Capitolo 52: Capitano vs spadaccino
L’ancora venne finalmente calata.
Come a voler mettere presto fine a quella storia,
sembrava che le correnti marine avessero aumentato la loro spinta, facendo attraccare la Sunny prima del previsto.
Rufy non
aspettò nemmeno che il veliero si fermasse…afferrò un albero in lontananza e si
precipitò sulla spiaggia dove si sedette in attesa che il suo avversario lo
raggiungesse.
“Sono qui capitano!” disse Zoro qualche minuto dopo.
Gli altri membri della ciurma si erano sistemati
piuttosto lontano per assistere allo scontro, sedendosi su degli scogli, nella
speranza che la battaglia non li coinvolgesse, ma avevano qualche timore dato
che a scontrarsi erano proprio i due nakama che
facevano più disastri, il capitano per primo.
Zoro e Rufy si trovavano uno
davanti all’altro. I loro sguardi erano seri e il silenzio che si era venuto a
creare, dava la possibilità di udire il suono del vento che muoveva i loro
abiti e sollevava leggermente la sabbia del litorale.
Rufy
fu il primo a prendere la iniziativa. Caricò un forte pugno e urlando “Gomu gomu no jet pistol!” lo lanciò dritto verso Zoro.
Lo spadaccino si mise in posizione di difesa e
incrociando le sue spade e impregnandole dell’haki
dell’armatura, riuscì a parare il colpo di Rufy,
sebbene la potenza dell’attacco lo spinse indietro per diversi metri.
Il capitano si aspettava di non cogliere impreparato
il suo primo compagno e spiccando un salto in alto usò il suo “gomu gomu no jet gatling!” anch’esso intriso con l’haki
dell’armatura.
Zoro si preparò a parare l’attacco. Si piegò sulle
ginocchia e stringendo la presa sulla
spada che aveva nei denti, disse “Yaki oni giri”.
Lanciò un triplo fendente infuocato che a contatto con le mani di Rufy gli
facevano prendere fuoco, che non ferivano solo lui, ma lo spadaccino stesso, in
quanto il capitano, nonostante il fuoco sulla sua pelle, non si fermò
immediatamente dallo sfoderare il suo attacco e continuando con quel rirmo, a causa del calore del fuoco, la sabbia che toccava
si trasformava in vetro.
Rufy
si fermò una volta che i suoi piedi toccarono terra. Aveva le mani fumanti e un
occhio strizzato per sopprimere il dolore. Zoro era stato colpito in pieno
stomaco ed era stato scaraventato a terra, ma esso si alzò immediatamente per
contrattaccare.
Ma egli non fece in tempo a sfoderare il suo Oni giri, che Rufy lo colpì in
testa con il gomu gomu no
campana. La sua testa lanciata all’indietro e rafforzata con l’haki dell’armatura, che diede alla fronte una colorazione
nera, ripartendo in avanti aumentava la sua potenza di azione.
Zoro riuscì ad evitare il colpo per un pelo.
Lo spadaccino stancandosi di doversi sempre difendere
cominciò a far roteare le sue spade per poi partir alla carica verso Rufy.
Quest’ultimo, vedendo che tipo di attacco aveva
intenzione di usare il suo nakama, richiamò a se il gear secondo, cominciando a fare sul serio. Zoro era quasi
giunto davanti a lui, ma il capitano, facendo uso del Soru che gli permetteva
di muoversi velocemente, riuscì a schivarlo. Lo spadaccino però non si fece
cogliere impreparato e usando il suo haki
dell’osservazione, prevedendo quella mossa
da Rufy,
si mosse velocemente con lui, cominciando una rincorsa al gatto al topo, finchè Zoro, conoscendo fin troppo bene lo stile di combattimento
di Rufy, anticipò una sua mossa fino a colpirlo.
Rufy
rotolò a terra portandosi dietro una striscia di sangue. Il ragazzo si alzò
portandosi una mano al fianco sinistro, ferito da una delle spade dello
spadaccino.
Sul suo volto si aprì un sogghigno, divertito dallo
scontro, ma Zoro sapeva che se Rufy sorrideva così,
voleva significare che lo scontro non era che all’inizio.
