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Autore: shesbroken    25/07/2013    1 recensioni
«Meriti di essere baciata sempre come se fosse la prima volta.» Disse più seriamente,
prima di trafiggermi con lo sguardo. Avrei sempre amato quegli occhi verdi. «Ma cosa più
importante, meriti che ogni giorno ci sia qualcuno al tuo fianco che ti ricordi quanto ti ama.»
Cap. 30
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I can be your hero baby.'
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CAPITOLO 30 (ULTIMO)
Be my baby, I'll look after you.



Il cuore mi martellava nel petto e mentre Harry appoggiava le mani sui miei fianchi, io incrociavo le braccia al suo collo, cercando di raggiungere la sua altezza. Era come se il tempo si fosse fermato. Nessuna preoccupazione, nessun pensiero, solo io e lui in quel momento magico. Ero diventata finalmente la signora Styles. «Ehi piccioncini vi aspettiamo fuori.» Mi urlò Chloe, aggrappata al braccio di Niall, nel bel mezzo nella navata, facendo ridere sia me che Harry. Ormai quasi tutti i nostri parenti erano già usciti per accoglierci nel migliore dei modi. Per un momento il ragazzo, però, abbassò lo sguardo verso i miei occhi, facendomi mozzare il fiato. Era così dannatamente bello, irresistibile, sexy. Così dannatamente mio. Le nostri mani si intrecciarono instintivamente. «Finalmente sei una Styles.» Disse Harry con un occhiolino, mentre io lo guardavo orgogliosa. Non avevo più nulla da temere. «Finalmente tu sei mio.» Dissi maliziosa, prima che Harry avvicinasse le sue labbra al mio orecchio. «Ripetimelo stasera.» Disse, facendomi arrossire senza volerlo. Era tutto così innocentemente perfetto. Nel giro di qualche secondo, iniziammo a sentire qualcuno urlare i nostri nomi fuori dalla Chiesa, così, dopo aver stretto la presa della sua mano sulla mia, io ed Harry percorremmo la navata, prima che tutti iniziassero a lanciarci addosso quintali di riso. Il ragazzo subito si nascose sotto il mio velo, mentre gli invitati più docili ci osservavano con le lacrime agli occhi. Compreso mio padre, che non appena incrociò il mio sguardo, alzò il pollice in segno di approvazione. Lui era fiero di me. «Guardate un po' qua.» Urlò Zayn all'improvviso, indicando la fine della scalinata col sorriso sulle labbra, mentre Dana cercava di respingere le lacrime. Era chiaro quanto fosse emozionata. Subito tutti smisero di darci addosso, e non appena il varco si aprì, osservammo la scritta fatta col riso. "V+H questo è solo l'inizio". Avevano proprio ragione questo era solo l'inizio di una meravigliosa, incredibile storia d'amore. Avevamo un futuro roseo davanti a noi. Per un momento i nostri sguardi si incrociarono, e prima che potessimo dire qualcosa, i ragazzi e le mie amiche si abbatterono su di noi, per un abbraccio di gruppo, mentre gli invitati raggiungevano le loro macchine per recarsi alla villa dove avevamo organizzato il ricevimento. «Fratello, ora non sei più un uomo libero.» Disse Louis sconsolato, prima che io lo fulminassi con lo sguardo, facendolo ridere. «Per la cronaca non lo è già da tempo.» Dissi abbracciando il mio uomo, mentre lui mi accarezzava dolcemente la schiena, come se stesse cercando di rassicurarmi. In quel momento non ne avevo decisamente bisogno, e mentre tutti mi facevano le loro congratulazioni, incrociai lo sguardo di mia madre, che continuava a tenere in braccio la mia bambina. La mia piccola Mia. «Scusatemi.» Dissi lasciando per un momento Harry e i ragazzi, per andare verso mia madre, che mi sorrise dolcemente. Sapevo che per lei sarei rimasta sempre la sua bambina. «Ecco la signora Styles.» Disse Lucas, ridendo, mentre io avevo occhi solo per Mia. Fu un sollievo quando la ebbi tra le mie braccia. Le sue manine toccarono le mia mentre la appoggiavo sul suo vestitino a dir poco delizioso. «Mi fai sembrare vecchia così.» Dissi a Lucas, prima di volgere uno sguardo verso William, che per la prima volta era senza parole. «Ora tocca al mio fratellino.» Dissi