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Autore: Eternal Cosmos    19/02/2008    4 recensioni
Harry ha vinto la guerra contro Voldemort, ma ad un alto prezzo terribile. Fawkes gli dà un'altra opportunità in un mondo nuovo, dove lui morì come un infante...e dove Voldemort ancora è appostato nelle ombre...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The World Without Me
di Eternal Cosmos

tradotto da Mezzo_E_Mezzo

Rinuncia: Non possiedo Harry Potter

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Capitolo 16: [The catch of the day] Giorno di caccia
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“Quando il Preside mi ha detto che probabilmente non saresti tornato…” Iniziò esitante Xiomara, guardando James.
Il ragazzo distolse lo sguardo tristemente.
“Sai, quando sono tornati da Hogsmeade e ci hanno detto che eri rimasto chiuso nella tua stanza finché non erano andati via, erano così abbattuti e tristi. Anche io mi sentivo confusa, ma allo stesso tempo avrei voluto venire là io stessa e darti un pugno, e dirti che non avevi ancora mantenuto la tua promessa! Ma… Non ho capito che cosa è successo, non lo capisco tuttora, nessuno ci riesce… a indovinare che cosa passa in quella testa che ti porti dietro…”
Una sferzata di vento arruffò giocosamente i loro capelli, ma senza farli rabbrividire; era un vento caldo per una giornata inusualmente calda di metà gennaio.
“Non mi sento di parlare del mio passato,” mormorò James cupamente, e poiché Xiomara sentì che stava perdendolo di nuovo, mise su una facciata allegra e un sorrisetto complice.
“Va bene! Ora che sei qui forse finalmente avrò la sfida che aspettavo! Ma ti avverto! Ero senz'altro la migliore giocatrice di Quidditch, ai miei anni! Non sono un'istruttrice di volo per nulla!” Il suo atteggiamento gioviale lo fece sorridere lievemente.
“Lo crederò quando lo vedrò.”
La donna sbuffò e corse al ripostiglio delle scope. Harry la vide sparire all'interno, ed era sicuro che sarebbe tornata fuori con una scopa della scuola, una Scopalinda, ma invece giunse con una lustra scopa marroncino chiaro, che riconobbe come la Nimbus 2004, dalle sue visite a Diagon Alley.
“Una Nimbus 2004, eh? Ha una gran bella scopa, ma non deve usarla molto spesso.”
Lei gli ghignò con orgoglio, facendogli vedere bene la meravigliosa scopa. “Ed è qui che sbagli! Faccio allenamento con questa scopa almeno tre volte alla settimana, quando gli studenti sono tutti dentro e il tempo me lo permette!”
James parve molto sorpreso. “Così spesso, eh? Io non ho inforcato la mia da un bel po' di tempo, devo essere un po' fuori allenamento. Mi darebbe qualche minuto per riprendere la mano?”
La donna fece schioccare la lingua. “Certo che no!”
James ridacchiò. “Come supponevo…”
Lasciò che Xiomara aprisse la scatola in cui stava la Pluffa e il Boccino d'Oro, e l'altra, separata, che conteneva i pericolosi Bolidi. Mentre la donna era occupata, cercò nel suo taschino e trovò la scopa miniaturizzata.
“Engorgio,” bisbigliò sottovoce, e osservò con soddisfazione come il regalo del suo Padrino riprese le normali dimensioni. La guardò con intensità e quasi appassionatamente. Il solo impugnare la sua scopa vibrante faceva sì che il suo spirito s'innalzasse.
‘Sirius…’ Harry chiuse gli occhi strettamente, e strinse la scopa a sè, da prezioso regalo che era.
“Woah! Che razza di scopa è questa?!”
Harry ritornò alla realtà e trovò Xiomara che stava dritta davanti a lui, china, a guardare con stupore il lucido, nero*, manico di scopa che emanava un'aura di potenza e velocità.
“Questa è la mia Firebolt. Ho vinto molti incontri con questa in passato. Era un regalo… da qualcuno che porto nel fondo del cuore.” La tristezza nella voce di James colpì l'insegnante, e la donna indietreggiò per dargli lo spazio per montarla.
‘Posso sempre domandargliene dopo la nostra piccola partita. Dopotutto, non ho mai visto un simile modello di manico di scopa finora; è davvero insolito.’ Xiomara lasciò che il Boccino d'Oro schizzasse via e sparisse nell'aria prima di prendere la Pluffa tra le mani.
“Ecco come faremo: proveremo ad accumulare punti segnando nella porta avversaria più volte possibile, tentando di evitare i Bolidi, e quando il Boccino d'Oro alla fine riapparrà, lasceremo andare la Pluffa e cerchermo di acchiapparlo prima dell'altro. Ti sta bene?”
