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Autore: effe_95    11/06/2013    3 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò .

38.Dimmi poi, che succederà quando io non ti rivedrò.

 

Cinque centimetri.
Erano solo cinque centimetri.
Cinque e basta.
Cinque centimetri, quelli che separavano le mani di Claudia da quelle di Yulian, ma quelle mani non si sarebbero mosse, non si sarebbero sfiorate.
C’era un caldo torrenziale in quel 29 Agosto, un caldo quasi fastidioso, che rimbalzava sui loro corpi e invece di riscaldarli li infuocava e basta, senza chiedere il permesso.
Davanti ai loro occhi persi nel vuoto, due ragazzi ballavano felici e rideva, accompagnati da qualche valzer immaginario o da un notturno di Chopin.
Quel ballo leggiadro e privo di alcun senso logico andava avanti come una nenia, e Claudia li guardava, ma non li vedeva.
Poi il valzer si interruppe, perché la ragazza era caduta per terra e il ragazzo aveva smesso di ridere, la guardava e non faceva altro, non l’alzava, non l’aiutava.
Fu a quel punto che l’incantesimo si spezzò, le loro mani si urtarono quasi con violenza trascinate dall’impeto di toccarsi, le loro bocche si scontrarono fastidiosamente nella disperazione di trovarsi, in un gioco senza senso che faceva solo male.
Claudia e Yulian si ritrovano stretti in un abbraccio disperato e in quello che sembrava essere un quadro di Gustav Klimt, per poi ritornare esattamente dove si trovavano prima, a cinque centimetri di distanza l’uno dall’altra.
<< Non dobbiamo farlo mai più! >> Sottolineò Claudia pulendosi la bocca con il polso scoperto, Yulian annuì di rimando stirandosi la camicia con le mani.
<< E’ la quarta volta che lo dici >> Costatò lui osservando i due che prima ballavano, litigare furiosamente per qualcosa di indecifrabile, Claudia incrociò le braccia al petto e le strinse forte all’altezza dello stomaco, stava per vomitare.
<< Lo so, ma è più forte di me >>
<< я знаю, allora cosa vogliamo fare? >> Ya znayu … Lo so …. Propose Yulian stringendole forte la mano, distruggendo quei cinque centimetri e cercando un contatto vero con lei, un contatto che non riusciva a non avere.
<< Potremmo sentirci tutti i giorni tramite computer, e durante le feste vederci o da te o da me >> Propose Claudia avvicinandosi ancora di più al fidanzato, Yulian spostò i suoi taglienti occhi azzurri su di lei e la guardò con aria seria, ma anche come se volesse mangiarla con gli occhi.
<< Per quanto tempo Clo? Lo faresti per anni? >> Chiese Yulian senza alcuna espressione dipinta sul viso, Claudia si limitò a guardarlo per un po’, e poi decise di rispondere.
<< Probabilmente non avrei nemmeno i soldi per prenotare dei biglietti aereo così spesso >>
Ed era la verità, solo che Claudia non voleva ammetterlo, mentre Yulian sembrava già averci fatto i conti con quell’idea, lui aveva già affrontato tutti i suoi demoni e adesso stava aiutando Claudia a fare lo stesso.
<< Per me è uguale >>
Un silenzio pesante calò tra i due, nonostante continuassero a tenersi stretti quasi a farsi male, non c’era spazio per la disperazione in quella conversazione, almeno non ancora, non c’era spazio per nulla.
<< Allora una volta che sarai andato via tra me e te non ci sarà più niente giusto? >>
<< Giusto >>
<< Non voglio, Yulian! >>
<< я тоже, ma ascoltami. Io potrei non tornare per cinque, sei, sette anni, saresti disposta ad essere mia anche dopo tutto questo tempo? Ti fideresti? >> Ya tozhe … Anche io…
<< Sarei disposta ad essere tua anche dopo dieci anni, anche se non dovessi riconoscerti più, ma lo so che non posso fidarmi della tua lealtà, come lo sai tu >>
Yulian le lasciò una bacio sulla tempia e la tenne stretta tra le due braccia, quelle braccia che adesso potevano sembrare essere fatte solo per una come Claudia, non c’era più spazio per nessun’altra, per nessun’altra in quel modo. La verità di quelle parole era disarmante, quanto avevano capito l’uno dell’altro in quell’anno quasi giunto al termine, era meraviglioso.
<< Quando partite? >> Domandò Claudia aggrappandosi al suo braccio e alla sua mano, e quanto le sarebbe mancata quelle mani grandi e pallide, sempre screpolate e sanguinanti, che sapevano stringere le sue senza difficoltà e che accarezzavano il suo corpo come se fossero state create apposta per questo, Yulian la guardò con stanchezza e tristezza.