facendogli l'occhiolino, mentre lui cercava di mostrarsi duro. Non gli piaceva quando lo chiamavo fratellino. «Sono troppo giovane per queste smancerie.» Disse pavoneggiandosi, prima che io posassi lo sguardo su mio padre e mia madre. Erano così emozionati, quasi più di me. La loro piccola stava crescendo. «Sei una donna ormai.» Disse l'uomo, con l'accenno di un sorriso. Non volevo farlo piangere. Insomma, il nostro non era un addio. Ero sempre io. «Ehi niente lacrime, ok? Abbiamo una festa che ci aspetta.» Dissi mentre sentivo delle dita appoggiarsi sul mio fianco. Avrei riconosciuto quelle mani tra mille. «Non la rapirò promesso.» Disse Harry, facendo ridere mia madre, mentre mio padre si sforzava di accennare un sorriso. Era così dannatamente geloso. «E a propostio la nostra carrozza sta arrivando.» Disse facendomi voltare di scatto. Di che diavolo stava guardando? Mia madre sembrava sorpresa quanto me. Harry accennò una risata. «La reggia non è molto distante, arriveremo presto.» Disse mentre mia madre si portava la mano alla bocca. Le avevo sempre detto quanto avrei desiderato poter salire su una carrozza il giorno del mio matrimonio. «Tu sei matto.» Dissi senza parole, mentre i miei genitori ci avvisavano che avrebbero incominciato a recarsi al ricevimento. Davvero, non riuscivo a credere alle mie orecchie. «Insomma, non è solo per te. Anche la nostra Mia sembrava entusiasta quando gliel'ho detto.» Disse cercando di ironizzare, riuscendo a farmi ridere, prima che iniziassi a sentire il rumore degli zoccoli dei cavalli in lontananza. La carrozza avanzò verso di noi e quando ce la ritrovammo davanti, Harry mi aiutò a salire, dopo aver preso tra le sue braccia Mia. Quel ragazzo non era semplicemente un principe azzurro. Quel ragazzo era il mio eroe. «Siamo pronti.» Disse non appena si fu seduto accanto a me, mentre io lo fissavo incredula. Non poteva esistere qualcuno di così perfetto. Harry si voltò verso di me non appena si accorse del mio sguardo insistente. «Le mie principesse sono pronte al gran ballo.» Disse più a se stesso che a me, facendomi sorridere dolcemente, prima che posassi lo sguardo sul mio piccolo angelo. Eravamo decisamente pronti al meglio.
Tutti si stupirono non appena ci videro arrivare a bordo di quella principesca carrozza, e dopo aver salutato tutti gli invitati per bene, amici, parenti e colleghi di lavoro di Harry, ci recammo nella grande sala per il pranzo che sembrò non finire mai. Continuarono a servirci cibi su cibi e fummo più che felici non appena vedemmo arrivare il dessert. La sala che ci ospitava era stata allestita al meglio, e mentirei se decissi che non ero fiera di me stessa e del mio lavoro. «Ehi G, fai girare la voce che aspettiamo tutti sotto il gazebo.» Disse Harry a sua sorella, non appena ci passò davanti con un enorme sorriso sul volto. Era un momento così magico per tutti. Io lo guardai storta. «Non ho neanche finito il dessert.» Piagnucolai, mentre Harry si alzava porgendomi la mano, mentre un fotografo ci scattava qualche foto per il nostro album del matrimonio. «Oh andiamo dopo c'è anche la torta, voglio portarti in un posto.» Disse facendomi l'occhiolino. Quel ragazzo non vedeva l'ora di stare solo con me, glielo si leggeva in faccia. Alzai gli occhi al cielo non appena intrecciai la mia mano con la sua, mentre il ragazzo mostrava il suo miglior sorriso. «Sei un rompi palle.» Sussurrai, facendo ridere il ragazzo, mentre attraversavamo l'immenso parco. Dopo qualche minuto, Harry mi fece strada tra alcuni arberi, prima di trovarci di fronte a una piccola cascata. Era semplicemente da mozzare il fiato. «Volevo solo passare un po' di tempo con mia moglie.» Mi sussurrò all'orecchio, prima di accompagnarmi su una panchina in riva al laghetto. «Ce l'abbiamo fatta.» Dissi, mentre il ragazzo mi avvolgeva le spalle col suo braccio. Subito appoggiai il volto sulla sua spalla, facendolo sorridere. «Sai, in molti mi hanno sempre detto, "non sposarti, il matrimonio è la tomba