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Autore: Damien Dixon    11/09/2013    2 recensioni
La storia è ambientata dopo il finale di mezza stagione e segue una story-line di mia completa invenzione. In questo racconto ho inserito elementi di altre serie televisive (che specificherò in seguito più dettagliatamente nelle note d'Autore) che spero abbiate visto (altrimenti no problem, son qui per questo...) creando così una sorta di cross-over. Spero di avervi incuriosito e che apprezzerete. Sono gradite critiche di ogni genere, detto ciò... Go!!!
(Tratto dalla 3x11)
- Deaton: È pericoloso per più di una ragione: darete nuovo potere al Nemeton, un luogo che non ha avuto potere per molto tempo. Questo tipo di potere è come una calamita. Attrae il sovrannaturale, quel tipo di cose con cui una famiglia come gli Argent riempirebbe le pagine di un bestiario. Li porterà qui, come un faro.
- Stiles: Non sembra... peggio di quello che abbiamo gia visto.
- Deaton: Sareste sorpresi da quello che ancora dovrete vedere!
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 2 - IL RICHIAMO DELLA FORESTA


 
FLASHBACK ore 00:40
I lampioni luminosi ai lati della strada conferiva alla notte un che di suggestivo, ma fermo con la schiena contro la jeep si sentiva un vero idiota. I muscoli erano saturi di ansia e per questo motivo faticavano a stare fermi. Infine si decise ad avviarsi verso la casa. Percorse il vialetto e con difficoltà avvicinò la mano al battente. Lo sguardo si soffermò sul proprio arto. Tremolava. Come avrebbe preteso serietà da qualcuno se non riusciva a dominare la sua paura? Cacciò indietro la tensione facendo lunghi respiri profondi e poi con rinnovato coraggio bussò vigorosamente alla porta attendendo in silenzio.
Una luce si accese in lontananza da dentro l'abitazione. Fruscì di passi leggeri avvolti in pantofole di lana cotta. Qualcuno stava per aprire.
Il chiavistello scattò e la porta si schiuse leggermente. Un volto assonnato si affacciò.
- Ah sei tu... - sbadigliò leggermente il veterinario - Che ci fai qui a quest'ora della notte? -
Stiles si torturò le dita afferrando i lembi della felpa - Buonasera signor Deaton, so che è un'ora inopportuna ma dovrei parlarle... - spiegò il ragazzo.

Vedere Alan Deaton con indosso una vestaglia scura di flanella e comode babbucce ai piedi faceva proprio uno strano effetto. Sembrava fosse un'altra persona. In mano reggeva una fumante teiera moderna in acciaio inox con il cui contenuto aveva colmato due tazze di porcellana. L'uomo adagiò con cura la teiera in mezzo al tavolino del soggiorno ed infine si sedette sul divanetto accanto al ragazzo.
- Non c'è nulla di meglio di un infuso alla melissa per calmare i nervi e rilassarsi - informò - Prendine un po', ti farà bene! - incoraggiò sorridendo affabile.
- Grazie... - rispose il giovane Stilinski afferrando malamente la tazza e portandosela alle labbra. Non era proprio un tipo da te, ma lo sarebbe diventato se necessario. Tracannò un paio di sorsi della calda bevanda e poi, rimettendola al suo posto, fece un sospiro - Non voglio essere l'inutile membro del branco. Voglio poter fare di più: voglio diventare un druido! M'insegni, per favore! - disse tutto d'un fiato.
Il veterinario sussultò appena mentre beveva. Quella richiesta lo aveva preso contropiede. Non se lo sarebbe mai aspettato perciò soppesò molto bene le parole prima di parlare - Sai Stiles, ammetto di aver pensato spesso anch'io a questo. L'anno scorso ti ho perfino messo alla prova per vedere se valeva la pena iniziare ad addestrarti, ma dubito che sia una buona idea... -
- Perché? Cosa ho fatto di sbagliato? -
- Oh no, hai portato a termine con successo la prova, davvero. Il punto è che sei ancora un ragazzino ed il mio mondo è pericoloso. Non me la sento di iniziarti a qualcosa per cui non credo tu sia ancora pronto. Hai sedici anni... -
- Essere pronto? Non serve che sia pronto: oramai ci sono dentro fino al collo nel "suo mondo"! Rischio la vita tutti i giorni cercando di dare aiuto ai miei amici per quanto mi è possibile, perciò è irrilevante soffermarsi sulla mia età che, detto per inciso, ha raggiunto la vetta dei diciassette. Non abbandonerò Scott, soprattutto non adesso che ha più bisogno di me. I suoi insegnamenti farebbero la differenza, mi permetteranno di essere più utile al branco e di diventare il SUO emissario un giorno non troppo lontano. So cosa c'è la fuori: è troppo tardi per tornare indietro e ad ogni modo non ne ho alcuna intenzione! - addusse come spiegazione.
