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Autore: Geko93    23/01/2008    10 recensioni
"Il mio angelo è rosso. Rosso...come il sangue."
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cloud Strife, Tifa Lockheart, Vincent Valentine, Yuffie Kisaragi
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Le giornate erano ancora corte, reduci dal freddo inverno

Le giornate erano ancora corte, reduci dal freddo inverno. Quella mattina si svegliarono presto, il sole non era ancora sorto.

Entrambi erano seduti al tavolo, e consumavano la loro ultima colazione insieme, prima della partenza di Yuffie. Godo era stato chiaro: la ninja avrebbe dovuto lasciare Edge entro le 9.

Nessuno dei due parlava, entrambi rimanevano a testa china, in attesa che qualcuno dei due dicesse qualcosa. Quel qualcuno fu Vincent.

-Andremo all’aerodromo, lì c’è una piccola aeronave che l’Imperatore ha noleggiato apposta per te. Il viaggio durerà circa un paio di ore, non molto...- appoggiò pesantemente l’artiglio sul ripiano e con la mano destra afferrò la tazza. -Sarai scortata da due ninja della squadra di tuo padre.- concluse, sollevando il viso per scrutare l’espressione della Wutai, che si limitò ad annuire debolmente.

-...Sono delle brave persone, c’erano anche loro alla riunione.- disse nel magro tentativo di strapparle un sorriso.

Ma pretendeva troppo.

Yuffie rimaneva a fissare l’interno della sua tazza, con sguardo vacuo. Stava mescolando il caffélatte da almeno 10 minuti.

-Yuffie, mi stai ascoltando?-

La ragazza sollevò lentamente il capo, poggiando il cucchiaino sul piatto.

-Sì, Vincent, ti sto ascoltando.-

Bevve tutto di un sorso la colazione e si alzò bruscamente, sparecchiando il suo posto. Nel farlo, lasciò trasparire fin troppo la rabbia che le ribolliva nel sangue.

Non aveva senso. Tutta quella situazione non aveva senso.

Perché volevano farla tornare a Wutai? Per proteggerla?

Non sarebbe servito a niente. Se avesse voluto, Tsubasa sarebbe arrivato anche fin lì senza troppi problemi.

Inoltre la ninja dubitava seriamente di una sua ricomparsa. Certo, avevano affermato di averlo visto a Kalm, ma anche se per un qualsiasi assurdo motivo lui fosse riuscito ad uscire di prigione, perché si sarebbe dovuto interessare ancora a lei?

In realtà tutta questa storia aveva un secondo fine. Non poteva che essere così.

Dopotutto suo padre era Godo Kisaragi, l’uomo più testardo del mondo. Voleva avere la certezza di lasciare il suo impero ad un degno erede e il matrimonio era il vincolo necessario.

Che schifo. Tutta quella faccenda le faceva davvero schifo.

- E’ per il tuo bene.-

Yuffie si voltò di scatto verso l’uomo seduto sulla sedia, che la stava fissando.

- E’ per il bene dell’Impero, è diverso.-

Vincent la guardò dubbioso, senza capire.

-Vado di là a preparare le mie cose.-concluse in fretta, voltandogli le spalle.

Fece la valigia in fretta e furia, introducendoci tutto ciò che le capitò a mano. Se ne sarebbe andata senza fare troppe storie, sì. Dopotutto, per quanto si fosse ribellata nessuno le avrebbe dato ascolto.

Le tornò in mente sua madre tutto d’un tratto. Si chiese cosa avrebbe fatto al suo posto, o cosa le avrebbe detto in quel momento. Che strano, non aveva mai pensato a quanto sarebbero potute essere diverse le cose se fosse stata ancora in vita.

Scacciò quei pensieri prima che la tristezza prendesse il sopravvento – per quanto fosse possibile– e sollevò la valigia con un movimento rapido.

Fece un bel respiro ed uscì dalla camera, incrociando lo sguardo con quello di Vincent, che la stava aspettando.

 

L’aerodromo era praticamente deserto. Negli occhi di quelle poche persone presenti nella costruzione si poteva intravedere la stanchezza di un viaggio durato tutta la notte. L’unica a dover partire era lei e la cosa non la faceva star sicuramente meglio. Si sentiva dannatamente fuori posto.

