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Autore: Mitsuko_Ayzawa    12/06/2013    5 recensioni
Questa e la mia prima fan-fiction quindi spero di aver fatto un buon lavoro :)
Per quanto riguarda la storia è ambientata dopo " The Last Guardian" e tutto ciò che ne consegue (morti e resurrezioni varie, non dico di chi) quindi chi non lo ha letto il libro la mia fan-fic potrebbe aver degli spoiler.
La storia si chiama "New Life" perchè racconta la nuova vita che il ragazzo si è costruito dopo Il Grande Crollo Tecnologico insieme alla sua familia, ai suoi amici e sopratutto Spinella Tappo.
questo fino a che non interverrà un nuovo nemico...
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap.1                   Ritorno a Casa
 

“. È iniziato tutto a Ho Chi Min, un’estate. Il caldo era soffocante. Inutile dirlo, Artemis Fowl non sarebbe stato disposto a sopportare un tale disagio se per lui non fosse stato in gioco qualcosa di essenziale. Essenziale per il suo piano…..”
 
Così Spinella iniziò in suo racconto mentre riaccompagnava il neo- rinato Artemis fino alle soglie di casa sua. Il ragazzo la ascoltava attenta e nei suoi occhi brillava di quanto in quanto una scintilla di riconoscimento. Iniziava a ricordare. Leale gli teneva una grossa mano appoggiata sulla schiena del ragazzo con fare protettivo. Polledro, poveretto, arrancava a fatica sotto il peso del giovane che gli gravava sulla groppa. Come vide gli scalini che conducevano al portone di Casa Fowl si sentì tremare tutte le ginocchia.
   -Se pensate che salirò quelle scale con un peso morto sulla schiena, SCORDATEVELO.- Leale lo guardò contrariato ma Artemis era già sceso dalla groppa del centauro e guardava casa sua con occhi sbarrati. Spinella gli si accostò e gli toccò gentilmente un braccio.
   -Va tutto bene, Artemis?- lui non rispose subito ma quando lo fece la guardò con gli occhi lucidi.
   -Credo di aver appena ricordato che  questo portone sia esploso per colpa di un troll, possibile?- Spinella sorrise e gli strinse la mano con più forza
   - Sì è possibile. Però è successo tanti anni fa. Lasciamo il passato dove si trova. Non vuoi rivedere la tua famiglia?- Artemis  la guardò perplesso poi ebbe un flash. Due bambini biondi in balia di spiriti fatati.
   -I gemelli! Come stanno Beckett e Myles?- senza aspettare una risposta si lanciò su per i gradini ma le sue gambe non lo ressero e il giovane  cadde in ginocchio con un gemito. Leale fu subito al suo fianco.
   -Fai attenzione Artemis, sei ancora un po’ debole. E sì, i gemelli stanno bene. Sei riuscito a salvarli.- aggiunse in fretta quando vide l’espressione preoccupata del ragazzo che poi si rasserenò. Lui e Spinella aiutarono il giovane a rialzarsi in piedi e scortarono Artemis lungo la scalinata. Arrivati davanti all’imponente ingessi il  giovane si fermò e guardò Spinella.
   - Non credo che sia una buona idea se tu….- lasciò la frase in sospeso, indeciso ma il sorriso dell’elfa lo rassicurò
   -Non preoccuparti. I tuoi genitori mi conoscono, ormai. Sono stata io a spiegargli cosa è accaduto esattamente. Non si spaventeranno vedendomi. Credo che gli spaventerà più vedere te, vivo.- gli diede un colpo leggero al braccio –Forza, entra! Dove è finito il genio temerario che si gettava incontro alla morte? non avrai mica paura di vedere i tuoi, no?- il ragazzo le sorrise. Il suo sorriso. Quello da vampiro di cui faceva sfoggio ogni volta che poteva.
  -Io paura? Quando mai?- le fece l’occhiolino, una cosa insolita per lui. Spinella, Leale, Polledro e Artemis si sorrisero e la guardia del corpo tirò fuori un mazzo di chiavi e aprì il portone di Casa.
Entrarono nell’enorme ingresso della villa come se fosse la cosa più naturale del mondo. Dal corridoio si udì un camminare leggero e una voce di donna, limpida ma con una nota di malinconia intrisa nel profondo
   -Leale, sei tu? Ero passata dal Dojo a lasciarti un bricco di caffè ma non ti ho trovato…- entrò nell’atrio e si bloccò quando vide Artemis. La tazza di caffè le scivolò dalle dita e si frantumò a terra e i cocci di ceramica di sparsero sul pavimento.
Lei e il figlio si guardarono negli occhi per un lungo istante poi le lacrime iniziarono a scorrere sul volto della donna che guardò verso Spinella e Polledro sorridendo
  -Me lo avete riportato… il mio bambino…- Artemis si liberò dalla presa di Leale e si avvicinò alla madre
  -Mamma…- sussurrò con gli occhi lucidi. Angeline Fowl si slanciò verso il figlio e lo riabbracciò dopo sei mesi in cui lo aveva creduto morto per sempre. Intanto continuava a ripetere sempre la stessa parola, come una litania: grazie.
In quel attimo Spinella ebbe l’impressione di essere di troppo così con un cenno del capo indicò a Polledro di andare nella stanza accanto. I due membri del Popolo si allontanarono temporaneamente lasciano madre e figlio al loro momento di ritrovo, vegliati dallo sguardo vigile di Leale.
 