dell'amore"» Disse tornando per un momento serio, mentre io ricordavo ancora le parole di mia madre. Fin da piccola mi aveva sempre detto che l'amore faceva schifo, che gli uomini erano solo una perdita di tempo, ed è incredibile come tutto fosse cambiato nel giro di qualche anno. «Ma io credo che se trovi la persona giusta, se accetti tutti i suoi pregi e i suoi difetti, niente può andare storto. E' tutta questione di amare incondizionatamente senza compromessi.» Aggiunse subito dopo, prima che la mia mano iniziasse a giocare con la sua, ancora appoggiata sulla mia spalla. Quel ragazzo sarebbe sempre riuscito a sorprendermi, a lasciarmi senza fiato. «Non riuscirei a sopportare l'idea di perderti un'altra volta.» Dissi, dando voce ai miei pensieri. Il ricordo delle lacrime che avevo versato per la storia tra lui e Caroline, la sua mano intrecciata a quella di Margaret, la litigata nel cuore della notte per colpa di Taylor, le mie bugie per cercare di allontanarlo, erano ancora delle ferite aperte. «Neanche la morte riuscirebbe a farmi allontanare da te Vic.» Mi sussurrò all'orecchio facendomi sorridere, prima di stamparci un dolce e vellutato bacio sulle labbra. Lui era mio.
Presto fummo costretti a raggiungere i nostri invitati, e sebbene fosse la giornata migliore della mia vita, volevo solo tornare a casa, baciare Harry e sentirlo mio. «Prima di iniziare, il lancio del bouquet signore e signori.» Urlò il cantante alle prime armi che avevamo pagato per cantare al nostro matrimonio. Non volevamo che qualcuno dei nostri invitati si perdesse il divertimento. Dopo aver accennato una risata, lasciai la mano di Harry per dirigermi sulla soglia della pista da ballo, mentre le ragazze si precipitavano al centro della sala. Dopo essermi girata, controllai che ci fossero tutte, prima che iniziassero il conto alla rovescia. Non appena fui pronta lanciai il mazzo. Non appena mi girai mi stupii di incrociare lo sguardo stupito quanto me di Gemma. «Congratulazioni.» Le urlai facendole un'inchino, mentre alcune sue amiche si avvicinavano per farle i loro complimenti. Non appena si fu ripresa, iniziò a sprizzare felicità da tutti i pori. Ero così contenta di vederla così gioiosa, finchè il cantante non interruppe quel momento magico. «Congratulazioni alla sorella dello sposo, ma ora, è arrivato un altro momento molto importante. Signore e signori, il lancio della giarrettiera.» Urlò il ragazzo. Mentre alzavo gli occhi al cielo, Harry mi si avvicinò con uno sguardo malizioso per accompagnarmi alla sedia messa al centro della sala. Aveva insistito così tanto per fare quella cosa che alla fine avevo ceduto. Dopo essermi seduta, il gruppo iniziò a suonare la canzone di stript is, mentre Harry si metteva in ginocchio per alzarmi la gonna dell'abito. Non potei fare a meno di ridere mentre sentivo fischi e risate provenire da tutte le parti. A ritmo di musica iniziò a sfilare la giarrettiera a morsi, mentre continuava a guardarmi con un pizzico di malizia. Era così dannatamente idiota. Non appena la ebbe tra le mani si alzò in modo trionfante, mentre io scrollando la testa, abbandonavo la pista per lasciar spazio ai ragazzi, che iniziarono a spintonarsi. «Uomini.» Disse semplicemente Chloe, alzando gli occhi al cielo, mentre raggiungevo lei e Dana. Dopo il fatidico conto alla rovescia, Harry lanciò la giarrettiera, che finì dritta tra le mani di Louis, che fino a qualche ora prima aveva preso in giro me ed Harry. Lo stupore nei suoi occhi era palese. «Eleanor ne sarà felicissima.» Dissi sorridendo al solo pensiero di un loro ipotetico matrimonio. Ero decisamente in vena di festeggiare. «Bene, le danze possono avere inizio. Invito la sposa e suo padre a salire sul palco.» Disse il cantante, mentre io imploravo il mio vecchio di salire sul palco. Me lo dovevo. Subito iniziammo a muoverci lentamente, facendo attenzione a non pestarci i piedi, mentre mio padre mi sorrideva affabile. Per lui sarei mista sempre la sua bambina. La sua piccola Vicky.
