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Autore: EM_aspirantescrittrice    24/06/2013    0 recensioni
E' incredibile di come un numero possa cambiare la mia giornata, decidere cosa farò e come mi comporterò con gli altri, ma tutto quello che so' è che più lui sarà basso e più il sorriso sulle mie labbra aumenterà, in caso contrario, le mie guance si bagneranno.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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SOLO UN NUMERO PRIMO CAPITOLO Apro lentamente gli occhi: finalmente è mattina, oggi è il giorno di un nuovo inizio. L'ennesimo, dice una vocina nella mia testa. Scuoto velocemente la testa, no, questo sarà l'ultimo inizio di una splendida discesa,sono pronta a tornare in pista per riuscire a tornare ai miei vecchi 46 kg. Ce la posso fare. Ce la devo fare. E' assurdo di come mi stia auto convincendo di ciò e sto per iniziare a ridacchiare come una cretina quando improvvisamente mi ricordo di cosa è successo ieri. Ieri mi sono abbuffata e sicuramente non vedrò più quei 49.1 kg. Mi alzo lentamente dal letto e mi sorprendo del caldo che fa: è il 24 di giugno e alle 8:30 di mattina già si muore di caldo. Che incubo. Vado in bagno, guardo la bilancia e la fisso. Sono terrorizzata dalla sola idea di salirci sopra. Salirci o non salirci? Restare in ansia fino a domani mattina o avere un infarto? Bella domanda. Rimango per cinque minuti buoni davanti all'oggetto più importante della mia vita, quello che ha il potere di decidere il mio stato d'animo giornaliero ma, presa da un'insana voglia di farmi del male mi svesto e getto con noncuranza i vestiti sul pavimento freddo del bagno. Odio questo fottuto pavimento, è gelido anche in estate! Salgo. Chiudo gli occhi aspettando il verdetto. Con una lentezza disumana riapro gli occhi e inclino lentamente la testa verso il basso. Il cuore batte all'impazzata. Ho paura di vedere un numero alto, troppo alto. Finalmente il mio sguardo arriva a leggere quel numero. Scendo di scatto dalla bilancia, come scottata e mi butto su quel gelido pavimento facendomi male alla cosce, ma ora come ora non me ne frega niente. Non ci credo: sono 52 kg. 52 fottuti kg di lardo. Senza neanche rendermene conte le lacrime cominciano a scorrere veloci sulle guance, fino ad arrivare a posarsi leggere e delicate su quel pavimento dove sono seduta. Non so per quanto tempo rimango li a piangere, in posizione fetale, mentre mille pensieri occupano la mia mente. Com'è possibile che in 8 mesi sia ingrassata di sette fottuti kg? Come ho potuto perdere così di vista il mio obbiettivo?! Come ho potuto gettare via tutti gli sforzi che avevo fatto per arrivare a quel meraviglioso risultato?! Come?! Un sorriso triste mi compare sul viso. La verità è che anche se fingo di odiare il cibo io lo amo. E' più forte di me, io ho bisogno di lui. Mi alzo di scatto e inizio a scuotere violentemente la testa. No, non è vero io non ho bisogno del cibo, io lo odio! Sto di nuovo cercando di autoconvincermi. Sono patetica. Mi giro verso lo specchio ma ho paura di guardare l'immagine riflessa su esso. Paura di vedere tutta quella ciccia flaccida sul mio corpo. Sospiro pesantemente e facendomi un po' di coraggio guardo quel riflesso. Cosa vedo? Una ragazza di 16 anni di 163 cm, grassa, fottutamente grassa. Qualche ricciolo castano si è incollato al mio viso, gli occhi marroni sono lucidi e sporchi per via del trucco non tolto della sera prima che, ormai, si trova sulle mie guance per colpa delle lacrime di poco prima. Infine, il mio sguardo passa, inevitabilmente, dal mio viso al mio orrendo corpo, esaminandolo attentamente, pronto