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Autore: Angele87    07/09/2004    14 recensioni
Nella vita si fanno tanti errori. Hermione e Ron ne hanno fatti molti, troppi. Eppure, dopo tre anni di distanza dalla brusca fine della loro storia, entrambi sentono ancora quel tipico e dolcissimo batticuore caratteristico del sentimento più bello della terra. L’amore. Due cuori destinati ad essere uniti non possono rimanere separati per molto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Whisper

Whisper

 

-2-

 

 

Avviso:

I personaggi di questa storia appartengono tutti all’autrice J.K. Rowling. Io li ho utilizzati solamente per divertirmi e far divertire chi leggerà questo lavoro. I fatti narrati di seguito non sono mai avvenuti nella saga di Harry Potter.

 

Questo racconto è stato scritto con nessuna intenzione di lucro, quindi, si ritiene che nessun diritto di copyright sia stato violato.

 

Buona lettura

 

Angéle

 


I'm not a perfect person, there are many things I wish I didn't do
but I continue learning. I never meant to do those things to you
and so I have to say before I go, that I just want you to know.

I've found a reason for me, to change who I used to be
a reason to start over new, and the reason is you.

                                                                  

        HOOBASTANK - Reason

 

 

Ron scese di malavoglia dalla moto nera che aveva preso in prestito dalla base.

Non riusciva ancora a crederci che lui era lì, a prendere la persona che meno tra tutte avrebbe voluto rivedere.

 

Mise la chiave nelle tasche dei pantaloni neri da Auror e ripose il casco nel portantino. Si grattò il mento dove troneggiava ancora il suo pizzetto e si avviò a passo deciso verso l’entrata dell’aeroporto magico.

 

Vide molti maghi affrettarsi verso le uscite indicate dalla voce dell’altoparlante.

 

Notò molte ragazze voltarsi al suo passaggio e questo lo fece sentire in qualche modo, un po’ meglio. Sapersi apprezzato è una cosa positiva.

 

Non riusciva ancora a capire in quale modo sua sorella ed il suo migliore amico, nonché futuro cognato, fossero riusciti a convincerlo.

 

-Vedrai, basterà una sola occhiata e tutto si risolverà!- aveva detto Ginny mettendogli in mano il biglietto con il numero del volo.

 

-Già, in fondo vi conoscete da tantissimo... e questo sarà un buon  pretesto per riappacificarvi. – aveva aggiunto Harry spingendolo verso la porta.

 

“Subdoli...” pensò fermandosi di fronte il Gate di sbarco del volo di Hermione. Portò le braccia sul petto possente. In quel dannato aeroporto c’era più sole di fuori. Con un gesto secco rimise sugli occhi le piccole lenti nere che facevano parte della divisa.

 

Le piastrine ricadevano scintillanti sulla maglia scura e leggermente aderente. Il pantalone nero rendeva pienamente giustizia al suo sedere, il cinturone di pelle privo degli immancabili “attrezzi del mestiere” e  gli anfibi scuri completavano il tutto dandogli un’aria da duro. 

 

Guardò il biglietto stropicciato.

 

La grafia di sua sorella aveva scritto.

 

“Volo AMW190787- NY- Londra”

 

 

Guardò sul tabellone. Hermione era appena atterrata. Uno strano tremore gli prese il cuore.

Sapere di stare respirando la stessa aria di lei, lo faceva star male.

 

Si alzò gli occhiali sulla fronte. Gli si era oscurata la vista. Il cuore aveva preso a battergli forte. Per quale stranissimo motivo aveva accettato? A quest’ora sicuramente si starebbe bevendo una buonissima burrobirra gelida insieme ai gemelli nel loro negozio...ed invece!

Era lì a fremere nell’attesa di rivederla.

 

Sperò con tutto se stesso che avesse messo su un’abbondante quantità di grasso, guarnita da un’ acne terribile e dalla calvizie in stato avanzato.

 

Era così preso dai suoi pensieri che non si accorse che l’altoparlante aveva annunziato lo sbarco dei passeggeri.

 

Serrò forte gli occhi nel tentativo di imprimersi l’orrida immagine che desiderava vedere ed invece...

 

Aprì le sue iridi blue cobalto e la bellissima donna che aveva lasciato qualche anno prima gli si presentò davanti, di nuovo.

 

I lunghi capelli boccolosi erano stati lasciati morbidi e setosi sulle spalle nude. Non erano più di quel castano scuro che tanto adorava, ma avevano assunto la classica colorazione che prendevano ogni volta durante l’estate. Un bruno chiaro tendente al biondo.

Le labbra rosee e piene erano imbronciante nello sforzo di cercare un volto conosciuto tra la gente.

 

“Il suo broncio adorabile...”

 

Le gote morbide erano leggermente arrossate forse dall’abbronzatura.

Ron posò i suoi occhi su quelli più grandi e caldi di lei e... il cuore gli si fermò completamente.

 

Grandi, espressivi, intelligenti. Proprio come se li ricordava. Di quel colore così particolare. Due pozze di cioccolata venate da leggere striature ambrate.

