Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: Lena Mason    03/05/2013    3 recensioni
Un mondo diverso da quello che conosciamo. Un mondo dove a regnare sono creature sovrannaturali: una di queste, di natura diversa e unica, cercherà di conquistare il mondo, ma un gruppo di esseri umani con poteri particolari, supportati da amici speciali, la combatteranno per salvare il mondo. Riusciranno a portare a termine la missione? Il mondo che verrà creato sarà migliore o peggiore del precedente?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Sono tornata! *non le risponde nessuno perchè si sono dimenticati di lei*. Ho risolto i problemi con chi dovevo, ma lasciamo perdere... Vi ricordo che Yunalesca è di proprietà di Yunalesca Valentine (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=72037 Non mi inseriva il link in altro modo -_-).

Ok in questo capitolo la fangirl che c'è in me è esplosa... Volevo toglierlo all'inizio, ma poi avrei dovuto modificare una marea di scene all'interno della storia, già completa e parecchio lunga. So, non linciatemi o quant'altro, per cortesia. Quando ho scritto tale capitolo avevo una forte forma di fangirlismo acuto. Spero che per il resto vada tutto bene e se c'è qualche errore non esitate a segnalarlo! Vi lascio al capitolo!
Lena. 

 

 

 

 

Capitolo Sesto

Looking For Informations.

 

Misaka, la mattina successiva, nonostante sapesse che era molto rischioso aveva esposto il suo piano a Yunalesca e Ichigo: i due erano d’accordo con lei, poiché stufi di sentire sempre qualcuno alle spalle.

 

Dovevano trovare il modo di attirare i vampiri, o supposti tali, in un posto in cui non potevano far altro che palesare la loro natura e iniziarono così piani di ogni genere.

 

Il primo fallì miseramente: Misaka si ferì apposta ad una mano con un taglierino durante l’ora di fai da te, ma i tre la guardarono semplicemente impassibili fino a quando, addirittura, Ulquiorra non le porse un fazzoletto con il quale tamponare la ferita.

 

Il secondo fu invece un piano di Ichigo, il quale decise di invitare Tia ad uscire con lui dove poi avrebbe cercato un modo per stanarla, ricevendo un due di picche.

L’unica che ebbe successo fu la piccoletta malefica del gruppo: infatti usando i suoi famigerati, quanto falsi, occhi da cucciolo chiese a Grimmjow che, nonostante fosse un idiota era anche molto bravo in matematica, di darle ripetizioni, poiché era davvero scarsa in quella materia.

 

«Non puoi chiederlo alla tua amica troppo cresciuta? Se la cava in matematica» gli chiese, riferendosi a Misaka.

 

«Lei non può! Ha già molto da fare» disse la corvina, aggiungendo mentalmente ‘ come cercare di farsi Kisuke’.

Misaka dopo il primo fallimento, aveva tentato altre volte di cogliere in fallo Ulquiorra, ma il triste ragazzo era stato inamovibile, fino quando non notò che riservava qualche sguardo in più ad Orihime: così, con l’aiuto dell’amica, lo aveva obbligato ad unirsi al gruppo di ripetizioni. Infatti, mentre Grimmjow era un asso in matematica, nessuno batteva il piccoletto bianco, come lo chiamava Misaka, in Giapponese e Storia, materie nelle quali la rossa non eccelleva.

Orihime, d’altro canto, non aveva bisogno di nessuna ripetizione, essendo una delle migliori studentesse della scuola: il suo ruolo era quello di attirare il ragazzo e poi con una scusa dare forfait, lasciando nelle mani di Misaka che già si vedeva trasformata da preda a cacciatrice.

Così quello stesso pomeriggio i quattro, Misaka, Yunalesca e i due presunti vampiri, si ritrovarono a casa della rossa, libera durante il giorno, per ‘studiare’: mentre Grimmjow spiegava a Yunalesca i logaritmi, Misaka e Ulquiorra facevano i compiti di giapponese, fino a quando la rossa non sbuffò, segno che si era già stufata.

 

«Neh Ulquiorra-kun, fammi copiare» disse al ragazzo cercando di prendergli il quaderno, il quale sparì dal tavolo in un lampo: infatti Ulquiorra lo aveva allontanato dalla presa della rossa, facendola irritare.

 

«Oh, avanti cosa ti costa!».

