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Autore: TigerFish    28/07/2013    1 recensioni
L'estate era giunta al termine, le lunghe giornate di sole e caldo erano quasi terminate; giornate da sogno per qualsiasi bambino undicenne di questo mondo ma Lucas quell'estate non si era divertito. A giugno aveva terminato con successo la quinta elementare, poi, suo malgrado, aveva dovuto salutare i suoi pochissimi amici e trasferirsi in una nuova città, lontana dal paesino dove aveva vissuto per i primi undici anni della sua giovane vita.
Genere: Erotico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Buongiorno amore»
La luce iniziava a filtrare dalla grande finestra della stanza da letto, era mattina, Lucas si svegliò con quelle due dolci parole, e subito, appena aprì gli occhi, Oliver si avvicinò a lui e lo baciò dolcemente sulle labbra, rimasero uniti in quel caldo e dolce bacio per un tempo indefinito.

«Dormito bene?» chiese Oliver appena staccato da quell’angelico bacio.
«Certo amore.»

Oliver andò in cucina a preparare il caffè, nello stesso tempo Lucas si vestì, una mattina faticosa all'università lo attendeva.

Seguì Oliver in cucina e appena entrato lo guardò negli occhi azzurri, non riuscì a resistere e lo baciò nuovamente. Era bellissimo, i suoi occhi e i foltissimi capelli biondi brillavano nei raggi di sole che s’infiltravano dalla finestra socchiusa della cucina.

Il desiderio tra loro sbocciò di nuovo e cupidamente. Tornarono in camera e i loro corpi nudi e caldi si unirono ancora in un’estasi di passione. I loro animi erano uniti in un amore prezioso e mai sperimentato.

Il lavoro poco dopo obbligò Oliver a uscire da casa. Lucas lo segui nei minuti immediatamente successivi, andando all'università. “Sembrano passate poche settimane da quando ci siamo conosciuti” pensò Lucas nel breve tragitto che lo separava dalla sua meta. “invece stiamo insieme da... già... da quanto?” continuò a pensare Lucas, non se lo ricordava. Era turbato, come poteva non ricordarlo?

Una cena fuori li attendeva quella sera.
Era caldo, la luna piena rischiarava quasi a giorno, poche auto procedevano nella strada quella sera, loro mano nella mano a piedi si avviarono camminando al ristorante. Erano vicino alla casa dove Lucas un tempo viveva con la sua mamma e i nonni, ora la casa era vuota e abbandonata. Era già andato in quel ristorante, non si ricordava quando, pensò Lucas. La cena fu magnifica, esistevano solo loro e nessun altro, nulla poteva impedire loro di amarsi.

Tornati a casa, si diressero immediatamente in camera. Si buttarono nel letto, ancora vestiti, si spogliarono l'un l'altro baciandosi sempre più appassionatamente. Fecero nuovamente l'amore. Le sensazioni erano sempre diverse e uniche. Si amavano. Si addormentarono uno abbracciato all'altro. Una nuova giornata insieme li aspettava molto presto.

I grilli frinivano assordanti, in lontananza un ululato. Lucas si svegliò, era buio, notte, vicino a lui, disteso nella terra umida Oliver, la nebbia offuscava tutto. Nulla era chiaro o ben visibile.
«Oliver, svegliati!» urlò confuso Lucas
«Che c'è?» chiese ancora assonnato Oliver.
«Dove siamo? Cos'è successo?»
Oliver si guardò intorno e non rispose. Un nuovo ululato echeggiò nella notte completamente nera.

Si guardarono intorno, era un bosco, simile a quelli dove Lucas era cresciuto da piccolo, il buio non permetteva loro di vedere quasi nulla. La poca luce della luna illuminava sempre più quel posto tetro, l'adattamento al buio gli permise di vedere sempre più distante. Poco lontano un oggetto luccicò nella notte “prima non era li” pensò Lucas, si avvicinarono, era una torcia, la presero, funzionava! “Come poteva trovarsi li?” si domando Lucas. La civiltà sembrava lontana e irraggiungibile , erano dispersi in un bosco, non sapendo come ci fossero finiti, senza sapere dove andare. Confusi s’incamminarono senza una meta precisa, il silenzio era interrotto dagli ululati sempre più numerosi e vicini. Il bubbolare di un gufo li fece guardare in aria, le piante sembravano bucare il cielo, non avevano fine ai loro occhi, erano altissime e senza conclusione.

In lontananza udirono il rumore di un torrente, scorreva veloce nelle rocce, il percorso era impervio, le rocce alte e acuminate rendevano proibitivo l'avvicinarsi al torrente. Ci arrivarono, l'acqua era limpida, assetati bevvero avidamente, era buonissima e dolcissima. Rimasero li, abbracciati e stanchi qualche minuto, gli animali li spiavano di nascosto nella notte, il buio e il rumore dell’oscurità erano tenebrosi. Non sapevano per dove, ma ripresero il cammino. L'aria si fece pesante, la luna era nascosta da enormi nuvole che si spostavano a velocità innaturali nelle tenebre della notte tra gli alberi sempre più enormi.

