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Autore: PeaceS    06/09/2013    5 recensioni
Un viaggio nel tempo e Draco Malfoy riesce a sconvolgere ogni cosa, ogni vita... portandola su un binario diverso, cambiando i pezzi del puzzle e creandone uno nuovo a suo piacimento.
Harry James Potter - ora - è il braccio destro di Lord Voldemort e ha sterminato mezza Londra con la propria magia; Hogwarts non è più una scuola, ma la fortezza dei ribelli - gli unici sopravvissuti alla sua furia - ed Hermione Granger è combattuta tra due uomini, impotente.
Ma ciò che Draco credeva di aver estirpato, in realtà è ancora lì - prepotente - radicato in una ribelle con una forza incredibile... e se è stato lui a cambiare tutto, tornando indietro nel tempo, ora sta a lui aiutare Hermione - sotto copertura - a riportare tutto nell'ordine naturale.
Genere: Dark, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Harry/Hermione, James/Lily
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Danze dall’inferno

 
 
Non c’è nulla di più prezioso del tempo, poiché è il prezzo dell’eternità.
Louis Bourdaloue

 
Un tuono scosse le fondamenta e un fulmine illuminò il cielo plumbeo in uno scatto furioso, accarezzando – di striscio – i volti dei presenti nella Sala meeting a Malfoy House.
Quel giorno era gremita.
Un chiacchiericcio continuo rimbombava tra le quattro pareti di pietra grezza, sfiorando solo di striscio le orecchie dell’uomo seduto a capo di una lunga tavolata di cedro scuro.
Aveva gli occhi obliqui e rossi fissi davanti a sé e sembrava guardare il vuoto quasi con espressione ossequiosa, ma un sogghigno terrificante gli aveva storto la bocca sottile e aveva fatto rabbrividire di paura tutti i presenti.
Il marmo lucido e bianco quasi scricchiolò sotto l’ennesima pressione degli agenti atmosferici e Lord Voldemort accarezzò con lo sguardo l’immensa vetrata alla sua destra, tempestata dal continuo ticchettio iroso della pioggia.
Sorrise ancora, con una luce folle nelle iridi vermiglie.
“Miei Mangiamorte!” sibilò, attirando l’attenzione della Sala e zittendo gli animi.
La sua lingua biforcuta saettò in avanti, divertita, e l’Oscuro Signore ghignò ancora, sentendo lungo la spina dorsale il solito brivido che gli causava detenere il potere su tutte quelle persone.
Il pensiero di poterli piegare, spezzare, sottomettere. Il fatto che tutti fossero terrorizzato dai suoi occhi, che avessero paura anche solo a guardarlo dritto in volto.
Socchiuse lo sguardo, inspirando con dolcezza.
“I tempi stanno per cambiare, definitivamentebisbigliò, febbrile, accarezzando con i polpastrelli pallidi il muso della sua Nagini, che alzò di poco la testa per ancorare gli occhi nei suoi, curiosa.
“Allora è vero!” Mcnair quasi balzò a sedere dalla sedia, ansioso e sgomento.
Bellatrix lo zittì con un occhiata raggelante, raschiando l’aria tra i denti in un sibilo tremolante.
“Sì, mio caro amico” annuì Voldemort, spostando lo sguardo da Nagini alla sua bacchetta, quasi soggiogato dai giochi d’ombra che le sue mani grifagne creavano sul tavolo.
“Avverrà un disastro… l’apocalisse! Il tempo non può essere cambiato in modo così drastico, moriremo tutti” urlò l’uomo, saltando in piedi completamente travolto dal panico.
Per la sala serpeggiò lo sconcerto e alcuni mormorii si alzarono nuovamente nell’aria, infastidendo il serpente attorcigliato al braccio di Tom Riddle, che sibilò indispettito.
“Avada Kedavra!” l’urlò dell’Oscuro Signore zittì nuovamente gli animi, ma nessuno osò guardare il corpo di Mcnair scivolare lungo il pavimento lucido e produrre un suono inquietante, un tonfo secco che spense i bollori di qualsiasi Mangiamorte.
“Chi mi è fedele non dovrebbe dubitare di me… non è vero, Jugson?” e questa volta gli occhi vermigli del Lord si posarono sull’uomo alla sua sinistra, dai folti capelli biondo sporco legati in un codino basso e i grandi occhi azzurri, quasi liquidi per la paura.
“Mai, mio signore” balbettò Albert Jugson, stringendo da sotto il tavolo la mano della donna al suo fianco, ma senza osare distogliere lo sguardo da quello del suo padrone.
“Bene, molto bene” asserì quello, abbassando nuovamente la bacchetta.
Jugson continuò a rimanere immobile come una statua e Voldemort sogghignò ancora, spostando nuovamente lo sguardo sulle sue mani pallide.
