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Autore: Black_Sky    26/08/2013    0 recensioni
Football Frontier: la Zeus viene sconfitta dalla Raimon che si aggiudica il titolo di squadra più forte del Giappone.
Reiji Kageyama viene arrestato.
Afuro e la sua squadra tornano agli spogliatoi sconfitti.
Ad aspettarli però ci saranno verità sconvolgenti e tenute nascoste per troppo tempo, lasciate a soffrire in luoghi bui e senza anima.
Questa storia parla della crudeltà di Reiji Kageyama e del cambiamento.
Parla anche di bontà e di amore, di amicizia e lealtà.
Perchè per esistere il bene ha bisogno del male come il giorno ha bisogno della notte o la luce del buio.
***
Questa è la mia primissima ff.
Volevo scriverla da molto tempo ma per motivi vari l'ho potuta pubblicare solo ora.
Non so quanto possa essere lunga, ma spero di avervi incuriosito,
bacioni
Kira
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Caleb/Akio, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AFURO POV

Mi sveglio con un grande mal di testa. Mi guardo in giro: sono in una stanza piccola e scura, con un armadio piccolo e verniciato male, una tenda logora non fa passare la luce della mattina che entra da una piccolissima finestra.

Mi alzo dal letto sul quale sono sdraiato e vedo per terra uno dei due ragazzi della sera prima.

Quello con i capelli blu ha una benda sulla testa e una attorno al petto.

Dei passi si avvicinano così mi risdraio sul letto dove ero steso prima di svegliarmi e chiudo gli occhi.

Sono rigidissimo sotto le coperte e ho paura anche di respirare.

<< Sì, sta bene, non sembra avere nulla a parte un bel bernoccolo in testa. Ha perso del sangue però. >> sta dicendo una voce.

Probabilmente è il ragazzo della sera scorsa. Sta parlando al telefono.

<< no, lui sta male. Dovremmo tornare. Non si regge neanche in piedi … sono desolato Aria ma dobbiamo.. si ok… ci vediamo stasera. >>

Ha attaccato. Si sta avvicinando. Apro lentamente gli occhi come se mi svegliassi in questo momento.

Lo vedo: deve avere uno o due anni in più di me, ha i capelli rosso fiamma a caschetto con una frangia lunga e gli occhi blu elettrico.

<< Ciao, ti sei svegliato finalmente..>> mi dice quando mi vede.

<< Chi sei? >>  domando io abbastanza spaventato.

<< io sono Mirko, e tu?>> mi chiede mentre cambia le bende all’amico.

<< Afuro Terumi, chi erano quegli uomini la notte scorsa?>> sono troppo curioso.

<< mhhh.. allora… non so come iniziare. Vabbè quegli uomini sono degli inviati di un uomo che ci vuole morti, non ti devi immischiare se non vuoi rimetterci la pelle. >>

È diretto ma questa cosa mi da fastidio, che nel giro di due giorni è già la seconda volta che mi dicono di farmi i cavoli miei.

<> chiedo. Tanto ormai potrebbero definirmi il ficcanaso di turno.

<< non sono affari tuoi, davvero, lo dico per il tuo bene. Ora cosa pensi di fare? Starai qui o cosa?! >>

Rimango abbastanza stupito poi rispondo << Non so dove potrei andare sono scappato per allontanarmi ma non ho la minima idea di cosa fare. >>

Qualcuno bussa alla porta.

Colpi secchi, pesanti e forti.

Poi una voce.

<< Uscite voi due. Non scapperete ancora per molto, ahahahahahahah>> che risata agghiacciante.

Mirko ha già caricato sulle spalle l’amico e sta cercando una via d’uscita. Smonta una griglia e mi fa entrare in un tubo dell’aria condizionata.  Ci s’infila anche lui  con il ragazzo dai capelli blu sulle spalle e poi rimette la griglia a posto.

<< Vai sempre dritto fino a quando arrivi  al bivio, poi vai sulla destra. >> mi sussurra ed io comincio a gattonare seguendo le istruzioni e lui mi segue.

Dopo aver svoltato a destra mi fermo e aspetto altri ordini. Mi giro e mi trovo Mirko stremato: anche se è muscoloso non deve aver dormito e sulle spalle porta l’amico che non deve essere leggero dopo una notte insonne. Così lo aiuto e mi carico il ragazzo sulle spalle.

Continuiamo a gattonare fino a trovarmi davanti ad un’altra griglia. Lui la smonta e usciamo.

Ci troviamo in un enorme cortile, pieno di piante ed erba alta.

Corro seguendo Mirko fino ad un cancello altissimo in ferro arrugginito.

Intanto delle voci cominciano a raggiungermi e ci nascondiamo dietro ad un albero spoglio ma con il tronco abbastanza grande da coprire tutti e tre.

Arrivano gli uomini della sera precedente e noi aspettiamo.                  

<< Saranno usciti, Capo.>> dice uno.

