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Autore: M4RT1    08/07/2013    4 recensioni
Avete mai immaginato una Nuova Generazione non perfetta? E una un po' sfigata? Una in cui non esiste un James che è l'erede di Fred, un Albus Serpeverde e una Rose perdutamente innamorata di Scorpius così, per opera e virtù dello spirito santo?
Una Generazione fatta da adolescenti normali che, a scuola, sono adorati e presi in giro in ugual misura? Che non sono campioni di Quidditch, che prendono Troll anche essendo Corvonero e che, nel bene e nel male, si vogliono bene e si aiutano?
Ecco qui la storia per voi :)
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Partiamo dal presupposto che, essendo io la primogenita di due dei tre salvatori del mondo magico, non potrei passare inosservata nemmeno se indossassi il Mantello di mio cugino James. A questo, aggiungiamo il fatto che da quest’anno sono Prefetto, per giunta a causa dell’espulsione del precedente Prefetto Corvonero, che è stato mandato via per aver provato a lanciare un Imperio contro un ragazzino del Terzo Anno. Aggiungiamo ancora che quel ragazzino era mio fratello Hugo. Ora capite perché, nonostante io indossi una normale divisa di Hogwarts, tenga la spilla un po’ nascosta e non abbia questa celestiale bellezza, tutti mi guardano?
Forse no, ma comunque è così. Mi guardano, vociferano, ridono. Non si comportano così nemmeno con i miei cugini, figli di zio Harry. Eppure loro sono ancora più esposti di me.

Scuoto la testa, facendo ondeggiare la treccia di capelli rosso-pel-di-carota che stamattina mi ha fatto mia madre. Avere i capelli rossi, a quanto ne so, è una prerogativa di chiunque porti il cognome Weasley. Averli crespi e pieni di doppie punte è una prerogativa mia – probabilmente è colpa di quella massa di fili aggrovigliati che mia madre ha in testa – e così mi tocca aggiustarli in qualche modo. In più sono convinta di avere gli occhi completamente gonfi e rossi per il vapore che aleggia sul binario. Occhi celeste chiaro, in genere, che tutti i miei cugini mi invidiano. Pelle chiara che necessita sempre della crema solare. Freddolosa, nervosa, buona, a volte troppo. Questa sono io.
Con aria un po’ imbarazzata, supero un gruppetto di Corvonero del secondo anno e trascino il baule fino al punto in cui, da sei anni a questa parte, mi vedo con mio cugino Albus. Lui, essendo il più sfigato della famiglia, mi capisce fin troppo bene quando dico che vorrei sprofondare.

Anche quest’anno lui è lì, appoggiato al muro di mattoni rossi e neri, e mi aspetta. Sotto un braccio ha la gabbia con quel suo strano topo, e mi sorride. Non è cambiato molto dall’ultima volta che ci siamo visti, anche perché è stata solo due giorni fa, eppure mi sembra più alto. Forse è la toga.

― Rosy! ― mi grida, facendo voltare verso di me quella metà di scuola che ancora non mi aveva notato. Già, non è un tipo molto sveglio.
― Al ― lo saluto, poggiando il baule e sedendomici sopra. Dobbiamo aspettare ancora un quarto d’ora, e in più quest’anno non ho il problema di trovare una carrozza.
― Bella spilla ― si complimenta mio cugino, fissandola. Ha una luce folle negli occhi, eppure non credo che nessuno sano di mente – e lui lo è, ne sono sicura – avrebbe pensato di essere candidato a diventare Prefetto, se fosse stato come lui.
― Non volevo diventare Prefetto ― gli dico, quasi per giustificarmi. Lui guarda in basso, poi sorride e scuote la testa.
― Non fa niente, ehi ― mormora, avvicinandosi.
Io e lui siamo molto legati fin da quando eravamo piccoli, ed è stato un trauma finire in due Case diverse. Soprattutto perché lui dorme nei Sotterranei e io su una torre.
― Io… davvero, quando mi è arrivata la lettera ho pensato a uno scherzo ― continuo, buttando fuori quello che a casa, dove tutti erano così fieri, non ho potuto dire. La verità è che io ho sempre odiato essere al centro dell’attenzione, e ancora di più dare ordini a qualcuno che ha tutto il diritto di ignorarmi. Non voglio passare il viaggio girando per le carrozze e riprendendo ragazzini che fanno esattamente quello che avrei fatto io se non avessi questa dannata spilla. Voglio restare nel mio scompartimento, con Albus, Lily e Roxanne, aspettando la signora del carrello e la mia migliore amica che viene a chiamarmi, costringendomi a sbirciare lo scompartimento dei Grifondoro in cerca di quel tipo che le piace.

― Dev’essere un po’ una seccatura, in effetti ― osserva Albus, infilandosi le mani in tasca e sospirando.
― Non immagini quanto.
Un fischio prolungato ci annuncia che l’Espresso è in partenza. Faccio correre lo sguardo fino ai miei: sono accanto alla zia Ginny, e salutano Lily. Devo andare anche io, eppure odio questo momento. Lo odio davvero, e non perché è il momento degli addii. O meglio, è proprio il fatto di dover salutare tutti – mamma, papà, zio Harry, zia Ginny, zio George, gli altri parenti – a seccarmi.

Comunque sia, so di doverlo fare, così mi avvicino alla mia famiglia e lascio che mia madre mi stringa per l’ultima volta, raccomandandomi di stare attenta a Hugo e di fare il bravo Prefetto.

Papà non si pronuncia, ma mi da una pacca sulla spalla e si dedica a incoraggiare Hugo, che ha deciso di sostenere i provini per entrare nel Club dei Duellanti, capeggiato da un mio compagno di Casa dell’ultimo anno.

― In carrozza!
 

N.d.A.: bhe, davvero non so che dire ç_ç Grazie a voi che recensite, ai cinque che hanno messo la storia tra le Preferite, i due che l'hanno inserita tra le Ricordate e i quindici tra le Seguite ^_^ E grazie anche a chi, semplicemente, legge :)
  
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