 

Li vide spostarsi e ricercare qualcuno tra la folla; pensare che quel qualcuno sarebbe stato lui  gli fece salire qualcosa di caldo dallo stomaco.

 

La notò fermarsi. Il vestito bianco, che le fasciava morbidamente il corpo sinuoso, ebbe un piccolo sconvolgimento. La gonna si spostò e ritornò al suo posto lasciando intravedere appena uno scorcio di quelle gambe bellissime che spesso e volentieri avevano popolato i sogni di Ron.

 

L’aveva visto.

 

Ron non seppe mai per quale motivo (in quel momento il suo cuore aveva iniziato a pompare troppo sangue al cervello), ma vide correre Hermione nella sua direzione.

 

Tutto all’improvviso sentì le forme morbide e generose di lei schiacciate contro il suo petto, il profumo di primavera invadergli i polmoni e puntualmente si sentì perso, smarrito ma estremamente felice.

 

Non riusciva a capire quella dolcissima sensazione che stava provando nel stringere di nuovo a sé quel corpo snello, nel perdersi nella sua essenza floreale e nel poter di nuovo giocare con quei boccoli così invitanti.

 

-Ron...- bisbigliò lei contro il suo orecchio.

 

Scariche elettriche si diramarono sul suo collo al suono di quella voce pacata, sensuale.

 

-He-Hermione...- balbettò Ron cercando di riprendere a respirare senza l’affanno.

 

-Quanto mi sei mancato!-

 

Gli sorrise con sincerità e lui sentì l’irrefrenabile istinto di farla ridere contro le sue labbra.

 

-A-anche tu- le rispose rimettendola a terra.

 

Non se la ricordava così piccolina.

Tre anni prima gli arrivava al collo, in quel momento, invece, toccava a stento la sua spalla. Non che Hermione fosse bassa, ma rispetto a Ron tutti sarebbero sembrati piuttosto corti.

 

-Ti  trovo molto bene... sei dannatamente bello!- la semplicità con cui Hermione gli fece quel complimento lo stordì.

La ragazza di tre anni prima non avrebbe mai detto una cosa del genere...

 

-Anche tu, non sei da buttare via...- scherzò con estrema naturalezza.

 

Si fermò un attimo a riflettere su quello che stava facendo. Parlava amabilmente con la donna che amava con tutto se stesso ma che nello stesso tempo gli aveva frantumato il cuore in mille pezzi.

Eppure, non aveva imbarazzo od angoscia. Era così naturale fare conversazione con lei!

 

-Beh, grazie...- la sua risata cristallina e contagiosa fece ridere anche Ron.

 

Se qualcuno li avesse visti, in quel momento, mai avrebbe pensato quali problemi avesse passato quella coppia di... persone. E se l’avessero saputo forse avrebbero pensato che il loro riavvicinamento sarebbe iniziato da qui, ma non era così.

 

Si avviarono verso l’uscita dopo aver recuperato la valigia blue e molto grande di lei.

Tutto procedette con scioltezza fino a quando non uscirono all’aria aperta, e fino a quando Hermione non vide la “bestia”, sulla quale Ron era andata a prenderla.

 

Si fermò di sasso guardando terrorizzata la moto nera.

 

-Non credo che salirò sul quella cosa...- disse iniziando a guardarsi intorno. –Prenderò un taxi, ci vediamo alla Tana.-

 

Ron rise. Incantò la valigia sul retro e si sedette sulla moto.

 

-Dai non fare la fifona... non ti faccio cadere!-

 

Hermione scosse la testa, incrociò le braccia sul petto e disse:

 

-Non ho paura di cadere... e solo che non mi fido di questi... affari!-

 

Ron rise ancora, si mise il casco e fece scendere gli occhialini sulle sue iridi blue cobalto.

 

-Va bene, di questo “affare” non ti fidi, ma di me? Ti fidi di me, Hermione?-

 

Hermione sentì le gambe farsi gelatina e le guance diventare bollenti.

Come aveva fatto a resistere così a lungo lontano da lui? Lontano dai suoi occhi, dalla sua voce, dalle sue labbra, dal suo profumo. Ipnotizzata da quel suono dolcissimo, che era il suo nome pronunciato da lui, afferrò la mano che Ron le porgeva e salì con agilità sul quell’arnese.

 

Ron si voltò per infilarle il casco. Le sfiorò involontariamente la guancia e le labbra.  Entrambi sentirono un lungo brivido salire su per la schiena.

Le sorrise.

Era davvero tenera con quel coso in testa.

 

-Sei carina, sai?- le disse girandosi e avviando il motore.

 

Hermione si strinse forte a lui e a Ron sembrò di toccare il cielo con un dito.

La bruna appoggiò la sua testa contro la sua schiena e disse, abbastanza forte perché il rombo non coprisse tutto.

 

-Io mi fido di te, Ron.-

 

Ecco, esattamente da qui iniziò il loro riavvicinamento. 

 

 

 

Hermione abbracciò forte prima Harry ed ancora una volta Ginny.