Silenzioso Deaton lo guardò negli occhi. C'era così tanta determinazione. L'insicurezza che fino a poco prima aveva velato il suo sguardo si era volatilizzato nel nulla.
- Ci sono due druidi in questa città e ho scelto lei, signore, perché mi fido maggiormente, ma nulla al mondo mi impedirà di fare la stessa richiesta a sua sorella! - concluse infine il ragazzino.
Un piccolo sorriso si modellò sul volto del veterinario - Facciamo così, Stiles. Io non sono padrone di prendere decisioni al posto di nessuno, posso solo consigliare, quindi ascolta bene quello che ho da dire in silenzio e poi deciderai da te se vuoi andare fino in fondo in questa faccenda - il ragazzo annuì col capo, sigillando le labbra fin da subito - Queste sono le condizioni imposte da sempre dalla nostra casta: non potrai rivelare a nessuno del tuo apprendistato, se mai avrà inizio e bada bene che sono inflessibile riguardo a questo punto; è richiesta ceca obbedienza nei confronti del tuo maestro e grande impegno. Sarà un po' come frequentare due scuole allo stesso tempo: la tua e la mia e dovrai dare il meglio di te in entrambe come simbolo di equilibrio; infine nessuno, nemmeno il maestro, sa mai quanto durerà il noviziato. Potrebbero volerci anche decenni il punto è che una volta avviata, la formazione si conclude nel momento in cui è completa ed il tempo impiegato dipende dal grado di apprendimento del discepolo. Se eccetti questi precetti fatti trovare domani notte presso il Nemeton. Sarà lì che suggelleremo il patto di sangue che lega l'allievo al maestro. Ma ricorda: se non ti presenterai, perderai per sempre questa opportunità! E ora va a casa, rifletti e agisci in armonia con ciò che hai deciso. Sei adulto, no? Impara a comportarti come tale! - detto ciò gli diede una pacca affettuosa sulla spalla ed infine lo congedò.
 
* * *
BEACON HILLS PRESERVE ore 07:25
La riserva rimbombava di suoni cupi e minacciosi. Uccelli che gracchiavano costantemente, fugaci figure nere svolazzanti e foglie secche che scricchiolavano sotto i passi pesanti dei due ragazzi. Faceva freddo e l'aria immobile rendeva l'atmosfera ovattata e ancor più inquietante. Scott ripensò alla sera in cui tutto era iniziato. Il cadavere di Laura, la polizia, il morso di Peter e poi nei giorni seguenti l'incontro inquietante con Derek, la prima visita alla fatiscente residenza degli Hale e le minacce. Soprattutto le minacce.
Ogni cosa si era trasformata da allora. La foresta era cambiata.
Mutata assieme a lui.
L'alpha dilatò le narici. L'odore di selvaggio inondò i suoi sensi e un'istinto primordiale di libertà si irradiò per il corpo. Impetuoso, violento e irruente. I suoi muscoli si tesero al massimo pronti a scattare. Avrebbe voluto correre il più velocemente possibile. Non importava verso dove, ma per il puro piacere di farlo. Di spingersi oltre ogni immaginazione. Di avere la mente sgombra, per dimenticarsi di tutto e di tutti. Perfino di Stiles.
No, non l'avrebbe fatto. Avrebbe resistito.
- Sai Scott, sono già cinque giorni da che è scomparso. Oramai dubito fortemente che sia qua o nelle vicinanze - notò Isaac e poi con voce sempre più incerta - Non vorrei essere pessimista, ma probabilmente dovresti cominciare a prendere in seria considerazione l'idea che... -
- Non ti azzardare a completare quella frase - lo interruppé - È vivo, ne sono certo. A quest'ora si starà lamentando del fatto che ancora non siamo venuti a salvarlo - spiegò.
- Lo spero anch'io, ma cosa credi di trovare qui? Sono giorni che perlustriamo... -
- E continueremo a farlo finché sarà necessario! - questa volta più aggressivo.
- Ma che senso ha? Penso sia lampante a tutti che tra questi alberi non c'è nulla che si nasconde, altrimenti non pensi che sette licantropi ipersensibili l'avrebbero già trovato da un pezzo, qualunque cosa sia? Escogita un altro modo per essere utile al tuo amico - sbottò.
- Hai un'idea migliore? - ringhiò infuriato. Gli occhi rossi come tizzoni ardenti.
