Al lavoro Oscar era sempre molto discreta e non avevano mai fatto capire a nessuno che stavano insieme. Andrè era un po' deluso da questo, ma aveva rispettato questa sua riservatezza. Solo Alain era a conoscenza della loro relazione: era dal sabato in campagna, che gli dava il tormento e dopo Le Quiberon, non era stato più possibile nascondere all'amico ciò che era successo, tra lui e Oscar.

La scuola era finita e per festeggiare sarebbero usciti tutti insieme a cena. Andrè stava andando a prendere Oscar al b&b: quando la vide rimase senza parole e senza fiato. Non si aspettava certo di vederla vestita così.

“Sei davvero la cosa più bella che io abbia mai visto in vita mia!”

Oscar non amava vestirsi così, ma sperava sinceramente che Andrè apprezzasse ciò che lei aveva indossato: e così era stato. Aveva un vestito viola con spalline sottili, scollo a v che segnava il seno, e poi scendeva morbido fino ai piedi. Nei capelli aveva un nastro con delle fresie viola sul lato.

“Grazie”, era in imbarazzo, non sapeva cosa si doveva rispondere ai complimenti, “......anche tu sei molto bello!”. Andrè aveva una camicia verde bosco aderente e dei pantaloni neri: semplice, ma bellissimo. La sua bellezza era soprattutto nel suo sorriso e nei suoi occhi, che la guardavano, come nessuno aveva mai fatto prima.

“Andiamo?”, Andrè aveva offerto il braccio ad Oscar.

“Certamente”, lei lo aveva preso sotto braccio e insieme si erano incamminati al locale.

Il ristorante aveva un giardino sul retro, che avevano riservato per festeggiare: sicuramente il loro ingresso non passò inosservato. La più sorpresa fu di sicuro Amélie: non si aspettava certo che la sua collega Oscar, nascondesse così bene il suo essere donna.

Stavano bevendo un cocktail chiacchierando, ma Oscar non si separava mai dal fianco di Andrè. Voleva, in un certo qual modo, far capire a tutti che stavano insieme, ma si sentiva impacciata e a disagio in quella nuova veste. Non le era mai successo e non sapeva come comportarsi. A un certo punto Alain l'aveva chiamata: con alcuni colleghi stavano discutendo di una cosa e c'era bisogno di un suo parere. Si era separata a malincuore da Andrè. Era stata coinvolta in una discussione, che l'aveva tenuta lontano da lui per una decina di minuti. Il tempo necessario perchè Amélie si mettesse a parlare con Andrè. Oscar aveva ritenuto opportuno ritornare dal suo compagno. Si era avvicinata e aveva messo un braccio attorno al fianco di Andrè e lo aveva attirato a sé. Era un modo poco carino di comportarsi, ma non sapeva come fare, per fare capire ad Amélie, che lui era suo.

Andrè era piacevolmente impressionato dagli sforzi che Oscar stava facendo per essere sempre al suo fianco, sapeva quanto erano difficili per lei certe manifestazioni. Sinceramente, però, non si aspettava che l'avrebbe addirittura abbracciato, lì davanti ad Amélie, anche se intuiva il perchè, proprio con lei, si era dimostrata così possessiva.

“Ciao, Oscar. Stavo dicendo ad Andrè che per l'anno prossimo non ho chiesto il trasferimento, mi sono trovata proprio bene in questa scuola.”

“Anche io rimarrò: mi sono trovata molto bene e ho più di un motivo per rimanere.” Si era girata verso Andrè e aveva fatto uno dei suoi sorrisi più smaglianti. Quella era forse una dichiarazione?

“Scusa Amélie, forse è meglio che andiamo a sederci, stanno per servire la cena”, detto questo, Andrè aveva trascinato via Oscar.

“Cosa stavi facendo?”, le aveva detto sorridendole, mentre si sedevano. L'uno accanto all'altro.

“Nulla, proprio nulla.”

“Se non ti conoscessi bene, penserei che tu sei gelosa di Amélie.”

“Non sono gelosa, perchè dovrei?”, gli disse distogliendo lo sguardo.

