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Autore: Hana S    10/07/2013    2 recensioni
Raccontata in prima persona dai punti di vista di diversi personaggi, come scritti in un diario segreto che portano nel cuore. Ci troviamo in un universo alternativo a quello di OP, nel mondo scolastico dove si intrecciano le vite di vari persone. Ragazzi che scoprono l’amore e le delusioni, che affrontano la vita meglio che possono e tanti altri che fanno da contorno o interagiscono direttamente con la protagonista Melody (personaggio di mia invenzione), che vedrà la sua vita subire repentini e grandi cambiamenti in poco tempo. ALCUNI PERSONAGGI NON SONO ANCORA COMPARSI NELL'ANIME ITALIANO.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Jewelry Bonney, Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Slice of life'
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MELODY

È domenica! Mi sveglio pimpante, oggi siamo solo noi due, inizio a danzare dalla camera alla cucina e non mi accorgo che qualcuno mi osserva.

«Sei allegra questa mattina» papà mi guarda divertito, seduto al tavolo.

«Si esatto» li stampo un bacio sulla guancia, come ho sempre fatto e come sempre farò.

«Oggi dopo pranzo mi vedo con Kidd» vedo il suo viso rabbuiarsi «Dai papà, bisogna solo conoscerlo, certo, è un po’ ruvido e impulsivo, ma non è cattivo come tutti dicono»

«Sai benissimo che in certe questioni preferisco lasciarti decidere liberamente, ma promettimi che se succede qualcosa sarò il primo a saperlo, non voglio brutte sorprese»

«Insomma!» ora sono seriamente irritata «Smettetela tutti di avercela con lui! È il mio ragazzo …» papà si alza e viene ad abbracciarmi.

«Non avrei mai immaginato che la mia principessa un giorno avrebbe difeso con tutta se stessa un uomo» mi tiene stretta a se, alzo il viso per incontrare il suo sguardo e gli sorrido «Ma giurò. Kidd o non Kidd se qualcuno cancella quel sorriso dal tuo volto, lo disintegro parola di Satch» non posso non abbracciarlo, so che per me ci sarà sempre.

Dopo pranzo mi preparo, calze  autoreggenti grigie con tanto di pizzo; dolcevita nera; vestitino grigio con collo a barchetta e maniche trequarti a palloncino e stivali grigi con tacco. Decido di raccogliere i capelli in una bella coda, anche perché così posso mettere in mostra i miei orecchini, due pendenti a forma di fiocco di neve, regalo di Law.

Esco dalla camera e sento fischiare «Bellezza ti andrebbe di uscire con me?» guardo papà  e scuoto la testa  «Hai veramente intenzione di uscire così o è solo una prova, perché in questo caso è bocciata» sento una punta di gelosia in queste parole, forse era meglio non farsi vedere in minigonna da papà. Non trovo scuse e lui lo capisce dalla mia espressione, ridiamo tutti e due.

«Se ti mette le mai addosso lo uccido»

«Papà!»

«Ok, ok …» alza le braccia al cielo in segno di resa.

«Piuttosto, lavori anche questa notte?»

«Si! Credo andrò a riposare qualche ora prima del lavoro. Probabilmente sarò già in fabbrica quando ritornerai, non lo dai un bacio al tuo vecchio?» senza pensarci due volte gli salto in braccio, come facevo da bambina e gli stampo un bacio sulla guancia «Ammettilo, preferivi che io fossi Kidd, giusto?»

«Se così fosse?» eccolo che rifà lo stupido, facendo finta di piangere, lo abbraccio più forte «Chi si mette con me deve assolutamente sapere una cosa: nessuno riuscirà mai a occupare interamente il mio cuore, perché una parte apparterrà sempre al mio papà» non so quante ragazze di sedici anni si rivolgano così a loro padre, ma per me lui è tutta la mia famiglia, c’è sempre stato lui nei momenti difficili. Sento suonare il campanello e volo alla porta.

