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Autore: drawandwrite    30/08/2013    5 recensioni
Ryan Gray è un normalissimo studente Americano, da poco trasferito in Giappone per studi specifici.
La sua vita viene da subito turbata da un incontro particolare, che lo spaventerà e ecciterà al contempo.
Nel frattempo le vite Di Nozomi, Komachi, Karen, Urara, Rin, e Kurumi trascorrono tranquille.
E così sarà finché la loro strada non si incrocerà con quella di Ryan Gray.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nozomi aprì gli occhi e assaporò con tutta se stessa il morbido profumo delle lenzuola di casa sua. Sprofondò il viso fra le piume del cuscino e sospirò di pace e sollievo. Si rigirò nel fresco abbraccio  del materasso e attese ancora qualche minuto, prima di riuscire a trovare una minima volontà di strapparsi al torpore del mattino.
Alla fine fu la fame a stanarla dal suo habitat naturale.
Nozomi, spronata dallo stomaco esigente, si trovò costretta a trascinarsi in cucina, gli occhi ancora ostacolati dal lieve velo del sonno e il corpo completamente rilassato. Lanciò uno sguardo rapido all’orologio appeso alla parete. Notò che era terribilmente in ritardo, ma non si agitò particolarmente: ormai era un’abitudine, tanto valeva godersi la colazione con calma. Sapeva perfettamente che Kurumi non le avrebbe perdonato un ulteriore ritardo ma, be’, per una volta Nozomi si concesse il piacere di non temere una sua compagna.
Si pettinò distrattamente, lasciando vagare lo sguardo sul suo viso ancora assonnato, quindi si vestì e fece per uscire, ma la voce pacata e serena di sua madre la inchiodarono sul posto. La vide uscire dalla sua camera da letto, strofinandosi un occhio.
-Dove vai, tesoro? È domenica- le chiese, sorridendole, bonaria. Molto probabilmente si aspettava che la figlia si stesse preparando per andare a scuola, nonostante fosse domenica mattina.
Nozomi le sorrise e, per poco, non scoppiò in lacrime, vedendola così tranquilla, ignara di tutto ciò che aveva rischiato e passato –Vado alla Natts House con gli altri- rispose con le lacrime agli occhi. Quindi non poté evitare di precipitarsi dalla madre e stringerla in un forte abbraccio, mentre una lacrima di gioia le solleticava le gote.
 
-è in ritardo- stabilì Kurumi, lasciandosi cadere su una poltrona della Natts House.
sempre in ritardo- la corresse Kokoda, assorto in un ardua battaglia contro le parole crociate.
La ragazza non poté evitare di sorridere lievemente. Tutto era tornato alla normalità. Le domeniche mattine passate insieme, i ritardi di Nozomi, il silenzio complice fra Kokoda e Natsu.
Sospirò e si appoggiò al palmo della mano, mentre la gioia e il sollievo di un pericolo scampato si mischiavano nel suo petto, aumentandole i battiti.
Serrò le palpebre e si concesse un attimo di pace, assaporò il silenzio della sala, il profumo dei volumi che leggeva sempre Natsu, ascoltò il sibilo delle pagine che voltava Kokoda e il ticchettio della sua penna sulla superficie del bancone.
Infine la porta cigolò e Kurumi aprì gli occhi.
Karen entrò nella Natts House e rimase impalata sulla soglia, gli occhi blu inchiodati in quelli di Kurumi e una forte intesa a legare le due compagne, partecipi di un terribile passato che aveva fato affiorare tutto il loro coraggio e la loro forza di spirito.
Mancò poco che Kurumi scoppiasse a piangere, ma si alzò e strinse in un caldo abbraccio l’amica, la quale non aspettava altro per ricambiare quel gesto, mentre lacrime salate le solcavano il viso e forti singhiozzi le scuotevano il corpo.
 
Karen soffocò il prorpio pianto sulla spalla della compagna. Rivederla così, sorridente, serena, avvolta dalla quotidianità mite delle sue giornate, era stato qualcosa di assolutamente meraviglioso. Voleva cancellare l’ultima immagine che aveva di Kurumi, l’immagine del suo corpo a terra, scomposto, gli occhi vacui, senza vita, la pelle pallida e una disperata supplica fra le labbra. Voleva cancellare la freccia di Cure Aqua, che trapassava da parte a parte il corpo esile di Milky Rose. Voleva cancellarla e sostituirla con il sorriso attuale della sua compagna, voleva che più nulla riuscisse a spezzare la loro complicità.
-sei stata coraggiosa, Karen- le sussurrò l’amica all’orecchio –grazie-
Karen annuì debolmente, mentre lacrime copiose le bagnavano il viso –non parliamone più- supplicò, asciugandosi un angolo dell’occhio.
Kurumi le sorrise e sciolse l’abbraccio, quindi acconsentì e sprofondò nuovamente nella poltrona, passandosi una mano fra i capelli mossi.
La porta si aprì nuovamente, rivelando Komachi.
 