- Non so nemmeno per quale motivo mi trovo di nuovo qui... - asserì indietreggiando e sollevando le mani in segno di resa.
- Bene, vattene! Non ho bisogno del tuo aiuto, posso farcela da solo! - gli urlò contro rabbioso.
Isaac gettò la spugna e si allontanò in direzione della civiltà lasciando l'alpha a vagare solitario. Da quando Stiles era scomparso, Scott aveva perso la testa. A poco a poco era diventato scontroso con tutti, di pessimo umore e continuava a battere in lungo e in largo la foresta come ossessionato da essa. Irriconoscibile. Così diverso dal ragazzo che era da quando l'aveva ufficialmente conosciuto che perfino Melissa, preoccupata aveva chiesto aiuto agli altri membri del branco e lui prontamente non si era lasciato sfuggire l'opportunità di poter dimostrare la stima nei confronti del suo compagno di stanza e offrirgli così supporto emotivo. Si prestava sempre di accompagnarlo ovunque volesse indagare e sopportava in silenzio tutti i suoi stupidi alterchi dovute ad inezie, ma adesso a distanza di quasi una settimana ne aveva piene le scatole e tutta la tensione accumulatasi era esplosa in quell'accesa conversazione che solo per poco non era sfociata in una zuffa.

Che vadano tutti all'inferno, pensò tra se e se l'alpha originale continuando a camminare, lo troverò da me!
Gli alberi apparivano tutti identici. Dopo qualche minuto sentì qualcosa che lo turbava prepotentemente. Si sedette a terra con la schiena contro una delle tante querce e chiuse gli occhi ripensando a quello che era successo nell'ultima settimana. La rabbia sbollì immediatamente e nel giro di pochi secondi riebbe il totale controllo delle sue facoltà mentali. Tra un quarto d'ora avrebbe dovuto presentarsi a scuola. Con Isaac. Gia, Isaac. Rivide la sua espressione rassegnata, gli occhi spenti e i movimenti insicuri delle mani. Aveva davvero esagerato. L'aveva trattato malissimo e una morsa d'acciaio gli strinse la base dello stomaco. Non era mica colpa del biondino se il suo migliore amico era scomparso, anzi nei giorni trascorsi il beta non aveva fatto altro che darsi anima e corpo nell'aiutarlo, osservò obiettivamente. Forse il ragazzo non aveva proprio torto. Sebbene fosse certo che Stiles era ancora vivo, iniziò a credere davvero che doveva cambiare modo di agire. Andare "a spasso" per la foresta non serviva più a nulla. Se c'era qualcosa a quest'ora l'avrebbero di certo trovata e ciò non era accaduto, quindi significava che era tempo di passare a qualcos'altro di più redditizio.
Fece per tirarsi su, quando qualcosa stuzzicò il suo naso. Era un odore particolare, fresco e travolgente, che non aveva mai avuto l'occasione di assaporare prima. Con passi felpati seguì la scia cercando di raggiungere l'origine di quell'aroma così buono. Non camminò per molto e quando si fermò comprese di essere in un posto conosciuto. Era nelle vicinanze del Nemeton. Badando bene a non fare baccano, tentò di avvicinarsi ancor più per poter vedere meglio. La scena che gli si presentò davanti lo lasciò di stucco.
Un ragazzo in tenuta da jogging stava a pochi centimetri dal ceppo reciso della quercia sacra. Capì subito che non era di Beacon Hills. Aveva una chioma castana scura con qualche ciocca tendente al nocciola, dal taglio moderno: corti ai lati e un ciuffo pettinato in alto. Un viso caratterizzato dalla mandibola lievemente pronunciata ed una carnagione chiara dall'abbronzatura delicata. Il ragazzo di media statura dalla corporatura magra ed asciutta metteva in mostra inoltre una muscolatura ben sviluppata con gambe toniche e robuste, braccia grosse ed infine un petto glabro e definito che premeva contro il tessuto della canotta attillata.
Lo sconosciuto teneva un comportamento palesemente bizzarro. Fissava la radice come la bocca spalancata ed i suoi movimenti erano calmi e studiati. Infine con una lentezza esasperante si inginocchiò e protese il palmo della mano destra verso la corteccia. Non appena avvenne il contatto la sua espressione cambiò radicalmente. I muscoli facciali si rilassarono, la pelle s'imporporò e c'era dell'altro. Tese l'orecchio, ma non poteva credere a quello che sentiva. Il ragazzo gemeva profondamente e non di dolore. Percepì chiaramente il battito cardiaco accelerare e l'odore dell'eccitazione sessuale diffondersi nell'aria.
Che pervertito! Si ritrovò a pensare, eppure non ne era così sicuro.
