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Autore: Utrem    27/07/2013    5 recensioni
"Il Signore Oscuro ti cerca... ti vuole... lui ha bisogno di te... è disposto a rapirti e a catturarti con qualunque mezzo... il mio ruolo è quello di... "
Piton esitò a terminare la frase. Non solo: tutto il suo corpo sembrò essersi bloccato, in attesa della frase chiave in grado di sbloccarlo e sbrogliare il bandolo della matassa riguardo a parecchie questioni.
Harry si pentì della sua precedente distrazione e deglutì sonoramente, detenendo probabilmente il record di miglior sudorazione nel minor tempo.
" Impedirlo " concluse dunque dopo aver ripreso fiato.
Harry rimase di stucco.
"C'è... un motivo " riprese Piton dopo un po' " Un motivo che va al di là della mia fedeltà al nostro beneamato Preside e della pietà che posso provare nei confronti di un famosissimo ragazzo che è in costante pericolo di morte ".
Harry ci capiva sempre meno. Sapeva che Piton voleva dirgli qualcosa e che non era un qualcosa che gli sarebbe piaciuto dire, ma non riusciva proprio a capire di cosa si potesse trattare.
"Io sono..." breve pausa e sospiro " ...tuo padre ".
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Ho scritto questa storia ben due anni or sono (omg!). Spero vi piaccia :)
Genere: Avventura, Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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IL PADRE DI HARRY
 

 

Terzo capitolo – Uno spiacevole incidente.

 






Harry, con gli occhi che fissavano ancora il pavimento, rientrò nella Sala Comune di Grifondoro, dove sia Ron sia Hermione lo stavano aspettando con infinita impazienza.
"Harry! Si può sapere cosa vi siete detti in tutto questo tempo?" esclamò Ron, abbandonando il confortevole posto vicino al focolare per andargli incontro.
"Harry, che ti ha detto?" rincarò Hermione, che pareva scoppiare letteralmente di curiosità e preoccupazione, come Ron d'altronde.
Harry sentì ritornare il mal di testa. Lo stomaco gli si aggrovigliò di nuovo. Ricordava perfettamente le parole di Piton: 'Guai a te se soltanto provi a dirlo ai tuoi AMICHETTI '. Che cosa doveva fare? Raccontare tutto? O tenere la bocca chiusa sulla faccenda e mentire spudoratamente? Il tempo a sua disposizione per decidere stava per scadere. Sospirò e parlò.
"Mi ha detto che sono in punizione e che dalla prossima sera in poi andrò da lui a riceverla".
Sia il mal di testa sia il mal di stomaco si alleviarono. Era un'autentica genialata. Così aveva preso due piccioni con una fava e non avrebbe nemmeno dovuto sentirsi in dovere di raccontare loro perché da quel momento in poi sarebbe andato da Piton la sera. Allo stesso tempo però il rimorso per non aver detto loro la verità pesava dentro di lui.
"E perché sei in punizione?" continuò Ron amareggiato.
"Non me lo ha voluto dire. Sapete com'è fatto" rispose prontamente Harry, sorprendendosi della sua abilità nel raccontare bugie convincenti.
"Harry, dovresti stare attento" cominciò visibilmente preoccupata Hermione "Piton non è un tipo raccomandabile. Potrebbe riferire cose su di te a dei terzi in contatto con Tu-Sai-Chi e...".
"Non lo farà" la interruppe Harry "So che non lo farà. Prova soltanto il solito sadico piacere  di punirmi. Tutto qui."
"Ne sei sicuro, Harry? Da quando in qua ti fidi di Piton?" si insospettì Ron.
"Ascoltate: Silente si è sempre fidato di lui e lui gli è sempre stato fedele, e il primo anno ha impedito che mi fracassassi tutte le ossa cascando giù dalla scopa. Io non so perché ho sempre l'impressione che lui mi odi e mi protegga allo stesso tempo, ma sono convinto che non sarebbe in grado di consegnarmi a Voldemort (Ron e Hermione furono percossi da un brivido nell'udire la parola), non so perché ma so che non lo farebbe! E adesso scusatemi ma sono davvero troppo stanco".
Detto questo, imboccò la scala per giungere al dormitorio maschile ed abbandonarsi sul suo letto.
Non si era interessato alla reazione di Ron e Hermione, perché la conosceva già e non aveva voglia di stressarsi ulteriormente. Semplicemente voleva dormire e dimenticarsi di tutto. Tuttavia riuscì soltanto ad assopirsi. Il trauma subito lo percuoteva ancora. Lui... figlio di Piton... si rese presto conto che non sarebbe riuscito a nascondere una cosa simile ai suoi due migliori amici. Non voleva però che subissero lo stesso shock...
'In fondo però,' rifletté,'è come se glielo avessi un po‘ detto... cioè, non gliel'ho detto, però ho detto di avere fiducia in Piton. Non avrei mai detto una cosa simile se non avessi saputo che io... lui...'
Il sonno lo prese. 