Spinella e Polledro entrarono nel salotto e l’elfa si sedette su uno degli enormi divani. Rimasero in silenzio per un po’ poi guardandosi scoppiarono improvvisamente a ridere, forse per scaricare la tensione.
   -Alla fine Artemis aveva ragione- sussurrò Spinella – come al solito.-
   -Già. Alla fine quel dannato Fangosetto la passa sempre liscia.- sbuffò Polledro
“passarla liscia? Artemis era morto fino a un’ora fa. E ora è vivo.” Pensò l’elfa “non l’ha passata liscia. Semplicemente…” non sapeva più neanche lei cosa pensare “semplicemente è lui. È il nostro Artemis.”guardò con dolcezza in direzione della porta al di là della quale si trovava il genio in questione.
   -Ci sei mancato, Arty. – si scoprì a dire.                                                    
                                                               ***
Dopo aver stretto a lungo il figlio e averlo baciato sulla fronte, Angeline si staccò e gli sorrise con gioia immensa
  -Ma tu guarda che bello che ti sei fatto. Sembri più grande. Aspetta solo che ti veda tuo padre. Andiamo da lui!- la donna rise come una bambina e il giovane Artemis arrossì lievemente.
Angeline prese per mano il ragazzo e lo condusse, anche se sarebbe più corretto dire trascinò, su per le grandi scale in legno di quercia fino al piano di sopra dove si trovavano le stanze da notte.
Senza esitazione la donna entrò nella sua stanza e fece cenno al figlio di fare altrettanto. Quando entrò nella camera dei genitori, Artemis la osservò attentamente mentre la madre tentava di svegliare gentilmente il marito che dormiva prono nel mezzo del letto.
La camera dei coniugi Fowl era una stanza enorme. Un lato era adibito a salottino dove i coniugi amavano sedersi per leggere. Il tappeto a righe che copriva il pavimento era cosparso dei giocattoli dei bambini. Da una finestra entrava un refolo di vento che faceva muovere le leggere tende di seta del grande letto a baldacchino.
Tutto in quella stanza parlava di una vita che il ragazzo non aveva vissuto.
Lui era cresciuto in un ambiente colmo di responsabilità, aspettative da non infrangere e doveri. Per un secondo si chiese se fosse mai davvero stato bambino. Lui non ricordava niente del genere.
I gemelli invece avevano avuto quella possibilità di avere un infanzia spensierata che a lui era stata negata. Loro potevano giocare in giardino e comportansi in maniera infantile. Artemis non ricordava di essersi mai comportato così. Per un attimo ammirò il coraggio con cui i genitori avevano accettato la sua scomparsa e si erano costruiti una nuova vita. Alzò lo sguardo da terra e vide la madre, chiaramente spazientita dalla reticenza di Artemis senior ad alzarsi dal letto, che iniziò a scossare il suo uomo per le spalle.
-          Alzati immediatamente da questo letto, Timmy! È tornato Arty!- Nel sentire il nome del figlio l’uomo spalancò gli occhi e guardò la moglie tristemente
-          Arty è morto, Angeline. Non fare anche tu come Leale.-
Artemis junior corrugò le sopracciglia e incrociò le braccia sul petto, scocciato
   -Chi è che sarebbe morto, padre? Io mi sembro piuttosto vivo, a meno che non abbia delle allucinazioni. Ma se fossi morto non potrei avere la percezione di averne quindi devo essere per forza vivo.- il ragazzo non rinunciò nemmeno adesso a fare una delle sue lezioni sarcastiche. Come sentì la voce del figlio l’uomo si rigirò nel letto per guardarlo in faccia. Occhi azzurri dentro occhi azzurri. Il padre si trovò a studiare il figlio. Voleva accertarsi che fosse lui. Non poteva non essere lui. Gli somigliava così tanto. Stesso corpo slanciale e magro, stesso volto appuntito, stesse mani sottili come quelle di un pianista, stessi capelli neri come l’ebano, stessi occhi azzurrissimi. Artemis Fowl II era tornato. L’uomo si liberò delle coperte con un urlo e si gettò sul ragazzo stringendolo in un abbraccio di ferro. Tra le sue braccia il figlio si divincolò per liberare le braccia con cui abbracciare a sua volta il padre. Rimasero così a lungo poi si staccarono. Artemis senior lo guardò sorridendo poi guardò la moglie.
   - È tornato, Angeline, Arty è tornato.- la donna si avvicinò e appoggio una mano su ciascuno dei volti così simili tra loro che aveva davanti.