«Ciao papà»

«Ciao principessa»

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TRAFALGAR LAW

Mi sveglio tardi e scendo per mangiare qualcosa, credo di avere la faccia di uno zombi, visto come mi guardano i miei.

«Quando siete tornati?»

«Buon giorno anche a te, comunque siamo tornati questa mattina, visto che è domenica ho pensato di lasciarti dormire in pace, anche se dalla tua espressione credo sia  stato un sonno inquieto». Mio padre, semplicemente, accenna un saluto con il capo.

«La Francia è stupenda Law, la prossima volta dovresti venire anche tu in viaggio con noi»

So quanto lei ci tenga, ma non sopporto più i viaggi insieme ormai da parecchio tempo, piuttosto preferisco rimanere a casa «Ci penserò …»

Esco a fare un giro, si gela. Continuo a pensare a Melody e casualmente mi ritrovo nella sua via, davanti a casa sua vedo Kidd e poi lei che esce di casa, è stupenda, credo che parole per descriverla non esistano. Corre incontro al suo ragazzo e gli salta fra le braccia, si baciano. Giro i tacchi e me ne vado.

Entro nell’unico locale decente che c’è in questo schifo di paese, Apoo mi saluta non appena metto piede dentro.

«Hei Law! Tutto solo oggi? Di solito sei accompagnato da due belle ragazze» mi inquietano i suoi movimenti, ma almeno mi distraggono dai suoi discorsi. Mi siedo al solito tavolo nella penombra e osservo lo scorrere del tempo.

«Kidd, avevi detto che oggi saremmo stati insieme … solo noi due!»

«Dai cucciola, non fare così»

Circa mezz’ora dopo vedo Melody, Kidd e compagnia entrare; il modo in cui la stringe a se mi irrita. Si siedono dall’altra parte del locale; ridono e scherzano tutto il tempo; povera Melody, non sopporto che stia con quella gente. Si alza e va in bagno, la sua solita scusa quando vuole liberarsi da una situazione.

Poco dopo Kidd si alza e si avvicina al bancone e lo fisso attentamente. Parla con Apoo, regolamento di conti a quanto posso capire.

«Ora sono qui con la mia ragazza, sono un normale cliente, ma dopo la chiusura ti aspetto fuori, bastardo!»

«Io bastardo? Senti un po’ questo …» Apoo si sporge sul bancone «… tra i due sei tu il figlio di …» non fa in tempo a finire la frase che Kidd lo afferra per la maglietta, è meglio che non faccia cretinate.

«Eustass …» si gira verso di me con quel suo odioso mezzo sorriso.

«Sei anche tu qua? Che coincidenza, controlli che mi comporti bene con lei?» lo detesto.

«No, sono qui per caso, ma non fare cretinate, c’è anche Melody in questo locale, non metterla nei casini»

«Altrimenti che fai?» mi limito a fissare il bicchiere davanti a me, non vale la pena di attaccar briga con lui. Lo sento ridere di gusto, poi torna a sedersi, intanto ricompare Melody.

Non avevo notato come era vestita, le donano proprio quegli abiti e gli orecchini, ricordo ancora quando li comprai, alla gita scolastica dell’anno scorso.

«Belli!» Melody fissa quelli orecchini sulla bancarella «Li compro!» fermo il suo braccio prima che possa prendere il borsellino e porgo al negoziante i soldi.

«Law, ma non devi …» non posso non farlo amore mio.

«Sai che non si rifiutano i regali degli amici» il suo sorriso illumina quella noiosissima giornata al museo.

«Grazie» li indossa subito «Come mi stanno?»

«Su di te, anche uno straccio starebbe bene» Bonney per questa volta ha perfettamente ragione.

«Kidd che fai?» vengo riportato al presente, sento che Kidd toccherà il fondo da un momento all’altro. Tiene Melody per un braccio e dopo una breve occhiata nella mia direzione, la fa sedere sulle sue gambe. La stringe a se, nonostante lei sia imbarazzatissima.