 

-Ma siete tutti bellissimi!- esclamò con felicità scompigliando i capelli ramati della ragazza.

 

Ginevra sorrise mostrando ad Hermione l’anello di fidanzamento che Harry le aveva regalato appena qualche mese prima. Rimase letteralmente a bocca aperta.

Un semplicissimo diamante sfaccettato incastonato  tra due braccia d’oro bianco finemente lavorate.

 

-Complimenti ragazzi. E’ davvero molto bello. Non pensavo che Harry avesse un gusto così raffinato, dai regali che faceva a me e a Ron, per Natale, non si sarebbe mai detto!-

 

Tutti sghignazzarono, mentre Harry assumeva una colorazione tendente al rosso. Ginny gli scoccò un tenero bacio sulla guancia intrecciando le sue dita con quelle di lui. 

 

-Beh, in effetti gli ho dato qualche dritta attraverso mio fratello...-

 

-Ginny perché non la dici tutta? Mi hai portato al negozio e mi hai indicato quale anello volevi!- esclamò Ron che era appena arrivato.

Hermione sussultò incontrando per sbaglio i suoi profondi occhi chiari.

 

Ginny arrossì annuendo col capo. –Beh, in effetti è andata così!- ancora una volta tutti risero mentre Hermione faceva posto a Ron sul divano.

 

-Io muoio di fame, Gin.- disse stiracchiandosi rumorosamente. La sorella lo guardò arrabbiata. Alcune volte era così spoetizzante!

 

-Già. Sono le 21,30 e noi non mangiamo da questa mattina!- Harry aiutò il suo amico poggiando le mani sulle spalle della sua futura moglie. Gliele massaggiò dolcemente, prima di aggiungere in un sussurrò appena udibile. –Ci prepari qualcosa di buono con quelle tue sante manine,  per favore?-

 

Ginny riaprì di scatto gli occhi che aveva chiuso per godersi appieno il massaggio di Harry.

 

-Ah, mi hai coccolato solo per questo?- gli chiese saltando su a sedere.

 

Harry mise su quel sorriso tanto amato dalla rossa. Le prese una mano tra le sue e gliela baciò.

-Non solo per questo...- le disse in tono malizioso.

 

Ginny si morse le labbra per trattenere un mezzo sorriso.

 

-Va bene, avete vinto vi preparo qualcosa!-

 

Ron ed Harry sorrisero mentre Hermione si alzava stancamente dal divano. Sbadigliò rumorosamente.

 

-Ti aiuto prima di andare in albergo...-

 

Ginny si fermò.

 

-In albergo? Ma come non... non dormirai qui?- le chiese guardandola.

 

Hermione scosse il capo. Una cascata di riccioli si mosse con lei.

 

-No, so che tu Harry dormite insieme e non mi va di separare i futuri coniugi, quindi andrò in albergo...-

 

-Assolutamente no!- disse con tutta se stessa. –Non puoi andare a dormire in albergo, ho bisogno del mio testimone, per gli ultimi consigli, le ultime confidenze... dai Hermione resta qui...-

 

Hermione sentì il cuore stringersi. Avrebbe tanto voluto rimanere lì con loro, ma il pensiero di dover dormire sotto lo stesso tetto di Ron la mandava su di giri in maniera esagerata, facendole perdere il contatto con la realtà. Questo non poteva permetterselo.

 

-Anche se decidessi di restare dove dormirei nel giardino, con gli gnomi?-

 

-Ti cedo la mia stanza...- la voce di Ron interruppe il corso di quella discussione.

Hermione si voltò per guardarlo in viso. Era così bello quella sera, con i capelli sconvolti, la canottiera bianca aderente e quei dannati jeans blue che non rendevano giustizia al suo sedere.

 

Hermione sorrise cercando di non arrossire.

 

-Non devi preoccuparti, Ron. Vado in albergo e...- non riuscì a finire la sua frase che Ginny le prese una mano.

 

-Resta, Hermione, per favore.-

 

La bruna si sentì immediatamente pronta per scoppiare in lacrime. Come aveva potuto lasciarli tutti. Perché lo aveva fatto? Perché aveva buttato tutto all’aria per uno stupidissimo stage in America? Perché?

Strinse forte gli occhi rigettando le calde lacrime in dietro e rispose.

 

-Io... non so che dire...-

 

-Dì solo che resterai.- la voce di Ron la spronò ancora. Il suo cuore ebbe un salto quando i suoi occhi incontrarono quelli di lui.

 

-Va bene.-

 

Un altro passo avvicinò i due alla meta tanto ambita della totale riappacificazione.

 

 

Ciao ragazzuoli. Allora come vi pare questa storia. E’ molto romantica. In realtà, non succederà nulla di particolare. Hermione e Ron si stanno riavvicinando piano, piano.

Speriamo che vada tutto bene.

 

Grazie a chi ha recensito lo scorso chap. Siete state molto gentili.

 

Selphie

 

Hermione Weasley

 

Fede88

 

Marty88

 

Liz

 

Un bacione

 

AngéleJ

 

p.s.

...lasciatemi un commentino...

 

   
 
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