalle sue. Ricordava ancora gli orripilanti versi che aveva udito fino a poco tempo prima. Quinn la osservò divertita. Aveva ottenuto ciò che voleva.




**********************

Santana sbuffò un’ultima volta, quando erano ormai a pochi passi dal teatro. Non avrebbe mai dovuto dire di sì. Lei aveva sempre adorato la danza, ma in quel caso si trattava di danza classica, e non era proprio il suo genere. Quinn e Brittany l’avevano trascinata un paio di volte a vedere quegli spettacoli noiosissimi e lunghissimi, ed ambedue le volte la latina aveva rischiato di addormentarsi.
- Allora, sei eccitata? Non sembri eccitata quanto me.. “Romeo e Giulietta” è uno dei balletti più belli oltre che una fantastica storia d’amore – esclamò Quinn, che non era più in se per la felicità.
- Certo, due che si incontrano e dopo poco si sbaciucchiano e si sposano, passano una notte d’amore e poi muoiono, che bello – borbottò la latina, con poco entusiasmo.
Onestamente non aveva mai capito l’opera di Romeo e Giulietta. Cosa c’era di tanto speciale in questi due ragazzi che si incontravano, e dopo dieci secondi, senza neanche conoscersi, erano già pazzi l’uno dell’altra? La biondina le diede un’energica gomitata nelle costole, e Santana chiuse subito il becco, con non poco disappunto. Insomma, già Quinn l’aveva costretta ad andare fin lì e a mettersi un vestito che arrivasse almeno sopra al ginocchio, adesso voleva anche impedirle di parlare? Un uomo sulla trentina, con i capelli ricoperti di gel, e un completo eccessivamente elegante, prese i loro biglietti.
- Buona serata – disse con un sorriso, restituendo questi ultimi alle due ragazze. Chissà che lavoro noioso doveva essere, mostrarsi sempre gentili e affabili, e augurare a tutti una buona serata, mentre lui era costretto a stare lì, in piedi, a strappare biglietti. Le due ragazze iniziarono a camminare all’interno del lussuoso ingresso, alla ricerca della scala che le portasse al loro palchetto. Pochi istanti, e appena misero piede all’interno del teatro, tutto cambiò. Le luci erano accecanti, e tutto luccicava, con uno sfarzo quasi eccessivo. Quinn si sporse leggermente, e osservò la gente che occupava i posti in platea. Erano tutti vestiti in modo elegante, e chiacchieravano del più e del meno in attesa dell’inizio della rappresentazione. Sembravano quasi abituati a tutto quello. Quinn, invece, si sentiva come una bambina il suo primo giorno di scuola. Era un’esperienza nuova per lei guardare una grande compagnia, in un grande teatro, dal vivo. Il New York City ballet non si vedeva di certo tutti i giorni. Santana si accomodò accanto a lei.
- Bene, quindi siamo qui – esordì la latina, cercando di scambiare qualche parola.
La biondina annuì semplicemente.
- Mi chiedevo… c’è per caso Galina Ulanova? Ho sentito che è una grande interprete, famosa per il ruolo di Giulietta – chiese, fingendosi quasi interessata. D’accordo, aveva fatto qualche ricerca con Wikipedia, non voleva fare proprio una figuraccia con Quinn. Dopo pochi secondi, però, notò che la cheerleader accanto a lei era scoppiata in una sonora risata. Perché?
- Santana, Galina Ulanova è morta… da tanti anni.. nel 1998 credo – rispose, per giustificare la sua risata. Gli occhi della latina si spalancarono. Ok, poteva capitare a tutti di sbagliare. Si voltò di scatto, prendendo la borsa. Le sembrava che le luci si stessero abbassando, per cui era il momento. Infilò una mano nell’ultimo modello di Louis Vitton, alla ricerca di qualcosa, ed estrasse subito ciò che cercava. Una magnifica mascherina per dormire leopardata. Che dire, aveva stile anche in quelle piccole cose. Quinn si voltò verso la ragazza dai capelli corvini, e appena vide la mascherina, i suoi occhi la scrutarono severi.
- Che c’è? Sono previdente – si giustificò Santana. Ma la biondina continuava a guardarla, senza staccarle gli occhi di dosso. D’accordo, forse avrebbe fatto un tentativo. Le luci in sala si spensero definitivamente. Il direttore d’orchestra fece un cenno, e per pochi secondi Quinn trattenne il respiro, emozionata. L’orchestra iniziò a suonare, eseguendo le straordinarie musiche di Prokof'ev, mentre il sipario si apriva e i riflettori illuminavano i primi ballerini che calcarono il palcoscenico. Atto primo, scena prima. Sarebbe stata una lunga serata. La biondina osservò con attenzione il palco, seguendo i movimenti di ogni singolo ballerino. Non voleva perdersi nulla: non una scenografia, non un passo, non un ballerino, né il significato di ogni piccolo gesto o un’emozione. Santana, dal suo canto, aveva tutt’altra intenzione. Eppure, per quanto cercasse di distrarsi, la sua attenzione era sempre più attirata verso quel palco. Le