Capitolo 55: La chiave
Tashiji cercava di restare a galla mentre la
corrente la portava via, ma le rapide erano insidiose e sparse di rocce bagnate
a tal punto da renderle scivolose, impedendo così alla donna di trovare un appiglio.
Di tanto in tanto la corrente la spingeva sotto acqua, portandola a bere e a
perdere l’orientamento. Si ritrovò girata di spalle, non vedendo dove l’acqua
la stesse trascinando e non riuscendo a evitare una roccia, ci batté contro
violentemente, perdendo i sensi.
Zoro si trovava nella sua stessa situazione, ma riuscendo a impossessarsi
della sua amata spada, tagliava qualsiasi roccia potesse ferirlo. Assistette a
quanto accadde alla ragazza della marina e mettendosi la katana in bocca, nuotò
in direzione della corrente, in modo da raggiungerla e tenerla fuori
dall’acqua, impedendole l’annegamento.
Ora con un’altra persona a cui pensare, era più difficile riuscire ad
uscire da quella situazione e le cose peggiorarono proprio quando vide che il
percorso del fiume stava per terminare. In genere dopo una cascata si
trovava un bacino d’acqua calma. Lì
sarebbe stato più facile raggiungere la riva, ma non poteva rischiare di farsi
trasportare, non sapendo quanto alta essa fosse.
Poco lontano dal precipizio vi era un albero che si allungava verso le
acque del fiume, con una fune che pendeva. Si spinse verso la sua destra e
afferrò quella liana e, riuscendo a non far cadere Tashiji,
tirò in salvo entrambi.
Zoro posò la ragazza a terra, ma non potè tirare
nemmeno un sospiro di sollievo, in quanto un ruggito dietro di sé lo costrinse
a voltarsi e solo per un pelo riuscì a parare gli artigli della bestia che lo
aveva attaccato con l’intenzione di ucciderlo.
Solo un secondo dopo lo spadaccino capì il motivo dell’aggressione di
quello strano animale, che gli ricordava tanto un lontra sebbene non fosse così
amichevole. Il ragazzo aveva usato la sua lunghissima coda azzurrognola per
uscire dal fiume e l’animale non aveva apprezzato il gesto.
Non ebbe particolari problemi a cacciarlo via, ma ora si ritrovava da solo
con una nemica svenuta, in un luogo sperduto, senza due delle sue spade e senza
sapere cosa fare.
Controllò che la ragazza non fosse ferita e una volta appurato che stesse
bene, si tolse la maglia per eliminare l’acqua in eccesso e metterla ad
asciugare.
Tashiji si svegliò da li a poco, mettendosi a
sedere di scatto ricordandosi di essere caduta in acqua. Si sorprese di essere
ancora viva.
“Ti sei svegliata finalmente!” disse Zoro.
“Tu?” disse Tashiji mettendosi in piedi e facendo
una smorfia “C-cosa ci fai tu qui?”
Zoro le si mise di fronte e la guardò negli occhi dicendo “Dovresti essere
più gentile con chi ti salva la vita!”
Tashiji spalancò gli occhi “P-perché lo hai
fatto?”
“Dovevo lasciarti morire?”
“Un altro pirata lo avrebbe fatto…siamo nemici infondo!” disse la ragazza,
arrossendo di colpo quando il suo sguardo si posò sui pettorali del ragazzo.
“Non è una buona scusa per uccidere una persona!” disse Zoro recandosi a
raccogliere la maglia lasciata al sole per coprirsi nuovamente “Forza,
cerchiamo di tornare al tuo campo!”
Tashiji per la seconda volta si ritrovò spiazzata
“Vuoi tornare dove sai che ti faremo prigioniero?”
“Primo i miei nakama sono lì e secondo…Smoker ci ha liberato di sua spontanea volontà!”
“Bugiardo! Lui non lo farebbe mai!” disse arrabbiata, in quanto considerava
le sue parole un’offesa.
Zoro alzò le spalle e incominciò a incamminarsi.
I Mugiwara non si erano ancora accordi della
scomparsa di Zoro, troppo impegnati da un altro problema.
Brook, Robin, Chopper e Rufy
erano stati tirati fuori dalla gabbia di agalmatolite,
ma inspiegabilmente solo il musicista si era svegliato. Tutti erano
preoccupati, non spiegandosi quello strano fenomeno. In genere si riprendevano
sempre tutti appena il loro punto debole veniva eliminato, ma in quel frangente
qualcosa era diverso, qualcosa a cui loro non sapevano spiegare e Chopper non
era lì con loro per poterli aiutare.
Smoker era stranito quanto loro e ordinò a un
marine di chiamare un dei loro medici.
“Aspetta, ci penso io!” disse Karin preoccupata quanto loro, non sapendo il
motivo per cui non si svegliassero.
La ragazzina li esaminò tutti, utilizzando gli strumenti di Chopper.
“Ho raccolto il loro sangue. Avete degli strumenti per poterlo analizzare?”
chiese la nuova arrivata speranzosa, rivolgendosi al capo dei marine.
Smoker l’accompagnò dove ella desiderava e già
che c’era, la ragazza volle esaminare anche il sangue del marine, per motivi
che lui già sapeva.
Robin fu la prima ad aprire gli occhi. Sanji
cominciò a volteggiarle intorno, ma la smise quando si accorse del suo
stordimento.
“Robin-chan, come ti senti?”chiese
il cuoco.