“Oscar! Sei tu che non hai voluto far sapere, in questi mesi, che stavamo insieme. Con Amélie non stavamo facendo niente di male. E deve essere rimasta un po' sorpresa dal tuo comportamento.” In effetti Amélie, seduta dall'altra parte del tavolo, li guardava con un'aria interrogativa.

“Scusami, Andrè, hai ragione, ma io non so come ci si comporta in questi casi. E quando vedo che lei ti gira attorno, non capisco più niente. Agisco e basta, e magari i miei metodi non sono proprio ortodossi.” Non riusciva a guardarlo, si vergognava per la sua gelosia che sapeva ingiustificata e per il suo comportamento.

“Oscar, guardami.” Le aveva preso il viso e l'aveva girato verso di lui.

Gli altri erano scomparsi: i colleghi, i camerieri. Tutti, erano rimasti solo loro due.

“Per me, ci sei solo tu, nessun altro.”

Quando lui la guardava così, come stava facendo in quel momento, Oscar non capiva proprio più niente. Senza pensarci, lo aveva baciato.

“Finalmente, era ora che vi decideste. Mi avete tolto un pensiero. E avete tolto qualche dubbio anche ad altri.” Alain si era seduto di fronte a loro e li stava guardando sorridendo. Non era l'unico che, però, li aveva visti, anche altri colleghi li stavano guardando. Anche Amélie, dal fondo del tavolo, li aveva visti e aveva distolto lo sguardo. “Non penso si avvicinerà più: anche perchè, secondo me, ha paura di te, Oscar!”

“Grazie, Alain, sempre gentile.”

“Dico solo quello che penso: a te invece basta lo sguardo, per far sapere quello che pensi. È molto eloquente.”

Oscar lo aveva fulminato con gli occhi.

“Appunto”, aveva concluso Alain.

Erano scoppiati tutti e tre a ridere.

La serata si era conclusa. Andrè non voleva ancora tornare a casa: voleva ammirare ancora la sua donna e aveva un desiderio. L'aveva portata sull'argine della Senna. Voleva passeggiare con lei accanto. La luna piena, alta nel cielo, illuminava il fiume e loro. In lontananza si sentiva della musica provenire da una fisarmonica: Clair de lune (1).

“Madamigella, mi concedete questo ballo?”, aveva detto Andrè, con un leggero inchino.

“Con molto piacere, mio signore!”

Un pensiero attraversò la mente di entrambi: per un amore che nasceva, tanti altri non avevano avuto la possibilità di sbocciare. Come in un deja vu videro, in un altro tempo e in un altro luogo, altre due anime, affini alle loro, che si erano amate.

1. Clair de lune è un famoso brano di Claude Debussy.

Note dell'autore: lo so, lo so, avrei potuto far durare la storia molto di più, sviluppando altre dinamiche, magari facendo uscire Andrè e Amélie (scherzo!!!), ma ho voluto, come mia prima ff, concentrarmi esclusivamente su loro due. Spero vi sia piaciuta lo stesso! Io mi sono divertita, tanto, tanto!!! Magari mi viene qualche altra idea e pubblico altre storie.

GRAZIE!!! a tutte voi, in particolare a : Dalmata, sb83, tetide, miriade, ladymary13, bluebubble e a tutte quelle che mi hanno letto e seguito. Grazie mille delle vostre recensioni. Grazie!!!!

Ma un grazie speciale va a Riyoko Ikeda: grazie di aver pensato a Oscar e Andrè, così come sono. Al di là della loro storia d'amore e del loro legame così speciale, i valori e i sentimenti, sia del manga che dell'anime, rimangono unici. Come Versailles no bara, ce ne sono pochi! E continuo a sognare, molto volentieri, sulle note di Bara wa utsukushiku chiru e Ai no hikari to kage.

Forse è per questo che ho preferito scrivere una storia AU: avevo paura a toccare l'originale, ci sono troppo affezionata e non mi sentivo all'altezza. Trovo, però, molto, molto belle alcune delle storie del sito, ambientate nei tempi e luoghi originali.

Grazie ancora: continuerò a seguire le vostre bellissime storie.

A presto

pascal73