Yuffie e Vincent incontrarono il pilota dell’aeronave proprio vicino alla pista da cui era prevista la partenza. Quando però questi fu sul punto di salutarli, il moro lo interruppe.

- Chi è lei? –

- Vince, ma che ti prende? – domandò Yuffie, con aria di rimprovero.

- Questo non è l’uomo che c’era alla riunione.- le spiegò, senza distogliere lo sguardo da quella figura piuttosto robusta e sorridente. – Voglio sapere dov’è il Signor Miyano -

-Non si preoccupi, purtroppo il mio collega è stato colto da un improvviso malessere e non è in grado di pilotare, perciò sono stato chiamato io a sostituirlo. –

L’uomo estrasse dalla tasca un piccolo libricino, da cui prese i documenti che porse a Vincent. Quest’ultimo li guardò attentamente, studiandone ogni particolare. Tutto in regola.

Fece un cenno di assenso all’uomo che, sorridendo, prese il bagaglio di Yuffie per caricarlo sull’aeronave.

- La partenza è prevista tra cinque minuti. La aspetto sul ponte, signorina Kisaragi.-

E con un inchino si dileguò.

La ninja sospirò rumorosamente, stiracchiandosi e sforzandosi con tutta sé stessa di non mostrare la rabbia mista a tristezza che le appesantiva il cuore.

- Bene, niente addii strappalacrime o robaccia simile, Vince. Ci si vede tra qualche anno, mh? –

O magari evitiamo di vederci che si fa prima.

- Salutami tanto gli altri e auguragli tutto il meglio da parte mia.- proseguì, senza neppure riprendere fiato. – Non dimenticarti inoltre di…-

Sollevò lo sguardo verso di lui.

- …scrivermi, intesi?- sorrise, congiungendosi le mani dietro la schiena.

Vincent annuì, allungando timidamente una mano verso la sua guancia, sfiorandola in un contatto leggero e delicato. Yuffie però si ritrasse all’improvviso, chinando la testa, i capelli scompigliati a coprirle il volto.

E l’uomo dal mantello scarlatto sussultò.

Rimasero zitti, in contemplazione di uno di quei silenzi pesanti e tanto odiati dalla ninja, la quale fece un profondo sospiro prima di tornare a parlare.

- Vieni con me.-

Un sussurro, talmente lieve da potersi confondere con il sibilo del vento. Eppure lui l’aveva udita, quella flebile richiesta, quasi non aspettasse altro.

- Ti prego, Vinnie, vieni con me.-

Sì.

- Non posso.-

- Perché no?-

- Perché io non appartengo alla tua terra.-

- Ma appartieni alla mia vita.-

Si avvicinò a lei, timoroso che si allontanasse di nuovo e l’abbracciò in uno slancio disperato. Perché lo sapeva, sapeva che faceva male, talmente male da lacerare il cuore; ma era per il suo bene e questo era ben più importante.

- Ti cederei la mia stanza e…e troveresti pronto da mangiare ogni volta che vorrai! Sono sicura che a papà non darebbe fastidio la tua presenza, anzi ne sarebbe…- continuò aumentando gradualmente il tono di voce, in cui spuntava appena un barlume di speranza. Ma l’uomo la interruppe.

- Yuffie- si scostò, sollevandole il viso poggiando l’indice sotto il mento e distendendo le labbra in un sorriso appena accennato. – Non insistere.-

La Wutai espirò, rassegnandosi a quella sconfitta. L’ennesima.

Istintivamente si diede della stupida, mentre lentamente volgeva il suo sguardo all’aeronave i cui motori si erano appena risvegliati con un rombo. Quella era stata una battaglia persa fin dall’inizio e ne era sempre stata consapevole. E allora perché opporvisi?

Si accorse che la distanza tra i loro volti era notevolmente diminuita solo quando tornò a guardare Vincent, ancora sorridente. Percepì la delicata carezza del suo respiro sfiorarle le labbra, mentre il cuore le martellava nel petto, incessamente.

Che diavolo…?

Serrò gli occhi, senza sapere bene cosa stesse per fare o ciò che stesse pensando. Non gli diede neppure importanza, si aggrappò solamente a quel piccolo e quasi ridicolo desiderio che aveva sempre tenuto celato in fondo al cuore, impaziente di poter essere esaudito. E Yuffie colse l’occasione al volo.

Si protese maggiormente verso di lui, con uno scatto repentino, irrazionale e incontenibile come il sentimento stesso.

