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Autore: Choccolate_Powa    22/07/2013    0 recensioni
"Mamma! Un gufo!" da queste parole nasce la mia personale rivisitazione della storia (che non ci hanno mai raccontato) di Rodolphus Lestrange. E non solo della sua.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, Mangiamorte, Rabastan Lestrange, Rodolphus Lestrange, Sturgis Podmore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Di tutto il suo corpo rivestito di bende, la cosa che mi colpisce di più sono i suoi occhi, pieni di lacrime.
Non l'ho mai visto piangere, per nessun motivo.
Mi ha sempre ripetuto che piangere è una cosa da Mezzosangue, che è un segno di debolezza e che perciò non devo piangere e io l'ho ascoltato.
Per farlo felice, ho preso un calendario e ho cominciato a segnare i giorni dall'ultima volta che avevo pianto.
Sono due anni che non piango più per niente, anche quando vorrei farlo.
E adesso...i suoi occhi fanno difficoltà anche solo a restare aperti, figurarsi a trattenere quelle lacrime che odiano tanto.
Credo che me li ricorderò per sempre.
Mia madre si siede su una sedia, mentre io e Rab rimaniamo in piedi, tutti e tre composti e fermi.
Non possiamo lasciarci andare, certo che no.
L'unico segno che c'è qualcosa che non va sono le mani tremanti di mia madre.
Comincio a fissarle nella speranza che nessuno mi chieda di alzare lo sguardo.
Non ho nessuna intenzione di guardare mio padre mentre muore.
Tutto ciò che farò sarà guardarlo quando sarà già morto, perché ormai è palese che sta per morire.
Tenere lo sguardo basso mi aiuta a distrarmi per evitare di scoppiare a piangere qui davanti.
Con la coda dell'occhio noto che mio fratello, al contrario di me, lo sta guardando dritto negli occhi.
Vorrei chiedergli come fa ma questo non è il momento adatto per farlo.
Questo non è il momento adatto per chiedere niente.
Religioso silenzio, nessuna parola. Così dev'essere.
Un silenzio che opprime. Un silenzio che ti fa pensare di essere sordo.
E poi, questo silenzio viene interrotto:" Chi è stato?" chiede Rabastan.
Il suo tono arrabbiato mi spaventa.
Non l'ho mai sentito parlare così. Questo non è un tono normale per un bambino di dieci anni.
La risposta non arriva e così lui si arrabbia ancora di più: "Chiunque sia stato, allora, deve sapere che l'ultima cosa che vedrà su questa terra saranno i miei occhi e che l'ultima cosa che sentirà sarà la mia risata. Ed ora, devo andare in bagno. Addio, padre."
Se non avessi deciso di non alzare lo sguardo da terra ora lo fisserei stralunato.
Cosa è successo a mio fratello nel tragitto da casa a qui?
Sento i suoi passi allontanarsi. Posso percepire su di noi lo sguardo di tutte le persone nella sala.
Mi sento un debole codardo e così decido di fare qualcosa anch'io.
Alzo lo sguardo guardo mia madre e poi fisso mio padre dritto negli occhi, ignorando la fitta di dolore che mi attraversa.
"Padre " dico "Lui ti vendicherà e probabilmente si rovinerà la vita per farlo. Ma io, io non ho nessuna intenzione di spendere tutta la vita che ho da vivere nella vana ricerca di chi ti ha fatto questo. Io la mia vita la voglio vivere! Madre, prendi sul serio le nostre parole e vedrai che si riveleranno vere. Un ragazzino di dieci anni con un tono di voce così freddo ha già cominciato a rovinarsi. Cercherò di proteggerlo per quanto mi sarà possibile, ma ho la sensazione che non accetterà il mio aiuto. Ricordati delle mie parole oppure lo perderai. Padre, ti ho voluto bene ed anche tanto, ma a causa tua sono due anni che non piango, due anni che non esterno le mie emozioni. A causa tua sto diventando una statua di pietra.
Anche tu, quando sarai morto, se avrai ancora un cervello ricordati quello che ti ho detto: la tua morte non rovinerà la mia vita. Addio. Spero che il giorno che ti rivedrò i tuoi occhi avranno versato abbastanza lacrime."
Mi giro per non guardare le loro reazioni al mio duro discorso ed esco.
Dove sarà andato a cacciarsi Rabastan?




A.A.:Ce l'ho fatta! Sono riuscita a scrivere il secondo capitolo! So che non è molto lungo e non mi sembra neanche un granché, ma per ora mi escono un po' corti. Vi prometto che cercherò di allungarli man mano che vado avanti.
In più, ho deciso che ogni capitolo avrà il titolo di una canzone...ma non vi spiegherò perché l'ho scelta.
Dedico questo capitolo alle persone che piangono ed a quelle che non lo fanno.
Ringrazio le due persone che hanno recensito e le due che hanno messo la storia tra le seguite.
Se qualcuno sta leggendo queste note, che ne direbbe di lasciarmi una recensione?
Anche per dirmi che i miei capitoli sono più corti delle mie note.
Cercherò di postare un nuovo capitolo prima di partire per il mare.
Comunque, alla prossima!
  
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