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Autore: _Trixie_    13/08/2013    3 recensioni
[Callie/Arizona, April/Jackson, Alex/Izzie, Derek/Meredith]
Una lacrima solitaria cadde nell’acqua, mentre la portata degli avvenimenti la investiva.
Era la regina di un regno che non le apparteneva di diritto, un regno che stava per entrare in guerra per delle decisioni prese in modo affrettato. Non poteva nemmeno permettersi di piangere il marito che un tempo aveva amato, la cui morte era la causa della catastrofe che stava per abbattersi sul Regno di Picche.
Perché l’assassinio di un re poteva essere punita solo con la morte di un regno.
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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Capitolo XI
 
Look me in the eyes
and tell me you don’t find me attractive. [12]

 
 
 
 
«Eccoci qui, nella casa della mia infanzia» sospirò Calliope, togliendosi il mantello da viaggio non appena ebbe varcato la soglia di un edificio immenso che, più che casa, Arizona avrebbe definito castello. Nonostante fosse più piccolo della Fortezza Rossa e meno maestoso, aveva quel tocco elegante e delicato che sapeva appartenere alle favole: le mura in pietra, il portone di legno grezzo e antico, lo stemma della famiglia che sventolava gagliardo, seppur a mezz’asta, e l’edera, soprattutto l’edera, che si arrampicava e attorcigliava attorno alle torri slanciate, si faceva strada tra le fessure del muro, sussurrava i segreti degli abitanti di quel luogo al vento.
Arizona e Alex seguivano alla regina, scortata dal Fante di Picche che continuava a dichiararsi del tutto contrario a quella visita al Principato di Fiori, ma la regina aveva insistito tanto per portare di persona la notizia a sua madre, che l’uomo si era dovuto rassegnare.
L’intera comitiva, che ora si era allineata alle spalle della regina, aveva accolto con sollievo quella sosta.
Con la coda dell’occhio Arizona vide Alex osservare il pavimento con curiosità e fare strani ghigni nella direzione dei suoi piedi. La giovane gli diede un’energica gomitata, per poi lanciargli un’espressione interrogativa. Il Bianconiglio si piegò nella sua direzione, sussurrando.
«I Torres a quanto pare sono dei maniaci delle pulizie, accidenti, mi ci posso specchiare in questo dannato pavimento!»
Arizona abbassò gli occhi e dovette dargli ragione: il marmo bianco le restituiva con esattezza i lineamenti del suo viso, sporco e stanco, ma sembrava privo di ogni genere di maltrattamento, avvicinandosi, probabilmente avrebbe individuato piccole cicatrici lasciate dalle sue recenti avventure, ma per il momento lei non voleva saperne e smise di scrutare il proprio riflesso, spostando gli occhi più avanti, su un riflesso che le era ben più caro del proprio.
Arizona studiò attentamente i lineamenti della regina, fino a quando Alex non la riscosse dai suoi pensieri.
«Conosci l’avventura della regina con Erica Hahn? Non ti facevo tanto informata sui pettegolezzi di Wonderland. Comunque, lasciala perdere, non è pane per i tuoi denti» concluse, facendole l’occhiolino.
Arizona non ebbe il tempo di chiedere altre spiegazioni e aggiunse le domande nate da quell’osservazione di Alex all’infinito elenco delle “questioni preoccupanti”, come lei definiva tutti quei segreti, sussurri e problemi dei quali era all’oscuro, ma con cui aveva certamente a che fare. Non da ultima, la storia di tutte quelle Alice.
L’attenzione di tutta la compagnia si spostò sul ticchettare proveniente dall’ampia scala di fronte a Calliope, dalla quale una donna dai capelli scuri scese tenendo le ampie gonne raccolte, così da non inciampare. Procedeva spedita, ma non si mise a correre e, certo, non mancò di contegno.
Abbracciò la regina e, dai lineamenti tanto simili che Arizona scorse nel riflesso del marmo, non c’era alcun dubbio che si trattasse della madre di Calliope.
Era dipinta, sul volto dell’anziana donna, un’apprensione del tutto particolare, propria delle madri ansiose per il destino di una figlia che ha dato, in passato, troppi grattacapi alla famiglia. La cosa stupì Arizona, che certo non credeva che la Principessa di Fiori potesse in qualche modo biasimare la figlia d’esser diventata Regina, e attribuì quell’impressione all’inesattezza del riflesso.
Dopo i dovuti convenevoli, Calliope presentò i componenti del suo seguito.
«Sir Owen Hunt, che ha insistito tanto per farmi avere una scorta non necessaria e che già conosci, mamma» disse la regina, con una strana intonazione.
Ad Arizona parve che i misteri di Wonderland, o almeno quelli legati alla donna che in parte governava quelle terre, aumentassero ad ogni secondo.
La Principessa di Fiori sorrise al cavaliere con calore e lasciò che le baciasse la mano.
«Sir Owen, ogni volta è un piacere rivedervi, sono sicura che sareste un ottimo marito se solo decideste di prendere moglie. Siete ancora un’anima dedita all’avventura e ai combattimenti, Sir?» 
La domanda della donna fece arrossire violentemente il povero Fante, che salutò con rispetto la principessa, aggiungendo che la sua anima era esclusivamente a servizio della regina, come si aspetterebbe da un fante di valore. Non aggiunse nulla riguardo a una futura signora Owen.
Calliope tagliò corto quello scambio di battute, procedendo a presentare Alex, verso il quale la Principessa di Fiori diede sfoggio di una cortese freddezza, nonostante le rassicurazione della regina sulla sua lealtà.
Dopodiché fu il turno di Arizona, che destò gran stupore anche presso le dame che avevano raggiunto la madre di Calliope.
Alla ragazza parve di distinguere chiaramente, nei bisbigli e ripetutamente le parole Mondo di Lassù e Quella Alice. La principessa si limitò a serrare severamente le labbra e a scrutarla, come se cercasse di leggerle l’animo, poi le diede un benvenuto privo di qualsiasi inflessione cui Arizona riuscì a rispondere a malapena balbettando.
La sua inferiorità apparve ancora più evidente quando April diede prova di una compostezza invidiabile e Matthew si comportò da perfetto cavaliere.
«Il Re Rosso in questa casa, al braccio della Cappellaia. Calliope, credo che tu mi debba più di qualche spiegazione. E tuo padre è già tornato alla Reggia di Picche? Non lo vedo» disse la Principessa di Fiori, senza nemmeno stringere la mano a Derek e Meredith, ai quali aveva lanciato a malapena un’occhiata prima di voltargli le spalle.
«No, mamma, papà non è alla Reggia. Potresti ordinare che ai miei ospiti siano accordati alloggi adatti al loro rango. A tutti gli ospiti, mamma, il Re di Cuori è mio ospite e con lui anche Meredith Grey e Alex Karev».
«Sei tu la regina» rispose enigmatica la Principessa di Fiori, prima di dare disposizioni alla servitù. «Calliope, cara, per quanto vi fermerete?»
«Una notte» rispose la giovane.
«Partiremo all’alba, milady» aggiunse Sir Owen Hunt, come se non fosse sicuro che quel suo accorgimento fosse adottato. Calliope annuì di malavoglia.
«Perfetto, noi dobbiamo parlare. Sir Owen ci farà da scorta, voi andate» disse la Principessa di Fiori, prendendo la figlia sotto braccio mentre Arizona veniva condotta nella direzione opposta da una sorridente dama bionda.
 