piaceva, anche se non voleva ammetterlo. C’erano scene di tutti i tipi: allegre scene di piazza, ritrovi a corte, dinamici duelli contrapposti a dolci momenti tra i due protagonisti. La poesia di Shakespeare era stata tradotta in passi e movimenti con grande successo. Le due ragazze erano senza parole. L’ispanica osservò i ballerini. Non erano ballerini, erano interpreti. Era come se ogni singolo passo fosse frutto del momento, di ciò che frullava nella loro testa in quel preciso istante. La coreografia, ormai era così parte di loro, così intrinseca in ogni arto del loro corpo, che era come se non ci pensassero e venisse loro naturale. Come respirare. E non eseguivano più i passi, li interpretavano, dando una sfumatura completamente diversa ad ogni scena e ad ogni movimento. Mentre pensava, la latina, sentì qualcosa scivolare lungo il suo braccio, poi delle dita intrecciarsi alle sue. Quinn. Si voltò verso la cheerleader, che le stava rivolgendo un dolce sorriso, e lo ricambiò. Inspirò, e per qualche istante dovette lottare contro l’impulso di baciare quelle labbra rosee, che sapevano di fragola. Riportò la sua attenzione sul palco. La scena della morte era la più struggente. La ragazza dagli occhi neri strinse ancora un po’ la mano della biondina, e si ritrovò a pensare. A pensare a quell’amore così forte che porta i due protagonisti alla morte, una morte che sembra meno amara accanto alla persona amata. Adesso aveva capito perché quell’opera letteraria piaceva a tutti. E quasi senza accorgersene, si ritrovò a piangere. Lei odiava piangere, soprattutto per cose del genere, eppure sentiva che in quel momento proprio non riusciva a farne a meno. Qualche singhiozzo la scosse violentemente, e si voltò dalla parte opposta. Quinn posò delicatamente la mano sulla spalla della latina. Era strano il contrasto tra la pelle bianca della bionda e quella più scura della latina.
- Santana stai… piangendo? – chiese Quinn, leggermente divertita. L’ispanica si scosse di scatto, e cercando di darsi un contegno rispose
- Affatto, ti pare che io pianga? –
Quinn osservò i suoi occhi rossi, e la guardò intenerita. Sapeva che si sarebbe ricreduta sulla bellezza del balletto, vedendo quello spettacolo, anche se non avrebbe mai potuto immaginare una reazione del genere.
- Visto? Mi avevi detto di averlo già visto e di esserti annoiata a morte.. beh, ti ho chiesto di darmi fiducia, e vedo che ti sei ricreduta. Sai qual è la cosa diversa? Non il balletto, né la storia, ma i ballerini. Ognuno riesce a comunicarti emozioni diverse anche nell’ambito di uno stesso balletto. Come diceva Bejàrt “in un balletto la cosa più importante non è la coreografia ma il ballerino”.–
- E la persona con cui vai a teatro – rispose ironica la latina. La risata cristallina di Quinn le arrivò alle orecchie come il suono di un’arpa, e l’ispanica sorrise.
- Andiamo adesso, lo spettacolo è finito – le disse la cheerleader, vedendo che i signori con i quali dividevano il palchetto erano già andati via. La latina non se n’era neanche accorta. Ma subito, con uno slancio, la afferrò per un braccio, bloccandola.
- Aspetta, posso dirti una cosa? –
La cheerleader annuì, semplicemente.
- Stasera ho capito perché nella danza, pur essendo molto brava hai sempre avuto una marcia in meno rispetto a Britt, e ho capito perché non riesci a raggiungere quella “perfezione” tanto ambita. Quando danzi, quando esegui gli esercizi alla sbarra e al centro, hai sempre e solo una fissa: quella di migliorare il tuo corpo e il tuo modo di eseguire i passi. Non lo fai più solo per la bellezza e la gioia di danzare, ma per progredire. E allora, come potresti pretendere di migliorare se continui a pensare solo ed unicamente a questo? Io, invece, credo che se abbandonerai questo pensiero, diventerai una ballerina fantastica. –
Quinn aggrottò le sopracciglia. Questa era la Santana che le piaceva, quella che riusciva a stupirla, quella che la studiava e le diceva come la pensava. Avvicinò il suo volto a quello della latina, e premette delicatamente le sue labbra su quelle più carnose della ragazza.




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Commento

Salve a tutti dopo 39489238749237 anni. Non sono morta, no, e vi chiedo scusa >.< ora sono tornata con questo capitolo, che vuole essere un po' di passaggio (vi chiederete: ma esistono solo capitoli di passaggio in questa FF? lol). Comunque sia, non sapevo se postarlo, perchè non ne sono minimamente soddisfatta, anzi, credo che sia uno dei peggiori ma... Parola a voi! Aspetto qualche vostra recensione (anche breve) per sapere cosa ne pensate... A presto! :D

  
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