“Gomu gomu
no jet bazooka!” urlò Rufy portandosi le braccia
all’indietro per poi colpire Zoro nuovamente allo stomaco, facendolo andar a
sbattere contro uno scoglio…lo stesso scoglio dove si trovavano gli altri
membri della ciurma.
Lo spadaccino all’impatto perse la spada che aveva in
bocca, dovendo per forza di cose sputare il sangue che il colpo gli aveva fatto
salire nella gola e successivamente cadde a terra.
“Zoro!” urlò Chopper con l’istinto di andare a
controllare, ma Sanji lo fermò.
“Non devi intrometterti Chopper, lo scontro non è
ancora finito!”
“Ma qui stanno combattendo sul serio!” disse Usopp profondamente preoccupato.
Nami
abbassò la testa “Se ognuno di loro non combattesse al massimo delle proprie
capacità, questo scontro non avrebbe senso e ognuno dei due si sentirebbe
profondamente ferito dal trattamento di favore che riceve dal compagno!” spiegò
la navigatrice, tornando a fissare Zoro che era intento a rialzarsi.
“Dovresti sapere certe cose dato che ti sei già
scontrato con Rufy!” disse Robin ad Usopp, sebbene conoscesse la storia tramite il racconto di Nami.
“Si, ma in quell’occasione ero io quello che
combatteva al massimo delle mie possibilità… se l’avesse fatto Rufy, sarei morto!” rispose il cecchino.
“Si, ma tu non sei al livello di Zoro-san, yohohohoho!” disse Brook, facendo
cadere il morale del cecchino sotto i piedi.
Zoro raccolse la sua spada e se la rimise in bocca,
pronto per il prossimo attacco.
“Kokujou o Tatsumaki” urlò, creando un enorme tornato di lame in
direzione di Rufy.
“Gomu gomu
no fussen!” ribatté il capitano provando a immettere
aria nel suo corpo, senza che niente però accadesse.
“Perché Rufy non si è
gonfiato?” chiese Franky stranito.
“è successa la stessa cosa durante lo scontro di Akainu. Non è riuscito a usare i suoi poteri!” disse
tristemente Karin.
Rufy
ripresosi dalla sorpresa ritento con la tecnica e aspirando più aria possibile
per poi buttarla fuori tutta in un colpo, fece in modo che il tornado si
muovesse verso Zoro, ma quest’ultimo, ripetendo lo stesso attacco, creò un
nuovo tornado che scontrandosi con il precedente, generò un tornado talmente potente da tagliare anche le cose
che non investiva, ferendo in contemporanea sia Zoro che Rufy.
Chopper si paralizzò quando una lama provocata dal
tornado, tranciò di netto lo scoglio
dietro al quale si era nascosto, ferendolo di striscio a una guancia. Lo shock
fu tale che il dottore svenne.
I due combattenti continuarono ad affrontarsi
nonostante le condizioni non idonee e
con il vento che dava loro tremendamente fastidio, ma niente li avrebbe fermati
in quel momento. Non si sarebbero fermati nemmeno se la terra fosse a un passo
dall’esplodere.
Rufy
soffiò dentro il suo pollice, mentre lanciava il suo piede in aria per farlo
gonfiare, per poi farlo piombare a estrema velocità verso Zoro. Lo spadaccino
sapeva che se si fosse fatto colpire, sarebbe stato sconfitto e calcolando la
traiettoria del piede, cominciò a correre per evitare lo schianto. Ci riuscì,
ma l’onda d’urto lo scaravento via, aiutato anche dal vento dei suoi tornado.
Entrambi ora riportavano ferite di vario genere e
lividi e sebbene cominciassero ad avere il fiatone, si guardavano con uno
sguardo serio che diceva all’altro “possiamo continuare”
Ma Rufy optò per una
minuscola pausa per potergli chiedere “Perché lo hai fatto Zoro?”
Lo spadaccino capì subito a cosa si stesse riferendo
“Perché è il mio compito! Oni giri!” rispose partendo
all’attacco con un fendente a tre spade. Rufy soffocò
un gemito, quando riuscì a parare le spade di Zoro con le mani. Le lame non gli
avevano reciso le dita , ma nonostante l’haki
dell’armatura, era stato ferito e ora il suo sangue ricopriva buona parte delle
spade di Zoro e la sabbia non era più pura come prima del loro scontro.