James ci riflettè su, poi annuì.
Xiomara lasciò che i Bolidi volassero via e si diede la spinta sul terreno; Harry fece lo stesso e attese che l'insegnante lanciasse la Pluffa in aria, concentrandosi sulla palla. “Pronto? VIA!” La Pluffa venne lanciata, ed Harry lasciò decollare il suo istinto… letteralmente. Schizzò via come una freccia in un paio di secondi, facendo sussultare Xiomara non appena spinse la sua scopa ad andare più veloce. ‘M**da! Quella cosa è veloce! quasi più veloce di una Nimbus 2004, almeno per la partenza!’
Harry prese la Pluffa ed evitò i due Bolidi che si erano diretti verso di lui a piena velocità; la sua Firebolt era più veloce, comunque, così sfrecciò in direzione delle porte di Xiomara, pienamente consapevole del fatto che sebbene lui avesse la scopa più rapida, lei aveva comunque un vantaggio: era ben allenata in tutte le posizioni in cui un giocatore di Quidditch poteva trovarsi, mentre lui era sempre stato solo un Cercatore.
Un Bolide quasi lo colpì, e il ragazzo si lamentò lievemente, rallentando nel mentre la scopa; era abbastanza per Xiomara, che lo raggiunse e ghignò quando notò che James aveva ancora gli occhi sul Bolide e non si era accorto che lei era giusto dietro di lui.
Spinse al limite la propria scopa verso l'alto e venne in collisione con quella di James, facendo strillare il ragazzo, che allentò la presa sulla Pluffa. Lei la prese e schizzò via il più rapidamente possibile verso i cerchi di James con un sorriso derisorio. “GRAAZIEEE!”
L'occhio di Harry ebbe un piccolo movimento spasmodico, ed egli afferrò selvaggiamente la sua Firebolt. “Facciamole vedere!” ghignò e s'apprestò al fermarla dal segnare un punto.
Il cuore dell'istruttrice stava battendo a mille all'ora e l'emozione che provava era completa. La colse il nervosismo, tuttavia, quando allungò lo sguardo dietro di sè e notò che James non era lì.
‘Dov'è?’ Deglutì, ma scagliò la Pluffa nel cerchio centrale. ‘Sì… sì…!’
James venne fuori dal nulla e, come se stesse giusto passando di là, prese la Pluffa e scosse il dito in direzione di lei. “Nuh-uh!” Rise a lei che arricciava le labbra con disappunto, e le volò sopra sbattendo ripetutamente le palpebre giocosamente.
La donna ringhiò, ora del tutto presa dal gioco. Ora era dietro di lui, seguendolo da un metro di distanza, provando a spingere la propria scopa ad una maggiore velocità. Poteva quasi raggiungerlo! Ma un Bolide le venne davanti e dovette scartare sulla destra per evitare di essere colpita, imbroncendosi al sentire James che esultava; sapeva che aveva tirato in porta con successo.
Le volò accanto e le consegnò la Pluffa, ghignando alla sua faccia corrucciata. “Non è giusto! Un Bolide mi ha quasi colpito! In più la tua scopa, da dovunque provenga, è più veloce della mia!”
James non riuscì a non ridere alla sua espressione infantile. “Hey! E' lei che ha deciso di includere i Bolidi nell'incontro! e le avevo già detto prima che la mia scopa era più veloce, dunque perché se ne rammarica adesso?”
Mantenne il broncio, mentre si rigirava la palla tra le mani. “Ero sicura che la mia Nimbus 2004 fosse più veloce della tua…”
James roteò gli occhi. Quando i Bolidi si diressero una volta ancora verso di loro, furono cosrtetti a separarsi e a ricominciare a giocare.
Poiché la scopa del ragazzo era più veloce, Xiomara dovette usare differenti tattiche per sfuggirgli. Lui la raggiunse, fu al suo fianco, allungò il braccio per toccare la Pluffa, premuta sotto il braccio della donna, quando lei sogghignò e deviò dall'altra parte, quasi soffocandosi il fiato nei polmoni; Harry, d'altra parte, adorò l'emozione della caccia e fu lesto nel seguirla.
Ad ogni modo, il 'gioco di scopa' di lei era eccellente, ed iniziò a girargli attorno e a passargli sopra o sotto per evitare la sua mano tesa. Gli sfuggì un'imprecazione soffocata, quando fallì per l'ennesima volta il proposito di acchiapparla.
