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Autore: LeMee    24/05/2013    1 recensioni
Quando il bambinetto basso e sorridente mi disse che entrando segretamente nella stanza li aveva visti sdraiati uno sopra l'altro mi si rivelò la verità: quei due ragazzi dovevano essere sessualmente confusi.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il cellulare vibrò sul letto solleticando la schiena di Franek, che si tolse le cuffiette e aprì gli occhi.
Era quasi l’una di notte. Chi poteva essere?
Alex, ovviamente.
Afferrò il cellulare e fermò quell’insistente vibrazione premendo il tasto di risposta.
“Cosa? Chi? Cosa? Alex…” rispose con voce assonnata stropicciandosi gli occhi
“Ehi, lo sapevo che eri sveglio!”
“Non fino a poco fa. Grazie, comunque per avermi svegliato. Ora però dimmi il motivo IMPORTANTE per cui mi hai chiamato. Perché DEVE essere importante.”
"Beh... sì, è abbastanza importante! Tra due giorni parti per Barcellona! Sei contento?"

"Co-cosa scusa? Non credo di stare capendo..."
"Ovviamente ci sarà anche il sottoscritto, e un paio di altri miei amici, solo due"
"Ma chi l'ha deciso che vengo??"
"Lo confermerai tu domani alle 10.00 al bar dell'angolo, quello di sempre. Ciao"
TU TUU TU TUU TU TUU TU TUU
Fantastico. Parto per Bacellona con uno stupido e due sconosciuti. 
Sarà certamente un’esperienza straordinaria.
Si infilò nuovamente le cuffiette nelle orecchie e si addormentò dopo qualche istante.
Ci mancava anche questa.


 
 
…che sogno strano che ho fatto… dovevo partire per Barcellona… no, aspetta.
Controllò svogliatamente il cellulare. Le chiamate ricevute. Alex.
Allora è vero. Cazzo. Che ore sono?
9.53
-Sono in ritardo!
Corse in bagno e si guardò allo specchio. Subito la sua espressione si trasformò da stanca a sconfortata. I suoi capelli erano un cataclisma, un’apocalisse, uno schifo. Inaccettabili.
Estrasse dal cassetto la sua spazzola preferita e si pettinò con una cura maniacale tutti i capelli, risucchiando il poco tempo che aveva in quell’unica azione che alla gente comune può sembrare insignificante. Ma per lui era davvero importante.
10.00
Pur essendo in ritardo decise di dare un’ultima occhiata allo specchio.
“Ora posso uscire”
Prese le chiavi appoggiate sul tavolino vicino alla porta e uscì.
Quando, aperte le porte dell’ascensore, ebbe nuovamente l’opportunità di specchiarsi notò che era ancora in pigiama.
Seguì una corsa contro il tempo, nonché una lotta con i jeans, che si rese conto allora, troppo stretti. S’inciampò, cadde, si rialzò coraggiosamente senza perdere la speranza, infilò la t-shirt al contrario, la aggiustò e infine fu pronto. Sì, pronto per spazzolarsi ancora una volta.
Alla fine arrivò al bar alle 10.30.
 
“Fai pure con comodo…” il cinismo di Alexander era ai massimi livelli, di mattina.
“Lui comunque è Franek. E questi, Franciszek, sono Filip e Antek. Piacere di vedervi conoscere”
“Ciao” “Ciao” “Ciao”
“Ora che siete affiatati, possiamo passare alle cose importanti. Ovvero che Filip ha vinto un viaggio a Barcellona e ce lo ha GENTILMENTE offerto” intanto si sistemarono ad un tavolino del bar.
Franek si sentiva terribilmente a disagio. Perché lo fissavano così intensamente? Aveva forse i capelli in disordine? Effettivamente nel percorso da casa al bar non si era più specchiato.
Cercò di guardarsi nella vetrina, ma le immagini dei cornetti e dei dolci contrastavano il riflesso. Così si limitò a sorridere nervosamente.
“Allora prenotiamo? Eh Franek?”
“Eh? Eh.. sì.. ma chi ce li ha i soldi? Per quanto tempo? Dove scusa?”
“Mi stai diludendo, così muoro!” lo scimmiottò Alex, e gli altri due risero sommessamente “ L’ho detto fino ad ora. I soldi ce li offre il padre di Antek, giusto no?” si rivolse a lui, e alla sua affermazione proseguì “staremo per una settimana. Da domani a domenica prossima. A Barcellona, Franek, BARCELLONA.”
Filip osservava in silenzio il nuovo arrivato. Franek… era strano.
“Stranek!” disse fra sé e sé. O almeno, così credeva.
Peccato che era appena calato il silenzio, e di conseguenza tutti lo avevano sentito.
“Cosa?” chiese Franek stranito.
“Strano, ho detto, strano che faccia così freddo…”
“Ma non fa freddo!”
“E io ho freddo” la sua voce era risultata un po’ troppo gelida (beh, aveva freddo!)
“Stranek! Hai detto Stranek! Sei letteralmente un genio!” proruppe Alexander.
Antek si limitò a ridere, sì, ridere di gusto. Non era una persona di tante parole, ma di certo non si faceva pregare quando si trattava di ridere.
Franek sorrise, non gli dispiaceva poi così tanto… di certo era meglio di “cavallo” soprannome con cui lo chiamavano tutti i suoi amici.
“Quindi è deciso. Domani alle 17.30  in aeroporto. Regolatevi voi su cosa portare. Ripeto per i non udenti” e lanciò un’occhiatina agli altri “ci staremo una settimana. Fa caldo. Quindi Filip stai tranquillo, non c’è bisogno di portarsi il piumone visto che sei freddoloso”
“Aspetta-aspetta… domani?” esordì Franek
“Tsk, Stranek… ovvio che sì! E sii puntuale come OGGI..”
Poi si salutarono e tornarono a casa. Questa partenza inaspettata in fondo aveva rallegrato tutti.
Franek era felice perché a Barcellona c’era l’Hard Rock Cafè. Antek era felice perché aveva trovato nuovi amici con cui giocare a football americano. Filip era felice perché di sicuro a Barcellona ci sarebbero state delle belle ragazze. E infine Alexander era felice perché si sarebbe fatto una bella vacanza gratis, a Barcellona!
 