Dopo vari balli e il fatidico taglio della torta, ero decisamente a pezzi. Per tutto il giorno ero stata costretta a parlare con persone di cui neanche sapevo l'esistenza. Parenti di Harry, amici, colleghi, ma per fortuna le mie migliori amiche e la mia famiglia riuscirono a distrarmi di tanto in tanto. «Devi prometterci che verrete a trovarci a Parigi. La nostra casa sente la vostra mancanza.» Disse Phoebe, la compagna di mio padre, mentre sedute in un tavolo appartato scambiavamo qualche chiacchiere. Mia dormiva beata tra le mie braccia e Chris si divertiva insieme a William. «Appena ne avremo la possibilità verremo a disturbarvi. Adesso sarebbe un problema con Mia, penso sia ancora troppo piccola.» Dissi abbassando per un momento lo sguardo verso il mio angelo addormentato. Phoebe non potè fare a meno di sorridermi dolcemente. Infondo aveva visto crescere la mia pancia, mi aveva sempre trattato come una figlia durante quel periodo a Parigi. Era parte della famiglia, come del resto Evan e Chris. «Non dsiturbate. E come farete a proposito? So che Harry sarà ancora in tour a ottobre.» Disse facendomi irrigidire per un momento. Erano giorni ormai che ci stavo pensando. «Abbiamo deciso che mentre lui non c'è dormirò a casa di mia madre. E' una soluzione momentanea, poi vedremo cosa fare.» Dissi ricordandomi di tutti i nostri "addii". Era sempre così dure lasciarlo andare. Era dura avere un oceano che ci divideva. Phoebe notò il mio turbamento. «Il vostro amore è forte.» Disse semplicemente, facendomi sorridere. Ormai sapeva a memoria la storia con Harry, durante la mia permanenza a casa di mio padre avevo avuto modo di raccontarle tutto nei minimi dettagli. Ricordo ancora quando scoppiai a piangere tra le sue braccia. «Mi scusi, posso rubarle la sposa?» Disse una voce alle mie spalle, che mi fece sorridere senza neanche bisogno di voltarmi. Phoebe gli fece un occhiolino in segno di approvazione, così, dopo essermi alzata, fui rapita da mio marito, che mi accompagnò a salutare il resto dei ragazzi. Ormai la maggior parte degli invitati se ne stava andando. «Volete farmi piangere per caso?» Piagniucolo Niall, prendendoci in giro, mentre ci avvicinevamo a loro, mano nella mano. Mi ero sempre chiesta se avremmo continuato ad essere tutti così. Irrimediabilmente idioti. «Siete così belli.» Disse Zayn, prima che Dana lo fulminasse con lo sguardo, facendo ridere sia me che Chloe. «E' stata una lunga giornata, credo che gli sposi abbiano voglia di rimanere un po' soli.» Disse Liam, riuscendo a leggermi nel pensiero, mentre teneva tra le sue braccia Danielle. Se non fosse stato per lui, per i suoi consigli, probabilmente io ed Harry non saremmo stati lì in quel momento. Non ci sarebbe stato nessun matrimonio, nessun futuro insieme. «Questo è solo l'inizio ragazzi.» Disse infine Louis, mostrando il suo migliore sorriso, mentre Harry mi stringeva a se. Aveva ragione. Quella era solo l'inizio.