Rimase rapito dalle sensazioni che provenivano da quel soggetto. Aguzzando l'udito comprese cosa stesse mugolando. Erano frasi sconnesse del tipo "oh dea..." e poi "ragazzi se poteste sentire anche voi..." oppure "quanto potere... così puro...". Una parte di se avrebbe tanto voluto uscire allo scoperto e chiedergli chi fosse, mentre l'altra era scioccata dall'incontro che aveva solo voglia di allontanarsi per non cedere a chissà quali istinti atavici. Non che a lui piacessero i ragazzi, di questo ne era certo, ma tutta quella situazione dal punto di vista olfattivo si rivelava piuttosto erotica ed il giovane lupo percepì chiaramente un altro "lupetto" risvegliarsi nel suo baricentro. Rimase rannicchiato in quella posizione per un tempo incalcolabile. Forse cinque minuto o magari un'ora, non seppe precisarlo. Improvvisamente ebbe dentro di sè la sicura sensazione che lo avrebbe rincontrato. E molto presto.

BEACON HILLS HIGH SCHOOL ore 14:20
Il corridoio della scuola, seppur affollato di studenti febbricitanti sembrava vuoto e monotono senza l'esuberanza Stilinski. Scott ripose la sua roba, libri e quant'altro, all'interno dell'armadietto con gesti meccanici e privi di emozione per poi richiuderlo automaticamente. Poco più in la Cora faceva altrettanto. Il viso leggermente abbattuto.
- Ho incontrato un ragazzo questa mattina - raccontò Scott - Era strano... -
- Ah si, cosa te lo fa pensare? - domandò sovrappensiero la ragazza.
- Il fatto che sembrava... quasi adorante nei confronti del Nemeton... - provò a spiegare il moro, catturando l'attenzione della lupa.
- Puoi ripetere, per favore? Credo di non aver sentito bene! - esclamò la ragazza.
- E così, sembrava stesse facendo qualche rituale o che so io... - rammentò più a se stesso.
La ragazza stava per continuare la conversazione quando una montagna di capelli rossi emerse dalla massa chiassosa avvicinandosi ai due sempre più. Era Lydia e stava canticchiando a voce non molto alta una canzoncina canzonatoria dall'aria vagamente profetica - Qualcuno è nei guai... - non si fermò nemmeno per un attimo, ma continuò a tirare dritta per la sua meta: Aiden. Sembrava stesse lanciando un messaggio a uno dei due senza farsi notare da qualcuno e Scott capì subito chi fosse quel qualcuno. O meglio, più che capirlo da se fu il "quel qualcuno" in persona a suggerirglielo avventandoglisi contro.
- Si può sapere perché sei così idiota? - domandò Allison puntando il dito contro il petto marmoreo dell'ex ragazzo.
- Che ho fatto? - si difese il diretto interessato.
- Che hai fatto? E me lo chiedi pure. È una settimana che Isaac sta dietro alle tue manie infantili accontentandoti come si fa con un moccioso, ma adesso hai davvero oltrepassato il limite! - lo sgridò la cacciatrice facendo emergere dalla sua voce tutta l'aggressività di cui era capace.
Scott abbassò lo sguardo colpevole - Hai ragione, sono un'idiota - disse con un filo di voce allontanandosi. La ragazza rimase sbigottita da quel comportamento. Si voltò a guardare Cora la cui espressione non differiva di molto dalla sua e la vide fare spallucce.

Ci voleva un grande coraggio per fare quello che stava per fare. Il coach Finstock aveva appena terminato di incitare/minacciare i membri della squadra di lacrosse (informandoli tra le altre cose che, fino al nuovo avviso, il numero 24 sarebbe stato sostituito da Greenberg), quando lo spogliatoi iniziò a svuotarsi ed i giocatori riversarsi sul campo. Isaac fu il penultimo. Stava per varcare la soglia quando sentì i suo braccio trattenuto saldamente. Si voltò e vide Scott che si torturava le labbra - Forse non sarà il momento adatto, ma non volevo aspettare fino a stasera per farti sapere che sono un vero idiota. Mi dispiace per questa mattina, mi sono comportato da... -
- Vero idiota! - esclamò il biondino completando la frase.
Entrambi si misero a sorridere e l'alpha lo avvicinò a sè così che entrambi si sedettero su di una delle tante panchina - In questi giorni non ho avuto modo di ringraziarti per essermi stato accanto. Voglio tu sappia che non ero in alcun modo arrabbiato con te e solo che... -
Il biondino gli mise una mano sulla spalla. I suoi occhi la dicevano lunga - Non preoccuparti, pace fatta! -
- Ci tengo davvero alla nostra amicizia e voglio che nulla interferisca con essa, che si tratti di Stiles o di Allison! - assicurò il ragazzo.
