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Autore: bruciato    13/06/2013    2 recensioni
Anime Oscure è un opera in corso di scrittura di genere Low Fantasy.
Ambientata nel regno di Landor,segue le vicende dei maggiori esponenti di quest'ultimo,dal Re ai Cavalieri Neri, suo protettori, includendo nobili e popolani. Giochi, guerre, intrighi e complotti si alternano nella Città Illuminata, dove siede il giovane Re Vaan Destiryon.
Cyrith, regno da sempre nemico di Landor, si muove a Est, mentre da Nord arriva Cesar Brambe, figlio del Re ucciso e spodestato da Lance Destiryon, padre di Vaan.
Dalla Linea Stricta, a Sud, arrivano voci preoccupanti sul ritorno dei non-morti. Non molti credono al ritorno di quei traditori del reame, considerando la loro stessa esistenza leggendaria.
Genere: Dark, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seth si svegliò presto quella mattina. La notte era stata piuttosto lunga, con gli altri Cavalieri Neri. I turni di guardia alle stanze reali erano raddoppiati da quando il quarto Nero era deceduto. Purtroppo ser Lorristan Barne era un uomo forse troppo vecchio per quel titolo. Un titolo che solo pochi eletti nella storia ebbero l'onore di avere. Ma adesso dei quattro Neri ne mancava uno. E solo Larse sapeva quale sarebbe stato. Questi furono i primi pensieri di Seth dopo che si fu svegliato completamente. Una forte luce entrava dalla finestra vicino al letto e irradiava tutta la stanza. Fece rapidamente colazione e si avviò verso la sala del trono. Arathon Morder era già lì, come al solito in anticipo. I due si salutarono e si misero in posizione spalle al trono, entrambi con la bellissima armatura nera orlata d’oro che contraddistingueva i Cavalieri Neri.

Seth odiava la sua armatura, benché fosse quanto di più protettivo nel reame, scomoda, ingombrante e calda. Era tutta di un nero simile al marmo che era stato usato per le piastrelle della sala del trono, con i bordi di ogni pezzo dorati. L’elmo era pieno di dettagli e svettava verso l'alto, coprendo tutta la faccia ad eccezione di una sottile linea verticale che andava dalla sommità del naso alla bocca. Nessuna spada avrebbe mai potuto attraversarla. Gli occhi invece non erano riparati, e in effetti era l’unico punto realmente debole di quell’ammasso di ferro nero. Arathon invece pareva non soffrire della scomodità, e Seth non sapeva se fosse realmente così oppure il suo onore gli impediva di dire che quell’armatura non era stata sicuramente progettata per offrire comodità al cavaliere. Forse gli pareva di offendere sé stesso dopo tutta la fatica fatta per conquistarla, durante la guerra dei Baroni a fianco di Lance Sambor, re da non molto trapassato. Non c’era dubbio sul fatto che Lance fu un fratello per Arathon e un padre per il giovane Seth, ma il gigante doveva essere eternamente in debito con Lance. Il Cavaliere Nero affianco a Seth era figlio di contadini, e durante la guerra si fece notare da Lance, che lo investì prima cavaliere e poi Cavaliere Nero, protettore del Re, della famiglia reale e del regno. Seth non aveva dubbi che Arathon era spiccato tra gli altri. Era un uomo possente, muscoloso e altissimo. Aveva anche lo stesso senso dell’onore che aveva Lance. Arathon era anche l’unico amico che aveva Seth a corte. Mentre era immerso nei suoi pensieri, il gigantesco portone in fondo alla sala si aprì e vide la corona e il mantello rosso prima tra tutte le cose. Accanto all'esile figura in ombra, tutt’intorno a essa, c’erano i saggi del concilio e qualche altro servo. Poi si soffermò sul viso del giovane, figlio di Lance. Un adolescente, di poco più giovane di lui. Seth si sentì leggermente svilito. Faticava a servire un ragazzino, che a malapena aveva mai visto il campo di battaglia.

Quando il re fu a pochi passi dal trono i due Cavalieri si inchinarono e lui senza degnarli d’uno sguardo si posò sul trono, mentre lo stuolo di consiglieri e cortigiani si disponeva dietro di esso. Erano circa una decina; ecco chi comandava realmente a Lightburg. Dopo pochi minuti Seth si rese conto che il terzo Cavaliere non era ancora lì. Cosa stava trattenendo il Cacciatore? O come l’avevano nominato lui e Arathon, lo stecchino. Il Cacciatore, del quale nessuno tranne forse Lance sapeva il vero nome, era un tipo biondo, altissimo e magrissimo. Ecco il perché di quel soprannome. In ogni caso, fu il re a dissipare i dubbi.

«Il Cacciatore oggi non sarà con noi, è stato mandato in città a svolgere mie commissioni personali.» Sì, Seth sapeva quali fossero queste commissioni. Puttane in abbondanza. Ma chi poteva biasimare il giovane re? Chi a sedici anni non avrebbe voluto puttane, vino e potere illimitato su ogni cittadino del reame?