   -Ora siamo di nuovo tutti insieme.- si voltarono verso Leale che li guardava sorridendo, appoggiato allo stipite della porta con una spalla. Artemis senior guardò nuovamente il figlio e solo allora si rese conto di come fosse vestito.
   -Ma come sei conciato, Arty?- il ragazzo infatti indossava ancora il  camice e i pantaloni da ospedale, tutti troppo piccolo di almeno due taglie.
   -Non ne ho idea, padre.- replicò il ragazzo come se anche lui si fosse reso conto del suo abbigliamento solo adesso. Il padre lo squadrò attentamente, i vestiti che il ragazzo aveva già non gli sarebbero mai entrati adesso. Il ragazzo era visibilmente cresciuto. Come fosse possibile ciò, Artemis senior, non sapeva spiegarselo.
  -Forza prendi uno dei miei completi. Poi andiamo a svegliare i gemelli.- l’uomo si diresse verso il guardaroba e ne tirò fuori due abiti di sartoria, uno grigio per sé e uno azzurro per il figlio.
Dopo che Leale e Angeline ebbero asciato la stanza i due Fowl si rivestirono e raggiunsero gli altri nella camera dei gemelli. I due bambini dormivano tranquilli. Il ragazzo si chinò sui loro letti e gentilmente scosse Myles per un braccio grassoccio.
   - Myles, Beckett! Sono tornato. Sveglia ragazzi!- i bambini iniziarono a muoversi e lamentarsi
   - Beckett vuole dormire…- gemette il bambino biondo.
  - Chi è che parla così forte?- domandò l’altro. Artemis sorrise. Quei due erano sempre reticenti a svegliarsi alla mattina.
   - sono vostro fratello, Artemis. Sono tornato.-  Myles fu subito sveglio e sorrise al fratello
  - Artemis! Sei tu!- iniziò a scuotere violentemente il fratello – Beckett, stupido, alzati! È tornato il fratellone. – quando anche Beckett si fu ridestato Artemis li abbracciò entrambi.
   - Per fortuna state bene, piccole pesti. Per fortuna…-
                                                       ***
Il resto della giornata non fu molto diverso. I Fowl, alcuni componenti del Popolo anche in video e i Leale si riunirono nella sala che veniva usata per le riunioni.
Polledro e Spinella spiegarono il perché Artemis fosse tornato in vita. Le modalità non le motivazioni. Quelle erano scontate.
Alla fine della riunione ci fu un grande pranzo organizzato da Angeline.
Sembrava che tutto fosse tornato alla “quasi normalità” che contraddistingueva la famiglia Fowl.
Ma Spinella sentiva che c’era qualcosa che non andava. Sentiva che c’era qualcosa che turbava Artemis. Ormai lo conosceva troppo bene. Il ragazzo se ne stava un po’ in disparte, a osservarli con un sorriso tirato ma lieve, quasi impercettibile. L’elfa gli si avvicinò e gli poso dolcemente una mano sul braccio.
  - Va tutto bene, Artemis? Sembri un po’ teso.- il ragazzo la guardò e scosse la testa.
  -Non preoccuparti, Spinella. Va tutto bene. Sono solo un po’ rintronato. Non capita tutti i giorni di resuscitare, no?- le mentiva. Spinella ne era sicura. Il tono di voce cordiale era troppo falso. “lo terrò d’occhio.” Promise a se stessa “non lo perderò di vista un secondo”.
E così fece.
                                                              ***
Era passato del tempo da quel giorno ormai. Spinella era stata temporaneamente sospesa dal servizio per aver nascosto al suo superiore che stava coltivando un clone nella serra di Polledro insieme a quest’ultimo. Quindi aveva fatto le valigie e  si era trasferita a Casa Fowl dove non aveva perennemente il comandante Grana Algonzo ad alitarle sul collo per ogni cosa che faceva. E poi perché così poteva tenere sotto controllo un noto ex genio criminale recentemente tornato in vita (con lo sconforto del comandante della LEP che pensava di esserselo definitivamente tolto dalle scatole. Per non dire qualcos’ altro).
Ed erano successe molte cose interessanti nel frattempo. Molte cose e molto interessanti…
 
 
 
 
 
Lounge dell’autrice
Ciao!  Scusate il ritardo con cui ho pubblicato il primo capitolo! Spero non mi ucciderete a pomodorate! Ho avuto un calo d’ispirazione…. ^_^ spero che vi sia piaciuto. Se avete consigli o critiche, fatemelo sapere tramite recensione! Arrivederci al prossimo capitolo – che arriverà presto, spero-.
Bye-Bye     H_T 
   
 
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