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Autore: GJDunkel    11/08/2013    4 recensioni
Mi ha sempre colpito il profondo ed eterno amore che Piton ha provato per Lily e mi sono sempre chiesta cosa sarebbe successo se Severus non l'avesse trattata così male e non avesse intrapreso una cattiva strada frequentando i futuri Mangiamorte quando si trovava ad Hogwarts. In questa storia Piton ha la possibilità di tornare indietro nel passato e di poter rimediare finalmente ai suoi sbagli. Ci riuscirà? O cadrà di nuovo negli stessi errori?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Petunia Dursley, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da VII libro alternativo
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  Una luce bianca, accecante, gli si parò davanti e piano piano lo avvolse. Cominciò a vorticare come se si trovasse nel bel mezzo di una tormenta. Non riusciva a capire nulla, né dov’era  né dove stava andando. Improvvisamente il bagliore cessò e mise finalmente i piedi a terra. Guardò in basso e vide il prato.  Un prato tiepido, verde e ben tagliato su cui erano poggiati due piccoli piedi da bambino che non gli appartenevano. Oppure sì? Colto da uno strano presentimento, si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa in cui specchiarsi. Per sua fortuna scorse un laghetto poco distante e lo raggiunse. Si specchiò. Era sempre sé stesso, con la piccola differenza che… aveva dieci anni. Osservò meglio il suo riflesso, notando come nell’insieme apparisse ridicolo. I capelli sempre lunghi, tagliati male e unti, i jeans troppo corti  e una maglietta più grande almeno il triplo del normale; probabilmente era appartenuta a suo padre. Del resto, i suoi genitori, erano troppo occupati a litigare fra loro per curarsi di come lui andava in giro. Esaminò attentamente l’ambiente circostante. Si trovava in un parco, questo era certo. Era completamente deserto e non si sentiva alcun rumore. Finché, a un certo punto, non sentì degli schiamazzi in lontananza. Si avvicinò cautamente alle voci e, nascosto dietro un cespuglio, osservò i nuovi arrivati. Erano due bambine. La prima doveva avere più o meno tredici anni, aveva i capelli castani raccolti in una coda e il viso allungato. L’altra, della stessa età di Severus, era più docile e graziosa, con dei lunghi capelli rossi e due grandi e profondi occhi verdi. 
 
<< Dai Lily, andiamo sulle altalene! >> Propose la maggiore.
 
  Cominciarono a dondolare insieme, poi Lily, la più piccola, iniziò a spingersi sempre più in alto, sempre di più, poi si lanciò nel vuoto. La sorella smise di dondolarsi e la osservò preoccupata, ma la sua espressione si trasformò immediatamente, sembrando più allibita, quando Lily, invece di precipitare al suolo, indugiò nell’aria più del dovuto, andando contro tutti i principi della gravità, e infine atterrò con grazia e leggerezza a terra.
 
<< Come hai fatto? >> Chiese la sorella, non riuscendo a credere a quanto aveva appena visto.
<< Non lo so, è la prima volta che lo faccio! >>
<< Pensi… pensi che posso riuscirci anche io? >>
<< Credo di sì, se ce l’ho fatta io, non vedo perché non possa farlo anche tu! >>
 
  La bambina, un po’ indecisa, ricominciò a dondolarsi, andò mano a mano più veloce e, raggiunta una grande distanza da terra, si buttò. La conseguenza fu disastrosa. Stramazzò carponi sull’asfalto e, rialzandosi, scoprì di essersi sbucciata entrambe le ginocchia.
 
<< GUARDA CHE HAI FATTO!>> Urlò a Lily. << SEI CATTIVA! GUARDA CHE HAI FATTO!! >>
<< Ma non è colpa mia! >> Tentò di difendersi lei.
<< SI INVECE! È COLPA TUA! È SOLO COLPA TUA! E ORA LO VADO A DIRE ALLA MAMMA!! >>
 
  Detto questo, la ragazza corse via, sanguinante e con le lacrime agli occhi, mentre Lily, disperata, cercava di raggiungerla.
 
<< No, Petunia! Aspetta! Aspettami! >>
 
  Piton aveva osservato silenziosamente tutta la scena, sforzandosi per trattenersi dall’uscire fuori e spiegare il vero motivo per cui Lily riusciva a fare cose che Petunia non sarebbe stata mai e poi mai in grado di ripetere. Piton si era ricordato quando era uscito fuori annunciando che Tunia era una Babbana, Lily una strega e lui un mago, ma l’unico risultato che aveva ottenuto era stato quello di offendere Lily (la quale aveva inteso il termine ‘strega’ come un insulto) e quello di essere stato crudelmente sbeffeggiato da Petunia, che lo aveva preso in odio complicando ancora di più il suo rapporto con la piccola Evans.  Però questo era successo in un’altra vita.  Ma poteva dire così? Forse la terminologia esatte era “in un altro passato”. Decise quindi di aspettare un’altra occasione  per uscire allo scoperto, e pensò che non doveva necessariamente spiegare a Lily tutto ciò che sapeva del mondo della magia. Del resto, non era compito suo, si sarebbero  detti tutto una volta incontrati a King’s Cross.
  Fortunatamente per Piton, l’altra occasione arrivò presto, solo qualche giorno dopo. Certo, il tempo non era dei migliori, ma Severus decise ugualmente di andare. Prese un ombrello ed evitò di vestirsi con camicette da donna o pantaloni troppo corti. Quel giorno indossò semplicemente dei jeans chiari ed una T-shirt azzurra, una delle poche che aveva la sua misura. Una volta al parco, si nascose dietro il solito cespuglio e attese l’arrivo  delle due sorelle Evans.
 