A quelle parole il beta parve rabbuiarsi e la mano scivolò via dall'amico - Per quanto riguarda Allison... - iniziò imbarazzato - Noi abbiamo deciso di prenderci una pausa di riflessione. Sai troppe cose sono successe e tutte troppo in fretta... - iniziò a raccontare.
Percependo la sofferenza nella sua voce, l'istinto del co-capitano fu immediata - No! - esclamò - Non rinunciare. Non farlo per nulla al mondo, nemmeno per me. Non sarei un vero amico se ti chiedessi di rinunciare all'unica cosa bella che ti sia capitata fino adesso. Va e raggiungila! -
Un sorriso radioso illuminò il volto del giovane Lahey che senza nemmeno rendersene conto strinse il compagno di stanza in un abbraccio commosso. Anche Scott sorrise, ricambiando il gesto - Su che aspetti! Ti coprirò io con il coach - incitò infine affettuosamente. Isaac si alzò per andare in contro alla giovane Argent che molto probabilmente si trovava fuori nelle tribune per assistere all'allenamento. Mentre correva pensò tra sè e sè che forse lei non era l'unica cosa bella che gli fosse capitata negli ultimi mesi.

BEACON HILLS ANIMAL CLINIC ore 17:30
La porta della clinica si aprì, accompagnata dal solito scampanellio, proprio nel momento in cui Scott stava afferrando le chiavi per serrare l'entrata principale. Molto probabilmente doveva essere un cliente dell'ultimo minuto.
- Stiamo per chiudere! - annunciò a voce alta mentre sbucava dal retro. Passo dopo passo avvertì nell'aria una fragranza particolare. Un'odore silvestre come quello che si diffonde ovunque dopo un bel temporale. L'essenza del benessere. Sentiva di amare quell'odore così delicato e naturale al tempo stesso - Posso esserle d'aiuto? - la domanda si abbassò di un tono durante la sua formulazione.
Non poteva crederci. Alla fine era successo. Era davanti a Lui. Lo sconosciuto della foresta. Si erano incontrati.
- Sì - escamò il ragazzo - Sto cercando il dottor Deaton. Lavora ancora qui? - chiese amabilmente guardando negli occhi l'assistente.
Il ragazzo stava per rispondere alla domanda, quando la voce del suo datore di lavoro si fece sentire forte e chiara - Eccomi, arrivo... -
- Credo proprio di averlo trovato! - sorrise il forestiero provocando una reazione simile al suo interlocutore.
Ora che gli stava di fronte, Scott non potè fare a meno di notare la linea del naso quasi perfettamente dritta con un accenno alla francese, le labbra sottili ma carnose aventi gli angoli della bocca leggermente curvati all'insù e i denti bianchissimi come fossero perle. Ma il pezzo forte erano gli occhi celesti orlati di blu con una piccola eterocromia verde in entrambi. Impossibili da dimenticare e da cui traspariva uno sguardo fiero e sicuro di se. Non c'erano dubbi: se fosse stato di Beacon Hills ne avrebbe sicuramente sentito parlare a scuola.
Il veterinario uscì nella reception ed un largo sorriso si materializzò sul suo volto alla vista del cliente - Hey! - esclamò tutto contento andando ad abbracciarlo - Quanto tempo... ma sbaglio o sei in ritardo? - domandò scherzando.
- Alan, Alan... tu più di tutti dovresti sapere che non sono mai in ritardo, nè in anticipo. Arrivo esattamente quando intendo farlo! - ricordò.
L'uomo si girò verso il suo pupillo, ancora in piedi dietro il bancone che guardava la scena esterrefatto - Lui è un amico di vecchia data! - lo informò.
- Adesso non esagerare, ad ogni modo io sono Chace! - si presentò il ragazzo - E, non dargli retta: non sono poi così tanto più grande di te! -
- Scott, il suo assistente... -
- Tu sei Scott? - boccheggiò, poi voltandosi verso il medico - Quel Scott? - vedendo il dottore annuire, si tornò nuovamente al ragazzo - Oh dio, è un piacere fare a tua conoscenza. Davvero. Al mi ha parlato così tanto di te che gia mi sembra di conoscerti. Dice che hai davanti un futuro molto promettente, addirittura epico - rivelò Chace.
- Beh, il piacere è reciproco. E così lei parla di me... - ripetè l'alpha guardando il suo datore di lavoro.
- Abbastanza! - continuò il nuovo arrivato.
- Beh, signor Deaton, credo che adesso tornerò a casa. Chiude lei? - propose Scott.