 

«Non irritarmi, donna» gli rispose lui che, prima di ritrovarsi a terra dopo uno scappellotto di Misaka.


 «Chiamami ancora donna e ti giuro che ti eviro, idiota! Ho un nome e vedi di usarlo!» lo minacciò, sapendo che se si fosse rivelato un vampiro, l’avrebbe pagata cara, ma non poteva di certo farsi mancare di rispetto in quel modo!

 

Il vampiro la osservava, mentre cercava di rialzarsi, riprendendo il suo totale controllo che, doveva ammetterlo, era sparito nel momento in cui era stato colpito: avrebbe voluto scattare e fargliela pagare a quella ragazzina, ma gli ordini erano altri.

 

«Non dirmi che sei arrabbiato perché Orihime non è venuta, neh Ulquiorra-kun?» gli chiese la rossa, avvicinandosi a lui, fino a trovarsi a un palmo dal viso diafano, nonché schifosamente perfetto, del ragazzo: fu in quel momento, quando Ulquiorra volse il suo sguardo verso Misaka che quest’ultima vide quanto verdi fossero i suoi occhi, rimanendone incantata.

 

«Non dire assurdità e finisci i compiti, donna» le rispose, schivando questa volta il colpo della rossa e afferrandole il polso.

 

«Ottimi riflessi. Sembrano quasi sovrannaturali» disse la rossa, ghignando.

Verso le cinque del pomeriggio, con una scusa, Misaka uscì di casa da sola; si diresse a passo spedito al kombini in fondo al quartiere: doveva trovare il modo di esporre Ulquiorra completamente, ora che era irritato dai suoi comportamenti. Così, sapendo bene che, in un modo o nell’altro, lui la teneva sott’occhio entrò nel kombini acquistando qualche dolciume e snack.

E non sbagliava: infatti Ulquiorra, ligio al dovere e agli ordini dati dal capo, l’aveva seguita, usando come scusa i pericoli delle strade. Yunalesca non se l’era bevuta, ovviamente, ma gli aveva sorriso falsa, ringraziandolo per la premura nei confronti della sua amica.

E se in quel momento erano ringraziamenti falsi, non lo sarebbero stati mai più dopo quella notte.

 

Misaka si ritrovò in un vicolo buio, o meglio, ci si infilò volutamente, venendo circondata immediatamente da un gruppo di ragazzi umani: peccato che le loro intenzioni non erano meno bestiali rispetto a quelle di un vampiro.

La rossa si rese conto di aver stupidamente lasciato a casa qualsiasi arma possedesse: il panico invase la sua mente e fu così che si ritrovò, senza rendersene conto, sbattuta contro il muro di fronte a sé da uno dei ragazzi le cui intenzioni lascive erano palesi; mentre cercava di baciarla con la forza, tenendole le mani strette in una morsa d’acciaio sopra la testa, Misaka lo colpì con il classico calcio ai gioielli di famiglia, causando le ire del resto del gruppo.

 

«Capo, stai bene?» chiedeva uno degli aggressori all’uomo colpito, ricevendo, seppur con fatica, l’ordine di farla pagare alla rossa, la quale venne afferrata per i capelli mentre cercava di scappare e immobilizzata da due dei tre aggressori rimasti: il panico ormai era totale e la rossa si ritrovò a pregare mentalmente che qualcuno passasse di lì. Non ricordava che qualcuno la seguiva. Non ricordava che, quasi certamente, Ulquiorra era a pochi passi da lei, fino a quando non vide qualcosa colpire il primo dei tre uomini, il quale non fece in tempo nemmeno a gridare.

Fu il secondo a urlare: «Un mostro!» prima di ritrovarsi a terra con il naso sanguinante, mentre il terzo se la diede a gambe, gridando come una femminuccia.

Alzando lo sguardo grigio e pieno di panico, Misaka vide che di fronte a lei c’era Ulquiorra che, finalmente, aveva palesato la sua natura: gli occhi avevano mantenuto il loro colore verde, anche se ora brillavano nella notte come quelli di un gatto, mentre la sclera di solito bianca, si era tinta di nero e i canini spuntavano dal labbro superiore, scintillando come lame nella notte.