L’archeologa sbattè gli occhi ripetutamente e
lentamente si mise a sedere. Franky con un bracciò le
consentì di poggiarsi a lui, vedendo la stanchezza nei suoi occhi.
“C-che c-cosa è…” non terminò la frase…si sentiva troppo debole.
“Non lo sappiamo. Avete perso i sensi quando eravate in gabbia, ma non
capiamo perché vi sentiate così male!” disse Usopp
con una voce carica di preoccupazione.
Chopper fu il secondo a svegliarsi. Sembrava messo peggio dell’archeologa,
tanto che non riusciva nemmeno a sedersi.
Nami aspettò inutilmente che anche Rufy si svegliasse, ma questo non avvenne.
Videro Karin tornare a testa china, ma abbozzò un sorriso quando vide
Chopper e Robin svegli.
Non sembrò per niente sorpresa dal vedere Rufy
ancora addormentato. L’unica cosa che la faceva tirare un sospiro di sollievo,
era che respirava ancora.
“Karin, hai scoperto qualcosa?” chiese Usopp.
“Bhe si…cioè no…insomma…” Karin prese un respiro
profondo “Io sapevo cos’hanno, ma non mi aspettavo minimamente che
succedesse tutto questo!”
“Spiegati, non riusciamo a seguirti!” disse Sanji.
“Hanno contratto una malattia…una malattia che solo i possessori di un
frutto del diavolo possono contrare e se non curata…” la ragazzina si azzittì.
Gli altri spalancarono gli occhi.
Nami si alzò e arrabbiata l’afferrò per la
maglietta “Se sapevi che erano malati, perché non l’hai detto subito? Se
dovesse accadere loro qualcosa …io ti…io ti…” non riuscì nemmeno a minacciarla,
che i primi singhiozzi la scossero e le lacrime le impedirono di vedere le cose
intorno a lei in modo nitido.
Karin si morse il labbro. Aveva voglia di piangere, in quanto sentiva di
aver fallito.
“Racconta tutto quello che sai, si potrebbe ancora trovare una soluzione!”
disse Smoker intervenendo.
Karin annuì “So che questa malattia è stata contratta per primo da Rufy…probabilmente in quella fogna della base marina di Shionomizu e successivamente deve aver trasmesso il virus
anche a Robin e Chopper, ma la cosa assurda è che…c’era tempo…tanto tempo. È
una malattia che agisce lentamente nel corso di anni, e Rufy
aveva appena cominciato a risentire i primi effetti dopo diverso tempo dalla
vostra fuga da quella base!”
“La perdita dei poteri!” disse Sanji.
Karin annuì “Non so perché siano arrivati tutti e tre a questo stadio
avanzato. L’unica motivazione che mi viene in mente è che il contatto così
prolungato con l’agalmatolite marina, abbia abbassato
talmente tanto il loro sistema immunitario da dare il via libera al virus
ancora in fare di sviluppo, ma questo non posso garantirlo!”
“Stai mentendo!” disse Nami “Se fosse vero quello
che dici, allora perché Brook sta bene?” Chiese Nami.
“Forse in lui è immune e possiamo ricavare la cura e…” cominciò Usopp speranzoso.
Karin scosse la testa.
“B-Brook è uno scheletro…a m-meno che n-non si
tratti di una m-malattia che colpisce le ossa…lui è salvo!” disse Chopper con
fatica.
Karin annuì “è proprio così!”
“Karin-san, esiste un modo per salvarli?” chiese Brook,
sentendosi in colpa di non poter dividere lo stesso destino dei compagni per un
puro caso fortuito.
“Esiste, ma…non so se riusciremo a fare in tempo…per Rufy
soprattutto!” disse guardando il capitano con dispiacere.
Nami si alzò “Dobbiamo provarci comunque!
Dicci cosa dobbiamo fare!”
“L’antidoto si può ottenere solo da un fiore speciale e che non esiste in
questo mondo!” disse Karin.
“Intendi dire che possiamo trovarlo nella realtà?” chiese Usopp.
“No. C’è un motivo perché al momento
giusto ho proposto a Rufy di recarsi verso ovest. Il
fiore non è di qui, ma si può raggiungere da questa isola! Ma vi è un altro
problema…”
“Parla!” disse Nami.
“Solo le donne possono andare a raccoglierlo!” disse Karin “Ma non so dirvi
se il luogo è pericoloso o meno, inoltre si può restare in quel luogo per un
certo tempo, prima che la propria anima venga assorbita da quel posto e si
cessi di esistere!”
“Non importa…io ci vado!” disse Nami determinata
“Dimmi come faccio a trovarlo!”
“Questo è un altro problema…non so dove si trovi il portale!” disse Karin
infine, per poi cominciare a frugare nella tasca della sua gonna “So solo che
il portale si apre con questa chiave che ho rubato a mia madre e che ha questo
simbolo!” disse la ragazzina mostrando una chiave d’oro massiccia, con la punta
che avrebbe dovuto aprire il portale, di una strana forma, una forma che
ricordava una sorte di fiore con mille
dettagli inciso su di esso e alcuni microscopici diamanti incastonati su di
esso.
“Se troviamo questo simbolo, allora avremo una speranza!” disse Karin
guardando Nami con un sguardo determinato.
Ed ecco qua un altro capitolo!!!!
Allora, che ve ne pare? Troveranno questo portale? Salveranno Rufy, Chopper e Robin? E dove sono finiti Tashiji e Zoro?
Eh eh… lo scoprirete nella prossima puntata
XD
Lasciate una recensioncina mi raccomando
Ciao ciao…
Neko =^_^=