Xiomara rise di giubilo e scagliò la palla nel cerchio di destra, prima che lui potesse respingerla. “WHOOO!” Fece una piccolo balletto sulla scopa, facendo sollevare ad Harry un meravigliato sopracciglio per le sue stravaganze.
“Prendi questo, James!” rise, e gli lanciò la palla, così che potessero ricominciare.
“Era davvero una stupenda strategia, sono impressionato,” James disse, cordiale, mentre lei si batteva il petto; la donna si stava comportando come una ragazzina, adorabile.
Harry si concentrò, e ripartì non appena un Bolide schizzò tra di loro. Lei non perse tempo, sapendo che se avesse rallentato il ritmo per lui sarebbe stato facile segnare senza problemi.
Cioè, giocò con lei volandole a destra e a sinistra, sopra e sotto e attorno a lei, facendo grugnire e faticare Xiomaran per lo sforzo di condurre la propria Nimbus 2004. ‘Dannazione, è bravo.’ Pensò sinceramente, ma non si diede per vinta.
Iniziò a roteargli intorno come lui aveva fatto con lei, facendolo sembrare un grazioso balletto aereo. Harry stava iniziando a stancarsene e schizzò alto nell'aria. Xiomara lo seguì doverosamente e si diede una spinta, sorprendendo James quando sogghignò giusto dietro di lui.
Harry assottigliò gli occhi, allo scorgere uno scintillio a una trentina di metri sopra di lui. La donna dagli occhi di falco stava quasi per rubargli la Pluffa, quando il ragazzo la lasciò semplicemente andare ed accelerò verso l'alto. Lei prese la palla con un'espressione confusa, finché vide ciò che stava rincorrendo adesso James: il Boccino d'Oro.
‘Ha una vista acuta! Non l'avrei visto se non si fosse catapultato verso di esso!’ pensò, impressionata.
La donna sussultò quando lui frenò improvvisamente e quindi volò verso il basso, seguendo la pallina dorata che tentava disperatamente di fuggire. Non appena James le ripassò davanti, lo seguì subito, senza lasciare il piccolo Boccino fuori dal suo campo visivo.
I loro cuori battevano sempre più rapidamente, il vento fischiava loro attorno; non videro null'altro attorno a loro… fatta eccezione per i Bolidi, che evitarono con prontezza di riflessi per tornare quindi alla loro frenetica caccia pulsante d'adrenalina.
Xiomara tese un braccio, tenendo l'altro strettamente aggrappato al manico di legno che le permetteva di volare.
Erano ora fianco a fianco, una gara per vedere chi di loro avrebbe raggiunto per primo la preda.
Il Boccino accelerò, e il terreno di gioco si fece visibile e sempre più vicino. Xiomara respirava affannosamente e iniziò a sudare, mentre spingeva la scopa al limite, ma non fu abbastanza. James le fece mangiare la propria polvere non appena spinse la propria scopa alla sua massima velocità, di 280 chilometri orari, mentre quella di Xiomara poteva raggiungere solo i 190 orari**.
La donna non si sarebbe arresa, se il Boccino avesse deciso di cambiare direzione all'ultimo momento, ma quello andava giù e giù e sempre più giù… Il terreno divenne pericolosamente vicino e Xiomara boccheggiò, afferrò l'estremità del suo manico di scopa e lo tirò verso l'alto, per quanto con somma difficoltà. “JAMES!” strillò, a lui che continuò a volare verso il basso a piena velocità. “JAMES! TI SCHIANTERAI!”
Harry non la sentì, anche se la sua voce risuonò per l'intero campo di gioco. Harry non vedeva altro che il Boccino, e non sentiva nulla se non il frullare delle sue ali da folletto.
Lasciò andare completamente il manico della sua scopa e tese entrambe le braccia davanti a sè, trattenendo la Firebolt in modo esperto solo con le cosce tonificate dal Quidditch. Harry grugnì non appena la sua mano sinistra finalmente si chiuse sul Boccino d'Oro. Un grido d'allarme e paura lo fece tornare alla realtà, e s'avvide, non senza shock, che si sarebbe sfracellato sul terreno a piena velocità, se non si fosse tirato su… proprio ora.
Stando rilassato come potè, afferrò la sua Firebolt e la tirò su più forte che gli riuscì, sapendo che questo non era il solo grido d'avvertimento che aveva ricevuto. Sentì la scopa tremare sotto di lui, ma quella obbedì al comando senza protestare, non senza difficoltà.