- Ma come te ne vai di già? - parlò l'uomo.
- Che significa? - gli rispose.
Chace s'intromise nella raffica di domande dicendo - Sono gia stato informato riguardo al tuo problema e francamente credo di poter essere d'aiuto! -
Il moro rimase a bocca aperta - Tu sai... di Stiles? - era leggermente confuso, non sapeva cosa poter dire e cosa no.
- Io e il qui presente dottore ci conosciamo da abbastanza. Druidi e streghe hanno molto in comune a parte il DNA. Perciò mi ha chiesto se potevo venire ad aiutare, sempre che a te stia bene... - raccontò il ragazzo.
L'alpha era esterrefatto. La parola si era dileguata e la lingua addormentata. Una volta ripresosi dallo shock bofocchiò soltanto - Strega? Tu? Io non ci capisco più niente... -

- Ho bisogno di una mappa di Beacon Hills - comunicò Chace.
Si trovavano tutti nella stanza sul retro e mentre il nuovo arrivato, la strega, liberava un pianale d'appoggio ecco che il dottore trafugava tra i cassetti alla ricerca di una cartina o simili, in grado di riprodurre la città nel suo intero. Quando l'ebbe trovata la distese aperta sulla superficie. L'alpha era sempre più disorientato. Quel ragazzo... una strega? Possibile? E cosa significava?
La strega trasse dalla tasca un lungo oggetto cilindrico avvolto nella carta e rimosse l'involucro rivelandone il contenuto. Una sottile candela bianca. Si girò verso il coetaneo e cercò la sua approvazione.
- Da dove vieni? - chiese Scott.
- Atlantic City - rispose.
- E tu sei arrivato fin qui dal New Jersey, solo per aiutarci a ritrovare una persona che nemmeno conosci? O giusto, dimentico che l'hai fatto su richiesta del mio capo... - concluse.
Un silenzio scese sulla stanza. Era possibile udire perfettamente il proprio cuore battere anche senza l'ausilio di sensi ferini. L'emissario e la strega si scambiarono occhiate silenziose, poi dopo essersi morso un labbro il ragazzo parlò - Ero gia in viaggio per Beacon Hills quando sono stato informato riguardo a ciò. Indagavo intorno alla donna ritrovata morta nella riserva. -
- Indagavi? Sei della polizia? -
- In un certo senso. Sapevi che era anch'essa una strega? - il licantropo era tutto orecchi - È successo qualcosa a Seattle qualche, giorno fa, che ha destato l'attenzione del Concilio: di conseguenza sono stato mandato qui nelle vesti di Grigori per indagare e fare rapporto. Questa è la verità! - escamò il ragazzo.
- Concilio, ghirigori. Cosa significano? - domandò serio l'alpha originale.
- Innanzitutto Grigori e secondo, come spiegartelo... Il Concilio delle Streghe è un collegio che monitora l'attività sovrannaturale all'interno del Paese. Solitamente altre streghe e spiriti, molto più raramente mutaforma. Quando quest'attività diventa troppo intensa da sfociare perfino nei mass media, ecco che alcune persone vengono incaricate di investigare e risolvere. I Grigori, per l'appunto. In un certo senso, rappresentiamo il braccio armato del Concilio. Una sorta di forza dell'ordine all'interno del mondo sovrannaturale, e Beacon Hills è sotto indagine. Tutto chiaro adesso? - spiegò con cura.
- Molto più di prima... -
- Per dirla in breve il tuo amico si trova anche in mezzo alle mie ricerche. Tra i due fatti potrebbe esserci un nesso quindi, sempre con il tuo consenso, vorrei procedere a ritrovarlo - concluse infine.
L'alpha ripensò alle parole di Isaac "Escogita un altro modo per essere utile al tuo amico!", poi guardò lo sconosciuto e notando la fiducia che aveva da parte del suo mentore decise di dare la sua approvazione - Mi fido! - si decise.
- Bene - disse atono. Si concentrò sullo stoppino della candela ed una lingua di fuoco guizzò su di essa. Avvicinò la fiamma alla piantina e lasciò che incendiasse la carta. C'era molta tensione da parte del mutaforma. Non aveva mai assistito a niente del genere e a dirla tutta non aveva un bel rapporto col fuoco. - Ubicumque nalco taxunisis dificultate. Defia algo taxis. Ut nihil prens. Ingni fia notem - mentre parlava le fiamme divamparono come fossero un rogo consumando irrimediabilmente la cartografia. Scott sembrava ipnotizzato e leggermente timoroso - Tranquillo il fuoco ci è amico. E poi l'unica parte della mappa che ci serve è quella dov'è Stiles - rassicurò il ragazzo che subito dopo si voltò verso il bagliore ordinando imperioso - Spegni! -
Al comando verbale le fiamme si spensero immediatamente lasciando sopra il tavolo mucchi di cenere fumante. Solo un piccolo ovale laterale di carta era intatto - Il tuo amico si trova lì - disse il ragazzo indicando il residuo.