Finalmente eravamo liberi. Poco prima di abbandonare il castello, salutai mia figlia e la mia famiglia, assicurando a mia madre che saremmo passati a riprenderla non appena saremmo tornati dalla nostra luna di miele. Lei e Lucas avevano insistito a tenerla, nonostante io ed Harry volessimo portare la bambina con noi. Non volevamo trattarla come un pacco. Infondo era nostra figlia. «Sei pronta?» Mi chiese Harry con un sorriso timido, non appena parcheggio davanti a casa. La nostra casa. Non potei fare a meno di sorridere. Non appena il ragazzo aprì la portiera, strinsi dolcemente la sua mano, prima di recarmi insieme a lui alla porta d'ingresso. Dopo aver aperto mi lanciò uno sguardo complice, sapevo quello che voleva fare, così, dopo avermi di preso, mi strinsi a lui, sorridendogli dolcemente. «Come una principessa.» Mi sussurrò all'orecchio, prima di lasciarmi scendere. I suoi occhi verdi erano accessi di desiderio, le mani intrecciate alle mie incominciarono a tremare e prima che potesse aggiungere altro, presi parola. «Ti aspetto in camera Mr. Styles.» Dissi prima di lasciare le sue mani, lasciandolo senza parole mentre salivo le scale con nonchalance. Era la nostra notte, doveva essere tutto perfetto. Non appena fui certa di aver chiuso la stanza a chiave, mi levai il vestito per poter indossare solo la mia sottoveste, quella preferita da Harry. Accesi candele qua e la per creare l'atmosfera e infine accesi l'incenso alla vaniglia che piaceva tanto al ragazzo. Ero finalmente pronta a coccolare mio marito come si deve. Dopo aver aperto la porta, mi lasciai cadere sul letto, mentre Harry entrava nella stanza, col più bel sorriso che avessi mai visto. «Hai dato il meglio di te.» Disse avvicinandosi lentamente al letto prima di sedersi accanto a me. Mentre le sue mani toccavano come per la prima volta la mia pelle, io accarezzai per un momento la sua guancia, osservando con attenzione i suoi occhi verdi. Non potei fare a meno di sorridere. Un uragano di emozioni stava nascendo nello stomaco. «Tu meriti questo ed altro.» Dissi semplicemente, avvicinando il mio volto al suo, prima di posare le mie labbra su quelle del ragazzo, che lentamente mi aiutò a stendermi sotto di lui. Le mani nel frattempo continuarono ad accarezzarmi la pelle, mentre le mie si infilavano tra i suoi capelli, con l'intento di avvicinarlo ulteriormente a me. Lo sentivo mio, come non mai. «Potrei dire lo stesso Mrs. Styles.» Sussurrò all'orecchio prima di iniziare a lasciare dolci baci sul mio collo, mentre io mi lasciavo trasportare da quella magnifica sensazione. Non c'era niente di sbagliato, era tutto perfetto. «Meriti il vero amore.» Disse baciandomi delicatamente i seni, prima di togliermi con molta calma la sottoveste. Subito dopo lo aiutai a togliersi giacca e cravatta, mentre lui mi osservava dolcemente. «Meriti che qualcuno ti faccia sentire una vera donna.» Disse accarezzandomi il volto, abbassando per un momento lo sguardo sulle mie labbra. «Meriti di essere baciata sempre come se fosse la prima volta.» Disse più seriamente, prima di trafiggermi con lo sguardo. Avrei sempre amato quegli occhi verdi. «Ma cosa più importante, meriti che ogni giorno ci sia qualcuno al tuo fianco che ti ricordi quanto ti ama.» Disse, mentre io accarezzandogli dolcemente il volto, lo attiravo a me. Lui era mio, io ero sua. Non avevamo nulla di cui preoccuparci. Quello era solo l'inizio di una magnifica storia d'amore. Un amore che supera qualsiasi distanza o problema gli si porga davanti. Io ed Harry eravamo anime gemelle. «Per il momento viviamo giorno per giorno. Io ti amo, tu mi ami, è questo che conta.» Sussurrai, prima di riprendere da dove avevamo interrotto. In quel momento come ci si sentiva ad essere una vera donna. Una donna amata.