<< Il primo Settembre, così da poterci stabilire con tutta calma e come desideriamo noi. Io avrei tutto il tempo per iscrivermi all’università, mentre Iliana comincerebbe l’ultimo anno con un po’ di ritardo, ma questione di giorni. Aleksandr e Katerina hanno organizzato tutto con maniacale precisione >> Era stata così fredda la voce di Yulian, che Claudia rabbrividì, gli tirò leggermente il braccio ma Yulian fece finta di non sentirla e sbuffò infastidito, mentre continuava distrattamente ad accarezzarle le mani, piccole e affusolate.
<< Sei freddo >> Commentò la rossa ammonendolo con lo sguardo, Yulian scosse furiosamente la testa e tornò a guardarla.
<< Ma è colpa loro Claudia, è colpa loro se mi sento così! Dentro di me c’è una tempesta in atto, vorrei restare qui perché ci sei tu, ma allo stesso tempo questo mi fa sentire come un traditore e fuori luogo, perché quella è casa mia e metà del mio cuore vorrebbe tornare lì e basta! E’ un richiamo, ma tu non ci saresti, e questo mi distrugge. Tu perché continui a difenderli? >> Yulian non aveva urlato, non aveva nemmeno alzato la voce o si era accalorato, aveva semplicemente gettato fuori quelle parole senza pensarci troppo, perché le aveva nel cuore da tempo e non ne reggeva più il peso.
<< Io non difendo i tuoi, non potrei. Io dico che tu stai perdendo il cuore! Non posso lasciarti così lo capisci, questo mi ucciderebbe! Soprattutto perché abbiamo solo due giorni da passare insieme Yul >> Nel sentire quelle parole Yulian raggelò e si bloccò di colpo, come se il cuore avesse improvvisamente smesso di battere.
<< два дня ? >> Dva dnya … Due giorni … Chiese inorridito, Claudia lo guardò con gli occhi tristi e sorrise dolcemente, accarezzandogli una guancia che pungeva leggermente a causa della barba non fatta, barba che era assolutamente bionda e quasi invisibile se non fosse stato per il sole birichino.
<< два дня моя любовь >> Dva dnya moya lyubovDue giorni amore mio … Rispose Claudia facendolo ridacchiare per aver risposto in quel modo, anche se erano solo un modo di scherzare disperato e una risata senza senso.
<< Ma abbiamo ancora così tante cose da fare insieme >> Mormorò Yulian portandosi una mano di Claudia alla bocca, la rossa chiuse gli occhi e ispirò profondamente per non piangere più, perché l’aveva fatto anche abbastanza.
<< Facciamo solo quello che abbiamo sempre fatto >>
<< хорошо >> Korosho … Va bene …
Raggiunsero casa di Yulian in poco tempo, dentro era ormai tutto impacchettato e vuoto, quel posto sembrava completamente un altro ed entrambi i ragazzo fecero finta di non pensare che quella casa sarebbe appartenuto a qualcun altro, con tutto quello che aveva visto e vissuto. Si rinchiusero nella stanza di Yulian e fecero l’amore con una passione e una violenza tale da non sembrare più quasi loro, si dissero tutto e non si dissero niente, si amarono in mille modi diversi e non si amarono affatto, sentirono la pelle bruciare per poi spegnere il fuoco con le mani e le braccia e i baci senza fine.
Per poi consumare quel momento stretti l’uno tra le braccia dell’altra svegli e vigili nel loro amore.
<< Ti eri trattenuto parecchio >> Scherzò Claudia giocherellando con i capelli del fidanzato, che ogni giorno che passava erano sempre più ribelli e scombinati, Yulian appoggiò il mento sullo sterno della ragazza e sorrise malizioso.
<< Perché sono un gentiluomo io! >> Disse regalandole il suo sorriso provocatore, quello che le aveva fatto anche la prima volta che l’aveva visto, con la sua sfacciataggine e impertinenza. << Ho visto! >> Lo schernì Claudia continuando a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli biondi come il grano.
<< Quando arrivo in Russia li taglio >> Mormorò Yulian accarezzandole distrattamente un fianco lasciato scoperto dalla matassa delle lenzuola che avevano creato.
<< Perché? Sono così belli >> Commentò Claudia contemplando distrattamente gli occhi accesi e grigi del fidanzato, ero sempre stata la cosa più difficile da catturare di quel corpo.
<< почему? разве вы не знаете? >> Pochemu … razve vy ne znayete… Perché… non lo sai?
