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Autore: La sposa di Ade    03/09/2013    3 recensioni
Una terra lacerata dalla guerra. Spargimenti di sangue, tradimenti, omicidi, una lotta per il dominio, la follia, il sangue, le urla, la morte.
Perché si combattono? Per la gloria, la famiglia, l'orgoglio, l'onore, il potere, la vendetta, la sopravvivenza, ma il mondo è crudele. Gli innocenti vengono massacrati, chi vuole il potere ha il potere, chi ha l'onore viene disonorato, ma ancora devono combattere per quel poco che è rimasto, mentre la terra piange.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gears'
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Concorso ‘L’ antieroe’
- Nickname Forum: La sposa di Ade
- Nickname EFP: La sposa di Ade
- Titolo storia: Blackheart
- Introduzione:
Una terra lacerata dalla guerra. Spargimenti di sangue, tradimenti, omicidi, una lotta per il dominio, la follia, il sangue, le urla, la morte.
Perché si combattono? Per la gloria, la famiglia, l'orgoglio, l'onore, il potere, la vendetta, la sopravvivenza, ma il mondo è crudele. Gli innocenti vengono massacrati, chi vuole il potere ha il potere, chi ha l'onore viene disonorato, ma ancora devono combattere per quel poco che è rimasto, mentre la terra piange.
- Genere: Fantasy 
- Rating: Arancione (Rosso?)
- Avvertimenti: Violenza – Contenuti forti
- Eventuali note autore: Ok, questa storia è un po’ particolare, sarebbe dovuta essere solo di un capitolo, ma si è rivelata più lunga, ma questo è il periodo in cui le lunghezze mi fregano. Anyway, questa è la ‘seconda’ storia per la serie Gears (la cui unica storia esistente per ora è
Frozen wood), che poi è seconda solo perché pubblicata dopo Frozen Wood ma temporalmente andrebbe inserita prima, ma ho voluto renderla leggibile anche singolarmente. 
Il personaggio è un po’ particolare (molto direi) perché all’ inizio non sapevo neanche io chi fosse esattamente, era solo un ragazzino con la mente confusa, ma alla fine mi sono decisa e (per chi ha letto Frozen Wood) probabilmente troverà delle ‘incongruenze’ all’ inizio, tipo il nome e altra robaccia, ma tranquilli! “È tutto calcolato!”
Forse.
Prompt:
Odio, carovana, rifugio e l’ immagine : http://mirojohannes.deviantart.com/art/Humanity-359459264. Legati al pacchetto ‘Blackheart dei Two Steps From Hell’ da cui la storia prende il nome.
Tutte le citazioni all’ inizio di ogni capitolo sono prese dalla canzone ‘The Night dei Disturbed’. Tranne l’ ultima, che appartiene a  Dr. Samuel Johnson.
Buona lettura!

Concorso ‘1:1’
Titolo: Blackheart
Fandom: Originale - Fantasy
Eventuale pairing: /
Frase:
This desire is eating me up
Eventuali note dell’autore: (sopra)
Link: /

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PROLOGO. PRIMO SANGUE

“What has come over me?
What madness taken hold of my heart
To run away, the only answer
Pulling me away
To run away from the sight,
So now recovering,
Sweet shadow taking over my mind,
Another day has been devoured
Calling me away, leaving the question why.”

 

Non puoi amare gli umani, impara ad odiarli per quello che sono.
Il ragazzino quale era si piegò a quell’ ordine, non poteva fare altro, non voleva fare altro.
Strinse la presa sul pugnale, il metallo era stato freddo un tempo, ora era caldo e rassicurante contro il suo palmo.
Osservò ancora una volta le ombre muoversi dietro le tende tirate di quell’ appartamento costoso, sembravano così normali.
Una pacca poco amichevole sulla spalla, un viso pallido davanti al suo, occhi del colore del sangue si puntarono nei suoi, ancora di un grigio incolore.
“Muoviti ragazzino, abbiamo fretta.” Le sue gambe si mossero per il vialetto, guidate da una volontà che quasi non riconosceva come sua.
Bussò alla porta, attendendo qualche istante, per vedere il volto sconosciuto di un’ uomo di mezz’età illuminato dal chiarore dell’ atrio sorridergli amichevolmente per poi sondare la sua espressione.
“Tutto bene?” Il vecchio si accigliò, tentando di capire cosa turbasse tanto il ragazzino.
“Mi dispiace.” Rispose lui, e ancora prima che il vecchio potesse simulare la domanda successiva sentì il gelo di una lama conficcarsi nel suo addome e il sangue colorare velocemente la camicia. Morì in pochi istanti, mentre l’ aorta addominale riversava tutto il suo contenuto.
Un vento freddo accompagnò il resto del gruppo, che veloce come acqua corrente si insinuò nella casa, distruggendo tutto ciò che trovava sul suo cammino.
Il ragazzino rimase sulla soglia, a fissare il sangue che, colando sulla pietra, lo raggiungeva e lo circondava velocemente. Era quello che doveva fare per diventare più forte, era quello che gli avevano ordinato.
Lì, davanti al primo corpo era rinato per la seconda volta.
Le gambe gli cedettero e con un tonfo cadde in ginocchio, il sangue che gli impregnava i pantaloni e raggiungeva la sua pelle. Si guardò le mani, pallide e tremanti e nonostante non vedesse sangue su di esse, e se chiudeva gli occhi, poteva percepirlo chiaramente.
Le sue labbra tremarono, mentre il cuore continuava a battere a un ritmo concitato, prima si stirarsi in un sorriso. Non poteva chiedere di meglio. O forse si.
Allungò la mano verso il coltello e lo sfilò lentamente dalla profonda ferita, osservando i lenti rivoli di sangue accompagnare la lama. Voltò il corpo a pancia in su, sedendosi a cavalcioni su di esso, aprì la camicia e percorse lentamente con la punta del coltello la linea appena accennata dei muscoli addominali, e quando raggiunse lo sterno infilzò con forza la lama per poi farla scorrere lungo il bordo tracciato dalle costole, prima da una parte e poi dall’ altra; vedeva la pelle pallida aprirsi e mostrare quel colore magnifico, così intenso, irresistibile.
Posò il coltello, sospirò e, con ancora il sorriso sulla labbra, infilò le mani nello squarcio che aveva appena creato, rovistando nel suo sangue e accarezzando il suo cuore fermo, ma ancora caldo, così come aveva visto fare a quell’ uomo mentre lui era bloccato sotto le macerie di una casa crollata per via della guerra.
Quando estrasse le mani e le osservò, rosse come una macchia sulla neve, una risata crebbe dentro di lui e quando la lasciò uscire si stava graffiando il volto, macchiandosi di altro sangue, mentre le lacrime correvano sulle sue guance e i brividi attraversavano il corpo come mille insetti.
Quindi era così che ci si sentiva? Quello che si aprì davanti a lui fu un nuovo mondo, pieno di soddisfazioni e piaceri.
Dei passi lo raggiunsero e, dopo una attimo di silenzio, sentì una risatina.
“Che ne dici di Jack?” A quelle parole il ragazzino sollevò il volto macchiato e osservò con espressione interrogativa lo stesso tizio che gli aveva detto di muoversi poco prima.
“Jack?”
“Dobbiamo pur trovarti un nome, no? allora che ne dici di Jack?” Seguì un attimo di silenzio, mentre la mente del ragazzino assorbì quell’ informazione, quel nuovo nome, che seppur banale, iniziò ad associarlo a se stesso. “Come Jack lo Squartatore.”
 