Harry sospirò e si rilassò, guardando con soddisfazione la palla che nella sua mano sbatteva le alucce, mentre volava a pochi centimetri al di sopra del terreno coperto di neve. ‘non mi sentivo così libero e rilassato da secoli… avrei dovuto farlo molto tempo fa.’ Pensò, sapendo che, quando giocava a Quidditch, era nel suo elemento, poteva dimenticare ogni suo problema.
Finalmente si fermò, e quando posò i piedi al suolo la sua Firebolt divenne inanimata e cadde nelle sue braccia. Non era mai successo prima, e stava per ispezionarla, quando venne rapidamente colpito sulla nuca… due volte in una. “OW! Che colpo!” si voltò verso la scioccata istruttrice di volo dagli occhi spalancati, che stava ancora tremando per riprendersi dallo spavento che James le aveva procurato.
“Imbecille! Mi hai spaventato a morte! Potevi morire! Quanto sei stato imprudente e totalmente stupido, e solo per un Boccino!” gli strillò contro.
“Già, e lo ha preso.. ed è stato maledettamente entusiasmante!” Giunse la calorosa replica da dietro di loro.
Sbatterono le palpebre e si voltarono; Ron lo guardava con meraviglia, apparentemente dimentico della discussione che avevano avuto prima delle vacanze.
L'intera squadra Gryffindor era là e guardava James e Madama Hooch con gli occhi di fuori. Sirius era con loro, guardava James e solo lui, rendendo Harry nervoso. “Sei tornato…” Sirius disse con prudenza, non volendo che il ragazzo scappasse via come l'ultima volta.
James gli diede uno sguardo insicuro ma annuì in risposta.
Sirius sospirò di sollievo e fece una smorfia. “Dove hai imparato a volare in quel modo? Che tipo di scopa è questa? Xiomara ha ragione, ciò che hai fatto è stato una follia, potevi farti male sul serio.”
Xiomara annuì mentre i Gryffindor protestavano. Ron fu lesto nel mettersi a difesa di James. “Ma professore! E' stato maledettamente grande! Almeno deve ammetterlo, da fan di Quidditch! ragazzi, vorrei che Malfoy fosse stato qui per vederlo!” mormorò. “Si sarebbe pisciato nei pantaloni! La tua scopa è anche più veloce della Nimbus 2004! E so che il padre di Malfoy ne ha comprate per la squadra di Slytherin.”
I compagni di Ron fecero delle smorfie cupe all'ingiustizia di ciò. Seamus stava guardando avidamente James e la sua scopa. “Ragazzo, non puoi venire assegnato ad una casa? Potresti far parte della nostra squadra di Quidditch! Diverremmo imbattibili!”
James ridacchiò sonoramente. “Scusa, Seamus, ma non me la sento proprio di venire sorteggiato.”
‘Non ancora, comunque,’ concluse silenziosamente, ‘Non credo che gli piacerebbe sentire che potrei essere assegnato a Gryffindor o a Slytherin con la stessa facilità…’
Sbattè le palpebre. “Parlando di Quidditch e di scope… la mia ha qualcosa che non va.” Harry impugnò la sua Firebolt senza vita e la ispezionò. “Non reagisce più al mio richiamo. L'ho sentita tremare pericolosamente quando l'ho tirata verso l'alto, e semplicemente è caduta quando i miei piedi hanno toccato terra.”
Xiomara si esibì in uno sbuffo d'incredulità. “E' la prima volta che sento di qualcosa del genere. Hai spinto la tua scopa troppo oltre i suoi limiti, e ha bisogno di essere 'aggiornata'. Hai in pratica sorpassato la scopa ed essa non può più rispondere alle tue richieste. Incredibile!”
Gli altri erano strabiliati dal fatto che James potesse resistere a tale velocità e chiederne ancora, mentre Harry teneva stretta la sua Firebolt. ‘dovrò andare in un negozio di Quidditch e chiedere un kit d'aggiornamento… Non lascerò la mia scopa a nessuno, dovrò farlo da solo.’
“Capisco.”
Xiomara annuì e ripose il Boccino, la Pluffa e i Bolidi nei rispettivi contenitori. “Non posso ancora credere di essere stata battuta!” mormorò infantilmente.
Dean fu al suo fianco in un secondo. “Bene, poiché James evidentemente non vuol far parte della nostra squadra, potrebbe farlo lei?” chiese con voce suadente e compiacente.
Sirius ridacchiò mentre Xiomara roteava gli occhi. “Sono la tua insegnante di volo, Mister Thomas, non una studente. Ma rifletterò molto attentamente sulla tua richiesta, grazie.”