Il bosco si aprì davanti a loro, un angolo senza alberi comparve ai loro occhi. Una tenda da campeggio nel centro del prato “Se c'è una tenda ci sarà qualcuno” pensò Lucas.
Era vuota. Nessuno nei dintorni. Entrarono. A terra erano stesi due sacchi a pelo luridi. Stanchi e impauriti si buttarono ugualmente lì sopra e chiusero la tenda, “di mattina avrebbero trovato una soluzione” pensarono entrambi.
Un sibilo tremendo, una luce accecante, all'esterno della tenda rumori e flash di luci che apparivano e scomparivano, un ululato a pochi centimetri da loro, la tenda scomparve nell'oscurità, una luce li accecò, un’ombra comparve davanti a Lucas e...

«Hei Lucas che hai?» chiese spaventato Oliver
«La tenda, la tenda» gridò Lucas con gli occhi ancora socchiusi.
«Urlavi cucciolo! Hai fatto un brutto sogno... calmati...»
Lucas si guardò intorno, era nel letto, insieme al suo amato Oliver.
«Vuoi un bicchiere d'acqua amore?»
«Si grazie» rispose, ancora un po’ agitato.

Si alzò continuando a guardarsi attorno, una sensazione strana aleggiava in lui, si sentiva strano e impaurito. Lo specchio di fronte a lui rifletteva un ricordo del passato, da sotto il letto sbucava una zampa pelosa, era del suo vecchio enorme tigrotto di peluche, “non è possibile” pensò spaventato Lucas. Chiuse gli occhi e dopo che li riaprì la zampa del peluche era scomparsa.

Quando Oliver tornò con un bicchiere d'acqua in mano Lucas era seduto nel letto pensieroso.
«Ehi, Lucas, che hai?»
«Nulla, nulla, ho visto una cosa strana.» disse Lucas “forse era colpa dell'incubo” pensò cupo...
Tornarono entrambi distesi nel letto, il loro sguardo s’incrociò, la voglia s’impossessò nuovamente di loro. Il corpo eccitato di Lucas si unì a Oliver come mai prima. La felicità e l'eccitazione si appropriarono delle loro menti.

Si baciarono e tornarono nelle braccia di morfeo.

Era ancora notte, Lucas si svegliò, era solo. La camera era buia, le pareti marroni lo sorpresero . “Non sono in camera mia... dove mi trovo?” pensò agitato. Si mise seduto in quel letto estraneo, una finestra alla sua destra, il bagno alla sua sinistra, al centro un vecchio ventilatore acceso. Il ricordo gli apparve davanti agli occhi. Era già stato in quella camera.

Sembrava passato poco tempo, non sapeva in quel momento quanto ne fosse passato realmente.
Era ancora un bambino quando dormì per la prima volta in quella camera d'albergo, la tristezza e la solitudine erano le emozioni più presenti nel suo cuore. La stanza sembrava enorme, al suo fianco la sua mamma, triste anche lei. Un ventilatore acceso, rumoroso e traballante al centro della stanza, le pareti marrone scuro esprimevano angoscia. Era appena successo qualcosa nella vita di Lucas...

Aprì gli occhi, e la sua mente tornò nella camera ai giorni nostri, una nebbia entrava dalla porta chiusa, andò alla finestra, era chiusa, provò ad aprirla, era durissima, uno sforzo enorme servì per spalancarla. Quello che vide lo fece gemere di terrore, un muro, mattoni su mattoni, la finestra non dava sbocco all'esterno. Il panico s’impossessò di lui. Corse alla porta, la nebbia e il fumo erano sempre più presenti, l'aria si fece pesante, non riusciva a vedere bene, gli occhi gli bruciavano. Tirò a se la porta, era chiusa a chiave dall'esterno. Prese una ricorsa e provò a sfondarla con una spallata. La porta sussultò leggermente, ma non si aprì. Riprovò, arrivato a pochi centimetri, la porta scomparve e un muro di mattoni comparve davanti ai suoi occhi. Si girò di scatto, la stanza era vuota, il letto, il ventilatore, tutti i mobili, era tutto scomparso, le pareti tinteggiate di marrone erano scomparse, un muro di mattoni lo circondava, solo la porta del bagno era ancora presente. Si avvicino, la porta si aprì senza che lui avesse bisogno di toccarla. Il terrore riempì i suoi occhi. Era paralizzato.
Una luce fortissima comparve davanti a lui, tutto scomparve.

Si svegliò, sudato, era nel suo letto, nella sua camera, prese un gran respiro “un altro incubo” pensò Lucas. Guardò alla sua sinistra, vicino a lui un bambino, era Oliver, da piccolo, come quando l'aveva conosciuto in quell'estate di tanti anni fa, anche se a lui sembravano non essere mai passati.
Chiuse gli occhi e li riaprì, riapparve al suo fianco Oliver, adulto.

“Sto impazzendo” pensò Lucas...
 
  
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