 
 
 
All’aeroporto questa volta Franek fu puntuale. Nessuno voleva ammetterlo, ma erano tutti eccitati.
Filip fu il primo ad arrivare. Poi, inaspettatamente arrivò Franek. Con soli, record dei record, attenzione, 30 secondi di ritardo.
“Stranek… come va?” Pronunciò la parola “Stranek” senza farsi troppo sentire. E sorrise.
Anche Franek sorrise.
“Bene bene, tu? Ma tu pensi di portarti casa tua dietro? Mi sa che qui lo strano sei tu!”
Silenzio imbarazzante. Filip non sapeva più cosa dire e Franek pensava di aver fatto una battuta idiota, o che l’altro se la fosse presa.
“Scusa.. scherzavo.. volevo solo sapere perché hai due valigie e perché sono entrambe così grandi..” cercò di sorridere per sciogliere la tensione ma quello che ne uscì fu una smorfia tirata.
“Eh.. perché… perché.. ehila, padawan!” alzò la mano in segno di saluto e fissò un punto oltre le spalle di Franek. Era arrivato Antek. Appena sentì quel soprannome capì che lo chiamavano così per la sua somiglianza ad un Jedi. Tutto grazie a quel codino.
Filip iniziò a chiacchierare con Antek senza più calcolarlo. Dopo pochi, anzi parecchi minuti di attesa Alexander arrivò. Si sedettero ognuno sulla propria valigia, per questo Filip era indubbiamente il più comodo. Aveva praticamente un divano a disposizione. Antek era messo abbastanza bene. Una poltroncina. Alec invece si era seduto per terra per due motivi. Il primo era che secondo lui era più comodo, il secondo che la sua valigia era più che altro un borsone e non era tanto comoda. Infine Franek aveva una valigia piuttosto “comoda” e uno zainetto da montagna sulle spalle. Chiuso sul petto. Gli dava un’aria davvero tenera. In ogni caso era seduto svogliatamente e giocava con i piedi tracciando sul pavimento delle circonferenze.
 
 
Due ore dopo erano sull’aereo. Franek accanto Alexander e ovviamente Filip vicino ad uno sconosciuto, un vecchietto dall’aria tutt’altro che simpatica e che continuava a lamentarsi della scomodità del sedile. Antek era isolato, al fondo dell’aereo, nel posto vicino ad una Hostess, per altro racchia. Il volo fu abbastanza tranquillo, durò poco più di due ore, durante le quali Franek ascoltava la musica, le solite band metal come Judas Priest e Iron Maiden, e guardava  ammaliato le nuvole fuori dal finestrino. Alec iniziò a giocare con il cellulare non appena diedero il permesso di farlo. Filip cercò di ignorare, per quanto possibile, il lamentoso vecchietto accanto a lui. Antek invece si imbottì di panini e cibo vario offerti dalla compagnia, o meglio dalla hostess che se lo era preso a cuore. All’aeroporto ripresero le valige e si guardarono intorno.
Barcellona distava una decina di Kilometri, che percorsero con in pullman.
Barcellona di notte era bellissima.


Angolo delle autrici (sempre le solite due!)
Allora, prima di tutto quello che scriviamo in questa raccolta è in parte vero e in parte frutto della nostra fervida (?) immaginazione.
Per ora non sappiamo quanto andrà avanti perchè scriviamo un capitolo per volta senza sapere dove finiremo, quindi siate pazienti..
Per il resto speriamo che la fanfiction sia scorrevole, piacevole da leggere e che prima o poi vi appassionerete ai personaggi.
Questo è il profilo di Erica (che per altro si sbatte a scrivere tutto mentre io sto sul letto a parlare a vanvera) -->  
http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=261911
questo è il mio profilo.
  
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