<< Allora apri quel cancello idiota! >> l’altro.

I due stanno aprendo il cancello e noi scappiamo, dividendo il peso del ragazzo svenuto.

Corriamo il più veloce possibile.

Corriamo soffocando le urla e le grida di paura per non farci scoprire.

Corriamo fino ad arrivare ad un parco.

Ci nascondiamo lì dentro, tra gli alberi e i tanti bambini con i genitori.

Ci fermiamo a prendere fiato vicino ad un laghetto con delle paperelle, dietro ad un cespuglio fiorito.

 

Ci sediamo per terra madidi di sudore.

Quando mi passa il fiatone chiedo: << Cos’avete fatto per spingere qualcuno a volervi morti?! >>

Lui non mi guarda neanche, troppo occupato a sistemare l’amico ancora debole e privo di sensi.

<< Tutto è cominciato con una mia amica. Lei abitava con il padre in una casa bellissima, era trattata bene e lei era felice. Poi suo padre cominciò a fare esperimenti. Noi eravamo piccoli, lei circa sei anni, io otto. Un giorno suo padre venne a scuola a prenderla. Non seppi più nulla di lei per quasi tre anni. Un giorno si presentò alla porta di casa mia una bambina con le braccia bruciate, incise.

Piangeva. Stava chiedendo aiuto e svenne.

La portai in casa, con i miei genitori.

Quando arrivò il medico ci disse che probabilmente no avrebbe superato la notte, con le ferite e i tagli che aveva.

Ma lei non si arrese e combatté con tutta se stessa per vivere.

Durante la notte rimasi al suo fianco, osservandola.

Aveva la pelle ustionata in diversi punti e le braccia erano tutte tagliate. Ma erano messe molto meglio delle gambe, credimi Terumi.

Le gambe erano terribili. La pelle della bimba era cucita. >>

non voglio credere a quello che mi sta dicendo Mirko, non posso.

<< C-come cucite? >>  chiedo con la bocca che tocca a terra.

<< Aveva diverse pelli cucite fra loro come se fossero un collage di diverse etnie. C’era la sua pelle chiara, ma all’altezza del ginocchio questa era legata assieme a dell’altra pelle, molto più scura. C’era della pelle come quella degli occidentali, africani e indiani. Rimasi scioccato da quelle gambe, come del resto i miei genitori. >>

Ha smesso di parlare e ora guarda verso il basso con gli occhi pieni di lacrime.

<< Quando riuscì a parlare mi disse “Come non mi riconosci?”. Era la mia amica ed io non l’avevo nemmeno riconosciuta. Il viso era diverso eppure gli occhi erano i suoi. Mi raccontò di suo padre, che per tre anni fece esperimenti per migliorare le condizioni fisiche e le capacità atletiche su di lei. Mi raccontò della sua fuga. Quella sera degli uomini vennero a casa mia e gli diedero fuoco. I miei genitori morirono. Io e lei riuscimmo a scappare. Tutti i miei amici mi diedero per morto ed io e lei cominciammo a vivere per strada come i barboni. Poi un giorno trovammo una villa abbandonata, forzammo la porta ed entrammo. Ci stabilimmo lì. >>

Ho le lacrime agli occhi.

<< E tu? Perché sei scappato? >> mi chiede lui dopo qualche minuto di silenzio.

<< Non so più chi sono. Devi sapere che io gioco a calcio. Ero il capitano della squadra della mia scuola. Volevo vincere a tutti i costi ed il FF era il mio più grande sogno. Così quando ci proposero di seguire Reiji Kageyama, ex mister della Royal, accettammo di buon grado. Iniziammo a fare allenamenti su allenamenti, bere il Nettare Degli Dei, che potenziava le nostre abilità fisiche.

Arrivammo in finale, contro una squadra della Raimon J.H. e nonostante tutto perdemmo.

Quei ragazzi sono speciali, mi hanno aperto gli occhi. Nei giorni seguenti pensai molto anche grazie a degli strani incontri e da quel momento ho deciso che devo ritrovare me stesso, così sono scappato. >>

Ora che ci penso però io non so neanche dove sto andando.

<< Senti, se vuoi posso accompagnarti dov’è ora la squadra della Raimon, ma poi mi devi giurare che non ci cercherai mai più e che non ne parlerai mai a nessuno. >> dice Mirko serio.

Non è male come idea, infondo mi servirebbe proprio passere un po’ di tempo con Endo Mamoru è gli altri, mi farebbe ragionare.

Intanto anche l’altro ragazzo si riprende pian piano.

<< Affare fatto. >>

 

 

 

 

Alla fine, dopo uomini che ci inseguono, pisolini nei vicoli cechi e tutto il resto, finalmente troviamo la Raimon.

Saluto tristemente i miei due nuovi amici, che non si fanno vedere e scappano alla velocità della luce.

Speriamo solo di non essere di troppo….

Raimon sto arrivando!

 

  
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