***
 

«Come hai potute vendere il tuo stesso padre alla Montgomery, Calliope?» domandò pacatamente Lucia Torres, che si era abbandonata in una poltrona di velluto e si reggeva la testa con una mano. Quello era fin troppo da sopportare per lei, da quella figlia che, pur amandola, continuava a essere fonte di dispiaceri.
Aveva pensato di morire una volta, molti anni prima, quando le erano stati sussurrati pettegolezzi di corte, di quella Erica Hahn che passava fin troppo tempo con sua figlia.
Ma questo, perdere il marito per mano della figlia, questo era troppo.
«Non ho venduto papà!» protestò subito Calliope, che si alzò in piedi con le gote arrossate.
«E allora illuminami, per quale motivo mio marito si trova prigioniero della donna che non aspetta altro che la distruzione di tutto ciò che amo? E perché sotto il mio tetto hanno trovato ospitalità Derek Shepherd e la sua sgualdrina?»
«Meredith Grey non è una sgualdrina, mamma. E Derek è la mia assicurazione sulla vita di papà. È stato lui stesso a offrirsi come ostaggio».
«Non avresti dovuto permetterglielo. Sei la regina, avresti dovuto ordinargli di non farlo» disse Lucia con forza.
«No, non avrei potuto! Io quanto regina devo pensare al bene del mio regno, in quanto figlia a quello della mia famiglia» precisò Calliope, in piedi di fronte alla madre.
«E così hai anteposto il regno alla famiglia» la accusò sua madre alzandosi a sua volta in piedi.
«No, mamma, no! Tra poco la guerra sarà finita, grazie a papà. E non corre alcun pericolo! Ho fatto ciò che avrebbe giovato a più persone, anche se avrebbe potuto far del male a me. È così che lui mi ha cresciuta» le ricordò la regina di Picche.
Lucia Torres tornò a sedersi e si prese la testa tra le mani. Rimase in silenzio per qualche secondo e quando anche Calliope tornò a sedersi, trovò il coraggio di parlare.
«Non è nemmeno il tuo vero padre» disse, in un bisbiglio.
«Cosa?»
La Regina di Picche sperò di aver frainteso le parole della madre.
 