“Il tempo… che cosa preziosa e utile” bisbigliò, carezzevole, alzandosi fluidamente e lasciando svolazzare la sua veste nera dietro le sue spalle.
Camminò tra i Mangiamorte, per la Sala vuota, e si beò del panico che creava tra i suoi servi; respirò a fondo la paura e l’inquietudine, quasi aleggiando sul marmo. Il suo passaggio lasciò un tenue profumo di veleno che avvolse tutti i presenti in una grande nube tossica.
“Ma, soprattutto, mutevole” mormorò, prima di bloccarsi alle spalle del giovane Draco Malfoy, che sobbalzò violentemente quando gli sfiorò la nuca.
Bellatrix, silenziosamente, esultò quando il suo Signore si rivolse direttamente a suo nipote e li osservò entrambi con dedizione, quasi deliziata da quella visione.
“E io, questa volta, so’ di avere la vittoria in pugno!” sillabò, venendo illuminato sinistramente da l’ennesimo fulmine.
Draco Malfoy rovesciò lentamente il capo, pallido come un cencio e smagro come mai prima di allora: sembravano passati anni da quando il ragazzo orgoglioso e baldanzoso aveva varcato le soglie di Hogwarts, sicuro di sé.
“Portami Harry Potter, e avrai ogni cosa tu voglia”
Gli occhi d’acciaio di Draco brillarono tutto d’un tratto, affascinati da quel tono cadenzato e lugubre.
“Porta a termine la tua missione, e camminerai al mio fianco”
E un tuono sembrò sancire quella promessa.
“Portami la vittoria, Draco Malfoy, e il mondo sarà ai tuoi piedi”
Ah, la vanità, il peccato più grande di un Serpeverde.
Ah, l’ambizione, la loro dote più spiccata.
Draco Malfoy annuì, quasi incantato dalle promesse sussurrate da quegli occhi vermigli.
Un gemito si alzò – strozzato – nell’aria.
“Bene, mio giovane amico” disse Lord Voldemort e invitò Draco ad alzarsi, con un gesto leggiadro delle mani.
Il ragazzo balzò in piedi, inchinando il capo.
Il Signore Oscuro allacciò una catenina d’oro al collo del giovane, sigillandola con un incantesimo.
Una grossa clessidra brillava sulla camicia madida di Draco.
“Tornerai indietro di sette anni, dove per la prima volta hai incontrato Harry Potter. Lì impedirai che incontri i Weasley e tutti coloro che l’hanno aiutato ad essere dov’è ora” iniziò e Draco, se possibile, sbiancò ancora di più.
“Rimedierai ai tuoi errori e diventerai il suo unico amico; lo convincerai che il potere è l’unica cosa che conta nella vita… insieme all’immortalità.
Lo trascinerai con te a Serpeverde e lì, tutto avrà il suo corso; appena ti sarai accertato che Potter è veramente convinto di quel che dici, passerai alla Mezzosangue” sibilò con voce perfida.
Bellatrix spalancò gli occhi neri, vittoriosa.
“Dovrà ucciderla?”
Lord Voldemort scosse il capo, senza mai distogliere lo sguardo vermiglio da quello d’acciaio del suo servo.
“No. Quella ragazza – nonostante abbia il sangue sporco – ha potere. Tanto potere… e sono sicuro che sarebbe un punto a nostro favore dalla nostra parte” mormorò e Bellatrix strinse le labbra rosse.
“Immagina cosa sarebbe in grado di fare con la magia oscura, cosa scaturirebbe da quella testolina così preziosa” bisbigliò l’uomo, accarezzando la clessidra.
“Ma mio signore…” si lamentò Bellatrix, zittendosi di scatto quando Voldemort la guardò, imperioso.
“Ho detto che la voglio” e con questo considerò chiusa la questione, visto che Bella annuì, abbassando lo sguardo.
“Tutto verrà cambiato, mio giovane amico, e tu dovrai tornare a casa – con sette giri – appena ti sarai assicurato che loro siano effettivamente dalla nostra parte.
Ripeto: il tempo farà il suo corso e sta tranquillo, perché io sarò l’unico a ricordarmi di te” mormorò e, senza nemmeno dargli adito di parlare o fare qualcos’altro, gli racchiuse una boccetta tra le mani e afferrò con forza la clessidra.
“Buon viaggio” rise perfido e – con sette giri – fece scivolare quell’oggetto prezioso.
Draco chiuse gli occhi, annaspando: tutto gli scivolò dalle dita, divenne fosco, lontano… illusorio. La nausea gli attorcigliò le viscere, il suo cuore perse qualche battito.
Il tempo andò indietro, sempre di più, e quando riaprì gli occhi si ritrovò a Diagon Alley; Draco sbatté ripetutamente le palpebre, sorpreso, ma capì perché era arrivato lì.
Di lì a poco, Harry James Potter avrebbe varcato le soglie di Madama McClan e lui avrebbe fatto – per la prima volta – la sua conoscenza.
Questo significava che le danze avevano finalmente inizio.

 
 
   
 
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