“Hai rischiato fermando le spade con le mani, te ne
rendi conto?” disse Zoro non tanto contento della ferita provocata al suo capitano.
“Hai rischiato anche tu, facendo quell’accordo con
l’orso!” rispose Rufy, per poi scagliarsi contro il nakama roteando su se stesso a tutta velocità.
Zoro rispose prendendo una posizione accucciata, per
poi lanciarsi contro il capitano, rotando su se stesso con le lame rivolte
verso l’esterno.
I due si scontrarono duramente e finirono a terra.
Doloranti si misero lentamente a sedere e nel mentre
Zoro disse “Con l’unica differenza che li c’era in gioco la tua vita, qui c’è
in gioco solo l’orgoglio!”
Rufy
strinse i pugni nonostante li sentisse pulsare a causa delle ferite. “Non
importa quale sia stato il motivo del tuo gesto, non voglio che qualcuno rischi la vita per me. Quindi Zoro ti perdono
solo se mi prometti di non farlo mai
più!”
Zoro alzò il sopracciglio “No, non posso!”
Rufy
assottigliò lo sguardo “Sono ordini del capitano!” urlò.
Zoro era serio, per niente intimorito “Non posso
obbedire a questo ordine. Rifarei la stessa cosa un milione di volte se
servisse ad aiutarti a realizzare il tuo sogno e con me, tutti gli altri!”
Rufy
si alzò in piedi e sempre con rabbia disse “Non dovete correre un simile
rischio per me. Io sono il capitano e io decido cosa è giusto per me e se devo
morire significa che quello era il mio destino!” Abbassò la testa “Sono stato
io che vi ho coinvolto in questo viaggio, voi siete qui perché l’ho voluto io.
Spesso finiamo nei casini per la mia stupidità, quindi non accetterò mai che vi
accada qualcosa per causa mia!” disse chiudendo gli occhi e girando la testa di
lato.
Zoro si rimise in piedi, come anche Rufy, dicendo “Non hai mai pensato cosa ne sarebbe di noi
se tu non ci avessi arruolato nella tua ciurma, a volte anche contro la nostra
volontà? Io sarei solo un cacciatore di taglie in giro per il mondo disperso
chissà dove; Nami sarebbe probabilmente ancora
schiava di Arlong; Usopp
forse sarebbe partito per conto suo per diventare un pirata, ma probabilmente
sarebbe stato ucciso abbastanza in fretta; Sanji non
avrebbe avuto la possibilità di esprimere la sua arte culinaria e avrebbe
rinunciato al suo sogno di trovare All Blue; Chopper
sarebbe ancora la renna timida che era quando l’abbiamo conosciuta; Robin
sarebbe morta sotto quel crollo da cui l’hai salvata ad Alabasta;
Franky sarebbe ancora un criminale a Water Seven e Brook sarebbe ancora sperduto in quella nave fantasma. Tu
te la saresti cavata comunque abile come sei a cacciarti nei guai e allo stesso
tempo a tirartene fuori, ma noi se siamo quello che siamo, lo dobbiamo a
te. E il minimo che possiamo fare, è
salvarti la pelle quando il tuo corpo non te lo consente. Ma soprattutto se
rischiamo la vita, lo facciamo perché ti vogliamo bene e solo un idiota come te
poteva non averlo ancora capito!” disse Zoro
attaccando nuovamente con le sue tre spade atterrando il capitano.
Lo spadaccino aveva il fiatone, stanco ormai di
doversi battere contro la persona a cui non avrebbe torto nemmeno un capello in
condizioni normale.
Rufy
era nuovamente a terra, senza dare segno di volersi rialzare. Guardava le
nuvole passare sopra di sé, mentre cercava di respirare profondamente. I suoi
occhi erano lucidi nel vano tentativo di
non piangere “Mi arrendo, hai vinto tu!” poi sorridendo disse “Grazie!”
Cavolo, sono
un’ora in ritardo, ma ammetto di aver temporeggiato, non sapendo esattamente
come gestire lo scontro.
Spero che si
venuta abbastanza bene e che non vi aspettaste maggiore spargimento di sangue.
Chiedo scusa se ci sono errori, ma ultimamente gli
occhi mi danno fastidio, quindi non sto molto a controllare.
Fatemi sapere cosa ne pensate ne!!!
Alla prossima
Neko =^_^=