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Autore: Rowan936    28/04/2013    5 recensioni
La reazione di Sirius alla scoperta della morte di Regulus.
Possono dei ricordi essere più taglienti dei frammenti di uno specchio, quando il senso di colpa di logora dall'interno?
***
Rivedeva quello sguardo così simile al suo, eppure così diverso: più spento, meno allegro, senza la luce beffarda che caratterizzava il suo, ma sul cui fondo giaceva lo stesso dolore che vedeva nei suoi quando si guardava allo specchio, il dolore di chi ha perso una parte di sé.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Toujours Pur [Regulus & Sirius]'
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Frammenti di vetro

 
 
Sirius lesse e rilesse la lettera anonima che aveva ricevuto quella mattina.
 
Caro Sirius,
ti scrivo per informarti della morte di tuo fratello, Regulus.
È sparito questa notte e sull’arazzo di famiglia è comparsa la data di morte accanto a quella di nascita.
Mi dispiace.
 
Poche parole, fredde come il ghiaccio, taglienti come una lama.
Si sentiva un groppo in gola, mentre le lacrime gli pungevano gli occhi senza decidersi a scendere.
Regulus.
Suo fratello.
 
«Voglio diventare come te, Sirius, così non ci separeranno mai!» gli aveva detto una volta, con l’innocenza e la gioia dei suoi cinque anni.
Come avesse fatto a immaginare che un giorno si sarebbero allontanati, non l’aveva mai capito.
Aveva davanti agli occhi l’immagine di suo fratello a sette anni, mentre lo guardava con gli occhi luccicanti di entusiasmo dopo aver fatto la sua prima magia.
Rivedeva quello sguardo così simile al suo, eppure così diverso: più spento, meno allegro, senza la luce beffarda che caratterizzava il suo, ma sul cui fondo giaceva lo stesso dolore che vedeva nei suoi quando si guardava allo specchio, il dolore di chi ha perso una parte di sé.
«La mamma dice che sei cattivo, ma io lo so che non è vero
Era un bambino intelligente, Regulus, capace di ragionare anche da solo, senza farsi influenzare più di tanto da quello che dicevano gli altri, forse l’unico parere di cui gli fosse mai importato era proprio il suo. Allora perché alla fine si era lasciato sopraffare e aveva ceduto al male? Perché era diventato un Serpeverde e in seguito un Mangiamorte?
Sirius se l’era chiesto spesso e ogni volta la risposta era sempre la stessa, per quanto si sforzasse di scacciarla: era stata colpa sua.
Lo aveva lasciato solo, con il peso delle aspettative dei genitori da sostenere.
Lo aveva abbandonato, lui che giurava di proteggerlo sempre.
 
«Sirius, ho fatto un brutto sogno, posso dormire con te?»
«Ho sonno, Reg…»
«Per favore… ci sono i mostri nella mia camera
«E va bene… vieni
«Grazie.» Non avrebbe mai dimenticato il sorriso felice che gli illuminò il volto, caricandolo di un sentimento senza nome. «I mostri hanno paura di te, li fai scappare via
Anche lui aveva sorriso a quell’affermazione.
«Tranquillo, ti proteggerò sempre, lo prometto
 
Non era stato in grado di mantenere la promessa.
Anni dopo, era chiuso nella sua camera a stringere una lettera anonima nel pugno chiuso e a cercare di buttar fuori quelle lacrime che non riuscivano a uscire per il troppo dolore.
«Tuo fratello si è unito ai Mangiamorte.» gli aveva detto una volta Marlene McKinnon, durante una riunione dell’Ordine.
I lineamenti di Sirius si erano induriti e aveva risposto, tagliente: «Io non ho fratelli. James è mio fratello. Nessun altro
Come aveva potuto anche solo pensare di troncare un legame come quello che univa lui e Regulus? Non era solo sangue quello che li accumunava, c’era molto di più. C’era l’affetto, l’amore.
 
«Tieni.» aveva sussurrato timidamente Regulus, porgendogli un orsacchiotto di peluche. Avevano litigato e quello voleva essere un tentativo di far pace. «È il mio preferito
Sirius era troppo arrabbiato per accettarlo, troppo orgoglioso per arrendersi così facilmente. A ripensarci gli sembrava ridicolo: non ricordava nemmeno più perché avesse litigato ormai.
«Non voglio il tuo stupido orsacchiotto!» aveva urlato, scagliandolo lontano. Aveva solo dieci anni e già era molto impulsivo e irascibile.
Regulus aveva annuito tristemente e, strisciando all’interno dello stanzino dov’erano chiusi, si era avvicinato al peluche, lo aveva preso in mano e se l’era stretto al petto, insieme alle ginocchia, per poi iniziare a singhiozzare. Cercava di nascondersi, ma, ovviamente, Sirius lo vedeva comunque.
Si sentì maledettamente in colpa, tanto che strisciò accanto al fratellino e gli mise un braccio attorno alle spalle.
«Scusami. Davvero, non volevo.» gli aveva detto e Regulus si era appoggiato a lui, in silenzio.
 