Passarono i giorni, i mesi, gli anni, ma il nostro amore non smetteva di farci emozionare e vivere esperienze che mai in vita mai avrei immaginato di affrontare. E poi c'era Mia. Con lei passammo decisamente i nostri momenti migliori. Per qualche anno girammo il mondo tutti e tre insieme, come una vera e propria famiglia, ma quando arrivò il momento di concentrarsi sullo studio, mettemmo da parte le valige e insieme cercammo di farci forza. Volevo che mia figlia diventasse una donna forte, indipendente, ma sapevo che non potevo impedirle di sentire la mancanza di suo padre durante i suoi lunghi periodi di assenza. Cercai di essere un buon modello per lei di insegnarle i veri valori nella vita: rispetto, solidarietà e amore. «Mamma manca molto?» Disse Mia, risvegliandomi dai miei pensieri, mentre seduta sul sedile posteriori giocava animatamente con Ruth, il cane che Harry aveva deciso di regalarle per il suo sesto compleanno. Quei due ormai avevano formato una vera e propria alleanza. «Sei troppo impaziente. Mi ricordi qualcuno.» Disse Harry, con un sorriso accennato, mentre continuava a guardare dritto sulla strada. Il solito burlone. «Siamo quasi arrivati.» Dissi fulminando con lo sguardo il ragazzo, facendo ridere fragorosamente Mia, che smise per un momento di giocare con Ruth. Sembrava più grande per la sua età, nonostante avesse solo dieci anni. «Ho fame.» Si lamentò la bambina, facendomi sorridere dolcemente. Mia era un pozzo senza fine. «Eccoci.» Urlai emozionata, facendo spaventare persino Harry, che mi guardò accigliato. Mia su unì alla mia felicità, appoggiando il suo volto sulla mia spalla, mentre osservava il paesaggio fuori dal finestrino. Il lago dove era scoccata la magia. Dove io e la superstar ci eravamo scambiati il nostro primo bacio. Era da tempo che non ci tornavamo. «Io e Ruth siamo pronti alle foto.» Urlò la bambina prima di scendere dall'alto, per poi iniziare a correre insieme al golden retriver che iniziò anche lui ad abbaiare. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo. Dopo essermi sistemata il vestito a fiori che ero solita indossare nei giorni di festa, incrociai la braccia, cercando di rivivere quel momento nella mia memoria, mentre Harry mi abbracciava alle spalle. «Ce ne è voluto di tempo, eh?» Disse Harry, probabilmente alludendo al fatto che non ero subita caduta ai suoi piedi come il resto delle ragazze. Sorrisi soddisfatta. «Avevi bisogno che qualcuno ti facesse capire che non eri il centro del mondo.» Dissi prendendolo in giro, prima che il ragazzo mi attirasse ancora di più a se. Per un momento ci soffermammo ad osservare Mia. I capelli ricci e mori erano decisamente un mix perfetto tra noi due, come del resto anche gli occhi grandi e verdi che al sole avevano qualche riflesso color nocciola che ricordavano i miei. La pelle bianca come una bambola di porcellana era decisamente frutto della mia eredità, mentre le labbra, beh quelle erano decisamente uguali a quelle del padre. Non c'era niente di imperfetto in lei. Il suo sorriso, la sua risata, era tutto decisamente troppo magico. «Vorrei tanto poter restare con voi per il resto dei miei giorni.» Mi sussurrò all'orecchio Harry, mentre sentivo la barba incolta pungermi il collo. Adoravo quella sensazione. Essere tra le sue braccia, sentirmi amata. «Stiamo vivendo i momenti migliori insieme, non ti devi preoccupare.» Dissi voltando leggermente il volto, per riuscire a stampargli un casto bacio sulle labbra, mentre Mia ci correva incontro insieme a Ruth. «Anche io voglio un'abbraccio.» Urlò la bambina, prima che Harry gli corresse incontro a sua volta, per poi sollevarla di peso e farla girare. Era così bello vedere tutta quella felicità nei loro occhi, quel senso di pace con il mondo. Certo le litigate si sa, non mancano di certo, ma io so che Harry mi appartiene, che ama solo me e nostra figlia, non ho nulla di cui preoccuparmi. «Io direi che è ora di mangiare.» Urlai a mia volta, mentre Mia mi correva incontro per poi prendermi per mano. Il mio piccolo angelo mi avrebbe sempre resa fiera di lei. «Sono d'accordo.» Disse convinta, facendo ridere sia me che Harry, che per un momento ci scambiammo uno sguardo complice. Non serivavano parole per descrivere quanto ci amavamo. Niente e nessuno, avrebbe potuto cambiare i nostri sentimenti.

   
 
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