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Autore: Shadowhunter    17/05/2013    2 recensioni
Adelaide Green non sapeva di essere destinata a grandi imprese prima di incontrare due strani ragazzi con dei bastoncini fluorescenti che riescono a compiere delle cose straordinarie, fuori dal normale. La ragazza si trova ad affrontare una verità inattesa e sconvolgente: nel mondo esistono delle persone con dei poteri speciali e lei non è soltanto una di quelle, ma è la Discendente, la persona più potente mai vista sulla faccia della terra.
Riuscirà a eseguire il suo ruolo o il peso delle sue scelte la distruggerà?
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno strano incontro

Un anno dopo
Adelaide non sapeva come si era ritrovata in quella dannata situazione, non ne capiva il senso, né tantomeno sapeva come potesse c'entrare con lei. Però era convinta che quello che vedeva non potesse essere vero.
“Come stai in quella posizione? Comoda?” le chiese un ragazzo biondo con gli occhi scurissimi che poco prima si era presentato col nome di Brandon. Le puntava contro un bastoncino trasparente lungo circa trenta centimetri che era una via di mezzo fra una bacchetta magica di Harry Potter e una spada laser di Star Wars.
“Non sono mai stata più a mio agio di così” rispose Adelaide in modo sarcastico, cercando di liberarsi dai rami che le circondavano le caviglie e la inchiodavano al terreno. La sua divisa scolastica blu e dorata era completamente ricoperta di fango e i suoi capelli castani sembravano un nido di uccelli.
In quell’istante decise che, se fosse sopravvissuta a quell’esperienza, non avrebbe mai più preso la scorciatoia attraverso il boschetto per arrivare a casa.
“Brandon, liberala. Nick ha detto che non dobbiamo torcerle un capello” disse la ragazza accanto a Brandon.
Anche lei aveva i capelli biondi, però i suoi occhi erano di un giallo dorato e brillante. Portava un top, dei pantaloni corti e degli stivali alti fino alle ginocchia tutti completamente bianchi. Pure lei teneva in mano un bastoncino, però non sembrava intenzionata a usarlo contro Adelaide.
“Me ne frego di quello che dice Nick. Non possiamo occuparcene noi?” rispose Brandon con aria seccata.
“No. Sai molto bene che, se Nick lo viene a sapere, finiremo entrambi nei guai. Ed io non voglio mai più sorbirmi una punizione da quella volta che siamo scappati dalla Cave con la sua moto”.
“Quel giorno ci siamo proprio divertiti” affermò Brandon, un ghigno sul volto, spostando lo sguardo sulla ragazza e cingendole la vita con un braccio. Dalla sorpresa la ragazza fece cadere il bastoncino trasparente per terra e circondò il collo di Brandon con le braccia.
Adelaide tossì per attirare la loro attenzione: sapeva che non era una mossa intelligente giacché loro l’avevano imprigionata, però non sopportava l’idea che la dimenticassero incatenata sull’erba umida. I due si girarono verso di lei e la fissarono come se avessero voluto fulminarla all’istante.
“Potete non annegare nei vostri ricordi e dirmi perché mi avete intrappolata qui?” chiese Adelaide seccata.
Sperò che uno dei due le rispondesse, ma nessuno aprì bocca.
“Ditemelo!”
Silenzio assoluto.
Brandon fece per svuotare il sacco, ma la ragazza gli diede una gomitata alle costole che lo fece zittire all’istante, e prese la parola. “Se vuoi ricevere delle risposte, devi seguirci. Devi andare dove andiamo noi e obbedire a qualunque cosa che ti chiediamo di fare”.
“Tipo?” chiese Adelaide.
Anche se era incatenata non si sa come al terreno con dei fasci di rami e sentiva i progetti dei suoi rapitori, non era spaventata e tantomeno nel panico. In cambio si sentiva seccata a causa delle poche risposte che riceveva e confusa perché la sua mente non riusciva a realizzare che quello che stava succedendo facesse parte della vita reale e non era la trama di un film o di un libro.
“Se accetti, lo scoprirai” si intromise nel discorso Brandon. La ragazza gli lanciò un’occhiata annoiata, ma tutto sommato sembrava divertita dal comportamento del ragazzo.
“Vi siete resi conto che le vostre risposte pragmatiche sono sentite e risentite? Ormai nessuno le sopporta più, tantomeno io. Comunque, la mia risposta è no”.
La rabbia scorreva nelle vene di Adelaide al posto del sangue e inondava il suo corpo dalla testa ai piedi. Aveva tanta voglia di schiaffeggiare qualcuno, preferibilmente due ragazzi biondi.
I due non le risposero perché cominciarono a confabulare animatamente fra di loro, dimenticandosi di nuovo della sua presenza, ma questa volta Adelaide non li interruppe. Dalla sua posizione riuscì a sentire soltanto alcune parole, come Nick, ordine, verità e catturare.
In quel momento vide circa a un metro da sé il bastoncino che la ragazza aveva fatto cadere poco prima e pensò di poterlo utilizzare come sottospecie di coltello per recidere i rami e liberarsi, quindi tese tutto il suo corpo per afferrarlo.
Con la punta delle dita Adelaide sfiorò la superficie trasparente e una scintilla azzurra esplose dal bastoncino. Si girò verso la ragazza e Brandon e notò che non si erano accorti di lei perché stavano ancora parlando a bassa voce tra di loro, dandole le spalle. Lo impugnò e la scintilla azzurra si trasformò in un vero e proprio fascio di luce.
Adelaide credette che quello fosse strano, ma non aveva ancora visto nulla.
Stranamente i suoi rapitori continuarono a non accorgersi di niente, quindi cominciò a segare velocemente i rami. Il bastoncino era freddo e affilato e lo stringeva così forte che si fece più di un taglio sulla mano, ma non ci badò.
I rami si tagliarono come fossero burro e in pochi secondi fu libera. Adelaide si alzò in piedi e cominciò ad allontanarsi a passo lento lungo il sentiero come avevo visto fare nei film, finché non calpestò un ramoscello e attirò l’attenzione di Brandon e della ragazza.
Beccata.
Quel momento fu il primo attimo della giornata in cui si sentì terrorizzata e in mezzo a una crisi di panico totale. Tratteneva il respiro e il cuore le batteva così veloce che ebbe paura che le esplodesse nel petto. Strinse la presa sul bastoncino, dal quale partì un altro fascio di luce azzurra che colpì i due ragazzi biondi in pieno.
“Ma che cavolo!” esclamò seccato Brandon, coprendosi gli occhi con la mano.
“Cos’è successo?” chiese confusa la ragazza, cadendo per terra con un’espressione sofferente sul viso. Dal naso le colava del sangue.
Adelaide approfittò del momento di confusione per scappare. Corse come non aveva mai fatto in vita sua. Seguì il sentiero che attraversava il bosco sbattendo i piedi contro i sassolini allo stesso ritmo del battito del suo cuore. Si guardò dietro le spalle e vide i suoi rapitori accasciarsi al suolo. Rallentò il passo, mantenendo un’andatura fra il camminare e il correre, e in pochi minuti raggiunse il cortile dietro casa sua.
Era salva.

