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Autore: ChocoCat    19/08/2013    0 recensioni
Come raccontare un amore mai nato?
Ho capito la passione che votavo alla nostra relazione; non solo mi piaceva parlarti, ascoltarti, condividere le risate con te, ma il tuo fisico atletico, il tuo viso a spigoli morbidi, perfino quei tuoi capelli da istrice mi piacevano.
Per non parlare dei tuoi occhi. Non avevo mai visto una sfumatura di cioccolata così perfetta. Gli aghi verdi che ne emergevano non facevano che abbellirli; un concentrato puro di seduzione dagli effetti devastanti su di me. Eppure la luce dei tuoi occhi non era data dalla loro bellezza; emanavano un calore e una passione che non avevo mai scorso in nessun altro. Tu mi piacevi per quello.
Parlavi con gli occhi, combattevi con gli occhi, seducevi con gli occhi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Voglio essere sincera con il lettore.

Questa Ginny sono io, quest Harry è l’uomo della mia vita, e questo Michael… beh lui, è quanto di più vicino a un amico io abbia mai avuto accanto.

 

Aggiornerò spesso, ancor più se sollecitata da richieste.

 

Sappiate che il tono cambierà nel tempo, che la storia nasconde bivi impercorribili, che i protagonisti non avranno mai detto l’ultima parola…

Chiudo l’introduzione qui e vi lascio alla lettura.

 

PS: consiglio vivamente di far partire la canzone... e iniziare a leggere! You could be happy - Snow Patrol: https://www.youtube.com/watch?v=76Mbnuwk2d4 (Link Cit.)

 

.ChocoCat.

 

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Do the things that you always wanted to
Without me there to hold you back, don't think, just do

More than anything I want to see you go
Take a glorious bite out of the whole world

Snow Patrol

 

 

 

 

 

A Michael: il mio amico, il mio cuore, le mie fibre e i miei nervi vitali, cui ho sempre negato tutto pur donandogli interamente me stessa.

 

 

 

 

 

 

I

 

 

 

 

Ho deciso –deciso?-, parlerò con te attraverso queste pagine.

L’HTML mi pare buono, lo stile è di mio gradimento, non credo ti dispiacerebbe. Se non sbaglio, avevi una malata passione per il Comic Sans; e io che l’ho sempre odiato!

Forse dovrei ingrandire le lettere, i tuoi occhi non son mai stati buoni al computer.

 

Non ho molta scelta, nevvero? Tu hai ricucito le tue cicatrici, hai leccato ogni ferita e te la sei data a gambe.

Avrei dovuto fare lo stesso, invece mentre tu ti voltavi e correvi verso il futuro te, io sono rimasta a guardare la tua schiena, sperando che ti voltassi.

Non ti sei mai più voltato, mai più.

 

Vorrei tanto che tu potessi leggermi, vorrei tanto spiegarti cosa sia andato a rotoli.

Ma tu mi hai cancellata e scacciata via dalla tua vita, e io per te non sono più niente.

Come spiegarsi perché siamo arrivati a tanto?

Eravamo amici, nemmeno amanti.

Due ragazzini di sedici, diciassette anni appena, con l’intero mondo davanti e un’irrefrenabile voglia di mettersi alla prova.

 

Avrei voluto che tu mi vedessi crescere dopo la scuola.

Avrei voluto averti accanto, a volte; mi sono abituata a non averti più.span>

 

Ricordo l’ebbrezza che provavo in ogni attimo passato vicino a quei tuoi occhi luminosi, il tuo sorriso non sbiadisce nei miei pensieri, mi galleggia davanti invitante, e il mio cuore fa male e si arrotola palpitante su se stesso come un riccio.

Mi capita ancora di sognarti di tanto in tanto.

Mi sveglio nel cuore della notte con le lacrime agli occhi; il mattino è rabbuiato e mi alzo con l’impressione che la giornata sia già morta.

 

Se durante i miei sogni avessi davvero potuto chiarire i nostri problemi con te come desideravo ardentemente fare, ora sarei un’altra persona, e tu non mi faresti così male.

 

Invece sei ancora qui, una ferita bruciante nella carne.

Rivedo i tuoi occhi, no, non sono più gli stessi; sono quelli di quando già ti allontanavi da me.

La consapevolezza di sapere che ti stavo perdendo mi uccideva, eppure tu non te ne accorgevi, il tuo volto cercava ancora di essermi caro.

Ragazzo ingenuo sorridevi, e mi dicevi “ci rivediamo a settembre”.

L’avevo sentito, io, invece, che quell’estate ti avrebbe cambiato, e che ti avrebbe portato via da me per sempre.

 

È da circa un anno che ho smesso di sognarti regolarmente, ogni tanto spunti fra i miei pensieri o in una conversazione e mi catapulti in un mondo grigio che non mi appartiene.

Mi sento persa ogni volta e ogni volta e mi fai vergognare, perché il mio cuore si era aperto per te e tu hai voltato lo sguardo altrove.

Io lo sapevo che mentivi, e tu vedevi il mondo attraverso i miei occhi, eri a conoscenza di tutto, anche tu. Ero bugiarda perfino con me stessa. E tu, che non sei mai stato bravo a mentire, negavi tutto.

Perché non abbiamo parlato prima, non abbiamo agito, prima?

 

Solo adesso so cosa eravamo, tu ed io. Quel “tu ed io” che tanto ti ha fatto crucciare e che ci ha separati in un attimo, cancellando il passato così morbido e ricco, così familiare.

Come un fuoco d’artificio abbiamo bruciato tutto attorno a noi e nell’arco di poco tempo non è rimasto più nulla. Si sa che le scintille non hanno vita lunga. Così come abbiamo squarciato il cielo, splendenti di luce propria, siamo ricaduti sull’asfalto. E già non eravamo che polvere.

 

Speravo di spiegarmi con te faccia a faccia, rivolevo quella luce nel tuo sguardo, la desideravo con ogni cellula del mio corpo, volevo che m’illuminasse di nuovo. Che brillasse per me come aveva già fatto. Non posso; mi fai troppa paura.

Non reggerei il confronto, so che cercherei le tue mani che non mi spettano più, e leggerei nei tuoi occhi quel buio che vi ho letto mesi addietro, dopo che tutto era già finito.

Finito come? Con un bacio.

 

 

   
 
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