Dopo pochi minuti passati a parlottare con il consiglio, Re Vaan fece aprire i portoni per le udienze. Passarono delle noiose ore tra i soliti casi di brigantaggio e vandalismo. Problemi vari e quotidiani. Il popolo era molto turbato da quando Lance era morto. Si trattava pur sempre di un usurpatore, e Vaan era parecchio malvisto dal volgo. Lo ritenevano un bambino viziato, che non sapeva nulla né di politica né di come amministrare un regno. E purtroppo, avevano ragione.

Quando mancavano pochi minuti alla fine delle udienze, arrivò il turno di un uomo vestito totalmente di nero. Il naso adunco era l'unica cosa visibile da sotto quel cappuccio nero anch'esso. Pareva un corvo pronto a spiccare il volo. Aveva decisamente un aspetto inquietante.

« Mio re, vengo a informarla di gravi fatti presso le montagne di Laom, al confine con il regno dell’Est... »

«Parla.» squittì Vaan.

«Mio signore, ritengo che la gente di bassa lega qui dentro debba essere allontanata immediatamente, prima ch'io possa parlare...»

Un lampo di curiosità accese gli occhi dell’adolescente, finora annoiati a dispensare esecuzioni, rimborsi e quant’altro.

«Portate tutta la gente fuori.» ordinò alle guardie. Uno cercò di protestare, facendo notare alle guardie il fatto che erano ore che faceva la fila per ottenere udienza. Inutile dire che fu preso di peso e scaraventato fuori.

Quando il portone Reale venne richiuso, l’uomo misterioso riprese a parlare.

«Mio signore, sono qui per tristi e preoccupanti notizie. Sul confine, alle montagne di Laom, le nostre vedette scorgono accampamenti dei soldati dell’Est e grossi movimenti di truppe.» Fu difficile capire i sentimenti del Re in quel momento. Parevano un misto tra rabbia e sbigottimento quando iniziò a parlare.

«Hai fatto bene il tuo lavoro, mio servitore. Adesso puoi ritirarti da dove sei venuto, ne discuterò con il consiglio di questa faccenda. » Questo evento turbò non poco Seth. Nell’ultimo conflitto tra Ovest e Est, tra Landor e Cyrith, circa cinquant'anni prima, morirono molti prodi cavalieri e soldati. Senza contare gli stupri, i saccheggi, gli stermini che i due eserciti compivano sistematicamente. A Seth piaceva la battaglia, il sangue, le ferite…a lui piaceva uccidere, in fondo. Ma non gli piaceva assolutamente cosa si fà in guerra, che è una cosa completamente diversa da ciò che si fà in battaglia. Questa idea non l'aveva mai sfiorato; ma da quando conobbe Lance, la sua misericordia, il suo onore, tutto quanto cambiò. Passò dall'essere un reietto dei Lunac a Nero del Re, pieno d'orgoglio per quella sua scalata.

Dopo pochi minuti arrivò il Cacciatore, disse di aver compiuto le faccende assegnategli dal re, e si mise con gli altri due di spalle al trono. Ogni volta Seth si sentiva inferiore, la sua autostima fatta a pezzi. Perché uno dei cavalieri era una montagna, l’altro alto il doppio di lui in altezza. Lorristan Barne, il vecchio morto serenamente nel suo letto pochi giorni prima, era l’unico che attutiva quell'orrida sensazione di inferiorità. Ma ora era anche peggio. Quasi non credeva di meritare quel rango ambito da tutto il reame.

Come se si fosse svegliato da un pesante torpore, all'improvviso Vaan disse:

« Uomo di Ghiaccio, cosa ne pensi di questi movimenti a Est? » Seth si trovò impreparato a questa domanda. Non per la domanda in sé, ma perché prima di allora re Vaan Sambor non gli aveva mai rivolto parola chiamandolo col suo soprannome. Dopo qualche secondo però, il Nero riuscì a formulare una qualche risposta.

«Io credo che sia opportuno rinforzare le linee di confine per sicurezza, e vedere se ci sono altri spostamenti dei nemici. » Era stato soprannominato “Uomo di Ghiaccio” quasi un anno fa. Lo ricevette per la prima volta quando fece giustiziare un ladro, pronunciando le parole con freddezza, quasi come un automa, quasi in modo crudele. Ma la verità è che gli era terribilmente piaciuto far sgozzare quel pover'uomo. Seth quel giorno provò l’ebbrezza del potere e ne divenne schiavo col passare del tempo. Passava però un abisso dal condannare un ladro al far sterminare un intero quartiere perché, stando alle dicerie, un oste ti aveva deriso. Vaan aveva fatto questo. Quell'evento aveva rincuorato Seth. C’era qualcuno più schiavo di lui.

 

 

  
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