«Capo vuoi che vi lasciamo soli?» iniziano tutti a ridere e questo mi irrita.

«Ti dispiace se rimangono, Melody?» la bacia sulle labbra, un po’ troppo appassionatamente per un locale pubblico e per me.

Mi alzo … la sua mano scorre lentamente sulle sue gambe … esco in tutta furia.

Cammino velocemente, corro via, con il cuore come infilzato da mille spine.

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JEWELRY BONNEY

Passeggiando in paese vedo lo uscire dal locale di Apoo.

«Hei Traffy!» probabilmente non mi ha sentito, ho mi ha volutamente ignorato. Qualche secondo dopo esce anche Melody è visibilmente irritata.

«Dai amore scusa, ci stavamo solo divertendo» Kidd deve averla combinata grossa questa volta, aveva cinque dita stampate sul volto.

«Continua pure a divertirti con i tuoi amici, ma senza di me, devo sbollire» mi avvicino saltellando e le metto le braccia al collo.

«Kidd, l’hai fatta irritare, gira al largo, quando si calma ritornerà vedrai»

«Allora conto su di te» Kidd fissa Melody, ma lei distoglie lo sguardo e si incammina nella stessa direzione di Law.

Procediamo per un po’ in silenzio.

«Quando fa così lo ucciderei!»

«Come? … » che finta ingenua che sono.

«Kidd! Quel cretino, passiamo pochissimo tempo da soli e quando siamo con i suoi amici mi usa per farli divertire … grrr!» a ringhiato veramente? Però, più che una feroce belva sembrava un tigrotto, che tenera.

«Sai come è il livello di quoziente intellettivo dei ragazzi, se poi parliamo di Kidd e i suoi amici …» vediamo come reagisce.

«Come scusa?» si volta verso di me con un’espressione irritata.

«Sono gli elementi peggiori della 5^C, la classe dei teppisti, cosa pretendi?»

«Bonney, Kidd rimane comunque il mio ragazzo, l’unica che può insultarlo sono io!» cucciola che carina quando si arrabbia. Cambia subito espressione e si intristisce, non posso non abbracciarla.

«Voleva solo fare lo scemo, sai come fanno i ragazzi in compagnia, vedrai che ti chiederà scusa» lo ha già fatto moltissime volte, una volta n più non cambia «Cosa fai adesso?»

«Torno a casa, forse è meglio, ciao a domani»

«Ciao tigrotto!»

«Questa è nuova, da quando sarei un tigrotto?»

«Da quando ringhi … Grrr!» si piega dal ridere vedendo la mia imitazione della tigre, sono contenta che sia felice, la mia migliore amica, come farei senza di lei?

Ritorno a casa, e chi mi trovo sull’uscio ad aspettare? Law che accarezza il cane.

«Ciao anima in pena»

«Sei da sola a casa?»

«Si vuoi entrare?» mi avvicino per guardarlo fisso negli occhi «Hai bisogno di riprenderti da qualche brutta esperienza?» lentamente porto le mie braccia intorno al suo collo.

«Apri e piantala di fare la scema!» quanto è sexy quando si arrabbia.

Siamo in camera mia, Law si è già tolto la maglietta, tiene fra le mani la foto che ho sul comodino. Lo abbraccio «Avevamo sette anni, già ti piaceva, volevi sempre stare con lei e odiavi che vi chiamassi ‘fidanzatini’» nasconde la foto nel cassetto e si libera dalla mia presa. Mi fa sdraiare a forza sul letto, siamo faccia a faccia, quello che segue è puro divertimento per me, ma vedo dai suoi occhi che sta male.

«Se ci fosse Melody al mio posto preferiresti, vero?»

«Ti aspetti forse il contrario?»

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EUSTASS KID

Melody non si è più fatta vedere così sono tornato a casa. Sdraiato sul letto fisso il soffitto, perché mi sento uno schifo? Eppure ho sempre fatto così con tutte le ragazze che ho frequentato.