~

La sua era una casetta bianca di due piani con un giardino e una grande veranda sul retro. A fianco della casa c’era un garage, che lei e suo padre usavano come studio.
Appena varcò la porta di casa, suo padre la inondò di domande. “Dove sei stata? Cosa ti è successo? Perché sei coperta di fango? Dov’è il tuo zaino? Te l’hanno rubato?”
Mentre le parlava, egli si passava tutto il tempo la mano fra i capelli neri striati di grigio e attraverso le lenti degli occhiali i suoi occhi color nocciola trasmettevano pura preoccupazione.
“Niente di tutto questo. Ho dimenticato lo zaino a scuola e, mentre tornavo a casa, sono inciampata e sono caduta. Tutto qui” mentì Adelaide.
“Che cos’è quello che tieni in mano?” Indicò il bastoncino trasparente. “Aspetta, c’è anche del sangue… tanto sangue. Cosa ti è successo?”
“Niente. È solo colorante” rispose e salì le scale, dando velocemente fine a quella discussione.
Adelaide si chiuse in bagno e si sedette sul tappeto turchese, appoggiando la testa contro le piastrelle del pavimento e rivivendo tutto quello che era successo nel bosco. Non riusciva a capacitarsi che fosse veramente accaduto, però il bastoncino che stringeva ancora in mano e il sangue che le colava dalle ferite le dicevano che era tutto vero.
Appoggiò il bastoncino sul pavimento e si alzò per specchiarsi. Appena vide il suo riflesso nello specchio, sussultò. Le sue pupille color argento erano contornate da un anello azzurro che la faceva sembrare un’aliena, i capelli erano appiccicaticci e i vestiti erano da buttare. Sentiva che il fango le era entrato persino dentro il reggiseno.
Fece una doccia e si lavò, strofinandosi la pelle tre volte per togliersi la sensazione di sporco dal corpo. Sotto lo scroscio dell’acqua riuscì a pensare in modo più chiaro e, appena uscì dalla doccia, si medicò pazientemente la mano. Tre tagli profondi scorrevano lungo il palmo e un alone rosso li circondava.
Adelaide non provava né dolore né disgusto alla vista del sangue, soltanto paura. Paura che quei tagli non fossero gli ultimi. Paura che Brandon e la ragazza tornassero a prenderla.
Nel lavandino pulì bene il bastoncino trasparente, eliminando qualunque traccia di sangue, e si chiuse a chiave in camera sua. Era una stanza molto sobria. C’erano un letto, una finestra accanto a una scrivania di legno, una libreria che copriva un’intera parete e una poltroncina dove era impilata la sua raccolta di dischi. I muri erano colorati di azzurro e sul soffitto c’erano disegnate delle nuvolette bianche.
Appena Adelaide si sedette sul letto, il telefono squillò. Alzò la cornetta e una voce squillante le gridò nell’orecchio. “Adele, ti ho chiamato tutto il pomeriggio e tu continuavi a non rispondermi. Cos’è successo?” urlò la sua migliore amica dalla cornetta del telefono.
Le rispose, rifilandole la stessa bugia che aveva dato a suo padre, e cominciarono a raccontarsi le novità della giornata. Mentre parlavano del più e del meno, un rumore tetro fece capolino nella stanza: sembrava che qualcuno stesse graffiando i vetri della finestra.
Adelaide lanciò il telefono sul letto, afferrò saldamente il bastoncino trasparente e si avvicinò cauta all’origine del rumore. Appena toccò il bastoncino, una scintilla azzurra comparve sulla punta e illuminò quello che c’era dietro il vetro: i volti minacciosi di Brandon e della ragazza.



Nota dell'Autrice:
Avrei dovuto scriverlo nello scorso capitolo, però ve lo comunico adesso. Questa è la re-edizione de "La Discendente", storia che ho pubblicato l'anno scorso. Ho voluto cancellare l'edizione precedente perché non mi soddisfava completamente e spero che la nuova versione vi piaccia. Un ringraziamento speciale a Tormenta per la frase iniziale.
Comunque, accetto sia critiche positive che negative.
  
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