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Autore: controcorrente    15/06/2013    1 recensioni
Perla ha dodici anni e fa parte di una nobile famiglia. Un giorno suo padre annuncia il matrimonio della sorella maggiore Carlotta con un aristocratico del posto. Attraverso il suo diario, scritto ad un'amica immaginaria di nome Penelope, Perla racconta le difficili traversie di un matrimonio della fine del 1600, i problemi e gli accidenti che possono succedere, con umorismo tagliente tra grasse zie monache, vecchi cicisbei e anziani parenti dai nomi improbabili e dall'udito poco sveglio. Perché in fondo, occorre saperci ridere sopra qualche volta.
Genere: Commedia, Satirico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Salve a tutti, cari lettori.Scrivere queste storielle senza pretese è un buon modo per me di evadere un po'dagli esami all'università. In ogni caso, spero di trovare un po'di tempo perché vorrei finire la storia.
 

DI CAVALIER SERVENTI E CONSEGUENZE IMPREVISTE

 
Cara Penelope,
come avrete capito, non rivelai nulla della particolare inclinazione di Messer Alberto. Se lo avessi fatto, le minacce di finire in convento potevano trasformarsi in una triste realtà e, se aggiungiamo il fatto che avrei rischiato di condividere la medesima sorte con mia sorella, ormai disonorata a quel punto, comprenderai bene il mio riserbo.
Le giornate passarono abbastanza tranquillamente e le visite del fidanzato di Carlotta contribuivano a riempire la noia che da qualche tempo riempiva il mio animo.
Qualche volta, mi dilettavo con il clavincembalo, eseguendo qualche melodia.
A volte, invece, passavo alla lettura della traduzione di Pamela di un certo Richardson, un simpatico romanzo di fantasia che raccontava l'assai curiosa e poco realistica ascesa di una servetta al rango di signora.
Ovviamente non dice il vero ma è risaputo che i libri sono menzogneri...altrimenti non piacerebbero. Ho fatto il possibile per evitare di concentrarmi sul matrimonio di mia sorella e, soprattutto, sulla scoperta che avevo fatto a proposito del mio futuro genero. Non volevo rischiare di scoppiare in una risata volgare ed inopportuna, nel malaugurato caso in cui avessi posato gli occhi su di lui.
In ogni caso, fu comunque assai difficile tenermi dentro la cosa.
Vedere quel tale aggirarsi per i corridoi era operazione assai fastidiosa che rendeva arduo il mio improvvisato voto al silenzio.
Bastava sentire l'odore.
In quel periodo, la signora madre era assai indaffarata con i preparativi e, di conseguenza, il cerimoniale del corteggiamento passò nelle caustiche mani di zia Mena la quale non apprezzò molto la decisione della nuora. Aveva infatti progettato di andare in villeggiatura con Messer Francesco ma la signora madre le aveva impedito tutto questo...o quasi.
Non potendo evitare l'onere rappresentato da Carlotta, aveva deciso di portare la nipote, il futuro marito di lei e Messer Francesco nella villetta che aveva fatto predisporre in aperta campagna.
Ovviamente, la signora madre si era rifiutata di accogliere la proposta.
Per giorni, il salotto si era trasformato in un vero e proprio campo di battaglia, nel quale le due  si erano fronteggiate a suon di ripicche, minacce e trattative nemmeno troppo velatamente ostili.
Alla fine, comunque, giunsero ad un armistizio.
La signora madre avrebbe accettato la cosa a due condizioni. La prima era che venissi insieme a loro, per vigilare sulla reputazione della promessa sposa.
La seconda, invece, la scoprimmo dopo al nostro arrivo alla villa della zia. Quando scendemmo dalle due carrozze, dopo un viaggio di qualche ora, trovammo di fronte alla splendida residenza di villeggiatura della dama un uomo che non avevamo mai visto. Aveva egli un aspetto quanto mai bizzarro. Aveva il viso sfregiato da un colpo di spada e possedeva un fisico secco secco, come se non mangiasse da mesi.
A quella vista, mi imbronciai.
Indossava uno strano farsetto color pastello che stonava malamente con il suo corpo magro. Mia zia non parve apprezzare la cosa...e nemmeno Carlotta che commentò arcigna con un quella stoffa andava di moda l'anno scorso.
-Mademoiselle Maddalena-proferì rivolto a mia zia- sono lieto che abbiate accettato la mia presenza nel palazzo.-
-Dovere, messer Enrico- rispose- ma vi informo che avrebbero dovuto provvedere meglio al vostro vestiario. E'assai antiquato.-
L'altro allora si dette in una serie di larghi e ampollosi ringraziamenti, lieto di questo improvviso donativo. Poi, con passo goffo, si avviò verso la nostra carrozza...e fu allora che Carlotta ebbe un orribile presentimento e si fece pallida di botto.
Lì per lì non compresi molto la ragione.
Mi sono sempre rifiutata di farlo giacché il suo temperamento lunatico comprometterebbe la mia salute.  -Naturalmente messere-fece-come già preventivato, vi ho fatto disporre un alloggio per passar la notte, anche se vorrei evitare di coricarmi poco dopo il tramonto, alla stessa stregua dei villici.-
-Chiedo venia per l'inconveniente ma, saputa la novella, ho dovuto lasciar frettolosamente la città. Mi rincresce non poco non essermi preparato ad una simile mansione.-disse, chinando con grazia la testa.
Mena ridacchiò...e quel gesto suscitò l'occhiata minacciosa di Messer Federico, subito mascherata dalla consueta pacatezza che lo contraddistingueva. -Zia- esordii allora, nel tentativo di smorzare la tensione- chi è questo gentiluomo?-
Lei mi rivolse un sorriso civettuolo.
-Mia cara, costui è Messer Enrico di Strettalunga, un nobile che sarà, da questo momento in poi, incaricato di essere il cavalier servente di vostra sorella.-disse.
A quelle parole, seguì un colpo secco...ed io non riuscii a trattenermi dallo sbuffare. E'mai possibile che mia sorella debba sempre svenire quando riceve notizie simili, prove della savia previdenza del signor padre e dei signori Della Rovere?
 