#

 

Harry si svegliò prima del solito. Sentì Ron grugnire ancora nel sonno. Anche Dean e Seamus non davano l'impressione di volersi alzare di lì a poco. L'unico sveglio oltre a lui era Neville. Stava guardando affettuosamente il suo esemplare di Mimbulus mimbletonia  appoggiato sul suo comodino. Harry sospirò e, colto da uno strano impeto, afferrò la foto che ritraeva i suoi genitori.
Gli sorridevano felici. Entrambi indossavano la divisa di Hogwarts. Gli occhi verdi di Lily si completavano con la sua svolazzante chioma di capelli rossi. Fu guardando il suo "teoricamente" padre che sentì nuovamente lo stomaco aggrovigliarsi. Era identico a lui. Stessi capelli corvini, stessi occhiali, stessa espressione, stessa corporatura minuta. Harry corrugò la fronte. Lui era il suo vero padre. Portava il suo cognome. Si chiamava Harry Potter, non Harry Piton. Il fatto che potesse essere figlio di Severus Piton, il suo odiato professore di Pozioni, era una vera e propria barzelletta. Una follia. Una cosa impossibile, illogica, impensabile, ma vera...
"Harry!"
Era la voce di Neville. Harry si girò in direzione del suo letto. Neville era seduto sulla sua branda, con indosso uno sgargiante pigiama giallo a orsetti bianchi, spettinato come al solito e con i grandi incisivi che sporgevano.
"Ho sentito te e Piton parlare ieri... dopo la lezione".
Harry ebbe l'impressione che un pugnale gli stesse trapassando la pancia. Non era possibile. Neville non poteva avere sentito Piton dire a Harry...
"Parlavate così... piano" continuò Neville "Q-qualcosa non andava?"
Harry tirò segretamente un sospiro di sollievo. Si sentiva davvero meglio nel sapere che Neville non aveva la minima idea di quello che Piton gli avesse detto...
"No, niente di speciale, davvero" Harry si sentiva un po' strano nel mentire una seconda volta. "Mi ha punito. Non so il perché. Lui ce l'ha sempre avuta con me".
"Be', io cosa dovrei dire, allora?"  brontolò Neville.
"Almeno non ti toglie punti in continuazione" replicò Harry deciso "Sono sicuro che se migliorassi in Pozioni non ti tratterebbe così".
"Ma io… io non sono affatto bravo, non ci capisco niente! Le uniche pozioni che mi piacciono sono quelle che prevedono l'uso di erbe, piante e-"
"Allora perché non ne prepari una e gliela mostri oggi, a lezione? Sono sicuro che gli farebbe piacere"
"N-ne sei così sicuro?"
"Sicurissimo"
"Be', a dire il vero ci sarebbe una pozione completamente vegetale che conosco... mi piace! P-potrei provarci" disse Neville, sorridendo felice.
"Fantastico" commentò Harry cercando di imitare il suo ritrovato entusiasmo.
"Grazie Harry... è una pozione interessante che ho imparato ad Erbologia. Seguirò  tutte le indicazioni senza sbagliare e farò un figurone!" esclamò Neville eccitato.
Harry era sorpreso da come, incoraggiandolo, fosse riuscito a renderlo così sicuro. Sapere d'essere figlio di Piton lo aveva forse reso più fiducioso nei confronti di Piton stesso? Non si illudeva mica di poterlo influenzare? Piton era sempre stato odioso nei confronti di Neville, fargli cambiare atteggiamento era facile come voler cavalcare un ippogrifo dopo avergli dato del 'pollo'. La sua reazione rimaneva comunque imprevedibile. L'unica cosa di cui era certo Harry era che non voleva guastare la contentezza di Neville in quel momento.