Komachi si chiuse debolmente la porta alle spalle, quindi lanciò uno sguardo nei dintorni e sorrise a Karen, la quale presentava palesi segni di lacrime sul viso rigato. Era entrata alla Natts House con la ripromessa di non scoppiare a piangere, ma persino la fredda Karen si era lasciata andare, come poteva Komachi, la sensibilità in persona, resistere ad un istinto tanto forte?
Salutò gli altri, scambiando brevi sguardi sereni con Kurumi, quindi il suo sguardo si incrociò con gli occhi di Natsu e il cuore di Komachi perse un battito.
 
Natsu si sciolse in un sorriso appena accennato quando, inaspettatamente, Komachi gli si sedette di fianco, appoggiando il capo sulla sua spalla e sospirando di un sollievo meritato.
Avevano passato un periodo terribile, un periodo scuro in cui sembrava smarrita la speranza stessa, eppure, quando tutto sembrava perduto e anche il minio accenno  di illusione era svanito, allora qualcosa era cambiato. La luce del sole ritornata a rifulgere in cielo, la vita era nata nuovamente nella città, i danni si erano riparati e il respiro era tornato a fluire nei suoi polmoni.
Sospirando di una pace tanto agognata, Natsu allacciò un braccio attorno alle spalle di Komachi e si godette il momento con tutto se stesso.
 
Urara entrò alla Natts House, assicurandosi che il vassoio che teneva in mano non pendesse né a destra né a sinistra. Regalò un sorrisone solare a tutti i presenti e appoggiò il vassoio, con tanto di targhetta dorata che ne lasciava indovinare il contenuto, sul tavolo al centro della sala.
Nel medesimo istante, si udirono del passi frettolosi provenire dalla scala che metteva in contatto il pianoterra con il primo piano. In pochi minuti, fece irruzione nella sala un Syrup piuttosto assonnato, i capelli scompigliati, le palpebre tremanti e i vestiti abbandonati disordinatamente sul suo corpo asciutto.
 
Syrup si sedette accanto a Kurumi e indirizzò un lieve cenno di saluto a Karen, Komachi ed Urara. Urara. Aveva indossato un grazioso vestito verde, leggero, semplice eppure terribilmente elegante, così contornato dai boccoli dorati della ragazza.
Lei gli sorrise e scartò il vassoio che aveva portato, estraendone un pasticcino alla crema, uno dei suoi preferiti. Gli si avvicinò e glielo porse, aprendosi in un sorrisone solare.
Lui inarcò le sopracciglia e accettò di buon grado il pasticcino –grazie- mormorò, ricambiando debolmente il sorriso.
Urara si strinse nella spalle, quindi si sporse verso di lui e gli stampò un timido bacio sulla guancia. Il cuore di Syrup gli schizzò in gola, mentre il pasticcino che stava mangiando sembrava non avere alcuna voglia di farsi ingoiare.
Dopo qualche colpo estremo di tosse, Syrup riuscì a liberarsi del dolce molesto, quindi lanciò un breve sguardo smarrito ad Urara, la quale, in tutta risposta, gli regalò una breve risatina cristallina che fece cambiare nettamente colore al viso di Syrup.
 
Kokoda alzò lo sguardo dal cruciverba che aveva assorbito la sua intera attenzione quando, con il passo felpato degno di un branco di mammut, Nozomi fece la sua entrata trionfale nella sala. Ansimava come un malato in preda ad un attacco di asma: probabilmente aveva dovuto correre a perdifiato per arrivare ad un orario decente che, nonostante tutto, era comunque fuori dalla richiesta di Kurumi.
-pasticcini!- esclamò, fiondandosi sul vassoio che fu prontamente portato in salvo da Kurumi, la quale non aveva alcuna intenzione di lasciarsi soffiare da sotto il naso tutti i dolci.
Il ragazzo si appoggiò al palmo della mano e si godette la tipica scena quotidiana fra Kurumi e Nozomi che si contendevano un pasticcino. Assaporò la gioia e il calore di quelle risate e sprofondò nei sorrisi rinfrancanti dei presenti. Con un profondo sospiro di sollievo, mise da parte le parole crociate, si sedette di fianco a Nozomi e le strinse una mano, indirizzandole il sorriso più sereno che potesse regalarle.
 