***

 
«Sono Lady Lauren Boswell» si presentò la dama bionda che aveva mostrato ad Arizona la sua stanza. «Figlia di Lord Boswell di Silver Cave».
«Io sono Arizona Robbisn. Solo Arizona Robbins» arrossì la ragazza, non ancora abituata a tutti quei nomi altisonanti.
«Sei la ragazza del Mondo di Lassù, non sei solo Arizona» le fece notare l’altra, in piedi nel mezzo della stanza. «E sei anche la più bella ragazza del Mondo di Lassù che io abbia mai visto».
«Sono l’unica ragazza del mio mondo che tu abbia mai visto» le fece notare Arizona, ridendo compiaciuta e decidendo di rivolgersi a lei con il tu. Forse aveva sbagliato qualcosa di quell’etichetta di corte di cui tutti sembravano seguire le regole, ma Lauren non se ne dimostrò infastidita.
«Hai ragione. Mi hai scoperto. Sei la ragazza più bella che abbia mai visto a Wonderland» si corresse Lady Boswell, prima di uscire dalla stanza di Arizona con un sorriso malizioso.
 

***
 

Sfortunatamente la Regina di Picche aveva capito benissimo quello che la madre le aveva detto.
«Il tuo vero padre è morto. Era un brav’uomo, comunque».
«Non ricordo altri che papà come… papà»
«Non eri ancora nata, quando lui morì non sapevo nemmeno di essere incinta. Lo sposai a diciassette anni. Era il figlio di Lord Lightswood, lo conosci bene» raccontò Lucia Torres, con lo sguardo perso nel vuoto.
«Sì, veniva spesso qui quando ero bambina».
«Lui sa che sei sua nipote. Luke Lightswood morì per un male ignoto, che gli divorò lentamente l’addome. Nessuno seppe salvarlo. Quattro mesi dopo-» una lacrima scese solitaria sulla guancia di Lucia. «Quattro mesi dopo sposai il Principe di Fiori, Lord Torres».
«Papà lo sa?»
«Sì, certo che lo sa. Ti ama come se fossi sua figlia, lo sai»
«Aria dice sempre che mi preferisce a lei» commentò Callie, ancora scossa dalla notizia.
«E come dargli torto? Ti ha cresciuta come se-»
«No, mamma, non come se. Mi ha cresciuta da figlia, perché io sono sua figlia» la corresse la Regina di Picche.
«Comunque, non avresti dovuto venderlo alla Montgomery, non dopo tutto quello che ha fatto per te» la rimproverò Lucia. «Ti ha dato un nome, un nome prestigioso, quando potevi essere solo l’orfana di Lightswood. Lui ti ha fatta diventare qualcuno e ti ha amata, ancora prima che nascessi. Non avresti dovuto consegnarlo alla Montgomery. E al diavolo il regno»
Calliope si alzò e uscì dalla stanza, troppo sconvolta per sostenere ulteriormente una discussione con sua madre.
 

***

 
Arizona decise di approfittare del bagno caldo che Lauren Boswell le aveva preparato secondo le regole dell’ospitalità di casa Torres, non appena era entrata in quella stanza.
Iniziò a spogliarsi e si immerse nell’acqua calda, pensando che, dopotutto, non era poi così male essere stata catapultata in un mondo del tutto nuovo, per trovarci delle donne stupende. Wonderland, il Paese delle Meraviglie.
Iniziava a intuire il perché di quel nome.
Si chiese che cosa significasse il commento di Alex riguardo la regina e soprattutto si chiese se la sua attrazione nei confronti di Calliope fosse tanto evidente.
Forse dovrei provare a nasconderla, si disse, insaponandosi, dopotutto con una regina non credo proprio di avere speranze. Per di più era sposata con un uomo, perciò non credo che sia interessata a me se non come ad Arizona Robbins, lo specchio, la spada, lo scudo. Qualsiasi cosa significhi per Wonderland.
 