Si era sempre chiesta quale fosse il sapore delle labbra di Vincent. Rimase stupefatta, quando ne captò la morbidezza accostata al freddo della sua pelle. Troppo bello per essere vero, eppure talmente reale da mozzare  il fiato.

Un bacio casto e dolce, testimone non più di tristezza e angoscia ma di pura e semplice gioia.

-Verrò a trovarti.- sussurrò appena, allontanandosi quel tanto che bastava per poterla guardare negli occhi.

- E’ una promessa?-

- E’ una promessa.-

La ninja sorrise, incapace ormai di pensare a cose negative.

- D’accordo - disse, con un tono di voce più squillante.- Ti aspetterò.-

Si voltò, saltellando verso il portellone dell’aeronave ormai aperto.

Quello non era più un addio, ma un arrivederci.

Perché Vincent Valentine manteneva sempre le promesse.

Salì velocemente sul velivolo, percependo un languore bruciante sciogliersi nel petto. Fu quando si sedette sul sedile vicino al finestrino, che una lacrima rotolò giù per la guancia ancora visibilmente arrossata.

 

 

Rimase in contemplazione dell’azzurro chiaro del cielo, dopo che l’aeronave si era allontanata sparendo totalmente dalla sua vista. Si chiese se era davvero la cosa giusta da fare, dopotutto si fidava cento volte di più delle proprie capacità di protezione piuttosto che di quelle delle guardie di Wutai.

Sospirò, voltandosi ed indirizzandosi verso l’uscita dell’aerodromo. Non c’era più motivo di restare lì.

Improvvisamente però, una figura piuttosto robusta con dei baffi arcuati lo urtò, finendo a terra.

Vincent la fissò irritato, ma gli si avvicinò non appena ebbe notato lo sguardo preoccupato che aveva dipinto in viso.

L’uomo indossava una tuta verde tipica degli inservienti ed era piuttosto affannato.

- N-nello sgabuzzino…- balbettò quest’ultimo, indicando una sala a qualche metro alle sue spalle.

Il pistolero continuò a guardarlo, senza capire.

- U-un uomo..è…è m-morto…-

Nell’udire quelle parole Vincent si precipitò nello stanzino, spalancando con un colpo secco dell’artiglio la porta.

Il suo sguardo vagò per un po’ nel buio della sala, ma ad un tratto si soffermò su una figura immobile a terra.

Vi si avvicinò, coprendosi il viso con il mantello tentando abituarsi al nauseante odore di sangue e si inginocchiò vicino alla figura umana, stagnante in una pozza del liquido scarlatto.

Scostò i capelli corvini per intravederne il volto e sobbalzò, nel riconoscere in quell’uomo il pilota che avrebbe dovuto accompagnare Yuffie a Wutai.

 

 

 

Ta-dan!!

Che bello, finalmente ho aggiornato!

Ringrazio tanto tutti coloro che commentano e che stanno ancora seguendo la fic. Ho notato (con molto piacere direi, dato che mi sono seriamente commossa) che avete continuato a recensire chiedendomi di postare un nuovo capitolo. Orbene, eccolo qui, ed è dedicato a voi!

Grazie mille davvero, non so come farei senza il vostro sostegno.

Siete la mia musa ispiratrice ç.ç(altro)

Grazie ancora!

 

Vostra,

                       Geko93 ^.^

 

Sono un po’ di fretta purtroppo – la versione di latino urla minacciosa il mio nome ._. – ma vorrei avvisare Rinny di non preoccuparsi se pensava che fosse finita, dopotutto non aggiornavo da un sacco^^”

La ringrazio e con lei anche Seppy93, ladyhellsing, *__ScOrPiOn__*, Yuffettinosa, devilmaycry, Valy_Chan (aggiorna l’amante, ti pregoooo ç___ç), Dastrea, la mia adorata Tifuzza, BloodberryJam, bohemienne girl, la carissima Keylovy *_*, Yuffie18, mewmina__91, sesshoyue, Nezu, Amelie_Elektra (*inchinissimo*) e, ovviamente, vinnie_pooh per il suo betaggio (e le battute sugli errori XD).

 

Ps.: purtroppo, lo stesso discorso dell’altra mia fic (“Il Sogno della Rosa”) vale pure per IWPY.

Mi dispiace, ma il pagellino era davvero un…orrore… T.T

 

  
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