Rouge svoltò l’angolo, assorta nei propri pensieri, mentre lo sguardo non riuscì ad evitarsi di schizzare al cielo ogni due per tre, come a voler confermare che il sole fosse ancora là, caldo e luminoso a schiarire l’azzurro di un cielo che per troppo tempo non era stato sereno.
Rallentò l’andatura e rimase impalata nel bel mezzo del marciapiede ad ammirare la luce timida del mattino che le sfiorava il viso.
-non riesci a crederci nemmeno tu, eh?- una voce familiare la distolse dai suoi pensieri, mentre due occhi chiari e una zazzera color platino le si parano davanti, arricchiti da un mezzo sorriso stanco che vivacizzava un viso scavato.
Scosse lievemente il capo, sorridendo con dolcezza a Ryan, il quale arrossì lievemente e le si affiancò. Le aveva raccontato tutto. Le aveva raccontato di come aveva liberato il prorpio flusso, di come era riuscito a contenerlo e di come aveva stabilito un contatto con il portale. Ma anche i suoi ricordi erano confusi, sfocati. Qualcosa di indefinito che, nonostante tutto, le aveva restituito la sua quotidianità, le sue compagne, la sua famiglia e le giornate di sport.
-Rin- esordì Ryan, portandosi una mano fra i capelli e scompigliandoseli con fare timido.
-hm?- rispose lei, sistemandosi il laccio della sacca sulla spalla e lanciandogli un breve sguardo interrogativo. Notò che Ryan stava cambiando letteralmente colore e che stava avvampando terribilmente.
Un sorriso forzò le sue labbra. Le stava per chiedere qualcosa di intimo, era così goffo quando si doveva parlare di quello che c’era fra loro.
-E’ vero?- chiese, rallentando l’andatura e inchiodando gli occhi chiari nei suoi –E’ vero che sei innamorata di me?- e, così dicendo, assunse il colore della sua maglietta, la quale, naturalmente, era di un rosso acceso.
Rin non poté fare a meno di arrossire lievemente a sua volta, quindi si grattò la nuca con imbarazzo –non lo so- rispose con sincerità –l’ho detto di getto, senza pensarci. Non so cosa sia veramente l’amore, sono troppo inesperta per avere la presunzione di dichiararmi “innamorata”- continuò, mentre Ryan, questa volta, impallidiva, forse per paura che Rin stesse per scaricarlo –so solo che mi piaci- farfugliò con una buona dose di imbarazzo –e che ti voglio bene-
Prese un profondo respiro. Dannazione, non aveva mai forzato tanto il suo orgoglio, ne aveva mai sudato tanto nel pronunciare una frase.
Ryan si sciolse in un sorriso timido, mentre un violento rossore colorava la sua pelle candida -anch’io- disse solo, cercando l’intreccio rassicurante della mano di Rin. La ragazza ricambiò il gesto, quindi si voltò verso di lui e trovò lo sguardo sincero di Ryan.
Inclinò lievemente il capo, si alzò sulle punte e, allacciandole braccia attorno alle sue spalle, premette delicatamente le labbra sulle sue, mentre gli angoli della bocca spingevano forti verso l’alto, in un dolce sorriso traboccante di gioia.
Ryan, dopo un primo momento di sorpresa e superato il momentaneo imbarazzo, le cinse i fianchi con le braccia e ricambiò il bacio, approfondendolo.
-ti chiedo solo una cosa- sussurrò il ragazzo una volta che si furono nuovamente avviati per la Natts House –non chiamarmi mai con il mio nome: potrebbe prendermi un infarto-
 
Ryan prese un grande respiro e sorrise a Rin, al suo fianco, che gli stringeva una mano. Aprì la porta della Natts House e, insieme, entrarono nella sala.
Il chiacchiericcio cessò di colpo, mentre tutti gli sguardi si posarono su di loro, colmi di riconoscimento, di gioia, spensieratezza e lacrime calde.
i due sorrisero ai presenti e si trovarono posto a sedere sul divano di fianco al bancone, accompagnati da un silenzio denso, significativo, non imbarazzante né spiacevole. Un silenzio complice, condiviso da tutti, un silenzio sereno che nessuno sentiva di dover spezzare, come se nessuna parola in quel momento sarebbe stata abbastanza significativa per poterlo riempire, per poter comparare la sensazione di complicità che univa tutti come un filo impalpabile.
Tutti i presenti, senza scambiarsi alcuna parola, alzarono i bicchieri e brindarono alla vittoria del bene sul male.
 
NOTE:  e siamo giunti alla fine. L’ultimissimo capitolo di questa storia kilometrica. Cavolo, so già che mi mancheranno i personaggi XD Be’, ringrazio infinitamente tutti i lettori che mi hanno seguiti e in particolare:
animeemangafan 
 Arinne96 
channyangy96 
ciliegina66 
cure marine_ 
Fnsrlieamhk 
KonanKohai 
Laelia__ 
m u s e 
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Michy_66 
Mixxo98 
QueenSun97 
sere99thehedgehog 
thedarksora91 
che hanno inserito la mia storia fra le preferite.
 
 Fnsrlieamhk 
 Kimky 
KonanKohai
Lucrezia_2 
Malkut56 
matematica97 
Mixxo98 
Rache_sama 
sere99thehedgehog 
thedarksora91 
Very Love 
Che hanno inserito la mia storia fra le seguite.
cure marine_ 
Fnsrlieamhk 
KonanKohai 
sere99thehedgehog 
che hanno inserito la mia storia fra le ricordate.
 
Tutti i lettori che hanno lasciato recensioni ai miei capitoli e in particolare, molo particolare:
Fnsrlieamhk 
KonanKohai
Che mi hanno sempre seguita con le loro recensioni puntuali e sincere. Grazie davvero tantissimo!
 
Drawandwrite. 
  
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