- Sicuro? - domandò il veterinario.
- Assolutamente! Non lo uso spesso per via dello spreco di carta, ma tra gli incantesimi di tracciamento è il più efficace - illustrò cortesemente.
- Ma è impossibile! - esclamò Scott esaminando l'ubicazione.
- Qualunque cosa tu possa pensare, ti garantisco al cento per cento che in questo momento il tuo amico si trova lì o almeno il suo corpo! - chiarì infine la strega.

BEACON HILLS PRESERVE ore 18:10
Non mancava nessuno e tutti erano dotati di torcia elettrica alla mano. Mister Stilinski stava in prima linea, avventurandosi tra gli alberi come un forsennato, ma conservando ancora tutta la sua lucidità. Dopo di lui seguivano Cora e Derek, Allison e Isaac, Lydia e i gemelli, Chris Argent e perfino Melissa che distava soltanto un piede dall'ex sceriffo. Oltre naturalmente a Scott, il dottor Deaton e il suo amico, a cui l'alpha sentiva di dover un grandissimo favore se tutto andava per il verso giusto.
Erano nelle vicinanze. Solo alcuni passi lo separavano dal suo migliore amico. O, come aveva detto la strega, dal cadavere del suo migliore amico. Il ragazzo era stato chiaro su quel punto: l'incantesimo tracciava unicamente la posizione del corpo della persona. Viva o morta, era un parametro che non contava. Il lupo rabbrividì al solo pensiero di ciò avrebbe potuto trovare. Si disse di essere contento, ma il fisico la pensava diversamente. Sudava da tutti i pori, il cuore martellava nel petto e i sensi erano momentaneamente fuori fase. Inutili. Completamente in balia dell'ansia.
- C'è qualcosa, lo vedo... - urlò il padre di Stiles accelerando il passo. Scott rallentò. In cuor suo il terrore lo dominava. Le gambe tremavano.
Ci fu un silenzio tombale. Nessuno fiatava. Si avvicinò lentamente alla folla fremente e scrutando la scena da sopra le spalle altrui senti una mano stringersi sulla sua spalla e sorreggerlo dolcemente. Era Chace. L'acume di quel ragazzo aveva dell'incredibile. Tra tutti i presenti era stato l'unico ad accorgersi che stava tremando.
C'era un corpo interamente nudo sopra la sacra quercia, rannicchiato in posizione fetale.
Non c'erano dubbi sulla sua identità.
Visto da distante sembrava immobile. Melissa era gia accorsa sul posto. Il viso sconvolto. Tastò la giugulare, il polso, le ginocchia, ovunque in cerca di segni vitali che a quanto pare sembravano assenti. Ci stava mettendo troppo tempo e Scott era ormai rassegnato al peggio. Gli occhi si erano velati di una spessa cortina di lacrime. Le gambe cedettero e cadde a terra singhiozzando silenziosamente. Braccia forti lo strinsero a se appoggiandogli il viso nell'incavo del proprio collo. L'odore di pioggia gli inondò le narici e si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
Il mondo gli era crollato addosso.
Era morto. Suo fratello, Stiles, era morto. Morto, privo di vita, assente per il resto della sua esistenza e tutto questo per colpa di quello che era. Non si sarebbe mai avventurato nella foresta se lui non fosse diventato un licantropo. Non avrebbe mai desiderato diventare più forte per essere il suo emissario se non fosse stato trasformato. Stiles avrebbe potuto essere ancora...
- È vivo! - urlò a squarciagola Melissa - È vivo! - ripetè nuovamente la donna - Qualcuno chiami il 911! - esclamò.
- Hai sentito? I tuo amico è ancora vivo, su col morale! - informò il ragazzo nelle orecchie dell'alpha mentre gli scuoteva la schiena.
Scott sollevò la testa dalle spalle del suo consolatore - D-Davvero? - chiese con gli occhi umidi.
- Sì, è tutto a posto! - lo rassicurò.
Al sicuro tra quelle braccia sconosciute, l'alpha originale sentì di potersi lasciare andare e dopo aver provato forti emozioni tra oro discordanti, il dolore atroce e il successivo sollievo, svenne.