La ragazza trattenne il fiato per un attimo, prima di fare una cosa stupida: si alzò di scatto, vedendo che il vampiro tendeva i muscoli pronto a difendersi e si gettò addosso al ragazzo, senza l’intento di ferirlo, ma di abbracciarlo. Gli occhi, che per la prima volta esprimevano stupore, tornarono normali così come i denti e Ulquiorra, il quale sentiva per la prima volta il calore di un essere umano che non fosse una sua vittima, rimase spiazzato.

 

«Mi hai salvata. Grazie Ulquiorra-kun» prima di svenirgli addosso.

 

La afferrò al volo, prima che cadesse in terra e si voltò per portarla a casa, ma una figura bloccava l’uscita del vicolo: il capo era lì.

 

**

 

Misaka si risvegliò solamente la mattina successiva, nel suo letto: ricordava tutto quello che era successo la sera precedente per cui non si stupì di vedere che Ulquiorra, Yunalesca e Grimmjow erano rimasti e dormivano in sacchi a pelo sul pavimento. O meglio, Ulquiorra era sveglio e la fissava con i suoi occhi smeraldo.

La ragazza, ricordandosi tutto ciò che aveva combinato la sera prima, divenne rossa in viso, cosa che Ulquiorra non riuscì a comprendere.

 

«Hai la febbre?» le chiese, dato che l’unico motivo di cui era a conoscenza per il rossore di un essere umano era la temperatura elevata del corpo.

 

«No, lascia perdere» disse la rossa, incredula di fronte all’ingenuità del ragazzo «tu sei un vampiro,vero? E anche Grimmjow e Tia lo sono».

 

Ulquiorra la fissò e rispose: «Vi spiegheremo a tempo debito» prima di alzarsi, ripiegare il sacco a pelo e svegliare in malo modo, cioè con un calcio, Grimmjow, il quale gemette dal dolore prima di alzarsi e rendersi conto che Misaka e, grazie al suo baccano, anche Yunalesca erano sveglie.

 

«Sappiate che non la passerete liscia per quello che avete fatto: oggi pomeriggio all’emporio Urahara dopo scuola. Non mancate o vi verrò a cercare personalmente» disse il gigante, riservando loro uno sguardo duro e uscendo, seguendo Ulquiorra.

 

Le due ragazze si guardarono: Misaka non sapeva cosa fosse successo dopo il suo svenimento, così Yunalesca le spiegò che Ulquiorra si era presentato a casa con lei, svenuta, in braccio, facendola spaventare, ma dopo che le aveva spiegato, in modo molto sintetico, cosa fosse successo  lo aveva ringraziato.

 

«Non guardarmi così, Misaka. Nonostante la sua natura ti ha salvato da quelli che, anche se erano umani, avevano cattive intenzioni».

 

«Lo so, ma mi ha fatto una strana impressione, Yuna. Dovevi vedere i suoi occhi e i suoi denti. Non avevo paura: ne ero affascinata. Trasformato in vampiro, Ulquiorra diventa, in un modo assurdo e terrificante, terribilmente interessante» confessò la rossa «ed è di questo che ho veramente paura».

Nel pomeriggio, dopo aver spiegato tutto ai loro compari, si ritrovarono all’emporio: entrando sentirono le presenze ormai note dei vampiri che avevano chiesto il loro aiuto nella lotta alla nuova specie, sommate a quelle di tre individui; una di quelle presenze era di sicuro Ulquiorra.

Quando aprirono il fusuma, si ritrovarono gli sguardi di tutti puntati addosso e Misaka si ritrovò sbattuta contro la parete da Rangiku, la quale l’aveva afferrata alla gola mozzandole il respiro.

 

«Dannata umana impicciona! Potevi farci scoprire con i tuoi stupidi piani per capire la loro natura» le disse, indicando i tre compagni di scuola.

 

Misaka non aveva intenzione di subire, così colpì la ragazza con una testata, facendola indietreggiare: Rangiku lasciò la presa, nello stupore generale e guardò la rossa che tossiva per riprendere fiato.

L'umana alzò lo sguardo grigio sulla sua avversaria e le disse: «Non ho la capacità né le forza di battere qualcuno a livello di Byakuya-sama o Hitsugaya-sama,ma fidati che per una come te basto».

 

Il silenzio cadde nella sala, fino a quando Kisuke non prese la parola: «Misaka, siediti. Senza obbiettare».

