Sapevo che sarebbe successo, che lui l’avrebbe trovata.
Perché doveva essere tutto così difficile, proprio non lo capivo.
Sentivo la presenza di Clove vicino a me ma sapevo che lei era vicino all’altro.
Perché da quando l’Ombra era comparsa sul nostro mondo tutti noi siamo stati costretti a dividerci.
Non mi piaceva neanche un po’ la situazione che era andata a crearsi.
Se lui avesse parlato? No, non era ancora il momento, non era quello il programma.
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Mio Dio quanto era bella.
<< come? Non mi riconosci?>>
Lei fece una faccia tra il confuso e il triste.
<< No, non ti ho mai visto.>>
Una fitta al petto. Terribile e fortissima.
No si ricordava di me, di NOI.
Ma io non avevo dimenticato nulla, come avrei potuto?
<< io sono Matt.>> gli dissi guardandola negli occhi.
Lei non ricordava, non avrebbe mai ricordato se l’avesse consegnata al Capo, com’era suo dovere.
Ero sempre stato un ragazzo rispettoso dei propri superiori e avevo sempre eseguito gli ordini. Ma ora come potevo consegnare al Capo la ragazza che aspettavo da più di 400 anni e che amavo più di se stesso?
Cos’avrebbe fatto l’altro?
Lui la cercava, lo sapevo.
Lui l’avrebbe protetta e salvata dal suo destino.
Lui l’avrebbe portata al sicuro tra i Creatori, i pochi rimasti ancora in vita.
Così presi la decisione più triste e terribile della mia esistenza.
<< Senti, ti riporto da Jake. Qui sei in pericolo.>>
Lei annuì e usciti dalla grotta la presi per mano e cominciammo a volare verso la Porta Della Luna.
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Erano entrambi bellissimi: lei, con i
capelli blu al vento e il vestito corto nero che le lasciava scoperte
le spalle
e le gambe lunghe e lui con dei pantaloni scuri e una camicia
bianchissima.
Era alto e con un fisico perfetto, i capelli
d’oro scompigliati e gli occhi azzurrissimi impauriti.
Erano stati alla festa della Luna quella
notte, come tutti gli anni, ma quella volta tutto era andato rotoli:
Lui era
tornato e aveva fatto ingresso al Palazzo di Cristallo con il suo
esercito.
Tutti loro erano stati presi di sorpresa.
Molti erano stati catturati, forse la
maggior parte ed uccisi a sangue freddo.
Il Castello ormai era distrutto, il grande
lampadario di cristallo era stato fatto cadere sul pavimento argentato
del
palazzo, che si era tinto di un rosso intenso, con i cadaveri dei
Creatori che
giacevano a terra in posizioni contorte, con il sangue che sgorgava
dalla bocca
e gli occhi spalancati.
Anche Matt quel giorno si era divertito a
vedere il terrore negli occhi e sulle espressioni di quegli angeli che
gli
avevano procurato tante sofferenze, la SUA Clove stava ballando con
l’altro.
Era bellissima ma non era per lui ma per
Jake.
Jake, era lui il problema, se solo non fosse
mai esistito.
O forse bastava ucciderlo.
Si era fatto spazio tra i Creatori uccidendo
chiunque incontrasse, arrivando alla porta di legno sbiancato dietro
alla quale
si erano nascosti.
Entrò dopo averla distrutta ma loro non
c’erano.
Corse alla finestra aperta e li vide,
tenersi per mano e correre all’orizzonte.
Li inseguì, per il Prato Bianco, in
mezzo
alla neve; per la Steppa degli Alberi morti, fino ad arrivare al Prato
dei
Salici Piangenti, dove lei cadde per terra, tra le felci.
Jake si fermò per aiutarla e Matt lo
attaccò
alle spalle. Un
fulmine colpì il biondo
che cadde a terra incosciente. Ma a Matt non bastava, lui voleva solo
riavere
Clove e per ottenere ciò doveva eliminare per sempre
l’altro.
Il corpo privo di sensi dell’amico
giaceva
accanto a lei e Clove non sapeva che fare. Non aveva più i
suoi poteri, non
sapeva ancora utilizzarli. Ma non poteva lasciare il suo migliore amico
lì, per
terra, davanti ad un pazzo assassino che li stava raggiungendo a grandi
passi.
Prese l’amico per le braccia e senza
farsi notare
lo trascinò fino a
un grande Salice
Piangente circondato da alte felci. Lo fece sdraiare e
strappò delle felci per
coprirlo.
Quando Matt arrivò la vide seduta
massaggiandosi la caviglia dolorante. Probabilmente aveva preso una
storta poco
prima di cadere.
Matt si bloccò di colpo: lei era
bellissima,
con i capelli scompigliati e il volto rosso per la corsa.
Ma lui non c’era.
Si guardò attorno.
<< Non lo ucciderai. Non te lo
permetterò.
>>
Clove si era alzata e gli parlava.
<< Chi me lo impedirà? Un
angelo senza
poteri come te?!>> gli disse in tono divertito lui.
<< Sarò anche senza poteri
ma lo
proteggerò come lui ha fatto con me. Anche a costo della
vita.>> gli
aveva risposto la ragazza.
<< No, non morirai per
lui.>> e
detto questo si avvicinò prendendola per la vita sottile.
Spalancò le ali scure, del colore della
notte e la portò via.
In fondo lui voleva lei, non perdere tempo
con Jake.
Volarono per un bel po’ e lei era
terrorizzata.
Aveva volato sempre e solo con Jake, stretta
nell’abbraccio caldo e forte dell’amico. Invece
Matt era freddo e lei non aveva
nessuna voglia di andare con lui, lo faceva solo per salvare Jake,
ancora steso
sotto le felci.
Matt volava sempre più in alto,
alzandosi
sempre più. Attraversò le nuvole e finalmente
arrivò alla sua meta: il Palazzo
del suo Capo.