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NOTE dell'AUTORE
Eccomi di nuovo qua con un capitolo appena sfornato. Credetemi non è stato per nulla facile riuscire a tradurre in parole i filmini mentali che assediano il mio cervello, ma alla fine credo di aver fatto un buon lavoro, sebbene non mi soddisfi pienamente al 100% (spero di far meglio per le prossime volte). A voi il giudizio. Commentate, commentate, commentate e sempre postando la vostra opinione qua sotto e non là sopra .
Dite la verità, vi si è gelato il sangue nelle vene eh? Pensavate davvero che lo avessi accoppato, non è così? Muahahahaha (per chi ancora non lo avesse capito doveva essere l'onomatopea di una risata mavagia, lo so è un patetico cliché).
Ad ogni modo passiamo alle note vere e proprie. Spero abbiate notato le rettifiche apportate al precedente capitolo.
- Stiles - E c'è bisogno di dirlo anche? Hai aggiornato tipo 20.000 volte questa settimana...
- Autore - Zitto tu! Non fiatare!
- Stiles - Pure! Non solo mi spedisci quasi nel regno dei morti con un paccocelere1, ma hai perfino la pretesa di tapparmi la bocca!
- Autore - Sì! Questo è il mio racconto perciò mi prendo le mie responsabilità! E ora va via, va a prepararti al prossimo capitolo...
- Stiles - Ok ok, ma solo perché non voglio finire chiappe alla luna! Ma ti rendi conto: che figura ci faccio con Derek? Almeno un paio di boxer...
- Autore - Hey fossi in te non mi lamenterei, Mr XXL! Accontentati della posizione fetale, è sempre meglio che imitare l'Uomo Vitruviano, come avevo pensato all'inizio!
- Stiles - ...
Tornando a noi, ho mantenuto la promessa e contenuto il mio amore smisurato per le parentesi (spero apprezzerete...) e ora passiamo al racconto vero e proprio:
La prova a cui si riferisce il veterinario è quella dell'ottavo episodio della seconda stagione quando il nostro Stilinski preferito viene incaricato di creare la barriera contenitiva;
Ecco a voi il prestavolto di Chace Lunsford (per chi non lo conoscesse si chiama Brody Dean Geyer)!
Ci tengo a precisare che Chace non è assolutamente un pervertito come pensa Scott. Il suo comportamento bizzarro deriva semplicemente dal fatto che sessualità e magia sono tra loro intimamente legate e come l'una non esclude l'altra così accade anche per l'inverso;
Il numero 24 che il coach Finstock sostituisce con Greenberg altri non è che il nostro beniamino scomparso e poi ritrovato (adoro questo numero!!!);
Che dire della broomance Isaac/Scott? Mi sono odiato a morte nel farli litigare, ma hey! se questo è quello che accade quando fanno pace (sorrisini, pacche sulle spalle e abbracci :D) ci metto la firma!!! Purtroppo Allison rovina sempre tutto, lo so, ma che posso farci: ormai esiste...;
Inoltre Chace si presenta come strega, ma non perché effeminato e quindi si sente donna dentro di se, ma per il semplice motivo che preferisco intendere questo termine nel suo significato originale, ovvero persona dedita alla stregoneria senza distinzione di genere. "Stregone" è una parola obsoleta, indica un uomo saggio che spesso agiva per conto proprio e "mago" deriva da una parola che vuol dire traditore, impostore, quindi...;
Per quando riguarda il termine Grigori, la sue etimologia greca vuol dire "custodi" o "guardiani", ma non ho alcuna idea se esista un singolare o un plurale ma che importa: trovo il termine affascinante così come si trova. Anzi vi dirò di più (anche se sono certo che non vi interesserà assolutamente), i membri del Concilio delle Streghe hanno anch'essi un loro titolo onorifico: ed è Irin che in ebraico significa "guardiani" o "sentinelle";
L'incantesimo utilizzato non mi appartiene, ma l'ho estrapolato così come si trova dalla serie televisiva di Supernatural che io adoro con tutto il cuore;
Infine l'intestazione di questo capitolo. Visto e considerato che la riserva viene ripetutamente citata, battuta in lungo e in largo per una settimana di seguito e che in essa accadono parecchie particolarità (come l'incontro imbarazzante con la strega e il ritrovamento di Stiles) ho deciso che "Il richiamo della foresta" fosse particolarmente azzeccato dal momento che il libro originale si svolge nell'ambiente selvaggio dell'Alaska.
Mi pare di essere stato piuttosto esaustivo. Ringrazio tutti quelli che seguono questo racconto e che hanno deciso di dedicare una parte del proprio tempo nel farmi conoscere le loro opinioni e le loro emozioni. Un saluto a tutti e... in bocca al lupo!
Bye!!!
  
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