Le gambe gli cedevano mentre una mano serrata con forza sul suo braccio lo strascinava avanti, sul pavimento lucido continuava a gocciolare il sangue ancora impregnato nei suoi vestiti, ma non suo. La stretta sul suo braccio era spiacevole e già sentiva la mano intorpidirsi, ma almeno ciò lo manteneva più o meno vigile.
All’ improvviso, la stretta si allentò, lascandolo rovinare a terra. l’ impatto con il pavimento gli ruppe un labbro contro i denti e quell’ improvvisa sferzata di dolore gli aprì completamente gli occhi, rendendolo consapevole del suo corpo umido di sangue, della presenza di diverse persone attorno a lui e dei loro sussurri concitati. Ricordava a malapena ciò che era successo, i suoi ricordi erano solo una massa di macchie rosse di sangue e nere del cielo a notte fonda.
“Che cosa ha fatto?” Che cosa aveva fatto? Non lo ricordava più nemmeno lui; ciò che occupava più spazio nella sua mente era la sensazione inebriante del sangue che avvolgeva le sue mani mentre le affondava nel petto dell’ uomo sotto di sé.
“Ha ucciso Ian.” La gente intorno a loro ammutolì in un silenzio sconcertato, mentre l’ uomo imponente in piedi davanti al ragazzino era sorpreso.
“Come ha fatto a uccidere uno dei nostri migliori uomini?” Chiese poi con tono quasi affascinato mentre si chinava ad osservarle il ragazzino che ancora si fissava le mani imbrattate di sangue, sentì l’ uomo muoversi nervoso davanti a lui prima di iniziare a raccontare con voce nervosa.
“Gli è saltato addosso e gli ha piantato il coltello nell’ occhio, poi lo ha pugnalato tanto da sfigurarlo, lo ha ridotto ad un ammasso di carne e sangue.” A quelle parole il ragazzino sobbalzò, ricordando all’ improvviso ciò che aveva fatto, come aveva potuto dimenticare quella soddisfazione? “Abbiamo dovuto sedarlo altrimenti non si sarebbe fermato.” L’ altro uomo sorrise compiaciuto mentre il ragazzino si alzava lentamente, quando fu in posizione eretta e, quindi, all’ altezza degli occhi dell’ uomo parlò con voce roca.
“Jack.”
“Come?” L’ uomo inclinò la testa continuando a osservare con i suoi occhi blu il ragazzino che stava iniziando a sorridere senza rispondere, una luce maligna nei suoi occhi. Si mise in posizione eretta; l’ ultima cosa che voleva era ritrovarsi le mani del ragazzino attorno al collo.
“Te la sei cavata bene piccolo, ma credo che sia ora di fare un po’ d’ ordine qui dentro, cosa ne pensi?” Gli mise una mano in testa, scompigliando la zazzera di capelli neri sporca di sangue, per un momento si chiese come avesse fatto a finire fin lì. “Da quando ti abbiamo trovato sotto quelle macerie sei cambiato, in bene, sei più forte, ma anche in male; questo Jack non dovrebbe esistere.” Fece un cenno all’ uomo che era rimasto dietro di lui, mentre sul volto del ragazzino compariva il primo accenno di consapevolezza, in quell’ istante qualcosa di duro e pesante lo colpì alla testa, facendolo cadere a terra, privo di sensi.

Posso ritenermi soddisfatta del banner, della storia invece.. beh ditemelo voi!

  
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