 
La scoperta dell'identità del cicisbeo che la signora madre, il signor padre ed i signori Della Rovere avevano disposto per lei, in quel momento, non andò a genio a Carlotta.
Una volta giunta nella dimora della zia e nella stanza per lei disposta, rimasta insieme a me, cominciò ad inveire e sbraitare come una forsennata. E'un'indecenza che venga ammesso un tale pezzente alla mia persona! Non hanno alcun decoro! cominciò a dire, percorrendo a passi di marcia avanti e indietro per la stanza.
Cara Penelope, non so cosa mi trattenne quel giorno dall'aprir bocca. Forse, aver saputo della viziosa predilezione del suo promesso per un servo mulatto, le avrebbe messo un filo di giudizio e magari avrebbe smesso di essere così civettuola.
Non ho detto comunque niente in proposito di Messer Enrico. A me è sembrato una persona garbata e molto socievole...eppure temo di essere in minoranza.
Oltre a mia sorella, infatti, c'è un'altra persona che non ha apprezzato la galanteria di questo gentiluomo...e la sento tutt'ora lamentarsi con la padrona di casa, in un'altra stanza, con una stizza non da poco. Trattasi di Messer Federico che non è riuscito a soprassedere sulle occhiate insistenti che il cavalier servente rivolge a mia zia. Quest'ultima lo lascia fare, spronandolo alla pazienza ma lui non sembra dello stesso avviso.
Ad ogni modo, ho avuto  il piacere di osservare che Messer Enrico è gentilissimo, dalle maniere pulite, capaci, discretissimo.. come ho avuto modo di vederlo stasera a tavola quando tagliava la carne alla padrona di casa, l'accompagnava nelle passeggiate, le raccontava gentili aneddoti e cose così. Un validissimo cavalier servente, senza dubbio...speriamo solo che lo sia per la dama giusta.
 
 
 
Ovviamente, prima di congedarmi, vorrei raccontarti com'è la villa di zia Mena. E'un piacevole edificio in stile palladiano, decorato con gusto e raffinatezza. Ha piacevolissimi suppelletili ed i mobili provengono dalle botteghe di artigiani più rinomate.
Le fontanelle che decorano il giardino all'italiana sono di un gusto sopraffino ed occorre dire che il clima salubre del posto gode indubbiamente della vicinanza con il mare. Zia Mena mi ha promesso che andremo a fare una passeggiata sulla riva, qualora il tempo lo consenta...ma ho come l'impressione che l'alterco con Messer Federico possa rendere tutto assai arduo.
Poco prima di congedarsi per andare a letto, l'ho sentita discutere animatamente con il futuro precettore di mio fratello Paolo, come ti ho detto. Messer Francesco ha biasimato la sua condotta, giudicando la cortesia della sorella di mio padre un atto valido a giustificare le azioni indiscrete di quell'uomo.
Ha poi avanzato la possibilità di cacciarlo...ma la zia, con una gran risata, lo ha messo a tacere dicendo perentoria che non è possibile, dal momento che egli è stipendiato dalla famiglia dei Della Rovere, anche perché sembra che sia un loro parente molto alla lontana, caduto in ristrettezze a causa di qualche sfortunata calamità che non ho avuto cuore d'indagare.
E'certo che sia comunque qualcosa di disdicevole perché i cicisbei sono, di norma, persone poverissime.
In ogni caso, mia sorella è stata immeritatamente fortunata.
Malgrado si lamenti, poteva andarle peggio. Ad una sua amica, maritatasi un anno fa, è toccato un cavalier servente anziano e malmesso, con il passo tremolante e avvezzo a sputare tra una parola e l'altra.
Messer Enrico, malgrado abbia il tremendo difetto della povertà, è comunque esteticamente piacevole e Carlotta non dovrà vergognarsi quando si farà vedere in giro con questo appresso. E'comunque vero che le occorrerà del tempo per abituarsi...con gran dispiacere dei miei nervi.
Prima ho dovuto sopportare le sue fisime con Messer Alberto ed ora mi toccano quelle per il suo cavalier servente! Che sfortuna!
 
Capitolo breve, di passaggio. La villeggiatura improvvisa di Carlotta e Perla potrebbe essere un momento di passaggio. Perla assiste all'incontro con il cicisbeo della sorella ed ovviamente con le sue lamentele. L'umorismo della ragazza è assai affilato ma spero che piaccia.
Io continuo a dirlo, ripeterlo e giurarlo.
Non ci saranno tragedie in questo racconto. Nulla di nulla.
L'arrivo di Messer Enrico porterà del movimento forse. Il precettore ne ha già pagato parte del prezzo, con un bel litigio con la zia della protagonista. In ogni caso, vi ripeto che il corteggiamento non è ancora finito e che molte cose, almeno una, devono ancora avvenire.

   
 
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