Sirius ridachiò, mentre i Gryffindor mugolarono, e mise un braccio attorno alle spalle di James. “Devo ammetterlo, James, il tuo modo di volare è impeccabile. E' stato davvero emozionante vedervi entrambi. Io…ho avuto un amico che raggiungeva la tua bravura… meno pericolosamente, ovvio. Ma…” Sirius si fermò ed esalò un tremulo sospiro.
Harry mise una mano sulla spalla del proprio Padrino, in conforto, non appena i suoi occhi tornarono ombreggaiti. “Capisco, Sirius. Anch'io ho perso molte persone importanti nella mia vita.”
Sirius annuì tetramente.
Xiomara avvertì che la conversazione stava diventando spinosa, così si schiarì la gola per attirare la loro attenzione. “Bene, perché non torniamo dentro? Non credo che dovremmo stare fuori tutto il giorno. E ad ogni modo, la squadra Gryffindor deve allenarsi.”
Ron e gli altri non parvero così entusiasti di giocare ancora, e scossero la testa. “Nah,” iniziò Seamus, “possiamo aspettare ancora un po' per fare allenamento. Il nostro prossimo incontro è contro gli Hufflepuff, non avremo problemi. Ed è quasi ora di pranzo.”
Gli altri annuirono e tutti seguirono Xiomara, Sirius e James di ritorno al castello. Ron stava parlando animatamente con i suoi amici sulla partita di James e Hooch, quando l'istruttrice di volo lo chiamò. “Di' un po' Mister Weasley, è un'occasione insolita, che la squadra Slytherin non sia qui contemporaneamente a voi. E' successo qualcosa?”
Ron fece spallucce. “Come posso saperlo? Non sto mica a seguire Malfoy tutto il giorno.”
Xiomara mugugnò, e aprì le porte del castello. Il gruppo chiacchierino si fece strada nella Sala Grande e notarono che erano quasi i primi ad essere arrivati. Albus era già lì e quando vide James sembrò sorpreso, e sollevato allo stesso tempo. “Ah, Mister Evans, allora ha deciso di tornare, dopotutto. Forse con qualche risposta su quel che è successo, hum?” disse con voce festosa.
James gli dedicò appena uno sguardo impassibile, e decise di sedersi al tavolo dei Gryffindor; non si sentiva in vena di discuterne al momento.
Xiomara gli dedicò un gran ghigno e Sirius gli arruffò i capelli scherzosamente prima di dirigersi al tavolo degli insegnanti.
Abbastanza presto la Sala grande iniziò a riempirsi e gli studenti furono sorpresi di vederlo di nuovo.
“Mi chiedo perché sia ancora qui… Non è uno studente ma Dumbledore gli permette di restare,” sussurrarono molti ragazzini che non capivano che Dumbledore lo faceva per tenere un occhio sul ragazzo dai capelli scuri.
Hermione raggiunse il proprio ragazzo e salutò James con un entusiasta ciao. James sorrise in risposta e le fece un cenno col capo.
Nel bel mezzo del pranzo, un brivido percorse Harry, che si fermò dall'ascoltare quello che Colin gli stava dicendo, per alzare lo sguardo in direzione delle porte della Sala Grande.
“James? Mi stai ascoltando?” chiese Colin, un po' disturbato dal non essere ascoltato. Il biondino mise il broncio e agitò una mano davanti alla faccia di James. Boccheggiò non appena la mano gli fu rapidamente afferrata in una ferrea stretta, il che allertò qualcuno dei suoi compagni.
James gli allungò uno sguardo esaustivo che diceva ‘non farlo mai più’ , che fece deglutire e ammutolire Colin davanti al suo pranzo. Era curioso, comunque, del perché James avesse spostato lo sguardo così gravemente in direzione delle porte, come se qualcosa stesse per saltare loro addosso in qualsiasi momento.
Nel frattempo, la mano di Harry stava inconsciamente avvicinandosi sempre più alla bacchetta nel proprio fodero. Il suo sguardo saettò verso il Preside; anche il vecchio aveva una smorfia impressa in viso.
‘Lo ha sentito anche lui?’ si chiese Harry, ‘gli scudi sono stati forzati con… Questo non è una buona cosa. Non sarei dovuto tornare.’
“Posso aiutarla, Mr. Malfoy?”
Gli occhi di Harry si spalancarono di botto ed egli tornò alla realtà, quando sentì la voce sospettosa e quasi allarmata di Albus. Rimase seduto e decise di vedere come Albus avrebbe gestito la situazione.
Lucius Malfoy ghignò quel suo infuriato sorriso, mentre ordinava che qualcuno degli uomini ammantati che lo accompagnavano bloccasse l'uscita, cosa che fece sfoderare al Preside la bacchetta. Gli studenti iniziarono a impaurirsi mentre gli insegnanti seguirono l'esempio del Preside.