Era giunta l'ora di andare a lezione. Harry, che era già sveglio da un pezzo, dopo la conversazione con Neville si era fermato ad accarezzare Edvige, che era appena tornata con un ratto morto nel becco. Dopodiché aveva guardato ancora, anche se irritato, la foto che ritraeva insieme i suoi 'genitori'. Infine, resosi conto dell'ora, si era precipitato giù dalle scale per arrivare in tempo a lezione. Inevitabilmente però, la sua strada fu bloccata da Ron e Hermione, che chiaramente non erano rimasti soddisfatti dallo sconclusionato discorso della sera prima.
La prima a parlare fu Hermione...
"Harry, sappiamo che tu ci stai nascondendo qualcosa. Prima non ti fidavi di Piton... che cosa ti ha detto?" lo interrogò con voce ferma.
"Nulla! Ve l'ho detto! Ha in mente una punizione! Punirmi, ecco cosa vuole fare!" sbottò Harry irritato.
"Se ne sei così sicuro, perché sei così teso?" insistette Hermione.
"Io non sono teso!!!" obiettò Harry, che in realtà stava diventando sempre più nervoso.
"Ascolta, io e Ron sappiamo perfettamente che Piton ti ha detto qualcosa di strano… non si comportava in modo normale, a lezione... insomma, spiegaci che è successo, Harry!"
"Non posso!" esclamò Harry in risposta. Si pentì subito di ciò che aveva detto. Se c'erano delle persone alle quali non aveva mai nascosto un segreto erano Ron e Hermione. Comprese lo sgomento e la delusione che immediatamente si dipinsero sulle loro facce. Fino a quel momento niente era stato talmente privato da non poter essere raccontato ai suoi migliori amici.'Questo però è un caso eccezionale' rifletté Harry 'Se lo vengono a sapere, Piton prima o poi lo scoprirà e andrà su tutte le furie'.
Si aspettava una valanga di domande da parte di entrambi, invece...
"Va bene, Harry" si ritrasse Hermione "È comprensibile il fatto che tu non possa riferirci una cosa così segreta. Tienila pure per te. Non preoccuparti".
"Giusto" intervenne Ron "Giustissimo. Noi non vogliamo immischiarci, vero Hermione?"
"No, no!" rispose automaticamente Hermione " Non preoccuparti. È tutto ok. Va bene. Ci vediamo a lezione."
"Ci vediamo, Harry"
Così Ron e Hermione si congedarono e andarono via frettolosamente. Gli altri Grifondoro li seguirono. Harry si sentiva schifosamente sleale. Avrebbe tanto voluto trasformare Piton in un Vermicolo. Anche lui uscì dalla Sala Comune, con un diavolo per capello, per dirigersi verso l'aula dove lo aspettava la McGranitt.

