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Autore: Neko    29/04/2013    2 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 48: Il nemico già affrontato (parte 3)

 

Rufy cercava di studiare il nemico. Sebbene lo avesse già incontrato lungo il suo cammino, non  conosceva bene le potenzialità e le mosse del proprio avversario e questo lo rendeva ancora più nervoso di quanto potesse essere.

Trovarsi faccia a faccia con l’assassino di suo fratello, gli faceva crescere una rabbia dentro che non lo aiutava a ragionare lucidamente. Le immagini di quel giorno gli tornarono in mente, soprattutto il momento in cui Akainu aveva perforato il petto di Ace.

Quei pensieri gli fecero crescere un ansia che non aveva mai provato davanti a un avversario, nemmeno davanti a quelli che gli avevano dato del filo da torcere. Doveva riconoscere che aveva paura, ma non per stesso,  aveva paura di sbagliare, di farsi cogliere nuovamente impreparato e che qualcuno, per salvarlo, avesse compiuto lo stesso gesto di Ace, rinunciando così al suo sogno e alla sua vita. Rufy non si sarebbe mai perdonato se quel fatto fosse accaduto di nuovo. Ma aveva paura anche di un’altra cosa, cioè che i suoi nakama non avrebbero più inseguito i loro sogni nel caso esso fosse perito in quello scontro.

“Gear second!” Rufy si preparò ad attaccare, nonostante quei brutti pensieri. Concentrò l’haki nei vari pugni che ritmicamente sfoderava verso l’ammiraglio, sperando di mandare a segno qualche colpo.

Era riuscito a colpirlo già diverse volte, ma non in modo efficace. Akainu, a differenza di Kizaru, non poteva spostarsi a una elevatissima velocità e questo consisteva in un vantaggio per Rufy, se non ci si fosse messo in mezzo un elemento temibile come la lava.

Inoltre Akainu aveva una cosa che Rufy non aveva: anni di esperienza nel combattimento e nell’utilizzo dell’haki. L’ammiraglio poteva vantare già una buona capacità di entrambi e di una buona carriera in marina ancor prima che il capitano della Sunny venisse al mondo.

L’haki di Rufy si era dimostrato potente in passato ,  ma non era ancora abbastanza infrangibile e inattaccabile, per poter fronteggiare uno come Akainu, uscendone indenni dallo scontro.

Il ragazzo riuscì con la sua tecnica a colpire al volto l’ammiraglio. Del sangue cominciò a uscire dal naso di quest’ultimo, ma egli sorrise a vedere il figlio di Dragon ritirare la mano con un smorfia dolorante sul viso.

Se l’haki contro Akainu aveva avuto qualche sorta di effetto, questo non aveva protetto completamente la mano di Rufy dall’entrare in contatto con l’elevato calore della lava.

“Fa male non è vero? La lava è un alleato formidabile contro moscerini insignificanti come te e tuo fratello!” disse l’uomo divertito, soprattutto a vedere Rufy che incassava il colpo mordendosi le labbra.

“ Sta zitto!” gli ordinò il ragazzo.

“Se la mano ti brucia tanto da far fatica a muoverla, pensa cosa può aver provato tuo fratello a sentire  il mio potere penetrargli le carni!” continuò ad infierire l’ammiraglio.

“Non osare parlare di lui!” disse Rufy fulminandolo con lo sguardo, sebbene quell’atteggiamento non costituisse motivo di preoccupazione per Akainu.

Rufy non ascoltarlo! Sta solo cercando di farti perdere la pazienza. Rimani concentrato!” urlò Nami riuscendo a comprendere in parte lo stato d’animo del ragazzo.

Muovendosi con agilità, Rufy comparve e scomparve dalla visuale dei suo avversario, nel tentativo di confonderlo.

“Gear Third!” urlò il ragazzo gonfiandosi le braccia con l’utilizzo dell’ l'Ambizione Busou-Shoku per rendere il colpo più duro. Ma se con il suo movimento cercasse di confondere le idee di Akainu su dove fosse la sua vera locazione, richiamando l’attacco, diede la possibilità all’ammiraglio di localizzarlo e di schivare, in parte, il colpo.