  Dopo solo una decina di minuti, arrivarono. Lily, saltellando, si diresse subito alle altalene; Petunia invece camminava più lentamente, osservando titubante il cielo nero, ricoperto da grossi nuvoloni grigi.
 
<< Dai Tunia, vieni! >>
<< No io… io me ne torno a casa! >>
 
  Lily lanciò uno sguardo ai due cerotti sulle ginocchia della sorella e attribuì la sua riluttanza con l’episodio accaduto giorni prima, quindi provò a rassicurarla.
 
<< Dai! Ti prometto che non faccio quella cosa con l’altalena! Giuro! >>
<< No, sta per diluviare! Io non ci rimango qui! >> Affermò nuovamente.
<< Ma Tunia..!>> Improvvisamente un lampo, seguito da un forte tuono, squarciò il cielo e delle gocce di pioggia cominciarono a cadere.
 
<< Fa’ un po’ come ti pare, io torno a casa. >> E Petunia lasciò nuovamente sola la sorella al parco giochi.
 
  Lily valutò che prendersi qualche goccia di pioggia non era la fine del mondo, e decise di rimanere lì. In fondo, era solo un po’ d’acqua. Felice di sentirsi libera e poter finalmente fare quello che voleva, ripeté la sua acrobazia con l’altalena, ma questa volta atterrò un pochino più lontano, proprio di fronte al cespuglio dietro il quale era nascosto Piton, che cercava di non fare il minimo rumore. Lily si guardò bene intorno e, assicuratasi  di essere completamente  sola, colse un piccolo fiore dai petali bianchi. Dopodiché chiuse la mano a pugno e, quando la riaprì, i petali del fiore erano diventati color rosa pallido. Sorrise, e Severus giunse immediatamente alla conclusione che quello era decisamente il sorriso più bello del mondo, sia magico che non.
 
  La ragazza ripeté il gesto tre o quattro volte, facendo diventare i petali arancioni, blu, viola…  Finché un tuono, molto più potente del primo, rimbombò, e la pioggia cominciò subito a cadere violentemente. Lily lasciò andare il fiore a terra e si voltò, pensando che a quel punto era meglio tornare a casa, anche se malvolentieri.  Piton uscì in quel momento dal cespuglio, aprì l’ombrello e le corse dietro, deciso a fermarla.
 
<< Aspetta! >> Lily si voltò e rimase ad osservarlo, stupita e curiosa.
 
<< Ciao, ehm… -proseguì Piton, cercando di trovare una scusa adatta per averla fatta fermare- Non devi per forza andare via, puoi ripararti qui, se vuoi >> Disse, porgendole esitante l’ombrello.
 
  << G-grazie… >> Rispose lei,  imbarazzata, mettendosi sotto l’ombrello insieme a lui.
 
  Dopo qualche secondo di silenzio, Piton provò a rompere il ghiaccio.
 
<< Io sono Severus, ma puoi chiamarmi Sev >>
<< Lily. – rispose lei un po’ più sicura – Lily Evans, piacere >>
<< Il piacere è mio, Lily >>
 
  Piton era felice di essersi vestito in modo da sembrare un essere umano, almeno Lily non lo avrebbe giudicato poi così male. Il silenzio piombò nuovamente e, dopo due o tre minuti, Severus prese coraggio e, guardandola, disse: << Hai davvero degli occhi bellissimi >>
 
  Lei fece un sorriso smagliante.
 
<< Grazie! Lo pensi davvero? >>
<< Sì – asserì Piton – è la prima cosa che ho notato di te >>
 
  Lily non trovò nulla da rispondere e rimasero nuovamente senza parlare. Ma la cosa importante era che  Piton, per una volta, aveva fatto una buona impressione. La tensione si era affievolita e Lily sembrava più gioiosa di prima. Piano piano la pioggia cessò e le nuvole fecero posto al sole, rendendo luminoso il limpido cielo di Marzo.
 
<< Ti ringrazio di avermi tenuta al riparo – disse Lily, mentre Piton richiudeva l’ombrello – Domani sarò qui più o meno alla stessa ora… tu ci sarai? >>
<< Sì, credo di sì >> Non lo credeva, ne era assolutamente sicuro. Sarebbe stato lì a tutti i costi.
<< Beh allora… a domani Sev, e grazie ancora! >>
<< A domani, Lily >>
E, quando fu sicuro che lei non potesse sentirlo, aggiunse : << Mia dolce, dolcissima Lily… >>

  
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