Bussano alla porta «Kidd, posso entrare?» tanto anche se non volessi, Killer entrerebbe lo stesso.

«Se fai di testa tua perché ogni volta, tanto vale che entri e basta!»

«Adorabile come sempre» si siede alla scrivania «Hai una foto tua e di Melody. Da quando sei così coinvolto in questa relazione?»

Mi alzo e osservo la foto, che strano, sorridevo «L’abbiamo fatta dopo un mese che ci frequentavamo, non so perché mi son fatto fare una copia e l’ho messa lì»

«Ti stai rammollendo amico mio … sarà l’età» gli assesto un colpo alla testa, idiota!

«Programmi per questa sera capo?»

«No, ma di uscire non se ne parla, ora vattene!»

Mi devo essere addormentato, fuori è già buio, sono le 9:00. Esco a fare un giro la città è deserta e si gela. Arrivo a casa sua e suono il campanello. Poco dopo siamo faccia a faccia davanti alla porta.

«Melody …» cosa sto facendo? «Mi dispiace …»

«Lo hai fatto perché c’era Law, vero?» come diavolo fa a saperlo?

«Gli occhi ce li ho anche io …» due bellissimi occhi «… però credo volesse rimanere solo, almeno così ho capito dalla sua espressione … quante volte di devo ripetere che siamo solo amici io e lui? …» ora è arrabbiata « … quante volte devo supplicarti di lasciarlo in pace? Lui è come un fratello per me, è ovvio che si incavola se tu ti comporti così con me. Tutti i giorni ti difendo davanti a persone che ti vedono solo come un teppista, io voglio credere che in te ci siano anche del buono … l’ho capito da quella volta …»

«Cosa volete?» riconosco quella voce, è la ragazza della 1^A.

«Niente tesoro, solo divertirci un po’, sei stata scortese a dare un pugno al mio amico, ora devi scusarti …» sono in quattro e hanno accerchiato una ragazzina in un vicolo, devono essere alunni dell’altra scuola.

«Dicono che sono peggiori di noi …»

«Tu credi Killer?»

«L’unica cosa da fare è sfidarli»

«Allora andiamo!»

Scendiamo da muretto sul quale eravamo seduti e ci avviciniamo, quello che sembra essere il capo ha afferrato la ragazzina.

«E così i teppisti della Downtown High se la prendono con le ragazzette più piccole … »

«Eustass Kidd … ho sentito ancora parlare di te … finiamo con lei e poi veniamo da voi … avete ancora tempo per scappare» sono molto irritato. Gli strappo la ragazza dalle braccia e inizia la lotta.

Qualche minuto dopo sono tutti al tappeto «Come sospettavo, non valgono niente» guardo quelle ‘carcasse’ doloranti stese a terra.

«Tu sei Kidd della 4^C vero?» guardo quella ragazzina, l’avevo già notata, non se ne vedono di così carine tra le primine «Ti ringrazio»

«La prossima volta vedi di stare attenta … comunque … tutto apposto?» da dove mi è uscito tutto questo interessamento? Anche Killer mi guarda male.

«Si ti ringrazio»

«Hei Melody, finalmente ti ho trovata, muoviti aspettiamo solo te!»

«Arrivo Bonney! … Grazie ancora … Kidd» la sua dolce voce mi trasporta via, rimango immobile mentre la guardo allontanarsi, era una bella mattina di settembre.

Stiamo insieme ormai da sei mesi.

«… ma tu continui a comportarti come un emerito deficiente! Non posso allontanare Law da me, … e non voglio arrivare al punto di allontanare … te» il sangue mi si gela nelle vene, fisso Melody negli occhi, non voglio che mi lasci, perché non voglio? Vedo una lacrima scorrergli sulla guancia, ci abbracciamo.

Sento che lei mi appartiene, non sarà mai di nessun’altro. Ha scelto me, non mi devo preoccupare di Law.

  
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