Akainu cadde a terra per la potenza dell’attacco del capitano, ma sorrise divertito perché, anche se involontariamente, Rufy gli aveva dato un idea. Infatti la parte del corpo che non si era solidificata a contatto con l’haki del ragazzo si era  dissolto e trasformata in lava, che con l’onda d’urto era schizzata nella zona circostante, cominciando a incendiare le cose. Akainu vedendo cosa comportava sparpagliare il suo potere in giro, decise di lanciare lava in grande quantità a caso, senza provare nemmeno a colpire Rufy.

Quest’ultimo era confuso, non riuscendo a comprendere cosa avesse in mente l’ammiraglio. Non ci mise molto a comprendere però che se avesse continuato, presto egli non avrebbe più avuto molto spazio per muoversi senza rischiare di abbrustolirsi.

Rufy, copriti la bocca con la maglia. Non devi respirare quel fumo!” Urlò Nami, quando si accorse che la troppa lava che ardeva la zona dove si stava svolgendo il combattimento, bruciando, produceva fumo tossico che concentrandosi andava a creare una sorta di gabbia dentro la quale Rufy e Akainu erano inglobati e che non permetteva una visione all’esterno.

Il fumo cominciava a essere denso e a innalzarsi, tanto da arrivare a oscurare quasi il sole e capito il pericolo, Rufy seguì il consiglio della compagna.

“Servirà a poco coprirti il viso!” lo informò Akainu. Difatti l’istinto di Rufy di cercare di immettere maggiore ossigeno, ossigeno che si faceva sempre meno presente nell’aria, respirò quel fumo nocivo sotto lo sguardo soddisfatto di Akainu.

Il capitano cominciò a tossire e dolorante si portò le mani al petto stringendo la maglia con forza a causa della difficoltà che provava a respirare.

“Lo senti? Senti come questo fumo ti brucia dall’interno? È una morte orribile e dolorosa vero?”  chiese Akainu.

Rufy tossì nuovamente e alzò lo sguardo in alto riuscendo a notare ancora il cielo azzurro. Poteva saltare in alto, riuscendo così a sfuggire a quella coltre di fumo e respirare di nuovo aria pulita, ma qualcosa andò storto. Quando il ragazzo provò a piegare le ginocchia per caricare il salto, i suoi poteri lo abbandonarono permettendogli di alzarsi di poco, come qualsiasi essere umano.

“Cappello di paglia ha qualcosa che non va!” disse Kuma che grazie al suo essere cyborg, riusciva a vedere anche attraverso la coltre di fumo.

Nami e Karin allarmate subito domandarono cosa stesse succedendo.

“Sembra che Monkey D. Rufy abbia perso i suoi poteri!” rispose il pacifista.

“Cosa, non può essere! Rufy!” urlò Nami.

“Oh no, ha già cominciato ad agire!” disse Karin preoccupata ad alta voce, facendo girare Nami dalla sua parte, la quale non comprese a cosa la ragazzina si stesse riferendo.

Rufy si trovò spaesato e con i polmoni in fiamme e l’unico modo per uscire da quella trappola mortale fallito, non sapeva cosa fare.

“Conosco la tua fama di salvarti sempre all’ultimo minuto e per questo spero che tu possa perdonarmi se ti finisco io, senza aspettare che la natura faccia il suo corso!” disse Akainu pronto ad attaccare con dei proiettili di lava che difficilmente Rufy avrebbe schivato nelle condizioni in cui si trovava. Fu proprio in quel momento che una folata di vento fece diradare il fumo, non dando però l’opportunità a Rufy di riprendersi, in quanto era ormai a pochi metri dall’essere colpito e i colpi già scagliati.

Il cuore di Nami perse un battito e le sembrò di congelare sul posto e la situazione non migliorò successivamente.

“è sparito!” disse Karin incredula.

Rufy!” urlò Nami, seguita dagli altri sui compagni che seguivano come meglio potevano lo scontro del capitano e di Zoro e Sanji.

Al posto di Rufy si trovava Kuma, mezzo sciolto dalla lava. Egli era intervenuto non riuscendo a intravvedere un modo per cappello di paglia di riuscire a cavarsela.

“Che intenzioni hai PX-0?” chiese Akainu al pacifista, il quale rispose “Proteggere Mug-gi-wa-wa…”. Non fece in tempo a finire la frase che esso si dissolse completamente, lasciando tutti con l’interrogativo di dove si trovasse Rufy.