“Non lo farei se fossi in te, vecchio. Non vorreste che nessuno dei vostri preziosi studenti si faccia male, vero? E ad ogni modo, non sono qui per te oggi.”
Gli studenti, che si erano mossi verso la sorgente di conforto che era il tavolo degli insegnanti, spostavano lo sguardo con molta confusione dal preside seduto, gli insegnanti apparentemente impotenti e Lucius Malfoy, il padre di Draco Malfoy. “che cosa succede, Signor Preside?” domandò un disorientato e abbastanza spaventato Colin a nome di tutti.
Dumbledore abbassò la bacchetta lentamente, ma la tenne stretta in una salda presa. Non c'era risposta che potesse dare al giovane Colin Creevey e se avesse fatto una qualsiasi mossa sbagliata, gli studenti avrebbero potuto essere coinvolti e feriti. “Che cosa vuole, Lucius Malfoy?” quasi ringhiò, facendo boccheggiare gli studenti dallo shock; mai il Preside aveva usato un simile, astioso tono di voce.
Lucius gli rivolse uno sguardo derisorio e compiaciuto mentre si rigirava pericolosamente la bacchetta nella mano. quindi, la strinse con forza e la sua espressione derisoria si trasformò in un ghigno. “Voglio colui che si fa chiamare James Evans!” ringhiò con violenza.
Singulti risuonarono nella Sala.
Harry chiuse gli occhi, mentre gli sguardi degli studenti scavavano un buco nella sua nuca. ‘Lo sapevo. Sarà meglio ascoltarlo prima che maledica tutti… Ma ciò non significa che andrò via senza combattere.’ ghignò mentalemente. ‘Sebbene, essere catturato adesso mi porterebbe direttamente di fronte a Voldemort; non avrei bisogno di cercare quel pazzo.’
“che cosa vuole da James, Malfoy?” Latrò Sirius rabbiosamente al biondo, la bacchetta pronta. Remus ringhiò.
“James! Che cosa diamine stai facendo?! Resta qua!” sussurrò Ron esasperato cercando di trattenere il ragazzo dai capelli scuri.
James lo ignorò e camminò al di fuori della massa di studenti, occhi all'erta e bacchetta sfoderata.
Lo sguardo di Malfoy scivolò su di lui, calcolatore e guardingo.
“Bene, bene, di ritorno, Malfoy? Pensavo che avessi imparato la lezione nella Foresta Proibita,” disse derisorio, sebbene il suo sguardo fosse molto duro.
Gli occhi di Malfoy si spalancarono al riconoscere la voce e il sangue gli ribollì nelle vene; se il Maestro non avesse chiesto che gli fosse portato il ragazzo vivo, avrebbe lanciato l'anatema mortale, ne era sicuro.
Anche Dolohov riconobbe la voce, e allo stesso modo coloro che erano stati intrappolati con gli Acromantula l'ultima volta. “Tu sei quel ragazzo! Quello che ha osato attaccarci e che si è soprannominato il Ragazzo-Che-Visse!” ringhiò Dolohov, e il suo autocontrollo non era forte come quello di Malfoy. Scagliò il primo incantesimo con un rapido movimento del braccio. “Crucio!”
Grida spaventate raggiunsero le orecchie di Harry, ma aveva già evitato la maledizione e puntato la sua baccheta contro Dolohov. “Impedimenta!” Harry provò di essere più rapido e il seguace oscuro fu gettato all'indietro violentemente.
Iniziò il caos e Harry dovette per prima cosa guardare tutt'attorno a sè. Gli studenti erano tutti raggruppati dietro la schiera degli insegnanti e Dumbledore provava ad aiutare James come più poteva dalla sua postazione sulla detta linea. “STUPEFICIUM!” gridò, colpendo un Mangiamorte che stava per attaccare James allo stesso tempo di un altro.
Sirius e Remus scagliavano incantesimi su ogni Mangiamorte che gli capitava a tiro e che stava tentando di avvicinarsi a James.
Nel frattempo, Harry stava in parte rivivendo l'incubo della guerra finale. “STUPEFICIUM! LACERO!”
Un Mangiamorte cadde sul pavimento, in agonia, non appena Harry riversò su di lui il proprio furore. Ogni movimento cessò progressivamente, quando le urla di pura tortura raggiunsero le orecchie delle persone, e videro con orrore come James Evans manteneva attivo l'incantesimo con uno sguardo di puro divertimento sadico. Il tetro ghigno che aveva e lo scintillio rosso nei suoi occhi non fecero nulla di meno che spaventare tutti; davvero pareva un mago oscuro.