Nel sentire quelle parole Claudia scosse la testa, Yulian si tirò su e le lanciò uno sguardo fugace, allora Claudia lo imitò e si tirò su anche lei, per prendergli una mano.
<< Per dimenticarmi di te >> Claudia rimase scioccata nel sentire quelle parole, le fecero male, eppure lei lo sentì poco quel dolore, perché quelle parole dette in quel modo non erano cattive, era solo la pura verità e non c’era alcuna via di fuga. Così, invece di urlare ed arrabbiarsi, annuì solamente e guardò altrove.
<< Perché, non vuoi tornare proprio più? >> Sussurrò lei stringendosi le ginocchia al petto, Yulian tremò e la prese tra le braccia con trasporto.
<< Vorrei tornare sempre, ma la realtà mi impedisce di dire cavolate >> E come al solito lui era stato sincero e lei non poteva dargli alcun torto, perché la pensava esattamente come lui.
<< Me la canti una canzone? >> Gli domandò nascondendo la faccia tra le ginocchia, Yulian le scostò dolcemente i capelli dalla schiena e le lasciò un bacio lì, proprio all’inizio della spina dorsale, dove si intravedeva l’osso sporgente, Claudia rabbrividì.
<< конечно >> Konechno… Naturalmente … Yulian si alzò dal letto e infilatosi velocemente i vestiti, afferrò la seconda chitarra che custodiva gelosamente nell’armadio dopo aver rotto consapevolmente la prima e sedutosi sul pavimento prese a strimpellare sulla chitarra, per poi cominciare a suonare davvero e a cantare.
<< Dimmi di cosa sa questa tua libertà, ora che oscillo come un pendolo ad ogni tocco ti allontani sempre un po’ … >> Yulian inchiodò i suoi taglienti occhi azzurri e grigi in quelli verdi della fidanzata e le sorrise dolcemente, mentre Claudia si beava nel suono della sua voce, perché aveva una paura folle di poterla dimenticare.
<< Dimmi che non è così, dammi un po’ , un po’ di crudeltà, tanto quanto basta per distruggerti, sei tu che hai preso a pugni la mia lealtà. Perché senza te io non saprei, io non potrei dar voce alla mia voce per gridare che sei pace tu per me, pura e semplice >>  Claudia si asciugò frettolosamente una lacrima, ma nonostante in quel momento stesse piangendo, un sorriso le affiorava sulle labbra, perché lei aveva vinto tutto con quel ragazzo, aveva vinto la sua più grande e difficile battaglia con l’amore, comunque sarebbe andata a finire.
<< Dimmi poi che succederà quando io non ti rivedrò, e lacrime come mercurio scioglieranno in me quell’entusiasmo di volare un po’ più in là, perché senza te, io non saprei, io non potrei dar voce alla mia voce per gridare che sei pace tu per me pura e semplice.>> Yulian le regalò un altro sorriso e poi contrasse la faccia in una smorfia di dolore nascosto, Claudia non poté fare a meno di pensare a quanto fosse bello e complicalo il suo amore.
<< Perché io per te, tutto farei, tutto vorrei, dai luce col sorriso ad ogni pezzo del mio viso tu per me, pura e semplice. Riderò forse un giorno, lo so, ripensando al dolore che ho, tormentandomi sempre di più riderò, ma ora piango per te e grido che sei pace tu per me. Dai luce alla mia vita, che non riesce a stare accesa senza te >> Non appena Yulian suonò l’ultima nota, Claudia gli saltò letteralmente tra le braccia portandosi dietro tutte le coperte, lui la strinse forte e le lasciò un bacio sulle guancie bagnate.
<< Quanto fa male >> Mormorò lei piangendo e sorridendo contemporaneamente, mentre strofinava la guancia su quella ruvida e spinosa di Yulian.
<< Malissimo, amore mio. Così male che preferirei morire qui tra le tue braccia >>
 
Che cosa era andato a fare lì?
Non le aveva già detto tutto quello che c’era da dire?
Non le aveva già fatto abbastanza del male?
Non era soddisfatto di averla fatta piangere più di quanto meritasse ?
Ma lui, poi, non si era già fatto troppo male in quei suoi pochi diciassette anni?
Era così piccolo in fondo.
Francesco si pentì amaramente di aver bussato quel campanello, non voleva vedere né Katerina né Aleksandr, perché lui il coraggio di Claudia non l’aveva, perché lui non avrebbe avuto la forza e la voglia di combattere.
Il problema però fu risolto velocemente, perché ad aprire quella stramaledetta porta fu proprio Iliana.