Sirius tirò un calcio al comodino accanto allo specchio e una foto con lui e James che ammiccavano mentre l’amico gli passava un braccio attorno alle spalle cadde a terra.
Non la raccolse, ma si avvicinò allo specchio, il respiro affannoso.
Fissò i propri occhi grigi e subito gli tornarono in mente quelli identici di suo fratello.
Li rivide colmi di lacrime il giorno in cui se n’era andato di casa.
Li rivide indifferenti quando s’incrociavano per i corridoi di Hogwarts.
Li rivide sorridenti e curiosi quando erano bambini e ancora giocavano insieme, convinti che nulla li avrebbe divisi.
Sentì la rabbia montare, mista a un senso d’impotenza e nella sua mente si formò la chiara immagine di un cadavere con le sembianze di suo fratello immerso in una pozza di sangue.
Scosse la testa, come a scacciare quel pensiero, ma Regulus era lì, sotto la sua pelle. La vita di suo fratello scorreva nel suo sangue, la sua presenza lo opprimeva, mentre al proprio riflesso si sovrapponeva il suo viso.
Strinse le mani a pugno, non potendo sopportare di vedere l’immagine di quel ragazzo che sapeva non avrebbe mai più rivisto, e colpì lo specchio, rompendolo proprio nel punto in cui vedeva i loro visi sovrapporsi.
Sangue e schegge di vetro gli schizzarono attorno e sul viso, mentre un dolore sordo gli bruciava la pelle.
Osservò la propria mano, mentre il sangue vermiglio gli colava lungo l’avambraccio e sulle guance, laddove i vetri gli avevano raggiunto la faccia.
La lettera era a terra, accartocciata e sepolta dai vetri.
Per un attimo provò l’irrazionale impulso di raccoglierla e leggerla nuovamente, quasi nella speranza di aver letto male, ma continuò a fissare il proprio sangue.
Il sangue dei Black.
Il sangue di Regulus.
Gli sembrava quasi di sentire il fratello gridare di dolore al posto suo, come avrebbe voluto fare, ma non riusciva a liberare la voce, aveva la gola piena di tutte quelle frasi mai pronunciate, di tutti quei “Ti voglio bene” mai detti, di tutte quelle scuse mai rivolte.
C’erano tante cose che avrebbe voluto aggiustare con Regulus, ma non c’era stato il tempo e non aveva mai nemmeno provato a trovarne.
Forse perché non pensava che la morte li avrebbe definitivamente separati così presto.
Forse perché era semplicemente troppo orgoglioso per fare la prima mossa.
Forse perché, infondo, non era così coraggioso come sembrava.
 
Si piantò le unghie nella carne così forte da aprire nuove ferite, mentre qualcuno urlava nella sua testa… O forse era lui a urlare, non riusciva a capirlo.
Si lasciò cadere in ginocchio in mezzo ai vetri, mentre le immagini di Regulus bambino e ragazzo si susseguivano nella sua mente come un film, accompagnate dall’eco della sua voce.
 
«Non andare a Hogwarts, non mi lasciare solo
I suoi grigi colmi di lacrime e supplica.
 
«Cos’è un Sanguesporco, Sirius?»
La curiosità che solo un bambino può avere, mentre con innocenza gli tirava la maglia per ricevere attenzione.
 
«Perché sei finito a Grifondoro, Sirius? Adesso non potremo stare insieme…»
La delusione sul suo viso.
 
«Vieni a giocare con me?»
Un sorriso sincero, di chi si aspetta solo il meglio dalla vita.
 
«Hai tradito la nostra famiglia
Un ragazzino dal volto falsamente duro che ripete le parole dei genitori, seppur con poca convinzione.
 
«Ho paura di dormire da solo…»
L’imbarazzo di un undicenne che ancora non riesce a superare i propri fantasmi e ha bisogno della protezione del fratello maggiore.
 
«Buon compleanno, fratellone
Il sorriso di un bambino che fa una sorpresa a chi ama, saltando di gioia.
 
«Staremo insieme per sempre, vero?»
Una domanda infantile, a cui però Sirius aveva subito risposto in modo affermativo, con convinzione.
 
Strinse i vetri tra le mani, provando quasi piacere nell’urlare di dolore, finalmente.
«Regulus, mi dispiace! Mi dispiace, fratellino!»
Solo quando pronunciò queste parole le lacrime iniziarono a rigargli il viso, mischiandosi al sangue che già gli colava lungo le guance.
Lentamente, cadde in un sonno senza sogni, addormentato tra i frammenti di vetro.





Angolo Autrice

Ok, oggi sono in vena di Angust.
L'ho scritta di getto, non l'avevo ragionata.
Semplicemente, avevo voglia di descrivere l'agonia di Sirius che si sente colpevole della morte di Regulus e infondo è così. Insomma, io sono del parere che prima della sua fuga i due avessero un buon rapporto, anche dopo lo smistamento a Grifondoro del maggiore. Certo, i genitori potevano benissimo fare una testa così a Regulus con frasi della serie "Sirius è cattivo" "Sirius disonora la nostra famiglia" e compagnia bella, ma infondo questo povero bambino avrà avuto un cervello e, nella mia visione delle cose, lo sa anche usare u.u
Poi però, quando Sirius se n'è andato, abbandonandolo, si è sentito deluso e abbandonato, lasciandosi andare al lato oscuro e impegnandosi per superare quel fratello a cui, infondo, si sente inferiore. 
Questa è la mia visione delle cose.
Detto questo, penso che Sirius faccia bene a sentirti in colpa, gli sta bene u.u (oggi sono sadica, perdonatemi)
Nota stilistica: i ricordi e i pensieri di Sirius sono frammentari e poco sensati, questo perché è sconvolto (insomma, ha appena saputo che suo fratello è morto!!) quindi non penso che possa ragionare lucidamente, anche perché in questa fanfic è un po' pazzo... Diciamo che gli vengono in mente sprazzi della sua vita con Regulus (non in ordine cronologico, ovviamente) che lo fanno sentire ancora peggio.
Povero Sirius, l'ho trattato malissimo in questa fanfic...
Spero che, nonostante sia una fanfic per niente allegra, vi sia piaciuta e che mi lasciate qualche recensione.
A presto!

  
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