***

 
Calliope vagò a lungo per le stanze del castello dove era cresciuta dopo aver congedato Sir Owen, che era rimasto a fare la guardia al colloquio con sua madre.  
Si chiese se Aria fosse a conoscenza di questo segreto, ma probabilmente aveva tenuto all’oscuro di tutto anche lei. Forse lo aveva scoperto per caso, mettendo il naso dove non doveva, come era solita fare.
Comunque Aria era lontana, in viaggio con il giovane marito, Lord Foxtail. Amavano viaggiare e nemmeno la guerra aveva impedito loro di farlo. Semplicemente, scrivevano più spesso a casa per far sapere che stavano bene.
In un lungo corridoio, Calliope si imbatté in uno dei tanti ritratti di famiglia disseminati per il castello. Sua madre insisteva per averne uno nuovo ogni anno. In alcuni era stato costretto a posare anche George.
Calliope osservò il proprio volto e quello del padre, eppure non vi trovò atro che la naturale somiglianza tra padre e figlia: stessi occhi, stessi lineamenti, stesse impressioni.
Si chiese se fosse possibile che sua madre si fosse sbagliata, ma se Lucia Torres avesse avuto qualche dubbio circa la paternità di Calliope, certo non le avrebbe rivelato di essere solo l’orfana di Lightswood.
Persino i suoi occhi, dunque, la ingannavano.
Distolse lo sguardo dal ritratto e riprese a camminare, senza meta, lasciando che fossero i suoi piedi a decidere quale percorso seguire.
 

***

 
Più tardi, Lauren era tornata per accertarsi che Arizona non avesse bisogno di nulla e la trovò alle prese con i lacci di un vestito che era stato preparato per lei.
Lady Boswell rise, divertita.
«Arizona Robbins, si vede che vieni da un altro mondo» commentò. «Da voi le donne si vestono da sole?» domandò, piegando la testa di lato con curiosità.
«Certo, perché?» rispose Arizona, decidendo di abbandonare quell’inutile battaglia e lasciando che il vestito scivolasse a terra. Sotto aveva una morbida sottoveste bianca, lunga fin sotto alle ginocchia. Le guance di Lauren arrossirono violentemente.
«Perché qui le donne vengono vestite dalle loro dame di compagnia. E non si mostrano così spudoratamente in sottoveste» disse lady Boswell, avvicinandosi per raccogliere il vestito di Arizona e sistemarlo attorno al corpo della ragazza, che sollevò i capelli per facilitarle il compito.
«Oh» disse. «Da noi quella che voi chiamate sottoveste potrebbe tranquillamente essere scambiata per un semplice vestito» spiegò Arizona, sentendo le mani di Lauren attorno ai fianchi, sotto il seno, vicino alla clavicola. Si muovevano leggere, sistemando la stoffa del vestito e eliminandone le pieghe. Lungo la schiena, le dita di Lauren iniziarono a stringere i fiocchi che avevano fatto impazzire Arizona.
«Dimmi se stringo troppo» la avvertì Lady Boswell, con voce roca.
Arizona annuì, improvvisamente confusa.
«Anche tu sei molto bella» disse solo, senza riflettere. Sapeva di non aver mentito, ma sapeva anche di aver omesso un particolare. Trovava Lauren bella, è vero, ma non la più bella. Quel titolo spettava di diritto a Calliope.
Lauren sorrise, stringendo l’ultimo fiocco.
«Finito. Girati, vediamo se è tutto a posto».
Arizona fece come le era stato chiesto e Lauren non tolse le proprie mani dai fianchi dell’altra ragazza.
Fece scorrere il suo sguardo da terra fino alla sommità del capo di Arizona, soffermandosi a lungo sulle labbra e ritornandovi alla fine. Lauren strinse leggermente la presa e la ragazza del Mondo Di Lassù si morse il labro, facendo un passo verso di lei.
 