 #
 

A fine giornata Harry continuava ad essere decisamente di pessimo umore. Ron ed Hermione non gli avevano rivolto quasi la parola, confabulando ogni tanto qualcosa tra di loro. Dovevano aver contagiato anche gli altri, perché quel giorno, nonostante Harry si sentisse più osservato del solito, nessuno lo cercò per dirgli qualcosa, nemmeno i professori. Si sentiva solo come non era mai stato. Hagrid non era in casa e Sirius non aveva ancora risposto alla sua lettera... ma l'evento che fece definitivamente crollare il suo umore fu sicuramente la lezione di Pozioni.
Piton era quello di sempre: alto, magro, tunica nera, capelli neri ed untuosi che gli ricadevano sulle spalle, cipiglio severo. Per Harry però lui era diventato un altro... teoricamente  era rimasto lo stesso, ma il saperlo suo padre lo aveva, forse, spinto a crederlo più umano? Nemmeno lui lo sapeva. In fondo aveva incoraggiato Neville perché si era sentito, nel profondo, più fiducioso nei confronti di Piton...'Che cosa stupida' borbottò tra sé e sé, mentre Ron e Hermione continuavano a farsi i fatti loro senza (all'apparenza, almeno) considerarlo e Piton raggiungeva con passo marziale il centro dell'aula.
'In fondo però Neville potrebbe non avermi preso sul serio! Lui teme Piton e...' Il suo pensiero si interruppe bruscamente quando vide Neville, il cui sorriso era talmente radioso da funzionare come un eccellente Incantesimo Rallegrante per chiunque lo guardasse, che impugnava un piccolo pentolone contenente una discreta dose di densa melma verde.
"Oh, no...Neville!!!" Harry lo chiamò con un disperato sussurro, cercando di evitare che la delusione imminente travolgesse Neville rovinandogli l'umore.
"È tutto ok, Harry! L'ho preparata dopo pranzo! Adesso gliela mostro!" sussurrò Neville in risposta,  ancora euforico.
"NEVILLE, NO! NEVILLE..."
Ma era troppo tardi... Neville si era già irrimediabilmente avvicinato a Piton con il pentolone in mano, sfoggiando un sorrisetto stentato e nervoso...
"Professore, mi scusi... dati i miei pessimi voti,  ho pensato di preparare una pozione... è  esclusivamente vegetale... serve a curare certe influenze... le volevo chiedere se poteva... darle un'occhiata, ecco" disse Neville, balbettando in quantità molto inferiore rispetto ai suoi standards a causa della sicurezza accumulata grazie a Harry.
"Pozione Vaccinogena" mormorò Piton muovendo appena le labbra "Sì, la conosco...".
L'aria puzzava orribilmente di tensione e paura. Non era possibile dire se fosse più teso Harry o Neville; l'unica cosa certa era che entrambi quasi non riuscivano a respirare in attesa del fatale commento di Piton...
"Ma ad essere sinceri questa melma verdastra non mi dice nulla" disse semplicemente Piton, dopo aver esitato per un lasso di tempo che a Harry e a Neville era parso infinito "Per ottenere questo risultato devi aver sbagliato come minimo tutte le consegne. Dato che a questo punto dubito sinceramente tu sia in grado di leggere, ti chiedo, gentilmente, se ti sei degnato almeno di guardare la figura, che immagino illustrasse chiaramente un liquido fluido, dorato e privo di grumi".
Harry deglutì. Era come se qualcuno gli avesse gettato più secchiate d'acqua fredda sulla testa, una dopo l'altra: ogni secchiata allegorica equivaleva ad una lacrima che scendeva rapida sulla guancia di Neville.
"N-non ci sono i-illustrazioni nel libro, p-professore" Il mormorio di Neville, di per sé quasi impercettibile, era ancora più confuso a causa dei singhiozzi e dei brividi che scuotevano il ragazzo come continue raffiche di vento. L'attenzione di tutti era ora rivolta verso di lui, che osservavano impietositi... ma nonostante persino Pix il poltergeist stesse seguendo da fuori la scena molto interessato, il più coinvolto restava Harry, che si sentiva orribilmente responsabile di quella figuraccia.
"Allora ti consiglio di darti da fare e di non presentarti con questo VERGOGNOSO esempio di imitazione di pozione con tanta spavalderia! Sei lo studente più insolente che abbia mai conosciuto!" urlò Piton, facendo rimbombare la sua voce in tutta l'aula. Neville piangeva talmente tanto che Harry temeva che l'aula si sarebbe allagata da un momento all'altro. Evidentemente anche gli altri la pensavano allo stesso modo, perché più d'uno si affrettò a porgergli un fazzoletto.
Harry non riusciva a reggere quella situazione: il peso della colpa gravava sempre di più sulle sue spalle, la sua testa stava scoppiando… d'altronde né Piton né Neville potevano continuare rispettivamente ad urlare e piangere all'infinito! Harry non ce la faceva più...
"BASTA!!!" urlò ad un tratto, facendo fuggire Pix e trasalire Calì e Lavanda lì vicino "La smetta, professore! È tutta colpa mia! Sono stato io ad incoraggiare Paciock a mostrarle quella pozione! È colpa mia!"
Gli occhi di tutti erano puntati verso Harry. Sulla faccia di Piton poté riconoscere un'espressione di pura sorpresa, emozione che solitamente non ostentava mai. Hermione e Ron parvero ricordarsi che esisteva. Lo fissavano con molta agitazione. Sembravano essere finalmente tornati suoi amici. Harry era comunque troppo concentrato su Piton e Neville per notarli.
"Il suo gesto mi fa piangere dalla commozione, signor Potter, ma non è sicuramente colpa sua se il suo imbranato amico è allergico alla mia materia... tornando a lei, Paciock, per dopodomani voglio una relazione che includa tutte le pozioni studiate finora, dal Primo Anno ad oggi, completa di ingredienti, reazioni all'assaggio e lista di antidoti in caso di eventuali incidenti" sentenziò Piton senza pietà.
L'occhiata obliqua che gli lanciò Neville gli fece molto male. Aveva tentato di aiutarlo e di salvarlo, senza successo. Aveva tutte le sue ragioni per essere arrabbiato con lui. Harry ormai non si sentiva più lo stomaco. Non si sarebbe sorpreso se, torturato a causa di tutte le piaghe ricevute, fosse scomparso ad un tratto. Inspirò ed espirò, molto lentamente, per calmarsi e pensare a cosa fare per aggiustare la situazione. Non gli venne in mente nulla e buttò di scatto la testa sul banco, conscio che l'effimera attenzione procuratasi dall'intervento si era già dileguata, lasciando spazio all'inconsolabile Neville che tornava al proprio posto.

 




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Salve! Ecco arrivato anche il terzo capitolo.
Potrebbe non sembrarvi così essenziale, dopotutto, ma vi assicuro che svolgerà un ruolo di discreta importanza all'interno della storia, principalmente perché darà vita ad una serie di eventi tutti concatenati che porteranno alla fine (!) della vicenda...
Meglio che mi fermi qui con gli spoilers, ahahah! Vi ringrazio delle recensioni e spero che continuerete a seguirmi e a offrirmi il vostro parere sulla storia senza restrizioni o censure :)
   
 
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