“Che incantesimo è quello?! Lo ucciderà!” squittì con orrore Filius Flitwick.
Erano così concentrati sul seguace che si contorceva, che non si avvidero di un uomo ammantato che si avvicinò all'occupato ragazzo dai capelli scuri; ad ogni modo, Ron lo notò e sfuggì alla presa dei suoi terrorizzati insegnanti per correre alla cieca verso il pericolo. “JAMES! GUARDATI ALLE SPALLE! LASCIAMI ANDARE!” strillò Ron quando Lucius Malfoy lo bloccò e afferrò con sicurezza e minacciosamente nella propria morsa. Usò Ron come scudo mente James gli dedicava uno sguardo pieno d'astio.
“Se fossi in te rilascerei gentilmente l'incantesimo, prima che il tuo amico si faccia male. Ora!” disse con foga Malfoy, puntando la bacchetta alla tempia di Ron.
“RON!” pianse Ginny nella massa di studenti.
“MR. WEASLEY!” Minerva stava impaurendosi, ma Albus la prevenne dall'usare la propria bacchetta e fare qualcosa d'imprudente.
Harry abbassò la bacchetta, e allungò uno sguardo alla persona ammantata che si diresse verso di lui. Ron era completamente impotente tra le grinfie dell'uomo che lo aveva abbrancato e gemette quando Malfoy s'impossessò della sua bacchetta e la gettò a terra. “Ora,” iniziò Lucius quando la persona afferrò James, “getta via la tua bacchetta, da bravo ragazzo.”
Harry lasciò cadere la sua bacchetta rosso brillante, che rotolò sul pavimento.
Malfoy fece una smorfia al vedere l'insolito aspetto della bacchetta e fece cenno ad uno dei suoi complici di prenderla. L'uomo mascherato non l'aveva ancora toccato, che il rosso bastoncino di legno lo scagliò via in una fiammata di magia rabbiosa, prima di sparire semplicemente nell'aria.
“Che cosa diamine è stato?! Dov'è la bacchetta?!” L'ora scoperto Mangiamorte chiese mentre si rialzava; era Augustus Rookwood.
Harry ghignò ironicamente. “Pensavo che fosse il tuo lavoro, quello di scoprire misteri, Rookwood. Tu LAVORI nel Dipartimento Misteri,” James lo derise. “Dimmi, c'è stata qualche nuova Profezia ultimamente? Qualcosa che potrebbe interessare al tuo Maestro, forse?”
Tutti boccheggiarono e qualche studente iniziò a piangere quando James menzionò il Signore Oscuro; quelli che non se ne erano resi conto, ora sapevano di essere stati attaccati dai Mangiamorte.
Albus e i suoi compagni s'incupirono al sentir nominare il Dipartimento Misteri. ‘Come sa del Dipartimento Misteri?? Dovrebbe essere top secret… E ha parlato di una Profezia? Come conosce tutto questo?’ si domandò Albus.
Lucius stava ora facendo una smorfia. “Bene, pare quasi che non ci siano maschere a coprirci il volto. Allora perché non le abbassiamo, ragazzi? Il Nostro Signore ci ha detto che non avrebbe avuto comunque più importanza.”
Chiocciolii risuonarono nella stanza, quando le maschere furono abbassate dai volti e singulti stravolti uscirono dalle gole degli studenti per ogni persona che riconoscevano.
Gli studenti Slytherin che avevano parenti tra quelli o che erano essi stessi apprendisti Mangiamorte si affrettarono a lasciare il gruppo degli studenti spaventati e ingrossarono le fila oscure, con orrore degli altri.
Draco Malfoy faceva parte del gruppo, come anche Gregory Goyle e Vincent Crabbe, non che se ne potesse dubitare. Pansy Parkinson li seguì con Blaise Zabini e Theodore Nott, giusto per fare qualche nome; un gruppetto di Ravenclaw, Hufflepuff e anche tre Gryffindor si unirono alla schiera, cosa che fu un eterno insulto a McGonagall.
Con furore di Dumbledore, anche Magnus Manx fu della partita, mentre Snape stava indietro, a fianco del Preside.
Tra i Mangiamorte adulti c'era Lucius Malfoy, naturalmente, i Signori Crabbe e Goyle, Bellatrix, Rabastan e Rodolphus Lestrange, Nott e Rookwood, tra gli altri.