a giudicarlo severamente senza nessuna pietà. Le spalle sono strette; il seno piccolo, una prima scarsa, che nonostante tutto vorrei forse più prosperoso; le braccia abbastanza esili; la pancia enorme; i fianchi larghi e lardosi; le cosce enormi, grasse e flaccide e i polpacci abbastanza sodi di chi è abituata a fare numerosi chilometri a piedi. Non ho bisogno di guardare il mio sguardo allo specchio per vedere la mia espressione schifata. Nessuno sa cosa farei per non avere più questa pancia enorme, questi fianchi e queste cosce inguardabili. Nessuno. E forse è meglio così, se solo la gente sapesse i miei pensieri molto probabilmente non mi rivolgerebbe più la parola e io rimarrei sola con il mio vuoto. Quanto vorrei essere perfetta, poter ammirare il mio riflesso sugli specchi e sorridere soddisfatta di me e non vedendo l'ora di mettere il mostra il mio fisico sfoggiano qualche abito attillato o un bel paio di jeans stretti ad un'uscita con le mie amiche. Invece no, non posso farlo e con questi pensieri mi rinfilo velocemente la maglia enorme che avevo gettato prima sul pavimento e scalza mi dirigo in cucina. Cazzo, ho fame. Nonostante tutto il cibo che ho ingerito ieri durante quella maledetta abbuffata ho fame. Tanta. Ma è mai possibile che più voglio dimagrire più abbia fame?! Chiudo gli occhi e respiro lentamente cercando di non agitarmi. Gironzolo avanti e indietro per la cucina, indecisa se mangiare o no qualcosa. Il mio sguardo si posa involontariamente sulla crostata che mamma ha cucinato ieri, quella buona con la marmellata alle ciliegie, la mia preferita. Sto per tagliarmene una fella quando getto nel lavandino il coltello e velocemente la metto in frigo, lontana dai miei occhi e afferro uno yogurt. Mi giro e rigiro il vasetto tra le mani cercando di ricordare se lo avessi comprato io o mamma. Sinceramente non mi ricordo così, rigiro il vasetto fino ad arrivare alla tabella nutrizionale. Non mi ricordo le calorie, meglio darci un'occhiata, Velocemente cerco la famosa tabella dei valori nutrizionali e in pochi secondi le trovo. Leggo frettolosamente la scritta. Ho fame.45 kcal per 100 g. Il vasetto è di 125 g quindi velocemente faccio i calcoli e dopo averne constatato le calorie, prendo un cucchiaino e lo mangio. Come al solito lo mangio giù velocemente, senza sentirne il sapore. Getto via il vasetto vuoto e accendo la tv mentre sistemo un po' la casa prima di andare a pranzo dal mio vecchietto. Inizio a pulire le stanze e a preparare il pranzo per mamma, così quando tornerà a casa dal lavoro non dovrà impazzire. Cattiva idea, cucinare mi fa venire fame. Non so come ma mi trovo a mangiare un pacchetto di cracker, stranamente riprendo il controllo e prima di avere la splendida idea di mangiarne un altro lo butto via per poi correre in camera mia per fare 25 minuti di cyclette con lo scopo di bruciare quelle fottute 140 kcal in più. Appena finisco di fare la cyclette guardo il cellulare e vedo che l'orologio segna le 11. Impreco. Com'è possibile che sia così tardi? Scendo di scatto dalla cyclette e mi preparo, passo davanti allo specchio e distolgo lo sguardo schifata per poi dirigermi da mio nonno. Dopo 15 minuti di camminata veloce arrivo a destinazione e dopo aver suonato il campanello chiudo gli occhi pregando di riuscire a controllarmi. Ce la posso fare. Queste quattro parole rimbombano nella mia testa interrottamente. Mi sforzo di sorridere ed entro. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- NOTE DELL'AUTRICE Spero che il capitolo vi sia piaciuto, datemi il vostro parere. Baciiii <3
  
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