Akainu persa la sua preda, decise di spalleggiare il suo compagno di marina, sebbene questo non sembrasse avere particolari problemi, anche se grazie all’affiatamento che Zoro e Sanji avevano almeno al momento di combattere, Kizaru era stato colpito un paio di volte. Mentre Sanji distraeva Kizaru, Zoro agiva e viceversa. Inoltre avevano scoperto che fra un raggio di luce e l’altro, passavano cinque secondi e i due sfruttarono quel misero arco di tempo per dare del filo da torcere a Kizaru, sebbene non fosse ancora abbastanza per abbatterlo.

Il cuoco e lo spadaccino, che non avevano potuto seguire lo scontro di Rufy, vedendosi comparire davanti Akainu, temettero il peggio e vedere i loro compagni agitarsi e chiamare il capitano, fecero davvero temere loro che colui che aveva dato vita alla ciurma di Mugiwara  fosse rimasto gravemente ferito, se non peggio. Con questo pensiero i due divennero più agguerriti e come se si leggessero nel pensiero, agivano all’unisono. Quanto Zoro necessitava di maggiore spinta per attaccare, Sanji con i suoi calci portentosi lo scagliava via come un fulmine, quasi riuscendo a  gareggiare in velocità con Kizaru. Quest’ultimo pensando a un attacco frontale da parte dello spadaccino, decise di spostarsi verso sinistra e fu proprio in quel momento che Zoro e Sanji misero in atto il loro piano.  Kizaru rimase stupito a vedere lo spadaccino seguire i suoi movimenti come se volasse e questo stupore gli costò caro,  perché Zoro riuscì a colpirlo combinando un attacco a tre spade, ma come per Rufy, anche il suo haki non era abbastanza forte da riuscir a scalfire completamente il nemico.

Zoro si girò a osservare Sanji per vedere se era pronto per un altro attacco combinato, dato che il precedente aveva avuto effetto, ma dovette rinunciarvi quando vide il suo compagno stringersi fortemente la gamba che si era ustionato per salvarlo, la stessa gamba che aveva anche usato per dargli lo slancio necessario per competere in velocità con Kizaru.

Sanji si alzò nuovamente anche se Zoro poteva leggere sul suo volto la fatica che aveva fatto per compiere quel gesto-

“Non esagerare, se non ce la fai dovresti smetterla. Mi inventerò qualcosa!” disse Zoro.

“Taci testa d’alga. Ce la faccio benissimo, continuiamo!” disse Sanji riprendendo a correre, o almeno ci provò.

“A malapena ti reggi in piedi, non devi dimostrare niente a nessuno!” lo rimproverò Zoro.

“La gamba sta bene, ho detto!” disse Sanji stringendo i pugni.

Zoro sospirò “D’accordo, ma si cambia piano, uno che ti consenti ancora di camminare quando questa faccenda  sarà finita!”

Kizaru e Akainu si stufarono di sentir confabulare i due mugiwara, così si misero uno davanti a Zoro  l’altro davanti a Sanji, per non lasciare troppo spazio d’azione ai due. Perché dovevano ammetterlo, quei due messi insieme costituivano un’ottima squadra.

“Sembra che ci abbiano appena dato l’idea di come annientarli!” disse Sanji sorridendo.

Zoro annuì “devi solo renderti irritante con Kizaru e farlo attaccare in contemporanea con Akainu. Ma credo che non avrai problemi a farlo infuriare!”!

“Come te del resto! Fai la stessa cosa!” disse Sanji guardandolo con la coda dell’occhio.

I due nakama incominciarono a denigrare i due ammiragli sempre di più, finchè l’ orgoglio di due marine non permise più loro di sopportare di essere insultati da degli insulsi pirati. Akainu e Kizaru si prepararono ad attaccare con  l’intenzione di finirli completamente, esattamente come i due pirati avevano previsto.

I due colpi partirono insieme e a tutta velocità  e i due nakama, abbassandosi al momento giusto, schivarono gli attacchi facendo sì che due i colpi si dirigessero verso i loro nemici, che colpendoli li dissolse  completamente, mettendo fine a quegli assurdi combattimenti con vecchi nemici.

 

 

  
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