La rossa, sbuffando prese posto vicino a Ichigo, il quale la fissava con tanto d’occhi: sapeva che Misaka era una scavezzacollo, ma ora capiva quanto fosse coraggiosa.

Orihime guardava i due con sguardo preoccupato: sapeva che Misaka aveva attirato su di sé l'attenzione di Kurosaki e questo la preoccupava, dato che era cotta del ragazzo da anni ormai.

«Siamo qui perché Misaka e, in parte anche Yunalesca e Ichigo, disubbidendo ai miei ordini hanno spinto Ulquiorra a mostrare la sua vera

natura. Vi starete chiedendo come mai conosco questi tre vampiri, ma la spiegazione è ovvia: sono dalla nostra parte, ma fungono da spie. Ricevono ordini dal vice dell’umano che vuole questo mondo e vi seguono su sua richiesta: devono capire se siete una minaccia ed eliminarvi se lo foste».

 

«Allora posso sapere, Byakuya-sama, perché non lo avete detto subito?» chiese Yunalesca.

 

«Perché il nemico li osserva e non doveva sospettare di nulla. Se voi foste stati a conoscenza di tutto dall’inizio, la vostra tranquillità avrebbe destato dei sospetti: nessuno rimane calmo se è seguito da uno sconosciuto, capite?».

 

«Ovvio. Avete nascosto la loro missione, per far credere al nemico che gli fossero fedeli e per farlo vi serviva che anche noi fossimo certi di questo» disse Misaka, guardando di sfuggita Ulquiorra che, invece, guardava Inuoe, la quale aveva lo sguardo basso. Misaka non comprendeva il perché fino a quando non vide che la mano di Ichigo era vicina alla sua, troppo.

Così allontanò la mano dal ragazzo vedendo che Orihime apprezzava il gesto e, quando guardò nuovamente Ulquiorra, ne incontrò gli occhi verdi, indagatori e incuriositi per la prima volta dacché lo conosceva.

Quando la situazione fu chiarita, con la promessa da parte di tutti di mantenere il segreto assoluto sulla natura dei tre infiltrati e fingendo di non sapere nulla di loro, i ragazzi si congedarono, fino a quando Kisuke, rimasto silenzioso quasi tutta la sera, non fermò Misaka sulla soglia: congedò anche Ulquiorra, dicendo che avrebbe accompagnato la ragazza a casa lui stesso e rimasti soli si mise di fronte a Misaka che lo fissava guardinga.

 

«Cosa vuoi?» gli chiese la rossa, quando capì che l’uomo non avrebbe parlato: l’unica risposta che ricevette fu uno sguardo raggelante prima di ritrovarsi,senza nemmeno rendersene conto, tra le braccia dell’uomo.

Misaka cercò di liberarsi, sentendosi in profondo imbarazzo perché, lo sentiva, Ulquiorra li guardava, ma Kisuke continuava a stringerla sempre più forte.

 

«Se fai ancora un gesto così avventato, mi premurerò di punirti, Misaka».

 

«Posso sapere come mai tutta questa preoccupazione per me, Kisuke-san?».

L’uomo si discostò quel tanto che bastava per guardarla in faccia, prima di ghignare e dirle:

 

«Pensavo fossi una ragazza sveglia, Misa-chan, ma a quanto pare devo darti una spinta» disse, prima di afferrare il viso,pieno di stupore, della ragazza e baciarla.

  

Il cervello di Misaka andò in tilt: sentiva solo un fischio alle orecchie e le labbra di Kisuke sulle sue. Riprendendo in parte da quello stato catatonico, ricambiò il gesto dell’uomo che, ne era sicura, aveva sorriso sentendola rispondere. Fu in quel lasso di tempo di presa di coscienza, prima del nuovo oblio dato dalla profondità dal bacio, che si ricordò che Ulquiorra li guardava e, questo pensiero, la turbò.

 

 

 

Nda: Ed eccomi di nuovo. So che qualcuno avrà sicuramente storto il naso di fronte a questo e probabilmente lo farà anche nel prossimo capitolo, ma come vi ho detto li ho lasciati semplicemente perchè parlavo di certi fatti qui accaduti anche più avanti nella fic e andare a ripescarli, senza nemmeno avere un'idea con che cosa sostituirli, era un po' difficile, dato che la storia è bella che finita da un pezzo.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Lena Mason