“Parlando di rivelazioni, James Evans, perché non ci dici il tuo vero nome? Ho esaminato ogni certificato di nascita del Ministero, e non c'è mai stato alcun James Evans. In più, l'unica scuola che sia mai stata distrutta era in Francia, ed è stato cinque anni fa. Chi SEI tu, ragazzo?” chiese Lucius con impazienza.
Insegnanti e studenti erano tutti orecchie, nonostante la situazione.
James si limitò a ghignare.
Il biondo aristocratico ringhiò e Rookwood, che tratteneva James, puntò la bacchetta contro il ragazzo, facendo gemere di paura Remus e Sirius.
“FINITE INCANTATUM!” ruggì Rookwood.
Harry aveva anticipato la sua mossa, avendo iniziato a mormorare il suo fascino ancora e ancora, sottovoce.
“James! James!” Ron iniziò a dibattersi nella stretta di Lucius, così Malfoy non ebbe scelta se non quella di schiantare il ragazzo dai capelli rossi.
Hermione era in lacrime; era ovvio che il suo ragazzo sarebbe stato usato come scudo e ostaggio.
Rookwood si stancò e percepì un mutamento nella magia del ragazzo che così si sarebbe protetto da ogni suo eventuale attacco per scoprire la sua reale identità, allora interruppe la serie di incantesimi rivelatori e usò il pugno per tramortire il ragazzo.
James sussultò e si accasciò nella presa dell'uomo, ma non prima di aver eretto un incantesimo scudo che lo proteggesse da qualsiasi attacco al suo corpo inanimato.
Rookwood ghignò verso Malfoy ed essi inziarono a indietreggiare verso le porte. “Non seguiteci,” avvertì Lucius, “o altrimenti ne pagherà il rosso.”
“No! Perché non lo lasciate andare?!” Il Professor Vector, insegnante di Aritmanzia, gridò loro disperatamente.
Fu Bellatrix a rispondere, cosa che fece sì che Sirius scoprisse astiosamente i denti contro la cugina. “Il nostro grande Maestro vuole colui che ha nome James Evans vivo, così avremo bisogno di un passatempo, no? Personalmente, mi è indifferente il fatto che il piccolo Weasley possa morire o no.” Bellatrix ghignò, mentre Albus la trapassò con occhi furibondi.
I Mangiamorte fuggirono e si rimaterializzarono lontano non appena raggiunto un luogo preciso oltre i confini di Hogwarts.
Hermione si lasciò cadere sul pavimento con Ginny, piangendo disperatamente per Ron. Qualche studente fece lo stesso, ma per pura paura.
Albus guardò intensamente e significativamente tutti e ognuno dei suoi insegnanti, che gli restituirono lo sguardo altrettanto attentamente. “E' tempo… di dire a tutti del nostro Ordine. Hogwarts diverrà il nostro quartier generale. Temo che il Signore Oscuro uscirà presto allo scoperto.”
Un silenzio incerto cadde attorno a lui, quando gli studenti ascoltarono rabbrividendo Albus Percival Wulfric Brian Dumbledore.
Remus si mosse davanti al solenne vecchio. “E che cosa faremo con il giovane Mister Weasley e James Evans…o chiunque egli sia… Non possiamo lasciarli nelle mani del Signore Oscuro! Li ucciderà entrambi! Non so come, Albus, ma il ragazzo conosce cose… cose che non dovrebbero cadere nelle mani sbagliate, ho questo presentimento…”
Albus annuì. “Il Signore e la Signora Weasley dovranno essere informati al loro arrivo; ne saranno devastati, ma dobbiamo fare del nostro meglio per recuperare entrambi i ragazzi. Ciò che dobbiamo fare ora è riunire le nostre forze. Preparate i gufi della scuola! Abbiamo un lavoro da fare e poco tempo davanti a noi!”


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PS: so che il titolo l'ho completamente stravolto, ma si sembrava più coerente, in italiano, della traduzione letterale "La caccia del giorno". Mi sembra più che sia il giorno quello della caccia, che sia del caccia del Boccino, o di un certo ragazzo dal nome fittizio.. questa è tutt'un'altra storia. <__<

* ... nero? Ma il frassino non è marroncino (e dalle mie fonti la Firebolt è di frassino) ??. . . mah ^^

** ... allora. Con calma. da fonti ufficiali sapevo che la Firebolt raggiungeva i 240km/h. In conversione, invece, risulta che 180 miglia= 289.62 km, e 120 miglia= 193.079 km [e le cifre in miglia sono quelle riferite dall'autrice]. Allora, o è sfuggito qualcosa a me, o all'autrice, o a chi ha fatto le corrispondenze ufficiali ... mi rimetto comunque a voi, signori, personalmente la questione non mi è così pressante .

  
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