***

 
«Arizona, spero di non disturbare» Calliope bussò alla porta delle stanze della ragazza.
Era lì che i suoi piedi l’aveva portata. Forse, sapeva che la chiave della salvezza del regno si trovava dietro quella porta.
O, forse, le piacevano oltre il consentito le fossette di Arizona.
Una ragazza bionda aprì la porta alla Regina, visibilmente infastidita, ma purtroppo era la bionda sbagliata.
«Oh, credevo fossero gli alloggi di Arizona Robbins» esclamò confusa Calliope.
«Sì, sì, maestà, eccomi» sorrise la ragazza del Mondo di Lassù, raggiunta Lauren. «Volete accomodarvi, maestà?»
«Vedo che siete in compagnia, non importa, tornerò un’altra volta» rispose la regina, con un’inquietudine inspiegabile nell’animo.
«Me ne stavo andando» si intromise Lady Boswell, aggiungendo maestà solo dopo qualche secondo di pausa.
«Ci vediamo, Arizona» disse Lauren, stringendo le dita di Arizona e dandole un inatteso bacio sulla guancia, che colorì le fossette della giovane. Le fossette, però, erano dovute alla presenza di Calliope.
«Sì» disse solo, senza capire le implicazioni di quello scambio di battute e facendosi da parte per far entrare la regina, mentre Lauren si allontanava lungo il corridoio.
«Non sarei venuta se avessi saputo che ti trovavi in dolce compagnia, scusa» disse tra i denti Calliope, quando rimasero sole.
«Oh, no, mi stava solo aiutando a vestirmi» minimizzò Arizona.
«Non stento a crederlo» fu l’acido commento di Calliope. «Comunque quel vestito ti sta molto bene».
«Grazie. Eri venuta per parlarmi?» domandò Arizona, in imbarazzo.
«No, cioè, sì, no».
«Calliope» la chiamò Arizona, prima che si potesse controllare.
Quel nome, il suo nome, le era sfuggito dalle labbra prima che potesse fermarlo. Aveva un buon sapore, notò Arizona, chiedendosi per un istante se anche le labbra della proprietaria del nome ne avessero uno uguale.
«Nessuno mi chiama Calliope» disse la regina, avvicinandosi.  
«Oh, mi dispiace, maestà, io non volevo…» le parole di Arizona rimasero sospese in aria per qualche secondo, poi la ragazza trovò di nuovo il coraggio di parlare.
«Anzi, sì, io volevo. Devo essere sincera con te, Calliope, perché a quanto pare sono non so che genere di arma per te e hai bisogno di me, perciò voglio essere sincera. Non so come funzioni esattamente qui, a Wonderland, o cosa ne potrai pensare tu, ma nel mio mondo, a volte, le donne si innamorano di altre donne. E io credo, anzi, e io so di avere una cotta per te, una cotta enorme. Ma so che sei una regina, so che hai delle responsabilità e so che hai avuto un marito: lo so di non avere possibilità, ma volevo essere sincera con te. Perciò, eccomi, sono Arizona Robbins e ho una cotta per te».
Aveva parlato velocemente, senza quasi respirare e gesticolando freneticamente.
Cosa diavolo stava facendo? Se era scampata alla decapitazione della Montgomery, certo ora nessuno le avrebbe tolto la reclusione nelle celle di quel castello per pazzia. O omosessualità. Per quanto ne sapeva lei, poteva tranquillamente essere etichettato come un reato in quel mondo.
Comunque, non avrebbe finto di essere un’altra donna solo per non passare da criminale.
«Non avresti dovuto dire niente» disse Calliope, avvicinandosi alla ragazza.
Respiravano ciascuna il profumo dell’altra, come per saziarsene.
La regina disegnò con il dito una delle fossette di Arizona, che non riuscì a trattenere il brivido leggero scaturito da quel tocco.
«Perché no?» domandò.
Calliope non rispose, Calliope sorrise, di un sorriso amaro e dolce allo stesso tempo.
Perché Calliope sapeva che ciò che stava per fare era sbagliato, eppure aveva tutta l’intenzione di sbagliare. E poi Calliope sapeva che certe cose, semplicemente, non possono essere evitate.
Così Calliope baciò le labbra di Arizona, e lasciò che la ragazza la abbracciasse, attirandola a sé, come a nessun altro era stato consentito di fare da molto tempo.
 
 
 
 
NdA
C’è mancato davvero poco al bacio tra Arizona e Lauren, gente, ma non il mio cuore non ha retto allo sforzo e ho eliminato la scena, nonostante pensassi di scrivere un doloroso e dettagliato paragrafo sulle aggressive labbra di Lauren e la titubanza di Arizona u.u
La canzone [12] è Where does the good go, Tegan and Sara (no, non quella Sara! :D)
Scusate il ritardo, ma spero che il bacio finale tra Callie e Arizona sia abbastanza per farmi perdonare ^^”  
A presto,
una fanwriter molto scostante negli aggiornamenti,
per gli amici Trixie. 

 
   
 
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