Nel vederla Francesco rimase folgorato. Iliana aveva i capelli legati in una treccia morbida che le accarezzava la spalla sinistra, gli occhi azzurri erano screziati di grigio e contornati da due occhiaie appena visibili, il suo viso non era accarezzato nemmeno da un filo di trucco e agli occhi del moro sembrava bella come il sole, ma Francesco non poteva pensarlo.
Nel vederlo Iliana spalancò leggermente gli occhi, indurì la faccia facendo risaltare in maniera impressionante i suoi lineamenti spigolosi e chiuse letteralmente la porta, ma Francesco aveva i riflessi molto sviluppati, bloccò in tempo la porta.
<< Non scappare come una codarda! >> La ammonì facendo resistenza sulla porta che Iliana cercava di chiudere in tutti i modi.
<< Иди к черту! >> Idi k chertu … Va al diavolo/ Va all’inferno … Commentò la ragazza spingendo furiosamente, Francesco fece un verso di rabbia e bloccò definitivamente la porta.
<< Non c’è bisogno di mandarmi da nessuna parte Iliana! >>
<< Mi hai già detto tutto, мудак >> Mudak … Stronzo … Sputò Iliana tra i denti, Francesco non l’aveva mai vista così arrabbiata, si stava pentendo amaramente di essere andato lì, ma se non l’avesse fatto la sua coscienza avrebbe morso per il resto della vita.
<< Basta con tutte queste parolacce! Sei proprio una bambina >> La rimproverò lui, proprio come se stesse rimproverando un infante, Iliana lo guardò piena di disprezzo e mise il broncio, continuando a spingere la porta con foga.
<< Cosa vuoi da me? Mi hai già lasciata perché sei un povero codardo! Adesso vattene, Tрикстером! >> Triksterom … Imbroglione… Francesco fece ancora di più leva con il corpo e finalmente riuscì ad entrare in casa richiudendosi la porta alle spalle, Iliana lo guardava furiosa, con il fiatone e il viso rosso come il fuoco.
<< Non ho la minima idea di che significhi quello che hai detto, ma sono qui per chiederti scusa. Potrei anche tornare con te volendo, perché anche se decidessi di non farlo, quando partirai verrei comunque all’aeroporto per vederti anche solo un’ultima volta, farebbe male allo stesso modo Iliana. Una relazione a distanza mi fa paura e lo confesso, tu puoi garantirmi che potrebbe funzionare? No, non puoi. Ti amo, si ti amo, ma questo può bastare?>> Mentre Francesco aveva parlato, il volto di Iliana aveva cambiato gradualmente espressione, dall’arrabbiato al serio, dal serio al costernato e dal costernato al doloroso.
Aveva incrociato le braccia all’altezza del petto, come se potesse scappare da un momento all’altro.
<< Ma non è giusto! >> Mormorò lei in una fragile protesta, Francesco praticamente si violentò per non abbracciarla e baciarla con foga, allungò semplicemente il braccio mostrandole la mano.
<< Lo so che non è giusto, allora facciamo un patto. Non ci vedremo più in questi giorni che ci restano, non ci vedremo e io verrò solo quando starai per partire, ti darò un ultimo bacio e ti dirò che ti amo, e forse così sarà più facile dirti addio a modo mio >>
Iliana non era d’accordo con Francesco, ma si rendeva conto anche lei che i suoi sentimenti non potevano essere messi davanti ad una realtà del genere, allora avrebbe scelto la cosa che le avrebbe fatto meno male, afferrò la mano del ragazzo con una disperazione infinita.
<< хорошо моя жизнь, хорошо даже если это больно>> Korosho  moya zhizn’, korosho dazhe yesli eto bol’no … Va bene vita mia, va bene anche se questo fa male … 




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Effe_95
Buongiorno!
Allora comincio queste note con il dire che il titolo del capitolo e la canzone cantata da Yulian è degli Sugarfree e si chiama “Pura e Semplice”.
Dire che scrivere questo capitolo è stato difficile è dir poco, mi ha prosciugato davvero tutta l’energia che aveva nel cuore e nel corpo.
Far prendere una decisione del genere a quei quattro non è stata per nulla facile, è un’esperienza che io non ho avuto l’onore di fare, ma non mi è sembrato difficile poter immaginare quanto potesse essere difficile.
Spero di aver reso bene quest’idea e spero proprio che poi possiate capirlo, perché per quanto può essere una storia, a me piace attenermi anche un po’ alla realtà, e nella realtà accade difficilmente che le cose si aggiustino all’ultimo secondo.
Detto questo, credo di avervi annoiato abbastanza, vi consiglio di andare a vedere i quadri di Gustave Klimt, uno dei miei pittori preferiti.
Grazie mille e alla prossima, non preoccupatevi non è ancora il capitolo delle lacrime ;)
A presto. 



  
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